Tarceva

    Ultimo aggiornamento: 11/05/2023

    Cos'è Tarceva?

    Tarceva è un farmaco a base del principio attivo Erlotinib Cloridrato, appartenente alla categoria degli Antineoplastici, inibitori delle proteinchinasi e nello specifico Inibitori tirosinchinasi recettore fattore di crescita epid. (EGFR). E' commercializzato in Italia dall'azienda Roche S.p.A..

    Tarceva può essere prescritto con Ricetta RNRL - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti.


    Confezioni

    Tarceva 100 mg 30 compresse rivestite con film
    Tarceva 150 mg 30 compresse rivestite con film

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: Roche Registration Limitetd
    Concessionario: Roche S.p.A.
    Ricetta: RNRL - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti
    Classe: H
    Principio attivo: Erlotinib Cloridrato
    Gruppo terapeutico: Antineoplastici, inibitori delle proteinchinasi
    ATC: L01EB02 - Erlotinib
    Forma farmaceutica: compresse rivestite


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    Indicazioni

    Perché si usa Tarceva? A cosa serve?
    Carcinoma Polmonare Non a Piccole Cellule (Non-Small Cell Lung Cancer, NSCLC)
    Tarceva è indicato nel trattamento di prima linea dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico con mutazioni attivanti del recettore del fattore di crescita dell'epidermide (Epidermal Growth Factor Receptor, EGFR).
    Tarceva è indicato anche come trattamento di mantenimento sequenziale (switch maintenance) in pazienti con NSCLC localmente avanzato o metastatico con mutazioni attivanti dell'EGFR e malattia stabile dopo una prima linea di chemioterapia.
    Tarceva è indicato anche nel trattamento di pazienti affetti da NSCLC localmente avanzato o metastatico, dopo fallimento di almeno un precedente regime chemioterapico. Nei pazienti con tumori senza mutazioni attivanti dell'EGFR, Tarceva è indicato quando altre opzioni di trattamento non sono considerate idonee.
    Nel prescrivere Tarceva, devono essere tenuti in considerazione i fattori associati ad un aumento della sopravvivenza.
    Il trattamento non ha dimostrato vantaggi in termini di sopravvivenza o altri effetti clinicamente rilevanti in pazienti con tumori EGFR-negativi all'analisi immunoistochimica (vedere paragrafo 5.1).
    Carcinoma pancreatico
    Tarceva in associazione con gemcitabina è indicato nel trattamento di pazienti affetti da carcinoma pancreatico metastatico.
    Nel prescrivere Tarceva, devono essere tenuti in considerazione i fattori associati ad un aumento della sopravvivenza (vedere paragrafi 4.2 e 5.1).
    Non è stato dimostrato alcun vantaggio in termini di sopravvivenza per i pazienti con malattia localmente avanzata.

    Posologia

    Come usare Tarceva: Posologia
    Il trattamento con Tarceva deve essere effettuato sotto la supervisione di un medico esperto nell'impiego di terapie antineoplastiche.
    Pazienti con NSCLC
    Il test della mutazione dell'EGFR deve essere effettuato in conformità con le indicazioni approvate (vedere paragrafo 4.1).
    La dose giornaliera raccomandata di Tarceva è di 150 mg da assumere almeno un'ora prima o due ore dopo l'assunzione di cibo.
    Pazienti con carcinoma pancreatico
    La dose giornaliera raccomandata di Tarceva è di 100 mg da assumere almeno un'ora prima o due ore dopo l'assunzione di cibo, in associazione con gemcitabina (vedere il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di gemcitabina nell'indicazione del carcinoma pancreatico).
    In pazienti in cui non si sviluppa un'eruzione cutanea nelle prime 4-8 settimane di terapia deve essere rivalutato se continuare il trattamento con Tarceva (vedere paragrafo 5.1).
    Qualora fosse necessario modificare la dose, deve essere ridotta di 50 mg per volta (vedere paragrafo 4.4).
    Tarceva è disponibile nei dosaggi da 25 mg, 100 mg e 150 mg.
    L'uso concomitante di substrati e modulatori del CYP3A4 può rendere necessaria una modifica della posologia (vedere paragrafo 4.5).
    Compromissione epatica
    L'eliminazione di erlotinib avviene attraverso il metabolismo epatico e l'escrezione biliare. Sebbene l'esposizione a erlotinib sia risultata simile in pazienti con funzione epatica moderatamente compromessa (punteggio di Child-Pugh di 7-9) e in pazienti con funzione epatica adeguata, si deve procedere con cautela nel somministrare Tarceva a pazienti con compromissione epatica. Se si verificano reazioni avverse severe, si deve considerare una riduzione del dosaggio o l'interruzione del trattamento con Tarceva. La sicurezza e l'efficacia di erlotinib non sono state studiate in pazienti con disfunzione epatica severa (AST/SGOT e ALT/SGPT > 5 volte il limite superiore del valore normale). Non è raccomandato l'impiego di Tarceva in pazienti affetti da disfunzione epatica severa (vedere paragrafo 5.2).
    Compromissione renale
    La sicurezza e l'efficacia di erlotinib non sono state studiate in pazienti con compromissione renale (creatininemia >1,5 volte il limite superiore del valore normale). Sulla base dei dati di farmacocinetica, nei pazienti con compromissione renale lieve o moderata non è necessario modificare la posologia (vedere paragrafo 5.2). Non è raccomandato l'impiego di Tarceva in pazienti affetti da compromissione renale severa.
    Popolazione pediatrica
    La sicurezza e l'efficacia di erlotinib nelle indicazioni approvate non sono state stabilite in pazienti di età inferiore a 18 anni. Non è raccomandato l'impiego di Tarceva in pazienti pediatrici.
    Fumatori
    È stato dimostrato che il fumo di sigaretta riduce l'esposizione a erlotinib del 50-60 %. La dose massima tollerata di Tarceva nei pazienti con NSCLC che attualmente fumano sigarette è risultata pari a 300 mg. Nei pazienti che continuano a fumare sigarette, la dose da 300 mg non ha evidenziato alcun miglioramento dell'efficacia nel trattamento di seconda linea dopo fallimento della chemioterapia rispetto alla dose raccomandata da 150 mg.
    I dati sulla sicurezza sono risultati comparabili tra le dosi da 300 mg e 150 mg; tuttavia, vi è stato un aumento numerico dell'incidenza di eruzione cutanea, malattia polmonare interstiziale e diarrea, nei pazienti che hanno ricevuto la dose più alta di erlotinib. Ai fumatori attuali deve essere raccomandato di smettere di fumare (vedere paragrafi 4.4, 4.5, 5.1 e 5.2).

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Tarceva
    Ipersensibilità a erlotinib o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1.

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Tarceva
    Valutazione dello stato di mutazione dell'EGFR
    Quando si considera l'utilizzo di Tarceva come trattamento di prima linea o di mantenimento per il NSCLC localmente avanzato o metastatico, è importante stabilire lo stato di mutazione dell'EGFR del paziente.
    In accordo alla pratica clinica locale, occorre eseguire un test convalidato, solido, affidabile e sensibile con una soglia di positività prespecificata e con utilità dimostrata per la determinazione dello stato di mutazione dell'EGFR, da effettuare sul DNA tumorale ricavato da un campione di tessuto oppure sul DNA libero circolante (cfDNA) ottenuto da un campione di sangue (plasma).
    Se viene utilizzato un test del cfDNA basato sul plasma e l'esito risulta negativo per mutazioni attivanti, è necessario svolgere il prima possibile un'analisi sul campione di tessuto, in quanto con i test basati sul plasma sussiste la possibilità di ottenere risultati falsi negativi.
    Fumatori
    Ai fumatori deve essere raccomandato di smettere di fumare, perché le concentrazioni plasmatiche di erlotinib sono ridotte nei fumatori rispetto a quelle dei non fumatori. Il grado di riduzione può essere clinicamente significativo (vedere paragrafi 4.2, 4.5, 5.1 e 5.2).
    Malattia polmonare interstiziale (Interstitial Lung Disease, ILD)
    Non comunemente, sono stati segnalati casi di eventi ILD- simili, anche fatali, nei pazienti che assumevano Tarceva per il trattamento del NSCLC, del carcinoma pancreatico o di altri tumori solidi in fase avanzata. Nello studio registrativo BR.21 nel NSCLC, l'incidenza di ILD (0,8 %) è risultata identica nel gruppo placebo e nel gruppo Tarceva. In una meta-analisi di studi clinici controllati randomizzati per il trattamento del NSCLC (esclusi gli studi di fase I e di fase II a singolo braccio per mancanza di gruppi di controllo), l'incidenza degli eventi ILD-simili è stata dello 0,9% con Tarceva rispetto allo 0,4% nei pazienti nei bracci di controllo. Nello studio sul carcinoma pancreatico in associazione con gemcitabina, l'incidenza degli eventi ILD-simili è stata del 2,5 % nel gruppo trattato con Tarceva e gemcitabina rispetto allo 0,4 % nel gruppo trattato con placebo e gemcitabina. Tra le diagnosi riportate nei pazienti sospettati di avere eventi ILD-simili sono comparse la polmonite, la polmonite da radiazioni, la polmonite da ipersensibilità, la polmonite interstiziale, la malattia polmonare interstiziale, la bronchiolite obliterante, la fibrosi polmonare, la sindrome da distress respiratorio acuto, l'alveolite e l'infiltrazione polmonare. I sintomi sono comparsi da pochi giorni a diversi mesi dopo l'inizio della terapia con Tarceva. Frequente è risultata la presenza di fattori di confondimento o concorrenti, quali la chemioterapia concomitante o precedente, la precedente radioterapia, la preesistente pneumopatia parenchimale, le metastasi o le infezioni polmonari. Una più alta incidenza di ILD (il 5% circa con un tasso di mortalità dell'1,5%) è stata osservata tra i pazienti arruolati negli studi condotti in Giappone.
    Nei pazienti che sviluppano insorgenza acuta di sintomi polmonari inspiegati nuovi e/o progressivi, quali dispnea, tosse e febbre, la somministrazione di Tarceva deve essere interrotta in attesa della valutazione diagnostica. Pazienti trattati contemporaneamente con erlotinib e gemcitabina devono essere monitorati attentamente per la possibilità di sviluppare tossicità ILD-simile. In caso di diagnosi di ILD, occorre sospendere Tarceva e intraprendere un trattamento adeguato secondo necessità (vedere paragrafo 4.8).
    Diarrea, disidratazione, sbilanciamento degli elettroliti ed insufficienza renale
    Nel 50 % circa dei pazienti trattati con Tarceva si è manifestata diarrea (inclusi casi molto rari ad esito fatale); la diarrea di intensità moderata o severa deve essere trattata, ad esempio con loperamide. In alcuni casi può essere necessario ridurre la dose. Negli studi clinici le dosi sono state ridotte di 50 mg per volta. Le riduzioni di dose di 25 mg per volta non sono state studiate. In caso di diarrea severa o persistente, nausea, anoressia o vomito associato a disidratazione, la somministrazione di Tarceva deve essere interrotta e devono essere adottate misure adeguate per il trattamento della disidratazione (vedere paragrafo 4.8). Sono stati riportati rari casi di ipopotassemia ed insufficienza renale (inclusi casi ad esito fatale). Alcuni casi erano secondari a disidratazione severa causata da diarrea, vomito e/o anoressia, mentre altri erano dovuti alla chemioterapia concomitante. Nei casi di diarrea più severa o persistente, o che porti a disidratazione, particolarmente nei gruppi di pazienti con fattori di rischio aggravanti (in particolare in concomitanza con un trattamento chemioterapico e altri farmaci, sintomi o patologie o altre condizioni predisponenti, inclusa l'età avanzata) la somministrazione di Tarceva deve essere interrotta e devono essere adottate misure adeguate per la reidratazione intensiva del paziente per via endovenosa. Inoltre, la funzione renale e gli elettroliti sierici, incluso il potassio, devono essere monitorati nei pazienti a rischio di disidratazione.
    Epatotossicità
    Sono stati riportati gravi casi di danno epatico indotto da farmaci (Drug Induced Liver Injury - DILI) tra cui epatite, epatite acuta ed insufficienza epatica (inclusi casi fatali) in corso di trattamento con Tarceva. Una patologia epatica pre-esistente o la co-somministrazione di farmaci epatotossici possono esser considerati fattori di rischio. Durante il trattamento con Tarceva si raccomanda di effettuare test periodici della funzionalità epatica. La frequenza di monitoraggio della funzionalità epatica deve essere aumentata nei pazienti con compromissione epatica preesistente od ostruzione biliare. Devono essere eseguiti una valutazione clinica immediata e l'esecuzione dei test di funzionalità epatica in pazienti che riferiscono sintomi che possono indicare danno epatico. La somministrazione di Tarceva deve essere interrotta se le alterazioni della funzionalità epatica sono severe (vedere paragrafo 4.8). L'uso di Tarceva non è raccomandato in pazienti con disfunzione epatica severa.
    Perforazione gastrointestinale
    Nei pazienti che assumono Tarceva aumenta il rischio di sviluppare una perforazione gastrointestinale, evento osservato con frequenza non comune (inclusi alcuni casi ad esito fatale). Il rischio è più elevato nei pazienti che assumono in concomitanza agenti antiangiogenici, corticosteroidi, FANS, e/o chemioterapia a base di taxani, o con precedenti anamnestici di ulcera peptica o malattia diverticolare. Il trattamento con Tarceva deve essere definitivamente interrotto nei pazienti che sviluppano una perforazione gastrointestinale (vedere paragrafo 4.8).
    Disturbi cutanei di tipo bolloso, esfoliativo
    Sono stati riportati disturbi cutanei di tipo bolloso, vescicolare ed esfoliativo, compresi casi molto rari indicativi della sindrome di Stevens-Johnson/necrolisi epidermica tossica, che in alcuni casi sono stati fatali (vedere paragrafo 4.8). Il trattamento con Tarceva deve essere interrotto o sospeso se il paziente sviluppa disturbi severi di tipo bolloso, vescicolare o esfoliativo. I pazienti con alterazioni cutanee di tipo bolloso ed esfoliativo devono essere valutati per la presenza di infezioni cutanee e trattati in accordo alle linee guida locali.
    Patologie oculari
    I pazienti che presentano segni o sintomi suggestivi di cheratite come un'infiammazione acuta degli occhi o un peggioramento della stessa, lacrimazione, fotofobia, vista offuscata, dolore all'occhio e/o occhio rosso, devono essere riferiti prontamente ad uno specialista in oftalmologia. Se viene confermata una diagnosi di cheratite ulcerativa, il trattamento con Tarceva deve essere interrotto o sospeso. Se viene diagnosticata una cheratite, dovranno essere considerati attentamente i benefici ed i rischi di continuare il trattamento. Tarceva deve essere utilizzato con cautela in pazienti con una storia di cheratite, cheratite ulcerativa o occhio secco severo. L'utilizzo di lenti a contatto è anch'esso un fattore di rischio per cheratite ed ulcerazione. Sono stati riportati casi molto rari di perforazione o ulcerazione della cornea durante l'uso di Tarceva. (vedere paragrafo 4.8).
    Interazioni con altri medicinali
    Gli induttori potenti del CYP3A4 possono ridurre l'efficacia di erlotinib mentre gli inibitori potenti del CYP3A4 possono portare ad un aumento della tossicità. Il trattamento concomitante con questo tipo di sostanze deve essere evitato (vedere paragrafo 4.5).
    Altre forme d'interazione
    Erlotinib è caratterizzato da una diminuzione di solubilità a valori di pH superiori a 5. Medicinali che alterano il pH del tratto gastro-intestinale superiore, come gli inibitori della pompa protonica, gli antagonisti H2 e gli antiacidi, possono alterare la solubilità di erlotinib e quindi la sua biodisponibilità. Aumentare la dose di Tarceva, quando somministrato in concomitanza con questi medicinali, può non compensare la riduzione di esposizione. L'associazione di erlotinib con inibitori della pompa protonica deve essere evitata. Gli effetti della somministrazione concomitante di erlotinib con antagonisti H2 ed antiacidi non sono noti, tuttavia, è probabile che vi sia una ridotta biodisponibilità. Pertanto deve essere evitata la somministrazione concomitante di queste associazioni (vedere paragrafo 4.5). Se si considera necessario l'uso di antiacidi in corso di terapia con Tarceva, questi devono essere assunti almeno 4 ore prima o 2 ore dopo la somministrazione giornaliera della dose di Tarceva.
    Eccipienti con effetto noto
    Le compresse contengono lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
    Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (meno di 23 mg) di sodio per compressa, cioè Tarceva è essenzialmente ‘senza sodio'.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Tarceva
    Sono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti.
    Erlotinib ed altri substrati del CYP
    Erlotinib è un inibitore potente del CYP1A1 e un inibitore moderato del CYP3A4 e del CYP2C8, nonché un forte inibitore della glucuronazione in vitro da parte dell'UGT1A1.
    A causa dell'espressione molto ridotta del CYP1A1 nei tessuti umani, non è nota la rilevanza fisiologica della forte inibizione del CYP1A1.
    Quando erlotinib è stato somministrato in associazione con ciprofloxacina, un inibitore moderato del CYP1A2, l'esposizione a erlotinib [AUC] è aumentata significativamente del 39 %, mentre non è stata osservata alcuna variazione statisticamente significativa a livello della Cmax. In modo analogo l'esposizione al metabolita attivo è aumentata del 60 % e del 48 % circa per l'AUC e la Cmax, rispettivamente. La rilevanza clinica di questo incremento non è stata determinata. Si deve procedere con cautela nel somministrare ciprofloxacina o potenti inibitori del CYP1A2 (ad es. fluvoxamina) in associazione con erlotinib. In caso si osservino reazioni avverse correlate ad erlotinib, il dosaggio di erlotinib può essere ridotto.
    Il pre-trattamento o la co-somministrazione di Tarceva non hanno modificato la clearance dei substrati prototipici del CYP3A4, quali midazolam ed eritromicina, ma sembravano ridurre la biodisponibilità orale di midazolam fino al 24 %. In un altro studio clinico, erlotinib non ha modificato la farmacocinetica del substrato del CYP3A4/2C8 paclitaxel somministrato in concomitanza. Pertanto sono improbabili interazioni significative con la clearance di altri substrati del CYP3A4.
    L'inibizione della glucuronazione può provocare interazioni con i medicinali che sono substrati dell'UGT1A1 e la cui clearance avviene esclusivamente attraverso questa via. I pazienti con ridotti livelli di espressione dell'UGT1A1 o con alterazioni genetiche della glucuronazione (ad esempio la malattia di Gilbert) possono presentare un aumento delle concentrazioni sieriche di bilirubina e devono essere trattati con cautela.
    Nell'uomo erlotinib viene metabolizzato nel fegato dai citocromi epatici, soprattutto dal CYP3A4 e in misura minore dal CYP1A2. Anche il metabolismo extraepatico, mediato dal CYP3A4 nell'intestino, dal CYP1A1 nel polmone e dal CYP1B1 nel tessuto tumorale, fornisce un potenziale contributo alla clearance metabolica di erlotinib. Sono possibili interazioni con i principi attivi che vengono metabolizzati da questi enzimi o che sono inibitori o induttori di tali enzimi.
    Gli inibitori potenti dell'attività del CYP3A4 riducono il metabolismo di erlotinib e fanno aumentare le concentrazioni plasmatiche di erlotinib. In uno studio clinico, l'uso concomitante di erlotinib e ketoconazolo (200 mg orali due volte al giorno per 5 giorni), un inibitore potente del CYP3A4, ha determinato un aumento dell'esposizione a erlotinib (86 % dell'AUC e 69 % della Cmax). Pertanto si deve procedere con cautela nel somministrare erlotinib in associazione a un potente inibitore del CYP3A4, come gli antifungini azolici (ad esempio ketoconazolo, itraconazolo, voriconazolo), gli inibitori della proteasi, eritromicina o claritromicina. Se necessario, occorre ridurre la dose di erlotinib, soprattutto in presenza di tossicità.
    Gli induttori potenti dell'attività del CYP3A4 aumentano il metabolismo di erlotinib e riducono significativamente le concentrazioni plasmatiche di erlotinib. In uno studio clinico, l'uso concomitante di erlotinib e rifampicina (600 mg/die orali per 7 giorni), un induttore potente del CYP3A4, ha determinato una riduzione del 69 % della mediana dell'AUC di erlotinib. La co-somministrazione di rifampicina e di una singola dose di Tarceva da 450 mg ha determinato un'esposizione media di erlotinib (AUC) pari al 57,5 % rispetto a quella ottenuta dopo somministrazione di una dose singola di 150 mg di Tarceva, in assenza del trattamento con rifampicina. Deve essere pertanto evitata la co-somministrazione di Tarceva con induttori del CYP3A4. Per i pazienti che necessitano un trattamento concomitante con Tarceva ed un induttore potente del CYP3A4, come rifampicina, deve essere considerato un aumento della dose a 300 mg, con monitoraggio rigoroso della sicurezza (che includa la funzionalità renale ed epatica e gli elettroliti sierici) e, se ben tollerato per più di 2 settimane, può essere preso in considerazione un ulteriore aumento della dose a 450 mg con un monitoraggio rigoroso della sicurezza. Una riduzione dell'esposizione può verificarsi anche con altri induttori come fenitoina, carbamazepina, i barbiturici o l'erba di San Giovanni (Hypericum perforatum). Si deve procedere con cautela quando questi principi attivi sono associati a erlotinib. Quando possibile, devono essere presi in considerazione trattamenti alternativi privi di una potente attività induttiva sul CYP3A4.
    Erlotinib ed anticoagulanti derivati cumarinici
    In pazienti che hanno ricevuto Tarceva sono stati riportati casi di interazione con anticoagulanti derivati cumarinici, incluso warfarin, che hanno determinato un incremento dell'INR (Rapporto Normalizzato Internazionale) e di eventi emorragici, che in alcuni casi sono stati fatali. I pazienti che assumono anticoagulanti derivati cumarinici devono essere monitorati regolarmente in termini di qualsiasi modificazione del tempo di protrombina o dell'INR.
    Erlotinib e statine
    La associazione di Tarceva e di una statina può aumentare il rischio di una miopatia indotta da statina, inclusa la rabdomiolisi, che è stata osservata raramente.
    Erlotinib e fumatori
    I risultati di uno studio di interazione farmacocinetica hanno evidenziato, dopo somministrazione di Tarceva, una riduzione significativa di 2,8 volte, di 1,5 volte e di 9 volte rispettivamente dell'AUCinf, della Cmax e della concentrazione plasmatica a 24 ore nei fumatori, rispetto ai non fumatori. Pertanto, i pazienti che ancora fumano devono essere incoraggiati a smettere di fumare il prima possibile, prima dell'inizio della terapia con Tarceva, altrimenti le concentrazioni plasmatiche di erlotinib vengono ridotte. Sulla base dei dati dello studio CURRENTS, non è stata osservata alcuna evidenza a dimostrazione del beneficio di una dose maggiore di erlotinib di 300 mg rispetto alla dose raccomandata di 150 mg nei fumatori attivi. I dati sulla sicurezza sono risultati comparabili tra le dosi da 300 mg e 150 mg; tuttavia, vi è stato un aumento numerico dell'incidenza di eruzione cutanea, malattia polmonare interstiziale e diarrea, nei pazienti che hanno ricevuto la dose più elevata di erlotinib. (vedere paragrafi 4.2, 4.4, 5.1 e 5.2).
    Erlotinib ed inibitori della glicoproteina P
    Erlotinib è un substrato della glicoproteina P, trasportatore del principio attivo. La co-somministrazione di inibitori della glicoproteina P, ad esempio ciclosporina e verapamil, può portare a una alterata distribuzione e/o alterata eliminazione di erlotinib. Le conseguenze di tale interazione, ad esempio la tossicità a carico del sistema nervoso centrale, non sono state accertate. Si deve procedere con cautela in tali situazioni.
    Erlotinib ed i medicinali che alterano il pH
    Erlotinib è caratterizzato da una diminuzione di solubilità a valori di pH superiori a 5. I medicinali che alterano il pH del tratto gastro-intestinale superiore possono alterare la solubilità di erlotinib e di conseguenza la sua biodisponibilità. La co-somministrazione di erlotinib con omeprazolo, un inibitore di pompa protonica (PPI), ha diminuito l'esposizione a erlotinib (AUC) e la Cmax rispettivamente del 46 % e del 61 %. Non è stato rilevato alcun cambiamento del Tmax o dell'emivita. La somministrazione concomitante di Tarceva con 300 mg di ranitidina, un antagonista del recettore H2, ha ridotto l'esposizione a erlotinib (AUC) e la Cmax rispettivamente del 33 % e del 54 %. Aumentare la dose di Tarceva, quando somministrato in concomitanza con questi farmaci, può non compensare la riduzione di esposizione. Tuttavia, somministrando Tarceva in modo sfalsato, 2 ore prima o 10 ore dopo 150 mg di ranitidina bis in die, l'esposizione a erlotinib (AUC) e la Cmax si sono ridotte solo del 15 % e del 17 %, rispettivamente. L'effetto degli antiacidi sull'assorbimento di erlotinib non è stato indagato ma l'assorbimento può essere alterato, determinando livelli plasmatici inferiori. Riassumendo, l'associazione di erlotinib con inibitori della pompa protonica deve essere evitata. Se si considera necessario l'uso di antiacidi in corso di terapia con Tarceva, questi devono essere assunti almeno 4 ore prima o 2 ore dopo la somministrazione giornaliera della dose di Tarceva. Se si prende in considerazione l'impiego della ranitidina, i due farmaci devono essere somministrati in modo sfalsato: Tarceva deve essere assunto almeno 2 ore prima o 10 ore dopo la somministrazione di ranitidina.
    Erlotinib e Gemcitabina
    In uno studio di fase Ib, non sono stati osservati effetti significativi di gemcitabina sulla farmacocinetica di erlotinib, né effetti significativi di erlotinib sulla farmacocinetica di gemcitabina.
    Erlotinib e Carboplatino/Paclitaxel
    Erlotinib aumenta le concentrazioni del platino. In uno studio clinico l'uso concomitante di erlotinib con carboplatino e paclitaxel ha determinato un aumento dell'AUC0-48 del platino totale del 10,6 %. Anche se questo incremento è statisticamente significativo, l'entità di questa differenza non è considerata clinicamente rilevante. Nella pratica clinica possono esserci altri co-fattori che determinano un aumento dell'esposizione a carboplatino, come la compromissione renale. Non sono stati osservati effetti significativi di carboplatino o paclitaxel sulla farmacocinetica di erlotinib.
    Erlotinib e Capecitabina
    La capecitabina può aumentare le concentrazioni di erlotinib. Quando erlotinib è stato somministrato in associazione a capecitabina è stato rilevato un aumento statisticamente significativo dell'AUC di erlotinib ed un aumento poco rilevante della Cmax se confrontati con i valori osservati in un altro studio nel quale erlotinib era stato somministrato da solo. Non vi sono stati effetti significativi di erlotinib sulla farmacocinetica di capecitabina.
    Erlotinib e gli inibitori del proteasoma
    In relazione al meccanismo d'azione, gli inibitori del proteasoma incluso bortezomib possono influenzare l'attività di inibitori di EGFR incluso erlotinib. Quest'influenza è supportata da una limitata disponibilità di dati clinici e preclinici che evidenziano la degradazione di EGFR attraverso il proteasoma.


    Interazioni riportate su letteratura scientifica internazionale
    Prima di prendere "Tarceva" insieme ad altri farmaci come “Abigerd”, “Anadir”, “Anafen”, “Antra”, “Appryo”, “Ariliar”, “Aurantin - Soluzione (uso Interno)”, “Axagon”, “Carbamazepina EG”, “Carbamazepina Zentiva - Compressa A Rilascio Modificato”, “Cletus”, “Dintoina”, “Dintoinale”, “Ermes”, “Esomeprazolo Almus Pharma”, “Esomeprazolo Mylan Generics”, “Esomeprazolo Pensa Pharma”, “Esomeprazolo SUN”, “Esomeprazolo Sun Pharma”, “Esopir”, “Esopral”, “Eugastrol Reflusso”, “Fenitoina Hikma”, “Fenobarbitale Sodico Salf”, “Frilans”, “Gamibetal Complex”, “Gardenale”, “Gastres”, “Gastroloc - Compressa Gastroresistente, Compresse/capsule Gastroresistenti”, “Ibimezolo”, “Inipant - Compressa Gastroresistente, Compresse/capsule Gastroresistenti”, “Inizol - Compressa Gastroresistente”, “Komezol”, “Krovaneg”, “Kruxagon”, “Lansodor”, “Lansoprazolo ABC”, “Lansoprazolo Almus”, “Lansoprazolo Alter - Compressa Orodispersibile”, “Lansoprazolo Alter - Compresse/capsule Gastroresistenti”, “Lansoprazolo Aristo”, “Lansoprazolo Aristo Pharma”, “Lansoprazolo Aurobindo”, “Lansoprazolo Doc”, “Lansoprazolo Eg”, “Lansoprazolo EG Stada - 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    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Gravidanza
    Non ci sono dati adeguati riguardo all'uso di erlotinib nelle donne in gravidanza. Gli studi effettuati su animali non hanno evidenziato teratogenicità o parti anormali. Tuttavia, un effetto negativo sulla gravidanza non può essere escluso in quanto studi su ratti e conigli hanno mostrato una letalità embrio/fetale aumentata (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto.
    Donne in età fertile
    Si deve raccomandare alle donne in età fertile di evitare la gravidanza durante il trattamento con Tarceva. Durante il trattamento e per almeno 2 settimane dopo la fine del trattamento devono essere usati metodi contraccettivi adeguati. Nelle donne in gravidanza il trattamento va proseguito solo nei casi in cui il potenziale beneficio per la madre superi il rischio per il feto.
    Allattamento
    Non è noto se erlotinib venga escreto nel latte umano. Non è stato condotto alcuno studio volto a valutare l'impatto di Tarceva sulla produzione di latte o sulla presenza del medicinale nel latte materno. Poiché il danno potenziale per il neonato in allattamento non è noto, si deve raccomandare alle madri di non allattare al seno durante il trattamento con Tarceva e per almeno 2 settimane dopo l'ultima dose.
    Fertilità
    Gli studi effettuati su animali non hanno evidenziato una ridotta fertilità. Tuttavia, un effetto negativo sulla fertilità non può essere escluso in quanto studi su animali hanno mostrato effetti sui parametri riproduttivi (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto.

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari; tuttavia erlotinib non è associato a una compromissione delle capacità mentali.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Tarceva
    Riassunto del profilo di sicurezza
    La valutazione della sicurezza di Tarceva si basa sui dati relativi a oltre 1 500 pazienti trattati con almeno una dose di Tarceva da 150 mg in monoterapia e a più di 300 pazienti trattati con Tarceva 100 o 150 mg in associazione a gemcitabina.
    Carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC)(Tarceva somministrato in monoterapia)
    Trattamento di prima linea di pazienti con mutazioni dell'EGFR
    In uno studio di fase III randomizzato e in aperto (ML20650), condotto su 154 pazienti, la sicurezza di Tarceva per il trattamento di prima linea di pazienti affetti da NSCLC con mutazioni attivanti dell'EGFR è stata valutata in 75 pazienti.
    Le reazioni avverse (ADR) più frequenti osservate nei pazienti trattati con Tarceva nello studio ML20650 sono state eruzione cutanea e diarrea, perlopiù di intensità di grado 1/2 e gestibili senza interventi. Il grado completo e le informazioni sull'incidenza di eruzione e diarrea per tutti gli studi clinici sono disponibili nella sezione 'Descrizione delle reazioni avverse selezionate' in basso.
    Trattamento di mantenimento
    In altri due studi di fase III randomizzati, in doppio cieco e controllati con placebo (BO18192 [SATURN] e BO25460 [IUNO]), Tarceva è stato somministrato come trattamento di mantenimento dopo una prima linea chemioterapica. Questi studi sono stati condotti su un totale di 1 532 pazienti affetti da NSCLC avanzato, recidivante o metastatico dopo chemioterapia standard di prima linea a base di platino.
    Le ADR più frequenti osservate nei pazienti trattati con Tarceva negli studi BO18192 e BO25460 sono state eruzione cutanea e diarrea.
    Trattamento di seconda linea e linee successive
    In uno studio randomizzato in doppio cieco (BR.21; Tarceva somministrato come terapia di seconda linea), le reazioni avverse al farmaco segnalate più comunemente sono state eruzione cutanea e diarrea, nella maggior parte dei casi di intensità pari al grado 1/2 e gestibili senza alcun intervento. Il tempo mediano di comparsa dell'eruzione cutanea è stato di 8 giorni e quello di comparsa della diarrea di 12 giorni.
    Carcinoma pancreatico (Tarceva somministrato in concomitanza con gemcitabina)
    Le reazioni avverse più comuni nello studio registrativo PA.3 nei pazienti affetti da carcinoma pancreatico trattati con Tarceva 100 mg più gemcitabina sono state stanchezza, eruzione cutanea e diarrea. Il tempo mediano alla comparsa di eruzione cutanea e diarrea è stato rispettivamente di 10 e 15 giorni.
    Tabella delle reazioni avverse
    L'incidenza delle reazioni avverse da farmaco(ADR) di Tarceva da solo o in associazione a chemioterapia riportata in sperimentazioni cliniche e nei setting post commercializzazione è riassunta in Tabella 1.
    Le reazioni averse sono elencate secondo la classificazione per organi e sistemi MedDRA.
    La corrispondente categoria di frequenza per ciascuna reazione avversa si basa sulla seguente convenzione: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100 a <1/10), non comune (≥1/1 000 a <1/100), raro (≥1/10 000 a <1/1 000), molto raro (<1/10 000), non noto (la frequenza non può essere stimata in base ai dati disponibili).
    All'interno di ciascun raggruppamento di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di gravità.
    Tabella 1: Riassunto di ADR osservate in sperimentazioni cliniche e nei setting post commercializzazione per categoria di frequenza
    Infezioni ed infestazioni
    Molto comune
    infezione *
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
    Molto comune
    anoressia, diminuzione di peso
    Disturbi psichiatrici
    Molto comune
    depressione
    Patologie del sistema nervoso
    Molto comune
    neuropatia, cefalea
    Patologie dell'occhio
    Molto comune
    cheratocongiuntivite secca
    Comune
    cheratite, congiuntivite
    Non Comune
    alterazioni delle ciglia *
    Molto raro
    perforazioni della cornea, ulcerazioni corneali, uveite
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Molto comune
    dispnea, tosse
    Comune
    epistassi
    Non Comune
    Malattia polmonare interstiziale *
    Patologie gastrointestinali
    Molto comune
    diarrea*, nausea, vomito, stomatite, dolore addominale, dispepsia, flatulenza
    Comune
    sanguinamento gastrointestinale
    Non Comune
    perforazioni gastrointestinali *
    Raro
    pneumatosi intestinale
    Patologie epatobiliari
    Molto comune
    alterazioni del test di funzionalità epatica *
    Raro
    insufficienza epatica*, epatite
    Non noti (la frequenza non può essere stimata in base ai dati disponibili)
    epatite acuta
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Molto comune
    Eruzione cutanea*, prurito
    Comune
    alopecia, pelle secca, paronichia, follicolite, acne/dermatite acneiforme, screpolature della pelle
    Non Comune
    irsutismo, alterazione delle sopracciglia, unghie fragili e che si staccano, reazioni cutanee lievi come iperpigmentazione
    Raro
    sindrome da eritrodisestesia palmo- plantare
    Molto raro
    Syndrome Stevens-Johnson / Necrolisi epidermica tossica *
    Patologie renali ed urinarie
    Comune
    Insufficienza renale
    Non Comune
    nefrite, proteinuria
    Patologie generali e condizioni relative alle sede di somministrazione
    Molto comune
    affaticamento, piressia, brividi febbrili
    *Per maggiori dettagli, vedere la sezione sotto “Descrizione delle reazioni avverse selezionate”
    Descrizione delle reazioni avverse selezionate
    Eruzione cutanea
    L'eruzione cutanea include la dermatite acneiforme. In generale, l'eruzione cutanea si manifesta come una lieve o moderata eruzione eritematosa e papulosa, che può verificarsi o peggiorare nelle aree esposte al sole. Per i pazienti esposti al sole, possono essere consigliati indumenti protettivi e/o l'uso di creme solari (ad es. contenenti minerali).
    Diarrea
    La diarrea può portare alla disidratazione, all'ipokaliemia e all'insufficienza renale. Sono compresi i decessi (vedere paragrafo 4.4).
    Tabella 2: Sintesi dell'incidenza e del grado di eruzione cutanea e diarrea osservati in ogni studio clinico
    Studio
    Indicazione
    Eruzione cutanea (%)
    Diarrea (%)
    Grado
    Misura adottata
    Grado
    Misura adottata
    Qualsiasi
    3
    4
    Interr. 1
    Mod. dose 2
    Qualsiasi
    3
    4
    Interr.1
    Mod. dose2
    ML20650
    NSCLC
    80
    9
    0
    1
    11
    57
    4
    0
    1
    7
    BO18192
    NSCLC
    49,2
    6,0
    0
    1
    8,3
    20,3
    1,8
    0
    <1
    3
    BO25460
    NSCLC
    39,4
    5,0
    0
    0
    5,6
    24,2
    2,5
    0
    0
    2,8
    BR.21
    NSCLC
    75
    9
    1
    6
    54
    6
    1
    1
    PA.3
    Cancro del pancreas
    -
    5
    1
    2
    -
    5
    1
    2
    1 Interruzione
    2 Modifica della dose
    Infezione
    Possono essere gravi infezioni con o senza neutropenia, tra cui polmonite, sepsi, cellulite.
    Alterazioni delle ciglia
    Alterazioni tra cui ciglia in crescita, crescita eccessiva ed ispessimento delle ciglia.
    Malattia polmonare interstiziale, (ILD)
    Sono stati riportate ILD ad esito fatale in pazienti che ricevono Tarceva per il trattamento di NSCLC o altri tumori solidi avanzati (vedere paragrafo 4.4). Una maggiore incidenza è stata osservata nei pazienti in Giappone (vedere paragrafo 4.4).
    Sanguinamento gastrointestinale
    Sono stati riferiti casi di sanguinamento gastrointestinale ad esito fatale (vedere paragrafo 4.4). Negli studi clinici, alcuni casi sono stati associati alla somministrazione concomitante di warfarin ed alcuni alla somministrazione concomitante di FANS (vedere paragrafo 4.5). Le perforazioni gastrointestinali includono anche quelle ad esito fatale (vedere paragrafo 4.4).
    Alterazioni dei test di funzionalità epatica
    Le alterazioni includono aumento dell'alanina aminotransferasi [ALT], aspartato aminotransferasi [AST] e bilirubina. I casi erano principalmente lievi o moderati in gravità, di natura transitoria o associati a metastasi epatiche.
    Insufficienza epatica
    Comprende decessi. I fattori di rischio possono includere malattie epatiche preesistenti o farmaci epatotossici concomitanti (vedere paragrafo 4.4)
    Syndrome Stevens-Johnson /Necrolisi epidermica tossica
    Comprende decessi (vedere paragrafo 4.4).
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Tarceva
    Sintomi
    Sono state tollerate dosi orali singole di Tarceva fino a 1000 mg di erlotinib in soggetti sani e fino a 1600 mg in pazienti affetti da cancro. Dosi ripetute di 200 mg due volte al giorno in soggetti sani sono state mal tollerate dopo qualche giorno di somministrazione. Sulla base dei dati di questi studi, è possibile che con dosi superiori a quella raccomandata si verifichino reazioni avverse severe come diarrea, eruzione cutanea e verosimilmente aumento dell'attività delle aminotransferasi epatiche.
    Gestione
    Qualora si sospetti un sovradosaggio, la somministrazione di Tarceva deve essere sospesa e deve essere iniziato un trattamento sintomatico.

    Scadenza

    4 anni.

    Conservazione

    Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

    Farmaci Equivalenti

    I farmaci equivalenti di Tarceva a base di Erlotinib Cloridrato sono: Erlotinib Mylan, Erlotinib Sandoz, Erlotinib Tillomed

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


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