Pentacarinat

    Ultimo aggiornamento: 24/07/2023

    Cos'è Pentacarinat?

    Pentacarinat è un farmaco a base del principio attivo Pentamidina Disetionato, appartenente alla categoria degli Antileishmaniosi e antitripanosomiasi e nello specifico Altre sostanze contro la leishmaniosi e la tripanosomiasi. E' commercializzato in Italia dall'azienda Sanofi S.r.l. Socio Unico.

    Pentacarinat può essere prescritto con Ricetta RRL - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti.


    Confezioni

    Pentacarinat 300 mg polvere per soluzione iniett. o da nebulizzare 1 flacone

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: Sanofi S.r.l. Socio Unico
    Ricetta: RRL - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti
    Classe: A
    Principio attivo: Pentamidina Disetionato
    Gruppo terapeutico: Antileishmaniosi e antitripanosomiasi
    ATC: P01CX01 - Pentamidina isetionato
    Forma farmaceutica: Polvere


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    Indicazioni

    Perché si usa Pentacarinat? A cosa serve?
    Soluzione iniettabile
    Trattamento delle seguenti affezioni:
    • Polmonite da Pneumocystis carinii in pazienti debilitati o immunodepressi, come ad esempio in caso di AIDS. La pentamidina isetionato è in particolare utile nei pazienti allergici ai sulfamidici e nei casi di intolleranza o resistenza al co-trimoxazolo.
    • Leishmaniosi (viscerale e cutanea) compresi i casi resistenti alla terapia con composti pentavalenti dell'antimonio.
    • Tripanosomiasi africana: malattia del sonno da Trypanosoma gambiense nella fase precoce.
    Soluzione da nebulizzare
    Prevenzione della Polmonite da Pneumocystis carinii in pazienti debilitati o immunodepressi, quali ad esempio in caso di grave deficit immunitario conseguente alla infezione da virus HIV (virus dell'immunodeficienza umana).

    Posologia

    Come usare Pentacarinat: Posologia
    Soluzione iniettabile
    Modo di somministrazione
    La pentamidina isetionato deve sempre essere somministrata a pazienti in clinostatismo, sia per via intramuscolare profonda che per infusione lenta (la soluzione diluita di pentamidina isetionato deve essere somministrata per infusione lenta della durata di almeno 60 minuti). Non deve essere somministrata mediante bolo endovenoso.
    Per la ricostituzione del prodotto vedere paragrafo 6.6.
    Posologia
    Per adulti, bambini e prima infanzia si consiglia la seguente posologia:
    • Polmonite P. carinii: 4 mg/kg p.c. di pentamidina isetionato una volta al dì per almeno 14 giorni, preferibilmente per infusione lenta
    • Leishmaniosi viscerale (Kala-azar): 3-4 mg/kg p.c. di pentamidina isetionato a giorni alterni fino a un massimo di 10 iniezioni, preferibilmente per via intramuscolare. Se necessario si può ripetere un ciclo.
    • Leishmaniosi cutanea: 3-4 mg/kg p.c. 1-2 volte la settimana per via intramuscolare fino a risoluzione del caso.
    • Tripanosomiasi: 4 mg/kg p.c. di pentamidina isetionato una volta al dì o a giorni alterni fino a un totale di 7-10 iniezioni. Può essere somministrata sia per via i.m. che per infusione lenta.
    • Negli anziani non sono previste modifiche di dosaggio.
    • In caso di insufficienza renale (clearance della creatinina <10 ml/min):
    • Polmonite da P. carinii: nei casi a rischio di vita 4 mg/kg p.c. una volta al dì per 7-10 giorni e quindi 4 mg/kg p.c. a giorni alterni fino a un ciclo completo di almeno 14 dosi. Nei casi meno gravi 4 mg/kg p.c. a giorni alterni fino a un ciclo completo di almeno 14 dosi.
    Nella leishmaniosi e nella tripanosomiasi non sono necessarie riduzioni di dosaggio.
    In caso di insufficienza epatica non è previsto alcun dosaggio specifico.
    Soluzione da nebulizzare
    Modo di somministrazione
    L'applicazione aerosolica va effettuata con nebulizzatori in grado di erogare la dose di pentamidina in particelle di diametro inferiore a 5 micron e preferibilmente comprese fra 1 e 2 micron, che garantiscono la maggiore distribuzione del farmaco a livello alveolare.
    Impiegando erogatori multiuso si deve cambiare il serbatoio e il circuito o si deve procedere alla loro sterilizzazione.
    Per la ricostituzione del prodotto vedere paragrafo 6.6.
    Il nebulizzatore non va utilizzato per somministrare broncodilatatori.
    La totalità della pentamidina deve essere nebulizzata e inviata tramite un nebulizzatore dotato di un boccaglio, che il paziente dovrà tenere in bocca per tutta la durata della nebulizzazione, di solito compresa tra 15 e 30 minuti. Il nebulizzatore deve inoltre essere dotato di un filtro per l'aria di uscita al fine di evitare la dispersione del farmaco nell'ambiente durante l'espirazione.
    Posologia
    Adulti: la dose consigliata è di 300 mg una volta ogni 4 settimane.
    Dovendo interrompere la seduta di aerosolizzazione, arrestare il funzionamento dell'apparecchio.
    Per l'uso del nebulizzatore attenersi alle caratteristiche tecniche di funzionamento dell'apparecchio (flusso del gas nel tipo pneumatico, frequenza di vibrazione del quarzo nel tipo ultrasonico).
    La sicurezza e l'efficacia di Pentacarinat per uso aerosolico in pediatria devono essere ancora stabilite.

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Pentacarinat
    Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
    Età pediatrica solo per la soluzione da nebulizzare.
    Gravidanza e allattamento (vedere paragrafo 4.6).

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Pentacarinat
    La pentamidina isetionato va usata con particolare cautela nei pazienti epatopatici e/o nefropatici, con ipertensione o ipotensione, con iperglicemia o ipoglicemia, leucopenia, trombocitopenia o anemia (vedere paragrafo 4.8).
    Sono stati riportati casi gravi, talora fatali, dovuti a grave ipotensione, ipoglicemia, pancreatite acuta e aritmia cardiaca in pazienti trattati con pentamidina isetionato sia per via intramuscolare che endovenosa.
    I valori di pressione arteriosa devono essere determinati al basale e le iniezioni devono essere praticate a paziente in clinostatismo. La pressione arteriosa deve essere controllata attentamente e ad intervalli regolari nel corso della somministrazione, fino al termine del trattamento.
    Pertanto anche i pazienti trattati con pentamidina per via inalatoria devono essere monitorati attentamente per lo sviluppo di gravi reazioni avverse.
    Pentamidina isetionato può causare un prolungamento dell'intervallo QT. Con la somministrazione di pentamidina isetionato sono state riportate, in casi isolati, aritmie cardiache indicative dell'allungamento del QT quali torsioni di punta. Pertanto il farmaco deve essere usato con cautela nei pazienti con condizioni note che aumentano il rischio proaritmico, includendo i pazienti con sindrome del QT lungo, malattia cardiaca (per es. cardiopatie coronariche, insufficienza cardiaca), con storia di aritmie ventricolari, con ipokaliemia e/o ipomagnesiemia non corrette, con bradicardia (<50 bpm) o durante la somministrazione concomitante di pentamidina isetionato con farmaci che allungano l'intervallo QT (vedere anche paragrafo 4.5).
    È necessaria particolare cautela se l'intervallo QTc supera i 500 msec nel corso della somministrazione di pentamidina isetionato, ed in questo caso si deve considerare il monitoraggio cardiaco continuo. Se il QTc dovesse superare i 550 msec si deve prendere in considerazione una terapia alternativa.
    Controlli di laboratorio: i seguenti esami devono essere eseguiti prima, durante e dopo la terapia:
    1. azotemia e creatininemia quotidianamente in corso di terapia;
    2. emocromo e conta piastrinica quotidianamente in corso di terapia;
    3. glicemia a digiuno quotidianamente in corso di terapia e a intervalli regolari dopo il termine del trattamento. Iperglicemia e diabete mellito, con o senza precedente ipoglicemia, sono comparsi anche parecchi mesi dopo la fine del trattamento;
    4. test di funzionalità epatica comprendenti: bilirubina, fosfatasi alcalina, aspartato-amino transferasi (AST/SGOT) e alanina amino transferasi (ALT/SGPT). Se i valori basali sono e permangono nella norma in corso di terapia, effettuare il test settimanalmente. Se i valori basali risultano elevati e/o aumentano in corso di terapia, proseguire il controllo settimanale, a meno che il paziente non sia contemporaneamente in trattamento con altri farmaci epatotossici, nel qual caso effettuare il controllo ogni 3-5 giorni;
    5. calcemia ogni settimana; magnesiemia due volte alla settimana;
    6. analisi delle urine e degli elettroliti sierici quotidianamente in corso di terapia;
    7. elettrocardiogramma a intervalli regolari.
    Inoltre, in seguito a somministrazione di pentamidina isetionato sia nei bambini che negli adulti, sono stati riportati casi di parestesia alle estremità così come casi di ipoestesia facciale e periorale. Questi casi si sono verificati durante o subito dopo la somministrazione e si sono risolti dopo il completamento o l'interruzione della stessa.
    Soluzione da nebulizzare
    Il beneficio della terapia con pentamidina per via inalatoria nei pazienti ad elevato rischio di pneumotorace deve essere valutato considerando le conseguenze cliniche di tale evento.
    I pazienti sottoposti a profilassi con Pentacarinat possono comunque sviluppare episodi acuti di Polmonite da P. carinii (PCP).
    Pertanto pazienti che presentino sintomi di infezione polmonare come dispnea, febbre, tosse ed altri, dovrebbero essere sottoposti ad accurata visita medica ed a idonei test diagnostici per la conferma della possibile PCP in fase acuta o la presenza di altri agenti patogeni opportunisti e non.
    L'uso di Pentacarinat può alterare il quadro clinico e radiografico della PCP presentando un quadro atipico che può far pensare ad una malattia lieve o ad un'infezione focale.
    Prima di iniziare la profilassi con Pentacarinat occorre accertare che i pazienti non siano affetti da PCP. Infatti la dose raccomandata di Pentacarinat per la prevenzione della PCP è insufficiente per il suo trattamento in fase acuta.
    L'inalazione di pentamidina isetionato può provocare tosse e/o broncospasmo, soprattutto nei pazienti asmatici o fumatori. In questo caso è necessario interrompere momentaneamente la aerosolizzazione e somministrare un broncodilatatore spray. Dopo 10 minuti l'inalazione può essere ripresa. È opportuno che in questi pazienti le successive sedute d'aerosolterapia vengano sistematicamente precedute, 10 minuti prima del loro inizio, dalla premedicazione con un broncodilatatore.
    Non è ancora noto se vi siano, e quali possano essere le conseguenze di un accumulo di pentamidina a seguito di una prolungata somministrazione per via topica bronchiale.
    Pertanto occorre usare cautela in pazienti con disfunzioni respiratorie, con tendenza alla broncocostrizione, ipo- o iperglicemia, disfunzioni renali o epatiche, leucopenia, trombocitopenia o anemia.
    Tali pazienti in particolare, ed in genere tutti quelli in trattamento, andranno tenuti sotto stretto controllo medico al fine di rilevare tempestivamente un eventuale peggioramento delle suddette preesistenti patologie o l'insorgenza di altri rilevanti effetti collaterali segnalati a seguito della somministrazione parenterale di pentamidina.
    Infezioni extrapolmonari da Pneumocystis carinii sono state segnalate raramente e quasi sempre riferite a pazienti che avevano una storia di PCP.
    Quando si visitano pazienti che presentano segni e sintomi non spiegabili dovrebbe essere considerata la possibilità di pneumocistosi extrapolmonare.
    Rischi ambientali ed occupazionali: occorre usare cautela per evitare la dispersione di pentamidina nell'ambiente.
    Un'adeguata ventilazione ambientale può aiutare nel ridurre i rischi di sensibilizzazione da parte del personale sanitario.
    Il nebulizzatore dovrebbe essere spento quando la mascherina viene allontanata dal viso durante il trattamento.
    Inoltre è bene aerare abbondantemente l'ambiente di terapia per minimizzare il rischio di trasmissione di altri agenti patogeni respiratori, quali il Mycobacterium tubercolosis ed il Mycobacterium avium-intracellulare, che possono essere emessi da casuali colpi di tosse durante il trattamento.
    La pentamidina isetionato può indurre il prolungamento dell'intervallo QT e sono stati osservati rari casi di prolungamento dell'intervallo QT e di aritmie cardiache comprendenti la torsione di punta. Quindi, la pentamidina isetionato deve essere usata con cautela in pazienti con cardiopatie coronariche, anamnesi di aritmie ventricolari, ipopotassiemia non trattata e/o ipomagnesiemia, bradicardia (frequenza <50 bpm) e durante il trattamento concomitante con farmaci che possono aumentare l'intervallo QT.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Pentacarinat
    Non sono stati effettuati specifici studi di interazione di altri farmaci con Pentacarinat utilizzato in aerosolterapia. La somministrazione contemporanea con ACE-inibitori e beta-bloccanti può aumentare l'incidenza della tosse e della broncocostrizione, soprattutto in soggetti asmatici.
    La pentamidina isetionato deve essere somministrata con cautela in caso di associazione a:
    • farmaci che possono allungare l'intervallo QT quali fenotiazine, antidepressivi triciclici, terfenadina e astemizolo, eritromicina per via endovenosa, alofantrina e antibiotici chinolonici (vedere anche paragrafo 4.4);
    • foscarnet: rischio di ipocalcemia.


    Interazioni riportate su letteratura scientifica internazionale
    Prima di prendere "Pentacarinat" insieme ad altri farmaci come “Almarytm - Compressa”, “Almarytm - Soluzione (uso Interno)”, “Aloperidolo Galenica Senese”, “Aloperidolo Pensa”, “Aloperidolo Salf”, “Amiodar - Compressa”, “Amiodarone Cloridrato Bioindustria L.I.M.”, “Amiodarone EG”, “Amiodarone Hikma”, “Amiodarone Mylan”, “Amiodarone Ratiopharm Italia”, “Amiodarone Sandoz”, “Amiodarone Zentiva”, “Amiodar - Soluzione (uso Interno)”, “Avalox - Compresse Rivestite”, “Avalox - Soluzione (uso Interno)”, “Caprelsa”, “Cordarone - Compressa”, “Cordarone - Soluzione (uso Interno)”, “Corvert”, “Dronedarone Aristo”, “Flecainide Aurobindo”, “Flecainide Doc”, “Flecainide EG”, “Flecainide Sandoz”, “Flecainide Teva”, “Fleiderina”, “Foscavir”, “Frequil”, “Haldol - Compressa, Soluzione”, “Haldol Decanoas”, “Haldol - Soluzione”, “Moxidrop”, “Moxifloxacina Aurobindo”, “Moxifloxacina Krka”, “Moxifloxacina Pensa”, “Moxifloxacina Teva”, “Multaq”, “Oxa”, “Quimox”, “Ritmodan”, “Ritmodan Retard”, “Rytmobeta”, “Serenase”, “Sotalex”, “Sotalolo Hexal”, “Sotalolo Mylan Generics”, “Sotalolo Teva”, “Vigamox”, etc.., chiedi al tuo al tuo medico o farmacista di fiducia di verificare che sia sicuro e non dannoso per la tua salute ...

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Gravidanza
    Non esistono dati sull'innocuità della pentamidina isetionato in gravidanza. È stato segnalato un caso di aborto spontaneo nel primo trimestre di gravidanza in seguito alla somministrazione inalatoria a scopo profilattico. Il farmaco non deve essere somministrato in corso di gravidanza se non in caso di assoluta necessità.
    Allattamento
    L'uso della pentamidina isetionato è controindicato nelle donne che allattano al seno a meno che il medico non lo giudichi di assoluta necessità.
    Fertilità
    Non ci sono dati relativi agli effetti di pentamidina sulla fertilità negli animali o nell'uomo.

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Non sono noti effetti della pentamidina sulla capacità di guidare veicoli o usare macchinari.
    È necessaria cautela a causa del rischio di capogiri.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Pentacarinat
    La frequenza delle reazioni avverse è definita secondo la seguente convenzione:
    molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
    Uso parenterale
    Patologie del sistema emolinfopoietico:
    Comune: leucopenia, trombocitopenia, anemia.
    Disturbi del sistema immunitario:
    Frequenza non nota: reazioni di ipersensibilità, incluse reazioni anafilattiche e shock anafilattico, angioedema
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
    Molto comune: iperazotemia
    Comune: ipoglicemia, iperglicemia, diabete mellito con o senza ipoglicemia precedente fino a diversi mesi dall'interruzione della terapia, iperkaliemia, ipocalcemia, ipomagnesiemia.
    Patologie del sistema nervoso:
    Comune: sincope, capogiri.
    Frequenza non nota: parestesia alle estremità e ipoestesia facciale e periorale sono state segnalate con somministrazione e.v., sia nei bambini che negli adulti. I casi si sono verificati durante o subito dopo l'infusione e.v. e si sono risolti con la fine o con l'interruzione dell'infusione.
    Patologie cardiache:
    Raro: prolungamento dell'intervallo QT, aritmia cardiaca
    Frequenza non nota: torsioni di punta, bradicardia.
    Patologie vascolari:
    Comune: ipotensione, rossore
    Patologie gastrointestinali:
    Comune: nausea e vomito, alterazione del gusto
    Raro: pancreatite
    Patologie epatobiliari:
    Comune: alterazione dei test di funzionalità epatica
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
    Comune: eruzione cutanea
    Frequenza non nota: sindrome di Stevens-Johnson
    Patologie renali e urinarie:
    Molto comune: insufficienza renale acuta, ematuria macroscopica.
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
    Molto comune: reazioni locali con gravità variabile dà fastidio e dolore a indurimento, formazione di ascessi e necrosi muscolare.
    Frequenza non nota: in seguito a somministrazione intramuscolare è stata riportata rabdomiolisi.
    Sono stati osservati anche aumenti della creatininfosfochinasi (CPK) e della lattico deidrogenasi (LDH) sieriche.
    Uso inalatorio
    Disturbi del sistema immunitario:
    Frequenza non nota: reazioni di ipersensibilità, incluse reazioni anafilattiche e shock anafilattico, angioedema
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
    Frequenza non nota: ipoglicemia
    Patologie del sistema nervoso:
    Frequenza non nota: leggera confusione mentale
    Patologie cardiache:
    Raro: prolungamento dell'intervallo QT, aritmia cardiaca
    Frequenza non nota: torsioni di punta, bradicardia
    Patologie vascolari:
    Frequenza non nota: ipotensione
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:
    Comune: reazioni locali di gravità variabile da tosse, respiro corto, dispnea, broncospasmo, particolarmente in pazienti con anamnesi di asma o fumatori, che solitamente possono essere controllate da un pretrattamento con broncodilatatori
    Raro: polmonite eosinofila
    Frequenza non nota: pneumotorace in pazienti con anamnesi di polmonite da Pneumocystis carinii.
    Patologie gastrointestinali:
    Comune: alterazione del gusto, nausea e vomito
    Frequenza non nota: pancreatite acuta.
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
    Frequenza non nota: eruzione cutanea
    Patologie renali e urinarie:
    Frequenza non nota: insufficienza renale.
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
    Frequenza non nota: febbre, riduzione dell'appetito, affaticamento.
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa.

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Pentacarinat
    Il trattamento è sintomatico.
    In seguito a sovradosaggio di pentamidina isetionato sono stati osservati casi di aritmie cardiache comprendenti torsioni di punta.

    Scadenza

    5 anni.
    Soluzione ricostituita: 24 ore se conservata fra +2 e +8°C.

    Conservazione

    Conservare a temperatura non superiore ai 30°C.
    Per le condizioni di conservazione del medicinale ricostituito, vedere paragrafo 6.3.

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


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