Irbesartan E Idroclorotiazide EG

    Ultimo aggiornamento: 21/12/2022

    Cos'è Irbesartan E Idroclorotiazide EG?

    Irbesartan E Idroclorotiazide EG è un farmaco a base del principio attivo Irbesartan + Idroclorotiazide, appartenente alla categoria degli Antagonisti dell'angiotensina II + diuretici e nello specifico Bloccanti del recettore dell'angiotensina II (ARBs) e diuretici. E' commercializzato in Italia dall'azienda EG S.p.A. - Società del Gruppo STADA Arzmeimittel AG.

    Irbesartan E Idroclorotiazide EG può essere prescritto con Ricetta RR - medicinali soggetti a prescrizione medica.


    Confezioni

    Irbesartan e Idroclorotiazide EG 150 mg/12,5 mg 28 compresse rivestite con film
    Irbesartan e Idroclorotiazide EG 300 mg/12,5 mg 28 compresse rivestite con film
    Irbesartan e Idroclorotiazide EG 300 mg/25 mg 28 compresse rivestite con film

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: EG S.p.A. - Società del Gruppo STADA Arzmeimittel AG
    Ricetta: RR - medicinali soggetti a prescrizione medica
    Classe: A
    Principio attivo: Irbesartan + Idroclorotiazide
    Gruppo terapeutico: Antagonisti dell'angiotensina II + diuretici
    ATC: C09DA04 - Irbesartan e diuretici
    Forma farmaceutica: compresse rivestite


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    Indicazioni

    Perché si usa Irbesartan E Idroclorotiazide EG? A cosa serve?
    Trattamento dell'ipertensione essenziale.
    Questa combinazione in dose fissa trova indicazione in pazienti adulti la cui pressione arteriosa non viene adeguatamente controllata con irbesartan o idroclorotiazide quando somministrati da soli (vedere paragrafo 5.1).

    Posologia

    Come usare Irbesartan E Idroclorotiazide EG: Posologia
    Posologia
    Irbesartan + Idroclorotiazide EG può essere assunto una volta al giorno, con o senza cibo.
    Si raccomanda la titolazione dei singoli componenti (vale a dire irbesartan e idroclorotiazide).
    Quando appropriato sotto il profilo clinico si consideri il passaggio diretto dalla monoterapia alla terapia con combinazione a dose fissa.
    • Si somministri IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG 150 mg/12,5 mg in pazienti la cui pressione arteriosa non viene adeguatamente controllata con idroclorotiazide o irbesartan 150 mg quando somministrati da soli;
    • Si somministri IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG 300 mg/12,5 mg in pazienti la cui pressione arteriosa non viene sufficientemente controllata con irbesartan 300 mg o con IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG 150 mg/12,5 mg.
    • Si somministri IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG 300 mg/25 mg in pazienti la cui pressione arteriosa non viene sufficientemente controllata con IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG 300 mg/12,5 mg.
    Non è raccomandata la somministrazione di dosi superiori a 300 mg di irbesartan e a 25 mg di idroclorotiazide una volta al giorno.
    Quando necessario IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG può essere somministrato con altri medicinali antipertensivi (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).
    Popolazioni speciali
    Compromissione renale
    Per la presenza di idroclorotiazide, IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG non è raccomandato in pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min). In questa popolazione i diuretici dell'ansa sono da preferire ai tiazidici.Non sono necessari aggiustamenti posologici in quei pazienti con disfunzione renale la cui clearance della creatinina sia ≥ 30 ml/min (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
    Compromissione epatica
    IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG non è indicato nei soggetti con insufficienza epatica grave.I tiazidici devono essere usati con cautela nei pazienti con disfunzione epatica. Non è necessario alcun aggiustamento del dosaggio di IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG nei pazienti con lieve o moderata disfunzione epatica (vedere paragrafo 4.3).
    Anziani
    Non è necessario alcun aggiustamento posologico di IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG negli anziani.
    Popolazione pediatrica
    Non si raccomanda l'impiego di IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG nei bambini e negli adolescenti perché la sicurezza e l'efficacia non sono state stabilite. Non ci sono dati disponibili.
    Metodo di somministrazione
    Per uso orale

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Irbesartan E Idroclorotiazide EG
    • Ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 o verso altre sostanze derivate della sulfonamide (l'idroclorotiazide è un derivato della sulfonamide).
    • Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
    • Grave insufficienza renale (clearance della creatinina <30 ml/min).
    • Ipopotassiemia refrattaria, ipercalcemia.
    • Insufficienza epatica grave, cirrosi biliare e colestasi.
    • L'uso concomitante di Irbesartan + Idroclorotiazide EG con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR <60 ml/min/1.73 m2) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Irbesartan E Idroclorotiazide EG
    Ipotensione – Pazienti ipovolemici
    In pazienti ipertesi senza altri fattori di rischio per l'ipotensione l'associazione di Irbesartan + Idroclorotiazide è stata raramente associata a ipotensione sintomatica. Questa può manifestarsi nei pazienti ipovolemici o con iposodiemia a causa di un'intensa terapia diuretica, dieta iposodica, diarrea o vomito.In tali casi la condizione di base deve essere corretta prima di iniziare la terapia con IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG.
    Stenosi dell'arteria renale - Ipertensione renovascolare
    Esiste un incremento del rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale in soggetti portatori di stenosi bilaterale dell'arteria renale, o stenosi dell'arteria renale con mono-rene funzionante, e trattati con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina o antagonisti dei recettori dell'angiotensina-II. Sebbene ciò non sia documentato nella terapia con IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG, un effetto simile deve essere previsto.
    Insufficienza renale e trapianto di reni
    Quando IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG viene usato in pazienti con disfunzione renale è raccomandato un controllo periodico dei livelli sierici di potassio, creatinina e acido urico.
    Non ci sono dati clinici relativi alla somministrazione di IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG a pazienti con trapianto renale recente. IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG non deve essere usato in pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina <30 ml/min) (vedere paragrafo 4.3). In pazienti con disfunzione renale si può riscontrare un'azotemia indotta dai tiazidici. Non sono richiesti aggiustamenti del dosaggio nei pazienti con disfunzione renale la cui clearance della creatinina sia ≥30 ml/min. Tuttavia nei pazienti con insufficienza renale lieve-moderata (clearance della creatinina ≥30 ml/min, ma <60 ml/min) l'associazione a dosaggio fisso deve essere somministrata con cautela.
    Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS)
    Esiste l'evidenza che l'uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l'insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
    Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
    Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
    Compromissione epatica
    I tiazidici devono essere usati con prudenza in pazienti con ridotta funzione epatica o malattia epatica progressiva: minime alterazioni del bilancio idro-elettrolitico possono infatti precipitare il coma epatico.Non ci sono esperienze cliniche con irbesartan/idroclorotiazide nei pazienti con insufficienza epatica.
    Stenosi delle valvole aortica e mitrale, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva
    Come con altri vasodilatatori, si richiede cautela nei pazienti affetti da stenosi delle valvole aortica e mitrale oppure da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.
    Iperaldosteronismo primario
    I pazienti affetti da aldosteronismo primario non rispondono in genere a farmaci ipotensivi che agiscono tramite inibizione del sistema renina-angiotensina.
    Per questa ragione l'uso di IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG non è raccomandato.
    Effetti metabolici ed endocrini
    La terapia con diuretici tiazidici può compromettere la tolleranza del glucosio.Un diabete mellito latente può diventare palese durante la terapia con tiazidici. Irbesartan può indurre ipoglicemia, in particolare nei pazienti diabetici. Nei pazienti trattati con insulina o antidiabetici deve essere considerato un appropriato monitoraggio della glicemia; quando indicato, può essere necessario un aggiustamento della dose di insulina o antidiabetici (vedere paragrafo 4.5).
    Aumenti nei livelli di colesterolo e trigliceridi possono essere associati alla terapia diuretica a base di tiazidici; comunque, alla dose di 12,5 mg presente nell'associazione di IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG, nessun effetto o effetti minimi sono stati segnalati.
    In alcuni pazienti in terapia con i tiazidici si possono verificare casi di iperuricemia o crisi di gotta.
    Squilibrio elettrolitico
    Come nel caso di qualsiasi paziente sottoposto a terapia diuretica la determinazione periodica degli elettroliti sierici deve essere effettuata ad intervalli adeguati.
    I tiazidici, incluso l'idroclorotiazide, possono provocare squilibrio idrico o elettrolitico (incluse ipopotassiemia, iponatriemia e alcalosi ipocloremica).I segni premonitori dello squilibrio idrico o elettrolitico sono xerostomia, sete, debolezza, letargia, sonnolenza, irrequietezza, crampi o dolore muscolare, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia e disturbi gastro-intestinali tipo nausea e vomito.
    Sebbene l'ipopotassiemia si possa sviluppare con l'impiego dei diuretici tiazidici, la terapia concomitante con irbesartan può ridurre l'ipopotassiemia indotta dai diuretici.Il rischio di ipopotassiemia è altissimo nei pazienti con cirrosi epatica, in pazienti alle prese con diuresi veloce, in pazienti con assunzione inadeguata di elettroliti per via orale e in pazienti in terapia concomitante con corticosteroidi o ACTH.Di contro, per la presenza di irbesartan in IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG, può manifestarsi iperpotassiemia, specialmente in presenza di disfunzione renale e/o scompenso cardiaco e diabete mellito.
    Si raccomanda un adeguato monitoraggio dei livelli di potassio sierico nei pazienti a rischio.I diuretici risparmiatori di potassio, i supplementi di potassio o i sostituti salini contenenti potassio dovranno essere somministrati con cautela in concomitanza con IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG (vedere paragrafo 4.5).
    Non vi è evidenza che irbesartan riduca o prevenga l'iposodiemia indotta da diuretici.L'ipocloremia che si può verificare è generalmente di lieve entità e non richiede alcun trattamento.
    I tiazidici possono diminuire l'escrezione urinaria di calcio e provocare l'incremento leggero e intermittente di calcio sierico in assenza di patologie note nel metabolismo del calcio.Un'ipercalcemia marcata può essere prova di latente iperparatiroidismo.I tiazidici devono essere sospesi prima di eseguire i test per la funzione paratiroidea.
    I tiazidici hanno dimostrato di aumentare l'escrezione urinaria di magnesio, la quale può portare a ipomagnesiemia.
    Litio
    L'associazione di litio e IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5).
    Test anti-doping
    L'idroclorotiazide contenuta in questo medicinale può portare a un risultato positivo dell'analisi del test anti-doping.
    In generale
    In pazienti in cui il tono vasale e la funzionalità renale dipendono prevalentemente dall'attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone (ad es. pazienti con insufficienza cardiaca congestizia grave o con patologia renale di base, inclusa la stenosi dell'arteria renale), il trattamento con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina o antagonisti dei recettori dell'angiotensina-II, che interessano tale sistema, è stato associato alla comparsa di ipotensione acuta, azotemia, oliguria o raramente insufficienza renale acuta (vedere paragrafo 4.5).Come per qualsiasi antipertensivo, un eccessivo calo della pressione arteriosa in pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cardiovascolare ischemica, può determinare infarto del miocardio o ictus.
    Reazioni di ipersensibilità all'idroclorotiazide si possono manifestare in pazienti con o senza precedente storia di allergie o asma bronchiale; tuttavia, nei primi, tali reazioni sono più probabili.
    La possibilità di esacerbazione o attivazione di un lupus eritematoso sistemico è stata segnalata con l'uso di tiazidici.
    Durante il trattamento con diuretici tiazidici sono stati riportati casi di reazioni di fotosensibilità (vedere paragrafo 4.8). Se si verificano reazioni di fotosensibilità, si raccomanda di sospendere il trattamento.Se si ritiene necessario riprendere la somministrazione del diuretico, si raccomanda di proteggere le parti esposte al sole o ai raggi UVA artificiali.
    Gravidanza
    La terapia con antagonisti del recettore dell'angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza.
    Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antiipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA.Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
    Effusione coroidale, miopia acuta e glaucoma secondario acuto ad angolo chiuso
    I farmaci sulfamidici o derivati da sulfamidici possono causare una reazione idiosincratica che determina effusione coroidale con difetti del campo visivo, miopia transitoria e glaucoma acuto ad angolo chiuso. Dal momento che l'idroclorotiazide è un sulfamidico, finora sono stati segnalati con idroclorotiazide solo casi isolati di glaucoma acuto ad angolo chiuso. I sintomi includono improvvisa riduzione dell'acutezza visiva o dolore oculare e si verificano in genere entro poche ore o settimane dall'inizio della terapia. Il glaucoma acuto ad angolo chiuso non trattato può portare alla perdita permanente della vista. Il trattamento primario è quello di interrompere l'assunzione del farmaco il più rapidamente possibile. Può essere necessario un trattamento medico o chirurgico immediato se la pressione intraoculare rimane incontrollata. I fattori di rischio per lo sviluppo di glaucoma acuto ad angolo chiuso possono includere una storia di allergia alla penicillina o al sulfamidico (vedere paragrafo 4.8).
    Cancro della pelle non melanoma
    In due studi epidemiologici basati sui dati del Registro nazionale dei tumori danese è stato osservato un aumento del rischio di cancro della pelle non-melanoma (NMSC) [carcinoma basocellulare (BCC) e carcinoma a cellule squamose (SCC)] associato all'aumento cumulativo della dose di idroclorotiazide (HCTZ) assunta. L'effetto fotosensibilizzante dell'HCTZ potrebbe rappresentare un possibile meccanismo dell'NMSC.
    I pazienti che assumono HCTZ devono essere informati del rischio di NMSC e consigliati di sottoporre a controllo regolare la cute per verificare la presenza di nuove lesioni e segnalare immediatamente eventuali lesioni cutanee sospette. Al fine di minimizzare il rischio di cancro cutaneo, occorre consigliare ai pazienti l'adozione di possibili misure preventive quali l'esposizione limitata alla luce solare e ai raggi UV e, in caso di esposizione, una protezione adeguata. Eventuali lesioni cutanee sospette devono essere esaminate immediatamente, possibilmente con l'ausilio di esami istologici su biopsie. Può essere inoltre necessario riconsiderare l'utilizzo di HCTZ nei pazienti che hanno manifestato NMSC in precedenza (vedere anche paragrafo 4.8).
    Tossicità respiratoria acuta
    Dopo l'assunzione di idroclorotiazide sono stati segnalati casi severi molto rari di tossicità respiratoria acuta, compresa la sindrome da distress respiratorio acuto (acute distress respiratory syndrome, ARDS). L'edema polmonare si sviluppa generalmente entro pochi minuti od ore dall'assunzione di idroclorotiazide. All'esordio i sintomi comprendono dispnea, febbre, deterioramento polmonare e ipotensione. Se si sospetta la diagnosi di ARDS, IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG deve essere interrotto e deve essere somministrato un trattamento appropriato. Non deve essere somministrato idroclorotiazide a pazienti che in precedenza hanno manifestato ARDS in seguito all'assunzione di idroclorotiazide.
    Eccipienti
    Lattosio:questo medicinale contiene lattosio.I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
    Sodio:questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè essenzialmente ‘senza sodio'.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Irbesartan E Idroclorotiazide EG
    Altri agenti antipertensivi
    L'effetto antipertensivo di IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG può aumentare con l'uso concomitante di altri antipertensivi.Irbesartan ed idroclorotiazide (a dosaggi fino a 300 mg di irbesartan/25 mg di idroclorotiazide) sono stati somministrati con sicurezza con altri antipertensivi, compresi calcio-antagonisti e beta-bloccanti adrenergici. Un trattamento precedente con alte dosi di diuretici può determinare ipovolemia e, se questa non viene corretta prima, può comportare il rischio di ipotensione all'inizio della terapia con irbesartan con o senza diuretici tiazidici (vedere paragrafo 4.4).
    Medicinali contenenti aliskiren o ACE inibitori
    I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l'insufficienza renale acuta) rispetto all'uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).
    Litio
    Sono stati riportati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e tossicità durante la somministrazione concomitante di litio ed inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina.Effetti simili sono stati finora documentati molto raramente con irbesartan.Inoltre la clearance renale del litio viene ridotta dai tiazidici e il rischio di tossicità da litio potrebbe di conseguenza aumentare con IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG.Pertanto la co-somministrazione di IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG e litio non è raccomandata (vedere paragrafo 4.4). Se l'uso di tale combinazione si rivela necessario, i livelli sierici di litio devono essere attentamente monitorati.
    Farmaci che influiscono sui livelli di potassio
    La deplezione di potassio determinata da idroclorotiazide è attenuata dall'effetto di risparmio del potassio indotto da irbesartan. Tuttavia, questo effetto dell'idroclorotiazide sul potassio sierico sarebbe potenziato da altri medicinali che inducono una perdita di potassio e ipopotassiemia (altri potassiuretici, lassativi, amfotericina, carbenoxolone, penicillina G sodica).Di contro, in base all'esperienza con altri medicinali che riducono l'attività del sistema renina-angiotensina, l'uso concomitante dei diuretici risparmiatori di potassio, dei supplementi di potassio, dei sostituti salini che contengono potassio o di altri medicinali in grado di aumentare i livelli sierici di potassio (es. eparina sodica) può causare incrementi della potassiemia. Si raccomanda un controllo adeguato del potassio sierico nei pazienti a rischio (vedere paragrafo 4.4).
    Farmaci influenzati da alterazioni del potassio sierico
    Quando IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG è somministrato in associazione con altri medicinali potenzialmente pericolosi in caso di alterazioni del potassio sierico (es. glicosidi digitalici, antiaritmici), si raccomanda un monitoraggio periodico della potassiemia.
    Farmaci antinfiammatori non steroidei
    Quando gli antagonisti dell'angiotensina II vengono somministrati contemporaneamente a farmaci antinfiammatori non steroidei (p.e. inibitori selettivi della COX-2, acido acetilsalicilico (>3 g/die) e FANS non selettivi) può verificarsi un'attenuazione dell'effetto antiipertensivo.
    Come con gli ACE-inibitori, l'uso concomitante di antagonisti dell'Angiotensina II e FANS può determinare un aumento del rischio di peggioramento della funzione renale, includendo una possibile insufficienza renale acuta, ed un aumento del potassio sierico, soprattutto nei pazienti con precedente scarsa funzionalità renale.L'associazione deve essere somministrata con cautela, soprattutto negli anziani.I pazienti devono essere adeguatamente idratati e la funzione renale deve essere monitorata dopo l'inizio della terapia concomitante ed in seguito periodicamente.
    Repaglinide
    Irbesartan è un potenziale inibitore dell'OATP1B1. In uno studio clinico, è stato riportato che irbesartan ha aumentato la Cmax e l'AUC della repaglinide (substrato di OATP1B1) rispettivamente di 1,8 volte e 1,3 volte, quando somministrato 1 ora prima della repaglinide. In un altro studio, non è stata riportata alcuna interazione farmacocinetica rilevante, quando i due farmaci sono stati somministrati contemporaneamente. Pertanto, può essere necessario un aggiustamento della dose del trattamento antidiabetico come la repaglinide (vedere paragrafo 4.4).
    Ulteriori informazioni sulle interazioni di irbesartan
    Negli studi clinici, la farmacocinetica dell'irbesartan non è stata influenzata dall'idroclorotiazide.Irbesartan è principalmente metabolizzato da CYP2C9 e per una quota minore attraverso la glucuronazione.Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche significative in seguito a somministrazioni concomitanti di irbesartan con warfarin, un medicinale metabolizzato dal CYP2C9.Gli effetti degli induttori CYP2C9, come la rifampicina, sulla farmacocinetica dell'irbesartan non sono stati valutati.La farmacocinetica della digossina non è stata alterata dalla somministrazione concomitante di irbesartan.
    Ulteriori informazioni sulle interazioni di idroclorotiazide
    In caso di somministrazione concomitante i seguenti farmaci possono interagire con i diuretici tiazidici:
    Alcool
    Può verificarsi un potenziamento dell'ipotensione ortostatica.
    Farmaci antidiabetici (agenti orali ed insulina)
    Potrebbe essere necessario adattare il dosaggio del farmaco antidiabetico (vedere paragrafo 4.4).
    Resine di colestiramina e colestipolo
    L'assorbimento dell'idroclorotiazide viene diminuito in presenza di resine a scambio anionico; IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG deve essere preso almeno un'ora prima o dopo quattro ore dalla somministrazione di questi farmaci.
    Corticosteroidi, ACTH
    Intensificata deplezione elettrolitica, in particolare ipopotassiemia.
    Glicosidi digitalici
    L'ipopotassiemia indotta dai tiazidici oppure l'ipomagnesiemia possono favorire l'insorgenza di aritmie cardiache indotte dalla digitale (vedere paragrafo 4.4).
    Farmaci antinfiammatori non steroidei
    La somministrazione di FANS può ridurre gli effetti diuretici, natriuretici e antiipertensivi dei diuretici tiazidici in alcuni pazienti.
    Amine Pressorie (ad es. noradrenalina)
    L'effetto delle amine pressorie può essere diminuito, ma non tanto da precluderne l'uso.
    Miorilassanti muscolo-scheletrici non depolarizzanti (es. tubocurarina)
    L'effetto dei rilassanti muscolo-scheletrici non depolarizzanti può essere potenziato dall'idroclorotiazide.
    Medicinali antigottosi
    Potrà essere necessario un aggiustamento posologico dei medicinali antigottosi visto che l'idroclorotiazide può aumentare i livelli sierici di acido urico. Può essere necessario aumentare il dosaggio di probenecid o sulfinpirazone.La somministrazione contemporanea con diuretici tiazidici può aumentare l'incidenza delle reazioni di ipersensibilità all'allopurinolo.
    Sali di calcio
    È possibile l'aumento dei livelli di calcio in siero a causa della diminuita escrezione quando somministrato contemporaneamente ai diuretici tiazidici.Se è necessario somministrare supplementi di calcio o medicinali risparmiatori di calcio (es. terapia con vitamina D), la calcemia deve essere controllata ed il dosaggio di calcio modificato di conseguenza.
    Carbamazepina
    L'uso concomitante di carbamazepina e idroclorotiazide è stato associato con il rischio di iponatremia sintomatica. Gli elettroliti devono essere monitorati durante l'uso concomitante. Se possibile, deve essere usata un'altra classe di diuretici.
    Altre interazioni
    L'uso contemporaneo di diuretici tiazidici con beta-bloccanti e diazossido può aumentare il rischio di iperglicemia.I farmaci anticolinergici (es. atropina, biperiden), possono aumentare la biodisponibilità dei diuretici di tipo tiazidico attraverso una diminuzione della motilità gastrointestinale e della velocità di svuotamento gastrico.I tiazidici possono aumentare il rischio di reazioni avverse causate dall'amantadina.I tiazidici possono ridurre l'escrezione renale di medicinali citotossici (es. ciclofosfamide, metotressato) e potenziare il loro effetto mielodepressivo.


    Interazioni riportate su letteratura scientifica internazionale
    Prima di prendere "Irbesartan E Idroclorotiazide EG" insieme ad altri farmaci come “Abelcet Complesso Lipidico”, “AmBisome”, “Benzilpenicillina Potassica K24 Pharmaceuticals”, “Fluss 40”, “Fungizone”, “Furosemide Accord”, “Furosemide Aurobindo”, “Furosemide DOC Generici - Compressa”, “Furosemide Fisiopharma”, “Furosemide Galenica Senese”, “Furosemide Hexal”, “Furosemide L.F.M.”, “Furosemide Mylan Generics - Compressa Divisibile”, “Furosemide Mylan Generics - Compressa”, “Furosemide Salf”, “Furosemide Teva”, “Furosemide Teva Generics”, “Lasitone”, “Lasix - Compressa”, “Lasix - Compressa, Soluzione (uso Interno)”, “Lasix Fiale”, “Lasix - Soluzione”, “Sigmacillina”, “Spirofur”, etc.., chiedi al tuo al tuo medico o farmacista di fiducia di verificare che sia sicuro e non dannoso per la tua salute ...

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Gravidanza
    Antagonisti del Recettore dell'Angiotensina II (AIIRA)
    La somministrazione degli AIIRAs non è raccomandata durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). La somministrazione degli AIIRAs è controindicata (vedere paragrafi 4.3 e 4.4) nel secondo e terzo trimestre di gravidanza.
    L'evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell'esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un lieve aumento del rischio.Non sono disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio connesso agli inibitori recettoriali dell'Angiotensina II (AIIRA), tuttavia la possibilità che esistano rischi simili per questa classe di farmaci non può essere esclusa.Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antiipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA.Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.
    È noto che nella donna l'esposizione ad AIIRA durante il secondo e il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia)(vedere paragrafo 5.3).
    Se dovesse verificarsi un'esposizione ad un AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
    I neonati le cui madri hanno assunto AIIRA devono essere attentamente monitorati per ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
    Idroclorotiazide
    L'esperienza sull'uso di idroclorotiazide durante la gravidanza, specialmente durante il primo trimestre, è limitata. Gli studi condotti su animali sono insufficienti.
    L'idroclorotiazide attraversa la placenta. In base al meccanismo di azione farmacologico dell'idroclorotiazide, il suo uso durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza può compromettere la perfusione feto-placentale e causare effetti fetali e neonatali come ittero, disturbo dell'equilibrio elettrolitico e trombocitopenia.
    L'idroclorotiazide non deve essere impiegata per il trattamento di edema gestazionale, ipertensione gestazionale o preeclampsia a causa del rischio di diminuzione del volume plasmatico e di ipoperfusione placentare, senza che vi sia un effetto benefico sul decorso della malattia. L'idroclorotiazide non deve essere utilizzata per il trattamento dell'ipertensione essenziale nelle donne in gravidanza, tranne che in quelle rare situazioni in cui nessun altro trattamento può essere utilizzato.
    Poiché Irbesartan + Idroclorotiazide EG contiene idroclorotiazide, non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza. Si deve passare ad un appropriato trattamento alternativo prima di pianificare una gravidanza.
    Allattamento
    Antagonisti del Recettore dell'Angiotensina II (AIIRA)
    Poiché non sono disponibili dati riguardanti l'uso di IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG durante l'allattamento, IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l'uso durante l'allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati e prematuri.
    Non è noto se irbesartan o i suoi metaboliti siano escreti nel latte umano.
    Dati farmacodinamici/tossicologici disponibili nei ratti hanno mostrato l'escrezione di irbesartan o dei suoi metaboliti nel latte (per dettagli vedere 5.3).
    Idroclorotiazide
    Idroclorotiazide viene escreta nel latte materno in piccole quantità. I diuretici tiazidici ad alte dosi provocano intensa diuresi che può inibire la produzione di latte. L'uso di IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG durante l'allattamento al seno non è raccomandato. Se IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG viene assunto durante l'allattamento, le dosi devono essere mantenute ai livelli più bassi possibili.
    Fertilità
    Irbesartan non ha avuto effetti sulla fertilità dei ratti trattati e sulla loro prole fino a livelli di dose che inducono i primi segni di tossicità parentale (vedere paragrafo 5.3).

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    In base alle sue proprietà farmacodinamiche è improbabile che Irbesartan + Idroclorotiazide EG influenzi la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.In caso di guida di veicoli o uso di macchinari, è da tener presente che, durante il trattamento dell'ipertensione, possono occasionalmente verificarsi vertigini o stanchezza.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Irbesartan E Idroclorotiazide EG
    Associazione Irbesartan/Idroclorotiazide
    Il 29,5% di 898 pazienti ipertesi che hanno ricevuto varie dosi di irbesartan/idroclorotiazide (intervallo: da 37,5 mg/6,25 mg fino a 300 mg/25 mg) nell'ambito di studi controllati verso placebo ha manifestato reazioni avverse. Le reazioni avverse segnalate con maggiore frequenza sono state capogiri (5,6%), affaticamento (4,9%), nausea/vomito (1,8%) e minzione anomala (1,4%). Nell'ambito di alcuni studi clinici sono stati inoltre osservati aumenti di azotemia, (BUN) (2,3%), creatina chinasi (1,7%) e creatinina (1,1%).
    La tabella 1 riporta le reazioni avverse derivanti da segnalazioni spontanee e dagli studi clinici controllati verso placebo.
    La frequenza degli effetti indesiderati riportati di seguito è definita usando la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10); comune (da ≥ 1/100 a < 1/10); non comune (da ≥ 1/1.000 a < 1/100); raro (da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Nell'ambito di ogni gruppo di frequenza gli effetti indesiderati vengono presentati in ordine decrescente di gravità.
    Tabella 1: Reazioni avverse derivanti da segnalazioni spontanee e dagli studi clinici controllati verso placebo.
    Disturbi del sistema immunitario
    Non nota: reazioni di ipersensibilità come: angioedema, eruzione cutanea, orticaria
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
    Non nota: iperpotassiemia
    Patologie del sistema nervoso
    Comune: capogiri
    Non comune: capogiri ortostatici
    Non nota: cefalea
    Patologie dell'orecchio e del labirinto
    Non nota: tinnito
    Patologie cardiache
    Non comune: sincope, ipotensione, tachicardia, edema
    Patologie vascolari
    Non comune: vampate
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Non nota: tosse
    Patologie gastrointestinali
    Comune: nausea/vomito
    Non comune: diarrea
    Non nota: dispepsia, disgeusia
    Patologie epatobiliari
    Non comune: ittero
    Non nota: epatiti, disfunzione epatica
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Non comune: gonfiore alle estremità
    Non nota: artralgia, mialgia
    Patologie renali e urinarie
    Comune: disturbi della minzione
    Non nota: funzione renale compromessa inclusi casi isolati di insufficienza renale in pazienti a rischio (vedere paragrafo 4.4)
    Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
    Non comune: disfunzioni sessuali, alterazioni della libido
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
    Comune: affaticamento
    Esami diagnostici
    Comune: aumento dell'azotemia (BUN), creatinina e creatinchinasi
    Non comune: riduzioni delle concentrazioni sieriche di potassio e sodio.
    Ulteriori informazioni sui singoli componenti: in aggiunta alle reazioni avverse descritte sopra per la combinazione, altre reazioni avverse riportate precedentemente con uno dei componenti possono essere potenziali reazioni avverse con Irbesartan + Idroclorotiazide EG. Nelle Tabelle 2 e 3 che seguono, sono elencate le reazioni avverse riportate con i singoli componenti di IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG.
    Tabella 2. Reazioni avverse riportate con l'uso di irbesartan in monoterapia
    Patologie del sistema emolinfopoietico
    Non nota: anemia, trombocitopenia
    Disturbi del sistema immunitario
    Non nota: reazione anafilattica incluso shock anafilattico
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
    Non nota: ipoglicemia
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
    Non comune: dolore al torace
    Tabella 3. Reazioni avverse (indipendentemente dalla relazione con il medicinale) riportate con l'uso di idroclorotiazide in monoterapia
    Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi)
    Non nota: cancro cutaneo non melanoma (carcinoma basocellulare e carcinoma a cellule squamose)
    Patologie del sistema emolinfopoietico
    Non nota: anemia aplastica, depressione del midollo osseo, neutropenia/agranulocitosi, anemia emolitica, leucopenia, trombocitopenia
    Disturbi psichiatrici
    Non nota: depressione, disturbi del sonno
    Patologie del sistema nervoso
    Non nota: vertigini, parestesia, senso di testa leggera, sindrome delle gambe senza riposo
    Patologie dell'occhio
    Non nota: transitorio offuscamento della visione, xantopsia, miopia acuta e glaucoma acuto secondario ad angolo chiuso, effusione coroidale,
    Patologie cardiache
    Non nota: aritmie cardiache
    Patologie vascolari
    Non nota: ipotensione posturale
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Molto raro: sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) (vedere paragrafo 4.4)
    Non nota: distress respiratorio (tra cui polmonite ed edema polmonare)
    Patologie gastrointestinali
    Non nota: pancreatite, anoressia, diarrea, stipsi, irritazione gastrica, scialoadenite, perdita dell'appetito
    Patologie epatobiliari
    Non nota: ittero (ittero colestatico intraepatico)
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Non nota: reazioni anafilattiche, necrolisi epidermica tossica, angioite necrotizzante (vasculiti, vasculiti cutanee), reazioni cutanee simil-lupus eritematoso, riattivazione del lupus eritematoso cutaneo, reazioni di fotosensibilità, rash, orticaria.
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Non nota: debolezza, spasmo muscolare
    Patologie renali e urinarie
    Non nota: nefrite interstiziale, disfunzione renale
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
    Non nota: febbre
    Esami diagnostici
    Non nota: squilibrio elettrolitico (comprese iponatriemia e ipopotassiemia, vedere paragrafo 4.4), iperuricemia, glicosuria, iperglicemia, aumento di colesterolo e trigliceridi
    Gli eventi avversi dose-dipendenti dell'idroclorotiazide (soprattutto disordini elettrolitici) possono aumentare con l'incremento graduale del suo dosaggio.
    Descrizione di reazioni avverse selezionate
    Cancro cutaneo non melanoma
    Sulla base dei dati disponibili provenienti da studi epidemiologici, è stata osservata un'associazione tra HCTZ e NMSC, correlata alla dose cumulativa assunta (vedere anche i paragrafi 4.4. e 5.1).
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Irbesartan E Idroclorotiazide EG
    Trattamento
    Non sono disponibili informazioni specifiche per il trattamento del sovradosaggio da Irbesartan + Idroclorotiazide EG.Il paziente deve essere strettamente controllato e il trattamento deve essere sintomatico e di supporto.Il trattamento dipenderà dal tempo trascorso dall'ingestione e dalla gravità dei sintomi.Le misure suggerite consistono in induzione del vomito e/o lavanda gastrica.Nel trattamento del sovradosaggio può essere utilizzato il carbone attivo.Gli elettroliti sierici e la creatinina devono essere monitorati frequentemente.Se si verifica ipotensione il paziente deve essere steso in posizione supina e velocemente gli devono essere somministrati sostituti idro-salini.
    Sintomi
    Le più probabili manifestazioni del sovradosaggio di irbesartan sono ritenute essere l'ipotensione e la tachicardia; potrebbe verificarsi anche bradicardia.
    Il sovradosaggio da idroclorotiazide è associato a deplezione elettrolitica (ipopotassiemia, ipocloremia, iposodiemia) e disidratazione conseguente a diuresi eccessiva. I principali segni e sintomi da sovradosaggio sono nausea e sonnolenza. L'ipopotassiemia può determinare spasmi muscolari e/o accentuare aritmie cardiache associate all'uso concomitante di glicosidi digitalici o di alcuni medicinali anti-aritmici.
    Irbesartan non viene rimosso per emodialisi.Non è stato stabilito quanto idroclorotiazide venga rimosso tramite emodialisi.

    Scadenza

    5 anni

    Conservazione

    Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.

    Farmaci Equivalenti


    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


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