Sunitinib EG

    Ultimo aggiornamento: 27/03/2024

    Cos'è Sunitinib EG?

    Sunitinib EG è un farmaco a base del principio attivo Sunitinib, appartenente alla categoria degli Antineoplastici, inibitori delle proteinchinasi e nello specifico Altri inibitori proteinchinasi. E' commercializzato in Italia dall'azienda EG S.p.A. - Società del Gruppo STADA Arzmeimittel AG.

    Sunitinib EG può essere prescritto con Ricetta RNRL - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti.


    Confezioni

    Sunitinib EG 12,5 mg 30 capsule rigide
    Sunitinib EG 25 mg 30 capsule rigide
    Sunitinib EG 50 mg 30 capsule rigide

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: EG S.p.A. - Società del Gruppo STADA Arzmeimittel AG
    Ricetta: RNRL - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti
    Classe: H
    Principio attivo: Sunitinib
    Gruppo terapeutico: Antineoplastici, inibitori delle proteinchinasi
    ATC: L01EX01 - Sunitinib
    Forma farmaceutica: capsula


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    Indicazioni

    Perché si usa Sunitinib EG? A cosa serve?
    Tumore stromale del tratto gastrointestinale (GIST)
    Sunitinib EG è indicato per il trattamento del tumore stromale del tratto gastrointestinale (GIST) maligno non operabile e/o metastatico negli adulti dopo fallimento di un trattamento con imatinib dovuto a resistenza o intolleranza.
    Carcinoma a cellule renali metastatico (MRCC)
    SUNITINIB EG è indicato per il trattamento del carcinoma a cellule renali avanzato/metastatico (MRCC) negli adulti.
    Tumori neuroendocrini pancreatici (pNET)
    SUNITINIB EG è indicato per il trattamento di tumori neuroendocrini di origine pancreatica (pNET), ben differenziati, non operabili o metastatici, in progressione di malattia, negli adulti.

    Posologia

    Come usare Sunitinib EG: Posologia
    La terapia con Sunitinib deve essere avviata da un medico esperto nella somministrazione di agenti antitumorali.
    Posologia
    Per il GIST e il MRCC la dose raccomandata di SUNITINIB EG è 50 mg da assumere per via orale una volta al giorno per 4 settimane consecutive, seguite da 2 settimane di riposo (schema 4/2) in modo da effettuare un ciclo completo di 6 settimane.
    Per il pNET la dose raccomandata di SUNITINIB EG è 37,5 mg da assumere per via orale una volta al giorno, senza un periodo di riposo programmato.
    Aggiustamenti della dose
    Sicurezza e tollerabilità
    Per il GIST ed il MRCC possono essere effettuate modifiche della posologia con incrementi di 12,5 mg in base alla sicurezza e tollerabilità del singolo paziente. La dose giornaliera non deve superare 75 mg né deve essere ridotta al di sotto di 25 mg.
    Per il pNET possono essere effettuate modifiche della posologia con incrementi di 12,5 mg in base alla sicurezza e tollerabilità del singolo paziente. La dose massima somministrata nello studio di fase 3 sui pNET è stata di 50 mg al giorno
    Possono essere necessarie sospensioni nell'assunzione di alcune dosi in base alla sicurezza e tollerabilità del singolo paziente.
    Inibitori/induttori del CYP3A4
    La co-somministrazione di sunitinib con potenti induttori del CYP3A4, come rifampicina, deve essere evitata (vedere paragrafi 4.4 e 4.5). Se ciò non è possibile, può essere necessario aumentare la dose di sunitinib con incrementi da 12,5 mg (fino a 87,5 mg/die per il GIST e il MRCC o 62,5 mg/die per il pNET) sulla base di un attento monitoraggio della tollerabilità.
    La co-somministrazione di sunitinib con potenti inibitori del CYP3A4, come il ketoconazolo, deve essere evitata (vedere paragrafi 4.4 e 4.5). Se ciò non è possibile, può essere necessario ridurre la dose di sunitinib a un dosaggio minimo di 37,5 mg al giorno per il GIST e il MRCC o 25 mg al giorno per il pNET, sulla base di un attento monitoraggio della tollerabilità.
    Deve essere presa in considerazione la scelta di un medicinale concomitante alternativo con nessun potenziale o con un potenziale minimo di indurre o inibire il CYP3A4.
    Popolazioni speciali
    Popolazione pediatrica
    La sicurezza e l'efficacia di sunitinib in pazienti di età inferiore a 18 anni non sono state stabilite.
    I dati al momento disponibili sono riportati nei paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2 ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia.
    Anziani
    Circa un terzo dei pazienti arruolati negli studi clinici che hanno ricevuto sunitinib aveva un'età pari o superiore a 65 anni. Non sono state osservate differenze significative nella sicurezza ed efficacia tra soggetti più giovani e più anziani.
    Compromissione epatica
    Non è richiesto un aggiustamento del dosaggio iniziale quando sunitinib viene somministrato ai pazienti con compromissione epatica lieve o moderata (stadio Child-Pugh A e B). L'impiego di sunitinib in soggetti con compromissione epatica grave (stadio Child-Pugh C) non è stato studiato, pertanto il suo uso nei pazienti con compromissione epatica grave non è raccomandato (vedere paragrafo 5.2).
     Compromissione renale
    Non è necessario un aggiustamento della dose iniziale quando sunitinib è somministrato ai pazienti con compromissione renale (moderata-grave) o con malattia renale in fase terminale (ESRD) sottoposti a emodialisi. Gli aggiustamenti posologici successivi devono essere effettuati in base alla sicurezza e alla tollerabilità del singolo paziente (vedere paragrafo 5.2).
    Modo di somministrazione
    SUNITINIB EG è destinato alla somministrazione orale. Può essere assunto con o senza cibo.
    Se una dose non viene assunta, non si deve somministrare al paziente una dose aggiuntiva. Il paziente deve assumere la dose abituale prescritta il giorno successivo.

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Sunitinib EG
    Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Sunitinib EG
    La co-somministrazione con induttori potenti del CYP3A4 deve essere evitata perché può ridurre la concentrazione plasmatica di Sunitinib (vedere paragrafi 4.2 e 4.5).
    La co-somministrazione con potenti inibitori del CYP3A4 deve essere evitata perché può aumentare la concentrazione plasmatica di sunitinib (vedere paragrafi 4.2 e 4.5).
    Disturbi della cute e dei tessuti
    È opportuno avvisare i pazienti della possibile comparsa di un'alterazione del colore dei capelli e della cute in corso di trattamento con sunitinib. Altri possibili effetti dermatologici possono includere secchezza, ispessimento o screpolatura della cute, vesciche o eruzione cutanea del palmo delle mani o della pianta dei piedi.
    Le reazioni sopra riportate non erano cumulative, sono risultate generalmente reversibili e solitamente non hanno comportato l'interruzione del trattamento. Sono stati segnalati casi di pioderma gangrenoso, generalmente reversibile dopo la sospensione di sunitinib. Sono state segnalate reazioni cutanee gravi, tra cui casi di eritema multiforme (EM) e casi riconducibili alla Sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e alla necrolisi epidermica tossica (NET), alcuni dei quali fatali. In presenza di segni o sintomi di SJS, NET o EM (per es. eruzione cutanea progressiva spesso associata a vesciche o lesioni della mucosa) il trattamento con sunitinib deve essere interrotto. Se la diagnosi di SJS o di NET viene confermata, il trattamento non deve essere ripreso. In alcuni casi di sospetto EM, dopo la risoluzione della reazione i pazienti hanno tollerato la reintroduzione della terapia con sunitinib a dosi più basse; alcuni di questi pazienti hanno anche ricevuto trattamento concomitante con corticosteroidi o antistaminici (vedere paragrafo 4.8).
    Emorragia e sanguinamenti causati da tumori
    Nell'ambito di studi clinici con sunitinib e dall'esperienza post-marketing sono stati riportati eventi emorragici, alcuni dei quali con esito fatale, inclusi emorragie gastrointestinali, respiratorie, delle vie urinarie e cerebrali (vedere paragrafo 4.8).
    La valutazione di routine degli eventi emorragici deve includere una conta ematica completa e un esame obiettivo.
    L'epistassi è stata la reazione avversa emorragica più comune, essendo stata segnalata in circa la metà dei pazienti con tumori solidi che hanno riportato eventi emorragici. Alcuni di questi episodi di epistassi sono stati gravi, ma molto raramente fatali.
    Sono stati segnalati eventi di emorragia di tumore, talvolta associati a necrosi tumorale; alcuni di questi eventi emorragici sono stati fatali.
    L'emorragia di tumore può verificarsi improvvisamente e, nel caso di tumori polmonari, possono presentarsi sotto forma di un'emottisi grave e potenzialmente fatale o come emorragia polmonare. Casi di emorragia polmonare, alcuni con esito fatale, sono stati osservati negli studi clinici e sono stati segnalati anche nella sorveglianza post marketing nei pazienti trattati con sunitinib per il MRCC, GIST e il tumore del polmone. Il sunitinib non è approvato per l'uso in pazienti con tumore del polmone.
    I pazienti in trattamento concomitante con anticoagulanti (per es. warfarin, acenocumarolo) possono essere periodicamente monitorati mediante una conta ematica completa (piastrine), i fattori di coagulazione (PT/INR) e un esame obiettivo.
    Patologie gastrointestinali
    Diarrea, nausea/vomito, dolore addominale, dispepsia e stomatite/dolore orale sono state le reazioni avverse gastrointestinali segnalate con maggiore frequenza; sono stati inoltre segnalati casi di esofagite (vedere paragrafo 4.8).
    Le cure di supporto per le reazioni avverse gastrointestinali che necessitano di un trattamento possono includere medicinali con proprietà antiemetiche, antidiarroiche o antiacide.
    Complicanze gastrointestinali gravi, talvolta fatali, incluse perforazioni gastrointestinali, si sono verificate in pazienti con neoplasie intra-addominali trattati con sunitinib.
    Ipertensione
    È stata segnalata ipertensione in associazione all'uso di sunitinib, inclusa grave ipertensione (> 200 mmHg sistolica o 110 mmHg diastolica). I pazienti devono essere sottoposti a screening per l'ipertensione e controllati in modo appropriato.
    Si raccomanda la sospensione temporanea del trattamento in pazienti con grave ipertensione che non è controllata con trattamento farmacologico. Il trattamento può riprendere quando l'ipertensione è adeguatamente controllata (vedere paragrafo 4.8).
    Disturbi ematologici
    Una riduzione assoluta della conta dei neutrofili e una riduzione della conta piastrinica sono state riportate in associazione all'uso di sunitinib (vedere paragrafo 4.8). Gli eventi suddetti non sono stati cumulativi, sono stati generalmente reversibili e solitamente non hanno comportato l'interruzione del trattamento. Nessuno di questi eventi negli studi di fase 3 è stato fatale, ma nella fase post-marketing sono stati segnalati rari eventi ematologici fatali, inclusa emorragia associata con trombocitopenia e infezioni neutropeniche.
    È stato osservato che l'anemia può verificarsi sia nella fase iniziale sia in quella tardiva del trattamento con sunitinib.
    La conta ematica completa deve essere eseguita all'inizio di ogni ciclo di trattamento nei pazienti in terapia con sunitinib (vedere paragrafo 4.8).
    Patologie cardiache
    Eventi cardiovascolari, alcuni dei quali fatali, che includevano insufficienza cardiaca, cardiomiopatia, riduzione della frazione di eiezione ventricolare sinistra al di sotto del limite inferiore del normale, miocardite, ischemia miocardica e infarto miocardico, sono stati riportati in pazienti trattati con sunitinib. Questi dati indicano che sunitinib aumenta il rischio di cardiomiopatia. Nei pazienti trattati non è stato identificato nessuno specifico fattore di rischio aggiuntivo nei casi di cardiomiopatia indotta dal sunitinib, a parte l'effetto specifico del medicinale. Sunitinib deve essere usato con cautela in pazienti a rischio di questi eventi o che presentano in anamnesi tali eventi (vedere paragrafo 4.8).
    I pazienti che avevano riportato eventi cardiaci nei 12 mesi precedenti la somministrazione di sunitinib, quali infarto del miocardio (inclusa angina grave/instabile), intervento di bypass aortocoronarico/periferico, insufficienza cardiaca congestizia (ICC) sintomatica, evento cerebrovascolare o attacco ischemico transitorio o embolia polmonare, sono stati esclusi dagli studi clinici con sunitinib. Non è noto se i pazienti con tali condizioni concomitanti possano essere a rischio maggiore di sviluppare una disfunzione del ventricolo sinistro correlata a sunitinib.
    Si consiglia ai medici di valutare questo rischio rispetto ai benefici potenziali di sunitinib. I pazienti, soprattutto quelli che presentano fattori di rischio cardiaco e/o malattia coronarica, devono essere attentamente monitorati per i segni e sintomi clinici di insufficienza cardiaca congestizia durante il trattamento con sunitinib. Quando il paziente è in trattamento con sunitinib, devono essere prese in considerazione anche valutazioni al basale e periodiche della frazione di eiezione ventricolare sinistra. Nei pazienti che non presentano fattori di rischio cardiaco, deve essere comunque presa in considerazione una valutazione della frazione di eiezione ventricolare al basale.
    In presenza di manifestazioni cliniche di ICC, si raccomanda l'interruzione del trattamento con sunitinib. La somministrazione di sunitinib deve essere interrotta e/o la dose ridotta in pazienti senza evidenze cliniche di insufficienza cardiaca congestizia ma con una riduzione della frazione di eiezione tra <50% e >20% rispetto al basale.
    Prolungamento dell'intervallo QT
    Sono stati osservati prolungamento dell'intervallo QT e Torsioni di punta nei pazienti esposti a sunitinib. Il prolungamento dell'intervallo QT può causare un aumento del rischio di aritmie ventricolari, incluse le Torsioni di punta.
    Sunitinib deve essere usato con cautela nei pazienti con anamnesi nota di prolungamento dell'intervallo QT, nei pazienti in trattamento con antiaritmici, o con medicinali che possano prolungare l'intervallo QT, o in pazienti con pre-esistenti patologie cardiache rilevanti, bradicardia o alterazioni elettrolitiche. La co- somministrazione di sunitinib con inibitori potenti del CYP3A4 deve essere limitata a causa del possibile aumento delle concentrazioni plasmatiche di sunitinib (vedere paragrafi 4.2, 4.5 e 4.8).
    Eventi tromboembolici venosi
    Eventi tromboembolici venosi correlati al trattamento sono stati riportati in pazienti in trattamento con sunitinib, inclusa trombosi venosa profonda ed embolia polmonare (vedere paragrafo 4.8). Casi di embolia polmonare con esito fatale sono stati osservati nel periodo successivo alla commercializzazione del farmaco.
    Eventi tromboembolici arteriosi
    Casi di eventi tromboembolici arteriosi (ETA), a volte fatali, sono stati segnalati nei pazienti trattati con sunitinib. Gli eventi più frequenti comprendevano accidente cerebrovascolare, attacco ischemico transitorio e ischemia cerebrale. I fattori di rischio associati con gli eventi tromboembolici arteriosi, in aggiunta alla neoplasia preesistente e ad un'età pari o superiore a 65 anni, includevano ipertensione, diabete mellito e precedente evento tromboembolico.
    Aneurismi e dissezioni arteriose
    L'uso di inibitori del pathway del VEGF in pazienti con o senza ipertensione può favorire la formazione di aneurismi e/o dissezioni arteriose. Prima di iniziare con SUNITINIB EG, questo rischio deve essere attentamente considerato in pazienti con fattori di rischio quali ipertensione o storia di aneurisma.
    Microangiopatia trombotica (MAT)
    Se si verificano anemia emolitica, trombocitopenia, affaticamento, manifestazioni neurologiche fluttuanti, compromissione renale e febbre deve essere presa in considerazione la diagnosi di MAT, inclusa la porpora trombotica trombocitopenica (PTT) e la sindrome emolitico-uremica (SEU), che qualche volta ha determinato insufficienza renale o esito fatale. Nei pazienti che sviluppano MAT la terapia con sunitinib deve essere interrotta ed è richiesto un trattamento tempestivo. Dopo l'interruzione del trattamento è stata osservata la regressione degli effetti della MAT (vedere paragrafo 4.8).
    Disfunzione tiroidea
    Si raccomanda a tutti i pazienti di effettuare la valutazione della funzionalità tiroidea con la misurazione dei valori di laboratorio al basale. I pazienti con preesistente ipotiroidismo o ipertiroidismo, prima di iniziare il trattamento con sunitinib, devono essere trattati in base a quanto previsto dalla pratica clinica standard. Durante il trattamento con sunitinib si deve effettuare un controllo di routine della funzionalità tiroidea ogni 3 mesi. Inoltre, durante il trattamento tutti i pazienti devono essere tenuti sotto stretta osservazione per i possibili segni e sintomi di disfunzione tiroidea e i pazienti che sviluppano qualsiasi segno e/o sintomo indicativo di disfunzione tiroidea devono essere sottoposti ad analisi di laboratorio della funzionalità tiroidea come previsto clinicamente. I pazienti che sviluppano disfunzione tiroidea devono essere trattati in base a quanto previsto dalla pratica clinica standard.
    È stato osservato che l'ipotiroidismo può verificarsi all'inizio o alla fine del trattamento con sunitinib (vedere paragrafo 4.8).
    Pancreatite
    Nei pazienti con diversi tumori solidi in trattamento con sunitinib sono stati osservati incrementi dell'attività della lipasi e dell'amilasi sierica. Gli incrementi dell'attività della lipasi sierica sono stati transitori e generalmente non associati a segni e sintomi di pancreatite in soggetti con tumori solidi di vario tipo (vedere paragrafo 4.8).

    Sono stati segnalati casi di eventi pancreatici gravi, alcuni con esito fatale. Se sono presenti sintomi di pancreatite, il trattamento con sunitinib deve essere interrotto e ai pazienti deve essere fornita una adeguata terapia di supporto.

    Epatotossicità
    L'epatotossicità è stata osservata in pazienti trattati con sunitinib. Casi di insufficienza epatica, a volte con esito fatale, sono stati osservati in meno del 1% dei pazienti con tumori solidi trattati con sunitinib. Prima di iniziare il trattamento, durante ogni ciclo di terapia e quando clinicamente indicato è necessario monitorare i test di funzionalità epatica (alanina transaminasi [ALT], aspartato transaminasi [AST], livelli di bilirubina). In presenza di segni o sintomi di insufficienza epatica, il trattamento con sunitinib deve essere interrotto e ai pazienti devono essere fornite cure mediche di supporto adeguate (vedere paragrafo 4.8).
    Funzionalità renale
    Sono stati segnalati casi di compromissione renale, insufficienza renale e/o insufficienza renale acuta, in alcuni casi con esito fatale (vedere paragrafo 4.8).
    I fattori di rischio associati con la compromissione/insufficienza renale nei pazienti in trattamento con sunitinib includevano, in aggiunta al carcinoma a cellule renali preesistente, età avanzata, diabete mellito, compromissione renale preesistente, insufficienza cardiaca, ipertensione, sepsi, disidratazione/ipovolemia e rabdomiolisi.
    La sicurezza correlata alla prosecuzione del trattamento con sunitinib in pazienti con proteinuria di grado da moderato a severo non è stata valutata in modo sistematico.
    Sono stati segnalati casi di proteinuria e rari casi di sindrome nefrosica. Si raccomanda l'analisi delle urine al basale e i pazienti devono essere monitorati per il possibile sviluppo o peggioramento di proteinuria. Il trattamento con sunitinib deve essere interrotto in pazienti con sindrome nefrosica.
    Fistole
    Se si verifica la formazione di fistole, il trattamento con sunitinib deve essere interrotto. Le informazioni disponibili sul trattamento prolungato con sunitinib in pazienti che presentano fistole sono limitate (vedere paragrafo 4.8).
    Compromissione del processo di cicatrizzazione delle ferite
    Casi di compromessa cicatrizzazione delle ferite sono stati segnalati durante la terapia con sunitinib.
    Non sono stati condotti formali studi clinici sull'effetto di sunitinib sulla cicatrizzazione delle ferite. Per motivi precauzionali si raccomanda di interrompere temporaneamente la terapia con sunitinib nei pazienti che si sottopongono ad interventi chirurgici maggiori. L'esperienza clinica riguardo la tempistica necessaria per iniziare nuovamente la terapia dopo un intervento chirurgico maggiore è limitata. Pertanto, la decisione di riprendere la terapia con sunitinib dopo un intervento chirurgico maggiore deve basarsi sul giudizio clinico di guarigione dall'intervento.
    Osteonecrosi della mandibola/mascella (ONJ)
    Casi di ONJ sono stati segnalati in pazienti trattati con sunitinib. Nella maggioranza dei casi segnalati i pazienti avevano ricevuto un precedente o concomitante trattamento con bifosfonati per via endovenosa, con i quali l'ONJ è un rischio identificato. Pertanto, deve essere prestata attenzione quando sunitinib e i bifosfonati endovena sono somministrati contemporaneamente o in modo sequenziale.
    Anche gli interventi dentali di tipo invasivo sono stati identificati come fattore di rischio. Prima del trattamento con sunitinib, si devono prendere in considerazione una visita odontoiatrica e appropriate cure odontoiatriche preventive. Se possibile, interventi dentali di tipo invasivo devono essere evitati nei pazienti che hanno assunto in precedenza o stanno assumendo bifosfonati per via endovenosa (vedere paragrafo 4.8).
    Ipersensibilità/angioedema
    Se si verifica un edema dovuto ad una reazione di ipersensibilità, il trattamento con sunitinib deve essere interrotto e dovrà essere effettuato un trattamento medico standard (vedere paragrafo 4.8).
    Crisi convulsive
    Negli studi clinici con sunitinib e nella fase di commercializzazione del prodotto, sono stati osservati casi di convulsioni. I pazienti con convulsioni e segni/sintomi compatibili con la sindrome da leucoencefalopatia posteriore reversibile (RPLS), come ipertensione, cefalea, riduzione dello stato d'allerta, alterata funzionalità mentale e perdita della vista, inclusa cecità corticale, devono essere controllati con un trattamento medico che includa il controllo dell'ipertensione. Si raccomanda una sospensione temporanea di sunitinib; successivamente alla risoluzione dell'evento, il trattamento può riprendere a discrezione del medico curante (vedere paragrafo 4.8).
    Sindrome da lisi tumorale (SLT)
    Casi di sindrome da lisi tumorale (SLT), alcuni con esito fatale, sono stati osservati raramente negli studi clinici e sono stati segnalati nella fase di commercializzazione del prodotto nei pazienti trattati con sunitinib. I fattori di rischio per la sindrome da lisi tumorale includono un elevato carico tumorale, insufficienza renale cronica preesistente, oliguria, disidratazione, ipotensione e urine acide. Questi pazienti devono essere attentamente monitorati e trattati come clinicamente indicato, per questi pazienti deve essere presa in considerazione l'idratazione profilattica.
    Infezioni
    Sono stati segnalati casi di gravi infezioni, con o senza neutropenia, inclusi alcuni casi con esito fatale. Sono stati segnalati casi non comuni, talvolta fatali, di fascite necrotizzante, compresa quella del perineo (vedere paragrafo 4.8).
    La terapia con sunitinib deve essere interrotta in pazienti che sviluppano fascite necrotizzante e deve essere tempestivamente avviato un trattamento adeguato.
    Ipoglicemia
    Sono stati riportati casi di diminuzione della glicemia durante il trattamento con sunitinib, alcuni dei quali clinicamente sintomatici e che hanno richiesto il ricovero ospedaliero a causa della perdita di coscienza. In caso di ipoglicemia sintomatica, il trattamento con sunitinib deve essere temporaneamente interrotto. Il livello di glucosio nel sangue deve essere controllato regolarmente nei pazienti diabetici per valutare se sia necessario modificare il dosaggio dei medicinali per il diabete allo scopo di ridurre al minimo il rischio di ipoglicemia (vedere paragrafo 4.8).
    Sodio
    Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per unità di dosaggio, quindi si tratta essenzialmente di un farmaco “privo di sodio“.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Sunitinib EG
    Sono stati condotti studi di interazione solo con gli adulti.
    Medicinali che possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di sunitinib
    Effetto degli inibitori del CYP3A4
    Nei volontari sani, la co-somministrazione di una singola dose di sunitinib con ketoconazolo, inibitore potente del CYP3A4 ha determinato un incremento dei valori combinati [sunitinib + metabolita primario] di concentrazione massima (Cmax) e area sotto la curva (AUC0-∞), rispettivamente del 49% e del 51%.
    La somministrazione di sunitinib con inibitori potenti del CYP3A4 (per es. ritonavir, itraconazolo, eritromicina, claritromicina, succo di pompelmo) può aumentare le concentrazioni di sunitinib.
    L'associazione con inibitori del CYP3A4 deve quindi essere evitata oppure deve essere preso in considerazione un medicinale alternativo con nessun potenziale o con un potenziale minimo di inibire il CYP3A4.
    Se ciò non è possibile, può essere necessario ridurre la dose di SUNITINIB EG ad un minimo di 37,5 mg/die per il tumore stromale gastrointestinale (GIST) e il carcinoma a cellule renali metastatico(MRCC) o 25 mg/die per il tumore neuroectodermico primitivo (pNET), sulla base di un attento monitoraggio della tollerabilità (vedere paragrafo 4.2).
    Effetto degli inibitori della proteina di resistenza del carcinoma della mammella (Breast Cancer Resistance Protein-Proteina BCRP)
    Sono disponibili dati clinici limitati sull'interazione tra gli inibitori di sunitinib e gli inibitori della BCRP e non è possibile escludere un'interazione tra sunitinib e altri inibitori della BCRP (vedere paragrafo 5.2).
    Medicinali che possono ridurre le concentrazioni plasmatiche di sunitinib
    Effetto degli induttori del CYP3A4
    Nei volontari sani, la co-somministrazione di una singola dose di sunitinib e rifampicina, induttore del CYP3A4, ha comportato una riduzione dei valori combinati [sunitinib + metabolita primario] di Cmax e AUC0-∞, rispettivamente del 23% e del 46%.
    La somministrazione di sunitinib con induttori potenti del CYP3A4 (per es. desametasone, fenitoina, carbamazepina, rifampicina, fenobarbital o preparati a base di piante medicinali contenenti l'Erba di San Giovanni/Hypericum perforatum) può ridurre le concentrazioni di sunitinib. L'associazione con induttori del CYP3A4 deve quindi essere evitata oppure deve essere preso in considerazione un medicinale alternativo con nessun potenziale o con un potenziale minimo di indurre il CYP3A4. Se ciò non è possibile, il dosaggio di SUNITINIB EG può essere aumentato con incrementi di 12,5 mg (fino a 87.5 mg/die per il GIST e il MRCC o 62,5 mg/die per il pNET) sulla base di un attento monitoraggio della tollerabilità (vedere paragrafo 4.2).


    Interazioni riportate su letteratura scientifica internazionale
    Prima di prendere "Sunitinib EG" insieme ad altri farmaci come “Abevmy”, “Afinitor”, “Alymsys”, “Aurantin - Soluzione (uso Interno)”, “Avastin”, “Aybintio”, “Carbamazepina EG”, “Carbamazepina Zentiva - Compressa A Rilascio Modificato”, “Cemib”, “Certican - Compressa”, “Certican - Compressa Orodispersibile”, “Cilodex”, “Clamodin”, “Claritrol”, “Claritromicina Accord”, “Claritromicina Almus”, “Claritromicina Altan”, “Claritromicina Alter”, “Claritromicina DOC Generici”, “Claritromicina EG”, “Claritromicina EG Stada”, “Claritromicina HCS”, “Claritromicina Hexal”, “Claritromicina Hikma”, “Claritromicina Mylan Generics”, “Claritromicina Sandoz”, “Claritromicina Sandoz GmbH - Granulato”, “Claritromicina Sun”, “Claritromicina Sun Pharma - Compresse Rivestite”, “Claritromicina Teva”, “Claritromicina Tillomed”, “Claritromicina Zentiva”, “Clarmac”, “Cloradex”, “Coldetom - Gocce”, “Combistill”, “Combitimor - Collirio”, “Combitimor - Gocce”, “Decadron - Compressa”, “Decadron - Gocce”, “Decadron - Soluzione (uso Interno)”, “Dermadex”, “Desaclor”, “Desadoc”, “Desametasone Fosfato Pfizer”, “Desametasone Kalceks”, “Desamix Effe”, “Desamix Neomicina”, “Dexamono”, “Dexavision”, “Dintoina”, “Dintoinale”, “Ducressa”, “Eritromicina Idi - Crema, Soluzione”, “Eritromicina Idi - Gel”, “Eritromicina Lattobionato Fisiopharma”, “Erleada”, “Etacortilen - Collirio”, “Etacortilen - Gel”, “Everolimus Ethypharm”, “Everolimus Medac”, “Everolimus Sandoz GmbH”, “Fenitoina Hikma”, “Fenobarbitale Sodico Salf”, “Firacrono”, “Fridex”, “Galminor”, “Gamibetal Complex”, “Gardenale”, “Ipokima”, “Itraconazolo DOC Generici”, “Itraconazolo EG”, “Itraconazolo Mylan Generics”, “Itraconazolo Sandoz”, “Itraconazolo Teva”, “Itragerm”, “Ketoconazole HRA”, “Ketonova”, “Klacid - Compresse Rivestite, Granulato”, “Klacid - Granulato”, “Klacid - Polvere”, “Klacid Rm”, “Kloreniss”, “Kruklar”, “Lauromicina”, “Leviosa”, “Luminale - Compressa”, “Luminale - Soluzione (uso Interno)”, “Luxabiotic”, “Luxazone”, “Lysodren”, “Macladin - Compresse Rivestite”, “Macladin - Compresse Rivestite, Granulato”, “Macladin - Granulato”, “Macladin - Polvere”, “Mvasi”, “Mysoline”, “Nervaxon”, “Netildex - Collirio”, “Netildex - Gel”, “Nizoblue”, “Nizoral - Crema”, “Nizoral - Shampoo”, “Noxafil - Compressa Gastroresistente”, “Noxafil - Sospensione”, “Oftacortal”, “Otodec”, “Oyavas”, “Ozurdex”, “Posaconazolo Accord”, “Posaconazolo AHCL”, “Posaconazolo EG”, “Posaconazolo EG STADA”, “Posaconazolo Fresenius Kabi”, “Posaconazolo Mylan Pharma”, “Posaconazolo Mylan”, “Posaconazolo Teva”, “Posaconazolo Tillomed”, “Posaconazolo Zentiva”, “Rapamune - Compresse Rivestite”, “Rapamune - Soluzione”, “Rifadin”, “Rifater”, “Rifinah”, “Rifocin”, “Sevendoc”, “Slaner”, “Soldesam”, “Spendor”, “Sporanox - Capsula”, “Sporanox - Soluzione”, “Stadmycin”, “Surfedex”, “Tamesad”, “Tegretol”, “Tobradex - Collirio, Unguento”, “Tobradex - Gocce”, “Tobramicina + Desametasone Bausch & Lomb”, “Tobramicina E Desametasone Doc Generici”, “Tobramicina E Desametasone EG”, “Torisel”, “Trazer”, “Triasporin - Capsula”, “Triasporin - Soluzione”, “Trigon - Collirio”, “Trigon - Gocce”, “Usoldec”, “Varcodes - Compressa Effervescente”, “Vardamir”, “Veclam - Compresse Rivestite”, “Veclam - Compresse Rivestite, Granulato”, “Veclam - Granulato”, “Veclam - Polvere”, “Vegzelma”, “Vfend - Compresse Rivestite”, “Vfend - Polvere”, “Visucombidex”, “Visucortex”, “Visumetazone”, “Voriconazolo Accord”, “Voriconazolo Aristo”, “Voriconazolo Aurobindo”, “Voriconazolo Hikma”, “Voriconazolo Ibisqus”, “Voriconazolo Mylan”, “Voriconazolo Sandoz GMBH”, “Voriconazolo Sandoz”, “Voriconazolo Teva”, “Votubia”, “Xtandi”, “Zineryt”, “Zirabev”, “Zykadia”, etc.., chiedi al tuo al tuo medico o farmacista di fiducia di verificare che sia sicuro e non dannoso per la tua salute ...

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Misure contraccettive negli uomini e nelle donne
    Le donne in età fertile devono essere avvertite di usare misure contraccettive efficaci e di evitare una gravidanza durante il trattamento con Sunitinib.
    Gravidanza
    Non sono stati condotti studi su donne in gravidanza in trattamento con sunitinib. Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva, incluse malformazioni fetali (vedere paragrafo 5.3).
    SUNITINIB EG non deve essere usato durante la gravidanza o in donne che non usano misure contraccettive efficaci, a meno che i potenziali benefici giustifichino i potenziali rischi per il feto. Se sunitinib è utilizzato durante la gravidanza, o se la paziente inizia una gravidanza durante il trattamento con sunitinib. la paziente deve essere informata dei potenziali rischi per il feto.
    Allattamento
    Sunitinib e/o i suoi metaboliti sono escreti nel latte di ratto. Non è noto se sunitinib o il suo principale metabolita attivo siano escreti nel latte materno umano. Poiché i principi attivi sono generalmente escreti nel latte materno e considerate le possibili reazioni avverse gravi nei bambini allattati, le donne non devono allattare durante il trattamento con sunitinib.
    Fertilità
    I dati preclinici, suggeriscono che la fertilità maschile e femminile possono essere compromesse dal trattamento con sunitinib (vedere paragrafo 5.3).

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Sunitinib EG ha effetti minimi sulla capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. I pazienti devono essere informati della possibile comparsa di capogiri durante il trattamento con sunitinib.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Sunitinib EG
    Riassunto del profilo di sicurezza
    Le più gravi reazioni avverse correlate al trattamento con Sunitinib, alcune fatali, sono insufficienza renale, insufficienza cardiaca, embolia polmonare, perforazione gastrointestinale ed emorragie (per es. emorragie delle vie respiratorie, gastrointestinali, correlate al tumore, delle vie urinarie, e cerebrali). Le più comuni reazioni avverse di qualsiasi grado (riportate dai pazienti negli studi clinici registrativi per l'RCC, il GIST ed il pNET) comprendevano riduzione dell'appetito, disturbi del gusto, ipertensione, affaticamento, disturbi gastrointestinali (per es. diarrea, nausea, stomatite, dispepsia e vomito), alterazione del colore della cute e sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare. Tali sintomi possono attenuarsi con la prosecuzione del trattamento. L'ipotiroidismo può insorgere durante il trattamento. I disturbi ematologici (per es. neutropenia, trombocitopenia e anemia) sono risultati tra le più comuni reazioni avverse al farmaco.
    Gli eventi avversi fatali diversi da quelli elencati nel paragrafo 4.4 o nel paragrafo 4.8 e considerati possibilmente correlati a sunitinib includono insufficienza multipla d'organo, coagulazione intravascolare disseminata, emorragia peritoneale, insufficienza surrenale, pneumotorace, shock e morte improvvisa.
    Sintesi in forma di tabella delle reazioni avverse
    Le reazioni avverse segnalate dai pazienti con GIST, MRCC e pNET in un set di dati raggruppati di 7.115 pazienti sono elencate di seguito e suddivise secondo la classificazione per sistemi e organi, frequenza e grado di gravità (NCI-CTCAE).
    Sono riportate anche le reazioni avverse post-marketing identificate negli studi clinici. Entro ciascun gruppo di frequenze, gli effetti indesiderati sono presentati in ordine decrescente di gravità.
    Le frequenze sono definite come segue: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100 a <1/10), non comune (≥ 1/1.000 a < 1/100), raro (≥ 1/10.000 a < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
    Tabella 1 - Reazioni avverse segnalate negli studi clinici
    Classificazione per
    sistemi e organi
    Molto comune
    Comune
    Non comune
    Raro
    Non nota
    Infezioni ed infestazioni
     
    Infezioni virali a
    Infezioni respiratorie b,*
    Ascessic,*
    Infezioni fungine d
    Infezioni delle vie urinarie
    Infezioni della cute e Sepsi f,*
    Fascite necrotizzante *
    Infezioni batteriche g
     
     
    Patologie del sistema
    emolinfopoietico
    Neutropenia
    Trombocitopenia
    Anemia
    Leucopenia
    Linfopenia
    Pancitopenia
     
    Microangiopatia tromboticah,*
     
    Disturbi del sistema
    immunitario
     
     
    Ipersensibilità
    Angioedema
     
    Patologie
    endocrine
    Ipotiroidismo
     
    Ipertiroidismo
    Tiroidite
     
    Disturbi del
    metabolismo e della nutrizione
    Riduzione dell'appetito i
    Disidratazione Ipoglicemia
     
    Sindrome da lisi tumorale *
     
    Disturbi psichiatrici
    Insonnia
    Depressione
     
     
     
    Patologie del
    sistema nervoso
    Capogiri
    Mal di testa
    Alterazioni del
    senso del gusto j
    Neuropatia periferica
    Parestesia
    Ipoestesia
    Iperestesia
    Emorragia cerebrale *
    Accidente cerebrovascolare *
    Attacco ischemico transitorio
    Sindrome da encefalopatia
    posteriore reversibile *
     
    Patologie dell'occhio
     
    Edema periorbitale
    Edema della palpebra
    Lacrimazione aumentata
     
     
     
    Patologie cardiache
     
    Ischemia miocardica k,*
    Frazione di eiezione ridottal
    Insufficienza cardiaca
    congestizia
    Infarto miocardico m,*
    Insufficienza cardiaca *
    Cardiomiopatia *
    Versamento pericardico
    Intervallo QT prolungato
    all'elettrocardiogramma
    Insufficienza ventricolare sinistra *
    Torsione di punta
     
    Patologie vascolari
    Ipertensione
    Trombosi venosa profonda
    Vampate di calore
    Arrossamento
    Emorragia di tumore *
     
    Aneurismi
    e dissezioni
    arteriose*
    Patologie
    respiratorie,
    toraciche e
    mediastiniche
    Dispnea
    Epistassi
    Tosse
    Embolia polmonare *
    Versamento pleurico *
    Emottisi
    Dispnea da sforzo Dolore orofaringeo n
    Congestione nasale
    Secchezza nasale
    Emorragia polmonare *
    Insufficienza respiratoria *
     
     
    Patologie gastrointestinali
    Stomatite o
    Dolore addominale p
    Vomito
    Diarrea
    Dispepsia
    Nausea
    Stitichezza
    Malattia da reflusso gastroesofageo
    Disfagia
    Emorragia gastrointestinale*
    Esofagite *
    Distensione addominale
    Disagio addominale
    Emorragia rettale
    Sanguinamento gengivale Ulcerazioni al cavo orale
    Proctalgia
    Cheilite
    Emorroidi
    Glossodinia
    Dolore orale
    Bocca secca
    Flatulenza
    Fastidio orale
    Eruttazione
    Perforazione gastrointestinale q,*
    Pancreatite
    Fistola anale Colite r
     
     
    Patologie epatobiliari
     
     
    Insufficienza epatica *
    Colecistite s,*
    Funzione epatica anormale
    Epatite
     
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Alterazione del colore della cute t
    Sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare
    Eruzione cutanea u
    Alterazione del colore dei capelli
    Cute secca
    Esfoliazione cutanea
    Reazione cutanea v
    Eczema
    Vescicole
    Eritema
    Alopecia
    Acne
    Prurito
    Iperpigmentazione della cute
    Lesione cutanea
    Ipercheratosi
    Dermatite
    Disturbi delle unghie w
     
    Eritema multiforme *
    Sindrome di Stevens-Johnson *
    Pioderma gangrenoso
    Necrolisi epidermica tossica *
     
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Dolore agli arti Artralgia
    Dolore alla schiena
    Dolore muscoloscheletrico
    Spasmi muscolari
    Mialgia
    Debolezza muscolare
    Osteonecrosi della mandibola/mascella Fistola *
    Rabdomiolisi *
    Miopatia
     
    Patologie renali e urinarie
     
    Insufficienza renale *
    Insufficienza renale acuta *
    Cromaturia
    Proteinuria
    Emorragia delle vie urinarie
    Sindrome nefrotica
     
    Patologie sistemiche e condizioni relative
    alla sede di
    somministrazione
    Infiammazione della mucosa Affaticamento x
    Edema y
    Piressia
    Dolore al torace
    Dolore
    Sindrome influenzale
    Brividi
    Compromissione del processo di cicatrizzazione
     
     
    Esami diagnostici
     
    Riduzione ponderale
    Conta dei leucociti diminuita
    Lipasi aumentata
    Riduzione della conta piastrinica
    Riduzione dell'emoglobina
    Amilasi aumentata z
    Aspartato aminotrasferasi aumentata
    Alanina aminotransferasi aumentata
    Creatinina ematica aumentata
    Pressione arteriosa aumentata
    Acido urico ematico aumentato
    Creatinfosfochinasi aumentata
    Ormone tireostimolante aumentato
     
     
    * Inclusi gli eventi fatali
    I seguenti termini sono stati raggruppati:
    a Nasofaringite ed herpes orale
    b Bronchite, infezione delle basse vie respiratorie, polmonite e infezione delle vie respiratorie
    c Ascesso, ascesso di un arto, ascesso anale, ascesso gengivale, ascesso del fegato, ascesso pancreatico, ascesso perineale, ascesso perirettale, ascesso rettale, ascesso sottocutaneo e ascesso dentale
    d Candidiasi esofagea e candidiasi orale
    e Cellulite e infezione cutanea
    f Sepsi e shock settico
    g Ascesso addominale, sepsi addominale, diverticolite e osteomielite
    h Microangiopatia trombotica, porpora trombotica trombocitopenica, sindrome emolitico-uremica
    i Diminuzione dell'appetito e anoressia
    j Disgeusia, ageusia e alterazione del senso del gusto
    k Sindrome coronarica acuta, angina pectoris, angina instabile, occlusione dell'arteria coronaria, ischemia miocardica
    l Riduzione/anomalia della frazione di eiezione
    m Infarto miocardico acuto, infarto miocardico, infarto miocardico silente
    n Dolore orofaringeo e faringolaringeo
    o Stomatite e stomatite aftosa
    p Dolore addominale, dolore addominale inferiore e superiore
    q Perforazione gastrointestinale e intestinale
    r Colite e colite ischemica
    s Colecistite e colecistite alitiasica
    t Cute gialla, alterazione del colore della cute e disturbi della pigmentazione
    u Dermatite psoriasiforme, eruzione cutanea esfoliativa, eruzione cutanea, eruzione eritematosa, eruzione cutanea follicolare, eruzione generalizzata, eruzione maculare, eruzione maculo-papulare, eruzione papulare e eruzione pruriginosa
    v Reazione della cute e patologia della cute
    w Patologia delle unghie e alterazione del colore delle unghie
    x Affaticamento e astenia
    y Edema facciale, edema ed edema periferico
    z Amilasi e aumento dell'amilasi
    Descrizione delle reazioni avverse selezionate
    Infezioni ed infestazioni

    Sono stati segnalati casi di infezioni gravi (con o senza neutropenia), inclusi casi con esito fatale. Sono stati segnalati casi di fascite necrotizzante, talvolta fatali, che potevano interessare anche la zona del perineo (vedere anche paragrafo 4.4).

    Patologie del sistema emolinfopoietico
    Una riduzione assoluta della conta dei neutrofili di Grado 3 e 4 rispettivamente è stata osservata nel 10% e nell'1,7% dei pazienti arruolati nello studio di fase 3 sul GIST, nel 16% e 1,6% dei pazienti inclusi nello studio MRCC di fase 3 e nel 13% e 2,4% dei pazienti inclusi nello studio di fase 3 sui pNET. Una riduzione della conta piastrinica di Grado 3 e 4 è stata riportata rispettivamente nel 3,7% e nello 0,4% dei pazienti arruolati nello studio di fase 3 sul GIST, nell'8,2% e 1,1% dei pazienti inclusi nello studio MRCC di fase 3 e nell'3,7% e 1,2% dei pazienti inclusi nello studio di fase 3 sui pNET (vedere paragrafo 4.4).
    Episodi di sanguinamento si sono verificati nel 18% dei pazienti trattati con sunitinib rispetto al 17% dei pazienti del gruppo placebo in uno studio di fase 3 sull'indicazione GIST. I pazienti con MRCC in trattamento con sunitinib mai precedentemente trattati hanno riportato eventi di sanguinamento nel 39% dei casi rispetto all'11% di pazienti trattati con IFN-α. Diciassette (4,5%) pazienti in trattamento con sunitinib rispetto a 5 (1,7%) pazienti in trattamento con IFN-α hanno riportato episodi di sanguinamento di Grado 3 o superiore. Il 26% dei pazienti in trattamento con sunitinib per MRCC refrattari alle citochine ha riportato episodi di sanguinamento. Episodi di sanguinamento, esclusa l'epistassi, si sono verificati nel 21,7% dei pazienti trattati con sunitinib rispetto al 9,85% dei pazienti del gruppo placebo nello studio di fase 3 sull'indicazione pNET (vedere paragrafo 4.4).
    Negli studi clinici un'emorragia del tumore si è verificata in circa il 2% dei pazienti con GIST.
    Disturbi del sistema immunitario
    Sono state segnalate reazioni di ipersensibilità, incluso angioedema (vedere paragrafo 4.4).
    Patologie endocrine
    L'ipotiroidismo è stato segnalato come reazione avversa in 7 pazienti (4%) in trattamento con sunitinib nei due studi MRCC condotti in pazienti refrattari alle citochine; in 61 pazienti (16%) in trattamento con sunitinib e in tre pazienti (< 1%) del braccio di trattamento con IFN-α nello studio condotto in pazienti MRCC non pretrattati.
    Inoltre, in 4 pazienti (2%) trattati per MRCC refrattari alle citochine sono stati segnalati aumenti del TSH. Nel complesso, il 7% della popolazione MRCC ha riportato evidenze cliniche o di laboratorio di ipotiroidismo correlato al trattamento. L'ipotiroidismo acquisito è stato osservato nel 6,2% dei pazienti dello studio GIST che assumevano sunitinib rispetto all'1% del gruppo placebo. Nello studio di fase 3 sui pNET, l'ipotiroidismo è stato segnalato in 6 pazienti (7,2%) in trattamento con sunitinib e in un paziente (1,2%) trattato con placebo.
    La funzionalità tiroidea è stata monitorata prospetticamente in due studi in pazienti affette da tumore della mammella; sunitinib non è approvato nel trattamento del tumore della mammella. In uno studio, l'ipotiroidismo è stato segnalato in 15 pazienti (13,6%) trattati con sunitinib e in 3 pazienti (2,9%) trattati con la terapia standard. L'aumento del TSH ematico è stato segnalato in 1 paziente (0,9%) trattato con sunitinib e in nessun paziente trattato con la terapia standard. L'ipertiroidismo non è stato segnalato in nessuno dei pazienti trattati con sunitinib ed è stato segnalato in 1 paziente (1,0%) che ha ricevuto la terapia standard. Nell'altro studio, l'ipotiroidismo è stato segnalato in un totale di 31 pazienti (13%) trattati con sunitinib e in 2 pazienti (0,8%) trattati con capecitabina. L'aumento del TSH ematico è stato segnalato in 12 pazienti (5,0%) trattati con sunitinib e in nessun paziente trattato con capecitabina.
    L'ipertiroidismo è stato segnalato in 4 pazienti (1,7%) trattati con sunitinib e in nessun paziente trattato con capecitabina. La diminuzione del TSH ematico è stata segnalata in 3 pazienti (1,3%) trattati con sunitinib e in nessun paziente trattato con capecitabina. L'aumento di T4 è stato segnalato in 2 pazienti (0,8%) trattati con sunitinib e in 1 paziente (0,4%) trattato con capecitabina. L'aumento di T3 è stato segnalato in 1 paziente (0,8%) trattato con sunitinib e in nessun paziente trattato con capecitabina. Tutti gli eventi correlati alla tiroide segnalati erano di Grado 1-2 (vedere paragrafo 4.4).
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
    È stata segnalata una maggiore incidenza di eventi ipoglicemici in pazienti con pNET rispetto ai pazienti con MRCC e GIST. Tuttavia molti degli eventi avversi osservati negli studi clinici non sono stati considerati correlati al trattamento in studio (vedere paragrafo 4.4).

    Patologie del sistema nervoso

    Negli studi clinici con sunitinib e nell'esperienza post-marketing vi è stato un numero limitato di segnalazioni (< 1%), alcune fatali, di soggetti con convulsioni ed evidenze radiologiche della sindrome della leucoencefalopatia posteriore reversibile (RPLS). Sono stati osservati casi di convulsioni in pazienti con o senza evidenze radiologiche di metastasi cerebrali (vedere paragrafo 4.4).
    Patologie cardiache
    Negli studi clinici, si sono verificate riduzioni della frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) ≥ 20% e al di sotto del limite inferiore del normale in circa il 2% dei pazienti con GIST trattati con sunitinib, nel 4% dei pazienti con MRCC refrattari alle citochine trattati con sunitinib e nel 2% dei pazienti con GIST trattati con placebo. Queste riduzioni della LVEF non sono sembrate essere progressive e spesso sono migliorate con il proseguimento del trattamento. Nello studio condotto in pazienti con MRCC e mai precedentemente trattati, il 27% dei pazienti in trattamento con sunitinib ed il 15% di quelli trattati con IFN-α presentava un valore di LVEF al di sotto del limite inferiore del normale. A due pazienti (< 1%) trattati con sunitinib è stata diagnosticata un'insufficienza cardiaca congestizia (ICC).
    Nei pazienti con GIST gli episodi di “insufficienza cardiaca“, “insufficienza cardiaca congestizia“ o “insufficienza ventricolare sinistra“ sono stati segnalati nell'1,2% dei pazienti trattati con sunitinib e nell'1% dei pazienti trattati con placebo. Nello studio pivotal di fase 3 sul GIST (n=312), le reazioni cardiache fatali correlate al trattamento si sono verificate nell'1% dei pazienti di entrambi i bracci dello studio (braccio sunitinib e placebo). In uno studio di fase 2 su pazienti con MRCC refrattari alle citochine, lo 0,9% dei pazienti ha riportato infarto del miocardio fatale correlato al trattamento e in uno studio di fase 3 su pazienti con MRCC e mai precedentemente trattati, lo 0,6% dei pazienti del braccio IFN-α e lo 0% di pazienti del braccio sunitinib ha riportato eventi cardiaci fatali. Nello studio di fase 3 sul pNET, un paziente (1%) che aveva assunto sunitinib ha avuto un'insufficienza cardiaca fatale correlata al trattamento.
    Patologie vascolari
    Ipertensione
    L'ipertensione è stata una reazione avversa molto comune segnalata negli studi clinici. Il dosaggio di sunitinib è stato ridotto o la sua somministrazione temporaneamente sospesa in circa il 2,7% dei pazienti nei quali si è verificata ipertensione. In nessuno di questi pazienti sunitinib è stato interrotto in modo permanente. Una grave ipertensione (> 200 mmHg sistolica o 110 mmHg diastolica) si è verificata nel 4,7% dei pazienti con tumori solidi. Nei pazienti MRCC mai precedentemente trattati sono stati segnalati casi di ipertensione nel 33,9% dei pazienti in trattamento con sunitinib rispetto al 3,6% dei pazienti in trattamento con IFN-α. Episodi di ipertensione grave si sono verificati nel 12% dei pazienti mai precedentemente trattati del gruppo sunitinib e in meno dell'1% di quelli del gruppo IFN-α. Nello studio di fase 3 sul pNET, l'ipertensione è stata segnalata nel 26,5% dei pazienti che hanno assunto sunitinib rispetto al 4,9% dei pazienti del gruppo placebo. Episodi di ipertensione grave si sono verificati in pazienti con pNET nel 10% dei pazienti trattati con sunitinib e nel 3% di quelli trattati con placebo.
    Eventi tromboembolici venosi
    In circa l'1,0% dei pazienti con tumori solidi trattati con sunitinib negli studi clinici, inclusi gli studi GIST e MRCC, sono stati osservati eventi tromboembolici venosi correlati al trattamento.
    Nel corso di un studio di fase 3 sul GIST, sette pazienti (3%) in trattamento con sunitinib e nessun paziente del gruppo placebo ha riportato eventi tromboembolici venosi; cinque dei sette pazienti avevano una trombosi venosa profonda (TVP) di Grado 3 e due di Grado 1 o 2. Quattro di questi sette pazienti in trattamento per il GIST hanno interrotto il trattamento dopo osservazione di TVP.
    Tredici pazienti (3%) trattati con sunitinib nello studio di fase 3 per l'indicazione MRCC e mai precedentemente trattati e quattro pazienti (2%) dei due studi MRCC, refrattari alle citochine, hanno riportato eventi tromboembolici venosi. Nove di questi pazienti avevano un'embolia polmonare, uno di Grado 2 e otto di Grado 4. Otto di questi pazienti avevano la TVP, uno con Grado 1, due con Grado 2, quattro con Grado 3 ed uno con Grado 4. In un paziente con embolia polmonare nello studio MRCC, refrattario alle citochine, è stata interrotta la dose.
    Dei pazienti MRCC mai precedentemente trattati e in trattamento con IFN-α, sei (2%) hanno riportato eventi tromboembolici venosi, un paziente (< 1%) ha riportato TVP di Grado 3 e cinque pazienti (1%) embolie polmonari, tutte di Grado 4.
    Eventi tromboembolici venosi sono stati segnalati per 1 (1,2%) paziente nel braccio con sunitinib e 5 (6,1%) pazienti nel braccio con placebo nello studio di fase 3 sul pNET. Due di questi pazienti trattati con placebo hanno riportato trombosi venosa profonda (TVP), uno di Grado 2 e uno di Grado 3.
    Negli studi registrativi su GIST, MRCC e pNET non sono stati osservati casi con esito fatale. Casi con esito fatale sono stati osservati nella fase di commercializzazione del prodotto.
    Casi di embolia polmonare sono stati osservati in circa il 3,1% dei pazienti con GIST e nell'1,2% circa dei pazienti con MRCC, trattati con sunitinib negli studi di fase 3. Nessun caso di embolia polmonare è stato osservato nei pazienti con pNET trattati con sunitinib nello studio di fase 3. Nella fase di commercializzazione del prodotto sono stati osservati rari casi con esito fatale.
    I pazienti che presentavano un'embolia polmonare nei 12 mesi precedenti sono stati esclusi dagli studi clinici con sunitinib.
    Nei pazienti in trattamento con sunitinib negli studi registrativi di fase 3, gli eventi polmonari (per esempio dispnea, versamento pleurico, embolia polmonare o edema polmonare) sono stati osservati in circa il 17,8% dei pazienti con GIST, in circa il 26,7% di quelli con MRCC e nel 12% dei pazienti con pNET.
    Circa il 22,2% dei pazienti con tumori solidi, inclusi GIST e MRCC, trattati con sunitinib negli studi clinici hanno riportato eventi polmonari.
    Patologie gastrointestinali
    La pancreatite è stata osservata con una frequenza non comune (< 1%) in pazienti in trattamento con sunitinib per il GIST o MRCC. Non sono stati segnalati casi di pancreatite correlata al trattamento nello studio di fase 3 per pNET (vedere paragrafo 4.4).
    Nello studio di fase 3 sul GIST si sono verificati episodi di sanguinamento gastrointestinale fatali nello 0,98% dei pazienti trattati con placebo.
    Patologie epatobiliari
    È stata segnalata disfunzione epatica e può includere anormalità dei test di funzionalità epatica, epatite o insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.4).
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Sono stati segnalati casi di pioderma gangrenoso, generalmente reversibile dopo l'interruzione di sunitinib (vedere anche paragrafo 4.4).
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Sono stati segnalati casi di miopatia e/o rabdomiolisi, alcuni associati a insufficienza renale acuta. I pazienti che presentano segni o sintomi di tossicità muscolare devono essere trattati secondo quanto previsto dalla pratica medica standard (vedere paragrafo 4.4).
    Sono stati riportati casi di formazione di fistole, talvolta associate a necrosi tumorale e regressione, in alcuni casi con esito fatale (vedere paragrafo 4.4).
    Casi di ONJ sono stati segnalati in pazienti trattati con sunitinib, molti dei quali si sono verificati in pazienti che avevano fattori di rischio riconosciuti per l'ONJ, in particolare l'esposizione ai bifosfonati per via endovenosa e/o storia di malattie odontoiatriche che richiedevano interventi dentali di tipo invasivo (vedere anche paragrafo 4.4).
    Esami diagnostici
    I dati degli studi preclinici (in vitro e in vivo), condotti con dosi superiori a quelle raccomandate nell'uomo, indicano che sunitinib può inibire i processi di ripolarizzazione cardiaca (ad es. prolungamento dell'intervallo QT).
    Aumenti dell'intervallo QTc a più di 500 msec si sono verificati con una percentuale dello 0,5% e variazioni rispetto al basale di oltre 60 msec si sono verificate nell'1,1% dei 450 pazienti con tumori solidi; entrambi questi parametri sono riconosciuti come variazioni potenzialmente significative. A concentrazioni corrispondenti a circa il doppio di quelle terapeutiche è stato osservato che sunitinib prolunga l'intervallo QTcF (corretto secondo la formula di Fredericia).
    Il prolungamento dell'intervallo QTc è stato studiato in uno studio condotto su 24 pazienti, di età compresa tra 20-87 anni, con neoplasie in fase avanzata. I risultati di questo studio hanno dimostrato che sunitinib ha avuto un effetto sull'intervallo QTc (definito quale variazione media aggiustata per il placebo > 10 msec, con un limite superiore dell'IC 90% > 15 msec) alla concentrazione terapeutica (giorno 3) utilizzando il metodo di correzione al basale nell'arco delle 24 ore, e a concentrazioni superiori a quelle terapeutiche (giorno 9) utilizzando entrambi i metodi di correzione al basale. Nessun paziente ha riportato un valore QTc > 500 msec. Sebbene un effetto sull'intervallo QTcF sia stato osservato il giorno 3 a distanza di 24 ore dalla somministrazione (quindi con la concentrazione plasmatica terapeutica prevista dopo la dose raccomandata iniziale di 50 mg) con il metodo di correzione al basale nell'arco delle 24 ore, il significato clinico di questo dato non è chiaro.
    Utilizzando valutazioni ECG seriali comprensive corrispondenti a esposizioni terapeutiche o ad esposizioni superiori a quelle terapeutiche, in nessuno dei pazienti delle popolazioni valutabili o ITT è stato osservato un prolungamento dell'intervallo QTc ritenuto “grave“ (quindi uguale o superiore al Grado 3 della versione 3.0 CTCAE).
    A concentrazioni plasmatiche terapeutiche, la variazione media massima dell'intervallo QTcF (corretto secondo la formula di Fredericia) rispetto al basale è stata di 9,6 msec (IC 90% 15,1 msec). A concentrazioni corrispondenti a circa due volte le concentrazioni terapeutiche, la variazione massima dell'intervallo QTcF rispetto al basale è stata di 15,4 msec (IC 90% 22,4 msec). La moxifloxacina (400 mg) utilizzata come controllo positivo ha evidenziato una variazione media massima dell'intervallo QTcF rispetto al basale di 5,6 msec. Nessun paziente ha riportato un effetto sull'intervallo QTc superiore al Grado 2 (versione 3.0 CTCAE) (vedere paragrafo 4.4).
    Sicurezza a lungo termine nel MRCC
    La sicurezza a lungo termine di sunitinib in pazienti con MRCC è stata analizzata in 9 studi clinici completati, condotti nel setting di trattamento di prima linea, refrattario a bevacizumab e refrattario alle citochine, in 5.739 pazienti, dei quali 807 (14%) trattati per periodi da ≥ 2 anni fino a 6 anni. Negli 807 pazienti sottoposti a trattamento con sunitinib a lungo termine, la maggior parte degli eventi avversi correlati al trattamento (TRAE) si è verificata inizialmente nei primi 6 mesi-1 anno e successivamente si è stabilizzata o si è manifestata con frequenza ridotta, ad eccezione dell'ipotiroidismo, che nel tempo è aumentato gradualmente, con nuovi casi che si sono manifestati nell'arco dei 6 anni. Il trattamento prolungato con sunitinib non è sembrato essere associato a nuovi tipi di TRAE.
    Popolazione pediatrica
    Il profilo di sicurezza di sunitinib è derivato da uno studio di Fase 1 di dose-escalation, da uno studio in aperto di Fase 2, da uno studio a braccio singolo di Fase 1/2 e da pubblicazioni come descritto di seguito
    Uno studio di Fase 1 di dose-escalation di sunitinib somministrato per via orale è stato condotto su 35 pazienti, suddivisi in 30 pazienti pediatrici (età: 3-17 anni) e 5 giovani pazienti adulti (età: 18-21 anni), con tumori solidi refrattari, la maggioranza dei quali aveva una diagnosi primaria di tumore cerebrale. Tutti i partecipanti allo studio hanno avuto reazioni avverse al medicinale; la maggior parte di queste reazioni è stata grave (Grado di tossicità ≥ 3) e ha incluso tossicità cardiaca. Le reazioni avverse al medicinale più comuni sono state tossicità gastrointestinale (GI), neutropenia, affaticamento e aumento dei livelli di ALT. Il rischio di reazioni avverse cardiache al farmaco è sembrato essere più alto nei pazienti pediatrici precedentemente esposti a irradiazioni cardiache o antracicline rispetto ai pazienti pediatrici non precedentemente esposti. In questi pazienti pediatrici non precedentemente esposti ad antracicline o irradiazioni cardiache è stata identificata la dose massima tollerata (MTD) (vedere paragrafo 5.1).
    È stato condotto uno studio in aperto di Fase 2 in 29 pazienti, suddivisi in 27 pazienti pediatrici (età: 3-16 anni) e 2 giovani pazienti adulti (età: 18-19 anni) con glioma ad alto grado (HGG) recidivante/progressivo/refrattario o ependimoma. Non ci sono state reazioni avverse di Grado 5 in nessuno dei due gruppi. I più comuni (≥ 10%) eventi avversi correlati al trattamento sono stati riduzione della conta dei neutrofili (6 [20,7%] pazienti) ed emorragia intracranica (3 [10,3%] pazienti).
    È stato condotto uno studio a braccio singolo di Fase 1/2 in 6 pazienti pediatrici (età: 13-16 anni) con GIST in stadio avanzato non operabile. Le reazioni avverse al medicinale più comuni sono state diarrea, nausea, riduzione della conta dei globuli bianchi, neutropenia e cefalea in 3 (50,0%) pazienti ciascuno, con severità principalmente di Grado 1 o 2. Quattro pazienti su 6 (66,7%) hanno manifestato eventi avversi correlati al trattamento di Grado 3-4 (ipofosfatemia, neutropenia, trombocitopenia di Grado 3 rispettivamente, in 1 paziente ciascuno e una neutropenia di Grado 4 in 1 paziente). In questo studio non sono stati riportati eventi avversi gravi (SAE) o reazioni avverse al medicinale di Grado 5. Sia nello studio clinico sia nelle pubblicazioni il profilo di sicurezza è risultato coerente con il profilo di sicurezza noto negli adulti.
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Sunitinib EG
    Non c'è un antidoto specifico per il sovradosaggio con Sunitinib EG ed il trattamento del sovradosaggio deve includere misure generali di supporto. Se indicato, l'eliminazione del principio attivo non assorbito può essere effettuata attraverso l'emesi o la lavanda gastrica. Sono stati segnalati casi di sovradosaggio; in alcuni di tali casi le reazioni avverse verificatesi erano compatibili con il profilo di sicurezza noto di sunitinib.

    Scadenza

    3 anni.

    Conservazione

    Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

    Farmaci Equivalenti

    I farmaci equivalenti di Sunitinib EG a base di Sunitinib sono: Sunitinib Accord, Sunitinib Dr. Reddy’s, Sunitinib Mylan, Sunitinib Sandoz, Sunitinib Teva, Sunitinib Zentiva, Sutent

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


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