Cos'è Pantofir - Compressa Gastroresistente, Compresse/capsule Gastroresistenti?
Pantofir - Compressa Gastroresistente, Compresse/capsule Gastroresistenti è un farmaco a base del principio attivo Pantoprazolo Sale Sodico Sesquidrato , appartenente alla categoria degli Antiulcera e nello specifico Inibitori della pompa acida. E' commercializzato in Italia dall'azienda Levante Pharma S.r.l. .
Pantofir - Compressa Gastroresistente, Compresse/capsule Gastroresistenti può essere prescritto con RicettaRR - medicinali soggetti a prescrizione medica .
Pantofir - Compressa Gastroresistente, Compresse/capsule Gastroresistenti può essere prescritto con Ricetta
Confezioni
Pantofir 40 mg 14 compresse gastroresistenti
Pantofir 40 mg 28 compresse gastroresistenti
Pantofir 40 mg 28 compresse gastroresistenti
Informazioni commerciali sulla prescrizione
Titolare: Farto S.r.l. Farmaco Biochimico Toscano
Concessionario:Levante Pharma S.r.l.
Ricetta:RR - medicinali soggetti a prescrizione medica
Classe:A
Principio attivo:Pantoprazolo Sale Sodico Sesquidrato
Gruppo terapeutico:Antiulcera
ATC:A02BC02 - Pantoprazolo
Forma farmaceutica: compresse/capsule gastroresistenti
Concessionario:
Ricetta:
Classe:
Principio attivo:
Gruppo terapeutico:
ATC:
Forma farmaceutica: compresse/capsule gastroresistenti
Indicazioni
Adulti ed adolescenti di 12 anni ed oltre
- Esofagiti da reflusso.
Adulti
- Eradicazione di Helicobacter pylori (H. pylori) in combinazione con un'appropriata terapia antibiotica in pazienti con ulcere associate a H. pylori;
- Ulcera gastrica e duodenale;
- Sindrome di Zollinger-Ellison ed altri stati patologici caratterizzati da ipersecrezione acida.
Posologia
Le compresse non devono essere masticate o frantumate, e devono essere deglutite intere con un po' di acqua 1 ora prima di un pasto.
Dose raccomandata
Adulti ed adolescenti di 12 anni ed oltre
Esofagite da reflusso
Una compressa di PANTOFIR 40 mg al giorno. In casi particolari la dose può essere raddoppiata (aumento a 2 compresse di PANTOFIR al giorno) specialmente quando non si è ottenuta risposta ad altro trattamento. Per il trattamento dell'esofagite da reflusso è normalmente richiesto un periodo di 4 settimane. Se questo non è sufficiente, la guarigione si ottiene solitamente entro ulteriori 4 settimane.
Adulti
Eradicazione di H. pylori in combinazione con due antibiotici appropriati
Nei pazienti positivi per H. pylori affetti da ulcera gastrica e duodenale, l'eradicazione del batterio deve essere effettuata con una terapia combinata. Relativamente alla resistenza batterica ed all'uso appropriato ed alla prescrizione di agenti antibatterici bisogna tenere in considerazione le linee guida locali ufficiali (es. raccomandazioni nazionali). In funzione del tipo di resistenza, si raccomanda l'adozione dei seguenti schemi di terapia per l'eradicazione di H. pylori:
a) PANTOFIR una compressa due volte al dì
+ amoxicillina 1000 mg due volte al dì
+ claritromicina 500 mg due volte al dì
b) PANTOFIR una compressa due volte al dì
+ metronidazolo 400-500 mg (o tinidazolo 500 mg) due volte al dì
+ claritromicina 250-500 mg due volte al dì
c) PANTOFIR una compressa due volte al dì
+ amoxicillina 1000 mg due volte al dì
+ metronidazolo 400-500 mg (o tinidazolo 500 mg) due volte al dì
Durante la terapia combinata per l'eradicazione dell'infezione da H. pylori, la seconda compressa di PANTOFIR deve essere assunta 1 ora prima del pasto serale. La terapia combinata va generalmente effettuata per 7 giorni e può essere prolungata per ulteriori 7 giorni fino ad una durata totale di due settimane. Se, per assicurare la cicatrizzazione dell'ulcera, è indicato un ulteriore trattamento con pantoprazolo, si deve adottare la dose raccomandata per il trattamento dell'ulcera gastrica e duodenale.
Se non è proponibile la terapia combinata, ad es. se il paziente è negativo per H. pylori, si applichino le seguenti linee guida per la monoterapia con PANTOFIR.
Trattamento di ulcera gastrica
Una compressa di PANTOFIR al giorno. In casi particolari la dose potrà essere raddoppiata (aumentata a 2 compresse di PANTOFIR al giorno) in special modo quando non si sia ottenuta risposta ad altro trattamento.
Per il trattamento dell'ulcera gastrica è normalmente richiesto un periodo di 4 settimane. Se questo non è sufficiente, la cicatrizzazione si ottiene solitamente entro ulteriori 4 settimane.
Trattamento di ulcera duodenale
Una compressa di PANTOFIR al giorno. In casi particolari la dose potrà essere raddoppiata (aumentata a 2 compresse di PANTOFIR al giorno) in special modo quando non si sia ottenuta risposta ad altro trattamento.
La cicatrizzazione dell'ulcera duodenale si ottiene generalmente entro 2 settimane. Se un periodo di 2 settimane non è sufficiente, la cicatrizzazione si ottiene nella quasi totalità dei casi entro ulteriori 2 settimane di terapia.
Sindrome di Zollinger-EIIison ed altri stati patologici caratterizzati da ipersecrezione acida
Per il trattamento a lungo termine della sindrome di Zollinger- EIIison e degli altri stati patologici caratterizzati da ipersecrezione acida i pazienti devono inizia re il trattamento con una dose giornaliera di 80 mg (2 compresse di PANTOFIR 40 mg). In seguito, il dosaggio può essere aumentato o ridotto secondo necessità sulla base di valutazioni strumentali della secrezione acida individuale. Con dosaggi superiori a 80 mg al giorno, la dose deve essere suddivisa in due somministra zioni giornaliere. È possibile incrementare temporaneamente la dose giornaliera al di sopra di 160 mg di pantoprazolo ma per periodi non superiori a quanto necessario per ottenere un controllo adeguato della secrezione acida. La durata della terapia nella sindrome di Zollinger-EIIison e degli altri stati patologici caratterizzati da ipersecrezione acida non ha restrizioni e deve essere adattata secondo le necessità cliniche.
Popolazioni speciali
Bambini al di sotto di 12 anni di età
L'uso di PANTOFIR non è raccomandato nei bambini al di sotto di 12 anni di età a causa dei dati limitati sulla sicurezza e l'efficacia in questa fascia di età.
Compromissione epatica
Nei pazienti con grave compromissione epatica non si deve superare una dose giornaliera di 20 mg di pantoprazolo (1 compressa da 20 mg di pantoprazolo). PANTOFIR non deve essere impiegato nel trattamento combinato per l'eradicazione di H. pylori nei pazienti con disfunzione epatica da moderata a grave poiché attualmente non sono disponibili dati sull'efficacia e la sicurezza di PANTOFIR nel trattamento combinato di questi pazienti (vedere paragrafo 4.4).
Compromissione renale
Non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti con funzionalità renale compromessa.
PANTOFIR non deve essere impiegato nel trattamento combinato per l'eradicazione di H. pylori nei pazienti con funzionalità renate compromessa poiché attualmente non sono disponibili dati sull'efficacia e la sicurezza di PANTOFIR nel trattamento combinato di questi pazienti.
Anziani
Non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti anziani.
Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo, ai benzimidazoli sostituiti o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 o ad uno qualsiasi dei farmaci assunti con la terapia combinata.
Avvertenze speciali e precauzioni di impiego
Compromissione epatica
Nei pazienti con grave compromissione epatica, gli enzimi epatici devono essere controllati regolarmente durante la terapia con pantoprazolo, specialmente nell'uso a lungo termine. In caso di aumento degli enzimi epatici si deve sospendere il trattamento (vedere paragrafo 4.2).
Terapia combinata
In caso di terapia combinata, deve essere osservato quanto riportato nel riassunto delle caratteristiche del prodotto dei rispettivi medicinali.
In presenza di sintomi allarmanti
In presenza di qualsiasi sintomo allarmante (es. significativa perdita di peso non intenzionale vomito ricorrente, disfagia, ematemesi, anemia o melena) e quando si sospetta o è confermata l'ulcera gastrica, la natura maligna deve essere esclusa, in quanto il trattamento con pantoprazolo può alleviare i sintomi e ritardare la diagnosi.
Se i sintomi persistono nonostante un trattamento adeguato deve essere considerata un'ulteriore indagine.
Co-somministrazione con atazanavir
Non è raccomandata la co-somministrazione di atazanavir con gli inibitori della pompa protonica (vedere paragrafo 4.5). Se la combinazione di atazanavir con un inibitore della pompa protonica è ritenuta inevitabile, si raccomanda uno stretto monitoraggio clinico (es. carica virale) in combinazione con un aumento della dose di atazanavir a 400 mg con 100 mg di ritonavir. Non si deve superare una dose di pantoprazolo di 20 mg al giorno.
Influenza sull'assorbimento della vitamina B12
In pazienti affetti da Sindrome di Zollinger-Ellison e altre condizioni patologiche di ipersecrezione che richiedono un trattamento a lungo termine, pantoprazolo, come tutti i farmaci che inibiscono la secrezione acida, può ridurre l'assorbimento della vitamina B12 (cianocobalamina) come conseguenza di ipo- o acloridria. Questa eventualità deve essere considerata in pazienti con ridotte riserve corporee o fattori di rischio per un ridotto assorbimento della vitamina B12 nella terapia a lungo termine o nel caso si osservino i relativi sintomi clinici.
Trattamento a lungo termine
Nel trattamento a lungo termine, specialmente quando si supera un periodo di trattamento di 1 anno, i pazienti devono essere tenuti sotto regolare sorveglianza.
Infezioni gastrointestinali causate da batteri
Ci si potrebbe attendere che pantoprazolo, come tutti gli inibitori della pompa protonica (PPI), aumenti la conta dei batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale superiore. Il trattamento con PANTOFIR può portare ad un leggero incremento del rischio di infezioni gastrointestinali causate da batteri quali Salmonella e Campylobacter e Clostridium Difficile.
lpomagnesiemia
È stato osservato che gli inibitori di pompa protonica (PPI) come pantoprazolo, in pazienti trattati per almeno tre mesi e in molti casi per un anno, possono causare grave ipomagnesiemia.
Gravi sintomi di ipomagnesiemia includono stanchezza, tetania, delirio, convulsioni, vertigini e aritmia ventricolare. Essi, inizialmente, si possono manifestare in modo insidioso ed essere trascurati.
L'ipomagnesiemia, nella maggior parte dei pazienti, migliora dopo l'assunzione di magnesio e la sospensione dell'inibitore di pompa protonica. Gli operatori sanitari devono considerare l'eventuale misurazione dei livelli di magnesio prima di iniziare il trattamento con PPI e periodicamente durante il trattamento nei pazienti in terapia per un periodo prolungato o in terapia con digossina o medicinali che possono causare ipomagnesiemia (ad esempio diuretici).
Fratture ossee
Gli inibitori di pompa protonica, specialmente se utilizzati a dosaggi elevati e per periodi prolungati (> 1 anno), potrebbero causare un lieve aumento di rischio di fratture dell'anca, del polso e della colonna vertebrale, soprattutto in pazienti anziani o in presenza di altri fattori di rischio conosciuti. Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori di pompa protonica potrebbero aumentare il rischio complessivo di frattura dal 10% al 40%. Tale aumento potrebbe essere in parte dovuto ad altri fattori di rischio. l pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere le cure in base alle attuali linee guida di pratica clinica e devono assumere un' adeguata quantità dì vitamina D e calcio.
Lupus eritematoso cutaneo subacuto (LECS)
Gli inibitori della pompa protonica sono associati a casi estremamente infrequenti di LECS. In presenza di lesioni , soprattutto sulle parti cutanee esposte ai raggi solari, e se accompagnate da artralgia, il paziente deve rivolgersi immediatamente al medico e l'operatore sanitario deve valutare l'opportunità di interrompere il trattamento con Pantofir. La comparsa di LECS in seguito a un trattamento con un inibitore della pompa protonica può accrescere il rischio di insorgenza di LECS con altri inibitori della pompa protonica.
Interferenza con esami di laboratorio
Un livello aumentato di Cromogranina A (CgA) può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini. Per evitare tale interferenza, il trattamento con [denominazione del medicinale] deve essere sospeso per almeno 5 giorni prima delle misurazioni della CgA (vedere paragrafo 5.1). Se i livelli di CgA e di gastrina non sono tornati entro il range di riferimento dopo la misurazione iniziale, occorre ripetere le misurazioni 14 giorni dopo l'interruzione del trattamento con inibitore della pompa protonica.
Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione
Effetti di pantoprazolo sull'assorbimento di altri medicinali
A causa della inibizione marcata e di lunga durata della secrezione acida gastrica, pantoprazolo può ridurre l'assorbimento di farmaci la cui biodisponibilità è dipendente dal pH gastrico, es. alcuni antifungini azolici come ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo e altri medicinali come erlotinib.
Medicinali anti-HIV (atazanavir)
La co-somministrazione di atazanavir e di altri farmaci anti-HIV il cui assorbimento è pH-dipendente con Inibitori della pompa protonica, può portare ad una riduzione sostanziale della biodisponibilità di questi medicinali anti-HIV e può modificare l'efficacia di questi medicinali. Pertanto, la co-somministrazione degli inibitori della pompa protonica con atazanavir non è raccomandata (vedere paragrafo 4.4).
Anticoagulanti cumarinici (fenprocumone o warfarin)
Sebbene negli studi clinici di farmacocinetica non siano state osservate interazioni durante il trattamento concomitante con fenprocumone o warfarin, alcuni casi isolati di variazione dell'international Normalized Ratio (INR) durante il trattamento concomitante sono stati rilevati nel periodo post-marketing. Quindi, nei pazienti trattati con anticoagulanti cumarinici (es. fenprocumone o warfarin), si raccomanda di monitorare il tempo di protrombina/INR quando si inizia il trattamento con pantoprazolo, quando si Interrompe o quando viene somministrato In maniera discontinua.
Metotressato
L'uso concomitante di metotressato ad alto dosaggio (ad esempio 300 mg) e degli inibitori di pompa protonica è stato segnalato per aumentare i livelli di metotressato in alcuni pazienti. Pertanto, in condizioni dove vengono utilizzate alte dosi di metotressato, per esempio il cancro e la psoriasi, può essere necessario considerare una sospensione temporanea di pantoprazolo.
Altri studi di interazione
Pantoprazolo è ampiamente metabolizzato nel fegato dal sistema enzimatico del citocromo P450. La principale via di metabolizzazione è la demetilazione da parte del CYP2C19 e altre vie metaboliche che includono l'ossidazione mediante il CYP3A4.
Studi di interazione con farmaci anch'essi metabolizzati attraverso questi sistemi enzimatici, come carbamazepina, diazepam, glibenclamide, nifedipina, e un contraccettivo orale contenente levonorgestrel ed etinilestradiolo, non hanno rivelato interazioni clinicamente significative.
l risultati di una serie di studi di interazione dimostrano che pantoprazolo non influenza il metabolismo di sostanze attive metabolizzate dal CYP1A2 (come caffeina, teofillina), CYP2C9 (come piroxicam, diclofenac, naprossene), CYP2D6 (come metoprololo), CYP2E1 (come etanolo), o non interferisce con l'assorbimento della digossina mediato dalla p-glicoproteina.
Non si sono evidenziate interazioni con antiacidi somministrati contemporaneamente.
Sono stati anche condotti studi di interazione somministrando contemporaneamente pantoprazolo con i relativi antibiotici (claritromicina, metronidazolo, amoxicillina). Non sono state osservate interazioni clinicamente rilevanti.
Interazioni riportate su letteratura scientifica internazionale
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Fertilità, gravidanza e allattamento
Gravidanza
Non vi sono dati adeguati riguardanti l'uso del pantoprazolo in donne in gravidanza. Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. PANTOFIR non deve essere usato durante la gravidanza, se non In caso di assoluta necessità.
Allattamento
Studi sugli animali hanno dimostrato l'escrezione di pantoprazolo nel latte materno. È stata riportata escrezione nel latte materno umano. Pertanto, una decisione se continuare/sospendere l'allattamento al seno o continuare/sospendere la terapia con PANTOFIR deve essere presa tenendo conto del beneficio dell'allattamento al seno per il bambino e del beneficio della terapia con PANTOFIR per le madri.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
Possono manifestarsi reazioni avverse al farmaco, quali capogiro e disturbi visivi (vedere paragrafo 4.8). In tali casi, i pazienti non devono guidare veicoli o usare macchinari.
Effetti indesiderati
Ci si può aspettare che circa Il 5% dei pazienti manifesti reazioni avverse al farmaco (ADRs). Le ADRs più comunemente riportate sono diarrea e mal di testa, entrambe riscontrabili in circa l'1% del pazienti.
La tabella seguente elenca le reazioni avverse riportate con pantoprazolo, disposte secondo la seguente classificazione di frequenza: Molto comune (≥1/ 10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/ 100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).Per tutte le reazioni avverse rilevate nell'esperienza post-marketing, non è possibile stabilire alcuna frequenza di Reazione Avversa e quindi esse sono Indicate con frequenza "non nota". All'interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
Tabella 1. Reazioni avverse con pantoprazolo negli studi clinici e nell'esperienza post-marketing.
Frequenza
Classificazione per sistemi e organi
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Comune
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Non Comune
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Raro
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Molto Raro
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Non nota
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Patologie del sistema
emolinfopoietico
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Agranulocitosi
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Trombocitopenia;
Leucopenia; Pancitopenia
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Disturbi del sistema immunitario
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Ipersensibilità (incluse reazioni anafilattiche e shock anafilattico)
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Disturbi del metabolismo e della nutrizione
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Iperlipidemie e aumento dei lipidi (trigliceridi, colesterolo);
Variazioni di peso
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Iponatriemia;
Ipomagnesiemia (vedere paragrafo 4.4); Ipocalcemia in associazione con ipomagnesiemia, Ipokaliemia
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Disturbi psichiatrici
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Disturbi del sonno
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Depressione (e tutte le forme aggravate)
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Disorientamento (e tutte le forme aggravate)
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Allucinazioni;
Confusione (specialmente in pazienti predisposti, così come l'aggravamento di questi sintomi in caso di preesistenza)
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Patologie del sistema nervoso
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Mal di testa; Capogiro
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Patologie del gusto
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Parestesia
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Patologie dell'occhio
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Disturbi nella visione/Visione offuscata
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Patologie gastrointestinali
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Polipi della ghiandola fundica (benigni)
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Diarrea; Nausea/vomito; Distensione e gonfiore addominale; Stipsi;
Bocca secca; Dolore e disturbi addominali
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Colite microscopica
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Patologie epatobiliari
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Aumento dei livelli degli enzimi epatici (transaminasi, γ-GT)
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Aumento della bilirubina
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Lesione epatocellulare;
Ittero;
Insufficienza epatocellulare
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Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
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Rash/Esantema/ Eruzione; Prurito
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Orticaria;
Angioedema
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Sindrome di Stevens-Johnson;
Sindrome di Lyell;
Eritema multiforme;
Fotosensibilità
Lupus eritematoso cutaneo subacuto (vedere il paragrafo 4.4)
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Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
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Frattura dell'anca, del polso, e della colonna vertebrale (vedere paragrafo 4.4)
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Artralgia; Mialgia
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Spasmo muscolare, come conseguenza di alterazione del numero di elettroliti
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Patologie renali e urinarie
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Nefrite interstiziale (con possibile progressione ad insufficienza renale)
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Patotogie
dell'apparato
riproduttivo e della mammella
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Ginecomastia
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Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
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Astenia;
Affaticamento e malessere
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Aumento della temperatura corporea;
Edema periferico
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Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesta di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
Sovradosaggio
Non sono noti sintomi da sovradosaggio nell'uomo. L'esposizione sistemica fino a 240 mg somministrati per via endovenosa in 2 minuti è stata ben tollerata. Poiché pantoprazolo è ampiamente legato alle proteine, non è prontamente dializzabile. In caso di un sovradosaggio con segni clinici di intossicazione, non possono essere fatte specifiche raccomandazioni terapeutiche, ad esclusione di un trattamento sintomatico e di supporto.
Scadenza
4 anni
Conservazione
Nessuna.
Elenco degli eccipienti
Nucleo: Mannitolo (E421), sodio carbonato anidro, sodio amido glicolato. acido metacrilico copolimero, calcio stearato;
Rivestimento primario: ipromellosa, titanio diossido (El71), talco, macrogol (PEG 400), sodio-lauril-solfato;
Rivestimento secondario: acido metacrilico-etilacrilato copolimero dispersione 30%, glicole propilenico, ossido di ferro giallo (E172), titanio diossido (E171), talco.
Farmaci Equivalenti
I farmaci equivalenti di Pantofir - Compressa Gastroresistente, Compresse/capsule Gastroresistenti a base di Pantoprazolo Sale Sodico Sesquidrato sono: Appryo, Gastroloc - Compressa Gastroresistente, Compresse/capsule Gastroresistenti, Inipant - Compressa Gastroresistente, Compresse/capsule Gastroresistenti, Pancleus - Compressa Gastroresistente, Compresse/capsule Gastroresistenti, Pantecta - Compressa Gastroresistente, Pantofir - Compressa Gastroresistente, Compresse/capsule Gastroresistenti, Pantopan - Compressa Gastroresistente, Pantoprazolo ABC - Compressa Gastroresistente, Pantoprazolo Accord Healthcare - Compressa Gastroresistente, Pantoprazolo Alter - Compressa Gastroresistente, Pantoprazolo Aristo - Compressa Gastroresistente - Antiulcera, Pantoprazolo Git - Compressa Gastroresistente, Compresse/capsule Gastroresistenti - Antiulcera, Pantoprazolo Zentiva, Pantorc - Compressa Gastroresistente, Compresse/capsule Gastroresistenti, Peptazol - Compressa Gastroresistente, Compresse/capsule Gastroresistenti, Prinzol - Compressa Gastroresistente