Minjuvi

    Ultimo aggiornamento: 22/04/2024

    Cos'è Minjuvi?

    Minjuvi è un farmaco a base del principio attivo Tafasitamab, appartenente alla categoria degli Antineoplastici, anticorpi monoclonali e nello specifico Altri anticorpi monoclonali e coniugati anticorpo farmaco. E' commercializzato in Italia dall'azienda Incyte Biosciences Italy S.r.l..

    Minjuvi può essere prescritto con Ricetta OSP - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, utilizzabili esclusivamente in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile.


    Confezioni

    Minjuvi 200 mg polvere per concentrato per soluzione per inf. 1 flac.

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: Incyte Biosciences Distribution B.V.
    Concessionario: Incyte Biosciences Italy S.r.l.
    Ricetta: OSP - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, utilizzabili esclusivamente in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile
    Classe: H
    Principio attivo: Tafasitamab
    Gruppo terapeutico: Antineoplastici, anticorpi monoclonali
    ATC: L01FX12 - Tafasitamab
    Forma farmaceutica: polvere iniettabile


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    Indicazioni

    Perché si usa Minjuvi? A cosa serve?
    MINJUVI è indicato in associazione a lenalidomide, seguito da MINJUVI in monoterapia, per il trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (Diffuse Large B-Cell Lymphoma, DLBCL) recidivato o refrattario e non idonei a trapianto autologo di cellule staminali (Autologous Stem Cell Transplant, ASCT).

    Posologia

    Come usare Minjuvi: Posologia
    MINJUVI deve essere somministrato da un operatore sanitario esperto nel trattamento di pazienti oncologici.
    Premedicazione raccomandata
    Per ridurre il rischio di reazioni correlate all'infusione, deve essere somministrata una premedicazione da 30 minuti a 2 ore prima dell'infusione di Tafasitamab. Per i pazienti che non manifestano reazioni correlate all'infusione durante le prime 3 infusioni, la premedicazione per le infusioni successive è facoltativa.
    La premedicazione può includere antipiretici (ad es. paracetamolo), bloccanti dei recettori H1 dell'istamina (ad es. difenidramina), bloccanti del recettore H2 dell'istamina (ad es. cimetidina) o glucocorticosteroidi (ad es. metilprednisolone).
    Trattamento delle reazioni correlate all'infusione
    Se si verifica una reazione correlata all'infusione (Grado 2 o superiore), l'infusione deve essere interrotta. Deve inoltre essere avviato un trattamento medico adeguato dei sintomi. Dopo la risoluzione o la riduzione al Grado 1 dei segni e dei sintomi, l'infusione di MINJUVI può essere ripresa a una velocità di infusione ridotta (vedere Tabella 1).
    Se un paziente ha manifestato una reazione correlata all'infusione di Grado da 1 a 3, la premedicazione deve essere somministrata prima delle successive infusioni di tafasitamab.
    Posologia
    La dose raccomandata di MINJUVI è di 12 mg per kg di peso corporeo somministrata come infusione endovenosa secondo lo schema seguente:
    • Ciclo 1: infusione il giorno 1, 4, 8, 15 e 22 del ciclo
    • Cicli 2 e 3: infusione il giorno 1, 8, 15 e 22 di ciascun ciclo
    • Ciclo 4 fino a progressione della malattia: infusione il giorno 1 e 15 di ciascun ciclo.
    Ogni ciclo dura 28 giorni.
    Inoltre, i pazienti dovranno autosomministrarsi le capsule di lenalidomide alla dose iniziale raccomandata di 25 mg al giorno nei giorni da 1 a 21 di ciascun ciclo. La dose iniziale e il successivo dosaggio potrebbero essere adattati in base al Riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP) di lenalidomide.
    Minjuvi in associazione a lenalidomide viene somministrato per un massimo di dodici cicli.
    Il trattamento con lenalidomide deve essere interrotto dopo un massimo di dodici cicli di terapia di associazione. I pazienti devono continuare a ricevere le infusioni di Minjuvi in monoterapia al giorno 1 e 15 di ogni ciclo da 28 giorni, fino a progressione della malattia o tossicità inaccettabile.
    Modifiche della dose
    La Tabella 1 riporta le modifiche della dose in caso di reazioni avverse. Per le modifiche della dose in merito a lenalidomide, si prega di fare riferimento anche all'RCP di lenalidomide.
    Tabella 1. Modifiche della dose in caso di reazioni avverse
    Reazione avversa
    Severità
    Modifica della dose
    Reazioni correlate all'infusione
    Grado 2 (moderato)
    · Interrompere immediatamente l'infusione di MINJUVI e gestire segni e sintomi.
    · Una volta che i segni e i sintomi si risolvono o si riducono al Grado 1, riprendere l'infusione di MINJUVI a non più del 50% della velocità alla quale si è verificata la reazione. Se il paziente non manifesta ulteriori reazioni entro 1 ora e i segni vitali sono stabili, la velocità di infusione può essere aumentata ogni 30 minuti e, se tollerata, fino alla velocità alla quale si è verificata la reazione.
    Grado 3 (severo)
     
    · Interrompere immediatamente l'infusione di MINJUVI e gestire segni e sintomi.
    · Una volta che i segni e i sintomi si risolvono o si riducono al Grado 1, riprendere l'infusione di MINJUVI a non più del 25% della velocità alla quale si è verificata la reazione. Se il paziente non manifesta ulteriori reazioni entro 1 ora e i segni vitali sono stabili, la velocità di infusione può essere aumentata ogni 30 minuti e, se tollerata, fino a un massimo del 50% della velocità alla quale si è verificata la reazione.
    · Se dopo la ripresa la reazione si ripresenta, interrompere immediatamente l'infusione.
    Grado 4 (potenzialmente letale)
    · Interrompere immediatamente l'infusione e interrompere definitivamente il trattamento con MINJUVI.
    Mielosoppressione
    Conta piastrinica inferiore a 50.000/µL
    · Sospendere MINJUVI e lenalidomide e monitorare l'emocromo completo con frequenza settimanale finché la conta piastrinica raggiunge un valore pari a 50.000/µL o superiore.
    · Riprendere MINJUVI alla stessa dose e lenalidomide a una dose ridotta se le piastrine tornano a valori ≥ 50.000/µL. Fare riferimento all'RCP di lenalidomide per le modifiche della posologia.
    Conta dei neutrofili inferiore a 1.000/µL per almeno 7 giorni
    oppure
    Conta dei neutrofili inferiore a 1.000/µL con un aumento della temperatura corporea fino a 38 °C o superiore
    oppure
    Conta dei neutrofili inferiore a 500/µL
    · Sospendere MINJUVI e lenalidomide e monitorare l'emocromo completo con frequenza settimanale finché la conta dei neutrofili raggiunge un valore pari a 1000/µL o superiore.
    · Riprendere MINJUVI alla stessa dose e lenalidomide a una dose ridotta se i neutrofili tornano a ≥ 1000/µL. Fare riferimento all'RCP di lenalidomide per le modifiche della posologia.
    Popolazioni speciali
    Popolazione pediatrica
    La sicurezza e l'efficacia di MINJUVI nei bambini al di sotto dei 18 anni non sono state stabilite.
    Non ci sono dati disponibili.
    Anziani
    Non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti anziani (≥ 65 anni).
    Compromissione renale
    Non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti con compromissione renale lieve o moderata (vedere paragrafo 5.2). Non sono disponibili dati su pazienti con compromissione renale severa per formulare raccomandazioni posologiche.
    Compromissione epatica
    Non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti con compromissione epatica lieve (vedere paragrafo 5.2). Non sono disponibili dati su pazienti con compromissione epatica moderata o severa per formulare raccomandazioni posologiche.
    Modo di somministrazione
    MINJUVI è per uso endovenoso dopo ricostituzione e diluizione.
    • Per la prima infusione del ciclo 1, la velocità dell'infusione endovenosa deve essere di 70 mL/ora per i primi 30 minuti. Successivamente la velocità deve essere aumentata per completare la prima infusione entro un periodo di 2,5 ore.
    • Tutte le infusioni successive devono essere somministrate entro un periodo da 1,5 a 2 ore.
    • In caso di reazioni avverse, fare riferimento alle modifiche della dose raccomandata riportate nella Tabella 1.
    • Minjuvi non deve essere somministrato in concomitanza con altri medicinali attraverso la stessa linea di infusione.
    • Minjuvi non deve essere somministrato per via endovenosa rapida o somministrazione in bolo.
    Per le istruzioni sulla ricostituzione e la diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Minjuvi
    Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Minjuvi
    Tracciabilità
    Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.
    Reazioni correlate all'infusione
    Possono verificarsi reazioni correlate all'infusione, che sono state segnalate più frequentemente durante la prima infusione (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati attentamente per tutta la durata dell'infusione. Ai pazienti deve essere raccomandato di contattare gli operatori sanitari se manifestano segni e sintomi di reazioni correlate all'infusione, tra cui febbre, brividi, eruzione cutanea o problemi respiratori entro 24 ore dell'infusione. Ai pazienti deve essere somministrata una premedicazione prima di iniziare l'infusione di Tafasitamab. In base alla severità della reazione correlata all'infusione, l'infusione di tafasitamab deve essere interrotta o sospesa e deve essere avviata una gestione medica appropriata (vedere paragrafo 4.2).
    Mielosoppressione
    Il trattamento con tafasitamab può causare mielosoppressione grave e/o severa, tra cui neutropenia, trombocitopenia e anemia (vedere paragrafo 4.8). Deve essere monitorato l'emocromo completo durante tutto il trattamento e prima della somministrazione di ogni ciclo di trattamento. Sulla base della severità della reazione avversa, l'infusione di tafasitamab deve essere sospesa (vedere Tabella 1). Fare riferimento all'RCP di lenalidomide per le modifiche della posologia.
    Neutropenia
    Durante il trattamento con tafasitamab è stata segnalata neutropenia, inclusa neutropenia febbrile. Deve essere considerata la somministrazione di fattori di stimolazione delle colonie di granulociti (Granulocyte Colony-Stimulating Factors, G-CSF), in particolare nei pazienti con neutropenia di Grado 3 o 4. Eventuali segni o sintomi d'infezione devono essere previsti, valutati e trattati.
    Trombocitopenia
    È stata segnalata trombocitopenia durante il trattamento con tafasitamab. Deve essere presa in considerazione la sospensione di medicinali concomitanti che possono aumentare il rischio di emorragia (ad es. inibitori piastrinici, anticoagulanti). Ai pazienti deve essere comunicato di riferire immediatamente segni o sintomi di lividi o emorragie.
    Infezioni
    Durante il trattamento con tafasitamab nei pazienti si sono verificate infezioni fatali e gravi, tra cui infezioni opportunistiche. Tafasitamab deve essere somministrato a pazienti con infezione attiva solo se l'infezione viene trattata in modo appropriato ed è ben controllata. I pazienti con un'anamnesi di infezioni ricorrenti o croniche possono essere a maggior rischio di infezione e devono essere monitorati in modo appropriato.
    Ai pazienti deve essere comunicato di contattare gli operatori sanitari se si sviluppa febbre o altra evidenza di potenziale infezione come brividi, tosse o dolore durante la minzione.
    Leucoencefalopatia multifocale progressiva
    Durante la terapia di associazione con tafasitamab è stata segnalata leucoencefalopatia multifocale progressiva (Progressive multifocal leukoencephalopathy PML). I pazienti devono essere monitorati per sintomi o segni neurologici di nuova insorgenza o in peggioramento, che possono essere indicativi di PML. La PML presenta sintomi aspecifici che possono variare in base all'area cerebrale interessata. Questi includono alterazione dello stato mentale, amnesia, compromissione dell'eloquio, deficit motori (emiparesi o monoparesi), atassia degli arti, atassia dell'andatura e sintomi della vista come emianopsia e diplopia. Se si sospetta un caso di PML, è necessario sospendere immediatamente l'ulteriore somministrazione di tafasitamab. Deve essere considerata l'opportunità di un consulto neurologico. La risonanza magnetica, l'esame del liquor per la presenza di DNA di virus JC ed esami neurologici ripetuti possono essere compresi tra le misure diagnostiche adeguate. Se si conferma la PML, la terapia con tafasitamab deve essere definitivamente interrotta.
    Sindrome da lisi tumorale
    I pazienti con elevato carico tumorale e tumore a rapida proliferazione potrebbero essere a maggior rischio di sindrome da lisi tumorale. Nei pazienti con DLBCL è stata osservata sindrome da lisi tumorale durante il trattamento con tafasitamab. Le misure/profilassi appropriate in conformità alle linee guida locali devono essere applicate prima del trattamento con tafasitamab. I pazienti devono essere attentamente monitorati per sindrome da lisi tumorale durante il trattamento con tafasitamab.
    Vaccinazioni
    La sicurezza dell'immunizzazione con vaccini vivi dopo terapia con tafasitamab non è stata studiata e la vaccinazione con vaccini vivi non è raccomandata in concomitanza con la terapia a base di tafasitamab.
    Eccipiente
    Questo medicinale contiene 37,0 mg di sodio per 5 flaconcini (dose di un paziente di 83 kg), equivalente all'1,85% dell'assunzione massima giornaliera raccomandata dall'OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Minjuvi
    Non sono stati effettuati studi d'interazione.


    Interazioni riportate su letteratura scientifica internazionale
    Prima di prendere "Minjuvi" insieme ad altri farmaci come “BCG-Medac”, “Fluenz Tetra”, “M-M-Rvaxpro”, “Oncotice”, “Priorix Tetra”, “Priorix”, “Proquad”, “Qdenga”, “Rotarix”, “Rotateq”, “Stamaril”, “Varilrix”, “Varivax”, “Vaxchora”, “Zostavax”, etc.., chiedi al tuo al tuo medico o farmacista di fiducia di verificare che sia sicuro e non dannoso per la tua salute ...

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Il trattamento con Tafasitamab in associazione a lenalidomide non deve essere avviato in pazienti di sesso femminile a meno che non sia stata esclusa la gravidanza. Fare riferimento anche all'RCP di lenalidomide.
    Donne in età fertile/Contraccezione femminile
    Alle donne in età fertile deve essere raccomandato di utilizzare misure contraccettive efficaci durante il trattamento e per almeno 3 mesi dopo la fine del trattamento con tafasitamab.
    Gravidanza
    Non sono stati condotti studi di tossicità riproduttiva e dello sviluppo con tafasitamab.
    I dati relativi all'uso di tafasitamab in donne in gravidanza non esistono. È tuttavia noto che le IgG attraversano la placenta e tafasitamab può causare deplezione dei linfociti B del feto in base alle proprietà farmacologiche (vedere paragrafo 5.1). In caso di esposizione durante la gravidanza, i neonati devono essere monitorati per deplezione dei linfociti B e le vaccinazioni con vaccini contenenti virus vivi devono essere rimandate fino a quando la conta dei linfociti B del lattante non sia tornata nella norma (vedere paragrafo 4.4).
    Tafasitamab non è raccomandato durante la gravidanza e in donne in età fertile che non usano misure contraccettive.
    Lenalidomide può causare danni embrio-fetali ed è controindicato per l'uso in gravidanza e in donne in età fertile, a meno che non siano soddisfatte tutte le condizioni del programma di prevenzione della gravidanza di lenalidomide.
    Allattamento
    Non è noto se tafasitamab sia escreto nel latte materno. Tuttavia è noto che le IgG sono escrete nel latte umano. Non vi sono dati sull'uso di tafasitamab in donne che allattano al seno, e il rischio per il bambino allattato al seno non può essere escluso. Le donne devono essere avvisate di non allattare durante il trattamento e per almeno 3 mesi dopo l'ultima dose di tafasitamab.
    Fertilità
    Non sono stati effettuati studi specifici per valutare gli effetti di tafasitamab sulla fertilità. In uno studio di tossicità a dosi ripetute sugli animali non è stato osservato alcun effetto avverso sugli organi riproduttivi maschili e femminili (vedere paragrafo 5.3).

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    MINJUVI non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. Tuttavia, nei pazienti che assumono Tafasitamab è stata segnalata stanchezza e ciò deve essere tenuto in considerazione quando si guida o si usano macchinari.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Minjuvi
    Riassunto del profilo di sicurezza
    Le reazioni avverse più comuni sono: infezioni (73%), neutropenia (51%), astenia (40%), anemia (36%), diarrea (36%), trombocitopenia (31%), tosse (26%), edema periferico (24%), piressia (24%), appetito ridotto (22%).
    Le reazioni avverse gravi più comuni sono state: infezione (26%), tra cui infezione polmonare (7%), e neutropenia febbrile (6%).
    L'interruzione permanente di Tafasitamab a causa di una reazione avversa si è verificata nel 15% dei pazienti. Le reazioni avverse più comuni che hanno portato all'interruzione permanente di tafasitamab sono state infezioni ed infestazioni (5%), patologie del sistema nervoso (2,5%) e patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche (2,5%).
    La frequenza di modifica della dose o interruzione dovuta a reazioni avverse è stata del 65%. Le reazioni avverse più comuni che hanno portato a interrompere il trattamento con tafasitamab sono state le patologie del sistema emolinfopoietico (41%).
    Tabella delle reazioni avverse
    Le reazioni avverse segnalate negli studi clinici sono elencate in base alla classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA e in base alla frequenza. La frequenza delle reazioni avverse si basa sullo studio registrativo di fase 2 MOR208C203 (L-MIND) con 81 pazienti. I pazienti sono stati esposti a tafasitamab per un tempo mediano di 7,7 mesi. La frequenza delle reazioni avverse derivante dagli studi clinici si basa sulla frequenza degli eventi avversi dovuti a qualsiasi causa (cioè la percentuale di eventi dovuti ad una reazione avversa che può avere altre cause rispetto al medicinale in oggetto come la malattia, altri medicinali o cause non correlate).
    Le frequenze sono definite come segue: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All'interno di ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine di gravità decrescente.
    Tabella 2. Reazioni avverse in pazienti con DLBCL recidivato o refrattario che hanno ricevuto tafasitamab nello studio clinico MOR208C203 (L-MIND)
    Classificazione per sistemi e organi
    Frequenza
    Reazioni avverse
    Infezioni ed infestazioni
    Molto comune
    Infezioni batteriche, virali e fungine+, comprese infezioni opportunistiche con esiti fatali (ad es. aspergillosi broncopolmonare, bronchite, infezione polmonare e infezioni delle vie urinarie)
    Comune
    Sepsi (inclusa sepsi neutropenica)
    Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi)
    Comune
    Carcinoma basocellulare
    Patologie del sistema emolinfopoietico
    Molto comune
    Neutropenia febbrile+, neutropenia+, trombocitopenia+, anemia, leucopenia+
    Comune
    Linfopenia
    Disturbi del sistema immunitario
    Comune
    Ipogammaglobulinemia
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
    Molto comune
    Ipokaliemia, appetito ridotto
    Comune
    Ipocalcemia, ipomagnesiemia
    Patologie del sistema nervoso
    Comune
    Cefalea, parestesia, disgeusia
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Molto comune
    Dispnea, tosse
    Comune
    Esacerbazione della malattia polmonare ostruttiva cronica, congestione nasale
    Patologie gastrointestinali
    Molto comune
    Diarrea, stipsi, vomito, nausea, dolore addominale
    Patologie epatobiliari
    Comune
    Iperbilirubinemia, transaminasi aumentate (incluse ALT e/o AST aumentate), gamma-glutamiltransferasi aumentata
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Molto comune
    Eruzione cutanea (include diversi tipi di eruzione cutanea, ad es. eruzione cutanea, eruzione cutanea maculopapulare, eruzione cutanea pruriginosa, esantema eritematoso)
    Comune
    Prurito, alopecia, eritema, iperidrosi
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Molto comune
    Dolore dorsale, spasmi muscolari
    Comune
    Artralgia, dolore a un arto, dolore muscoloscheletrico
    Patologie renali e urinarie
    Comune
    Creatinina ematica aumentata
    Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione
    Molto comune
    Astenia++, edema periferico, piressia
    Comune
    Infiammazione della mucosa
    Esami diagnostici
    Comune
    Peso diminuito, proteina C-reattiva aumentata
    Traumatismi, intossicazioni e complicazioni da procedura
    Comune
    Reazione correlata all'infusione
    + Ulteriori informazioni su tale reazione avversa sono riportate nel testo di seguito.
    ++ Nell'astenia sono inclusi i termini di astenia, stanchezza e malessere.
    Rispetto alle incidenze per la terapia di associazione con lenalidomide, l'incidenza di reazioni avverse non ematologiche per tafasitamab in monoterapia diminuiva almeno del 10% relativamente ad appetito ridotto, astenia, ipokaliemia, stipsi, nausea, spasmi muscolari, dispnea e proteina C-reattiva aumentata.
    Descrizione di reazioni avverse selezionate
    Mielosoppressione
    Il trattamento con tafasitamab può causare mielosoppressione grave o severa incluse neutropenia, trombocitopenia e anemia (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
    Nello studio L-MIND la mielosoppressione (ad es. neutropenia, neutropenia febbrile, trombocitopenia, leucopenia, linfopenia o anemia) si è verificata nel 65,4% dei pazienti trattati con tafasitamab. La mielosoppressione è stata gestita tramite riduzione o interruzione di lenalidomide, interruzione di tafasitamab e/o somministrazione di G-CSF (vedere paragrafi 4.2 e 4.4). La mielosoppressione ha portato a interruzione di tafasitamab nel 41% e a sospensione di tafasitamab nel 1,2% dei casi.
    Neutropenia/neutropenia febbrile
    L'incidenza di neutropenia è stata del 51%. L'incidenza di neutropenia di Grado 3 o 4 è stata del 49% e di neutropenia febbrile di Grado 3 o 4 è stata del 12%. La durata mediana della neutropenia di qualsiasi grado è stata di 8 giorni (intervallo: 1-222 giorni); il tempo mediano di insorgenza del primo episodio di neutropenia è stato di 49 giorni (intervallo: 1-994 giorni).
    Trombocitopenia
    L'incidenza di trombocitopenia è stata del 31%. L'incidenza di trombocitopenia di Grado 3 o 4 è stata del 17%. La durata mediana della trombocitopenia di qualsiasi grado è stata di 11 giorni (intervallo: 1-470 giorni); il tempo mediano di insorgenza del primo episodio di trombocitopenia è stato di 71 giorni (intervallo: 1-358 giorni).
    Anemia
    L'incidenza di anemia è stata del 36%. L'incidenza di anemia di Grado 3 o 4 è stata del 7%. La durata mediana dell'anemia di qualsiasi grado è stata di 15 giorni (intervallo: 1-535 giorni); il tempo mediano di insorgenza del primo episodio di anemia è stato di 49 giorni (intervallo: 1-1129 giorni).
    Quando i pazienti nello studio L-MIND sono passati da tafasitamab e lenalidomide nella fase di terapia di associazione al solo tafasitamab nella fase di somministrazione in monoterapia, le incidenze di eventi ematologici sono diminuite almeno del 20% per neutropenia, trombocitopenia e anemia; nessuna incidenza di neutropenia febbrile è stata segnalata con tafasitamab in monoterapia (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
    Infezioni
    Nello studio L-MIND si sono verificate infezioni nel 73% dei pazienti. L'incidenza delle infezioni di Grado 3 o 4 è stata del 28%. Le infezioni di Grado 3 o superiore più frequentemente segnalate sono state infezione polmonare (7%), infezioni delle vie respiratorie (4,9%), infezioni delle vie urinarie (4,9%) e sepsi (4,9%). L'infezione è stata fatale in < 1% dei pazienti (infezione polmonare) nei 30 giorni successivi all'ultimo trattamento.
    Il tempo mediano di insorgenza del primo episodio di infezione di Grado 3 o 4 è stato di 62,5 giorni (4-1014 giorni). La durata mediana dell'infezione di qualsiasi grado è stata di 11 giorni (1-392 giorni).
    Le raccomandazioni per la gestione delle infezioni sono riportate nel paragrafo 4.4.
    Le infezioni hanno portato all'interruzione di tafasitamab nel 27% e a sospensione di tafasitamab nel 4,9% dei casi.
    Reazioni correlate all'infusione
    Nello studio L-MIND si sono verificate reazioni correlate all'infusione nel 6% dei pazienti. Tutte le reazioni correlate all'infusione erano di Grado 1 e si sono risolte durante il giorno di insorgenza. L'ottanta percento di queste reazioni si è verificato durante il ciclo 1 o 2. I sintomi includevano brividi, rossore, dispnea e ipertensione (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
    Immunogenicità
    In 245 pazienti trattati con tafasitamab, non si è evidenziata l'insorgenza o il potenziamento di anticorpi anti-tafasitamab. Anticorpi anti-tafasitamab preesistenti sono stati rilevati in 17 pazienti su 245 (6,9%), senza alcun impatto su farmacocinetica, efficacia o sicurezza di tafasitamab.
    Popolazioni speciali
    Anziani
    Su 81 pazienti trattati nello studio L-MIND, 56 (69%) pazienti avevano un'età > 65 anni. I pazienti > 65 anni di età hanno avuto un'incidenza numericamente più alta di eventi avversi gravi emergenti dal trattamento (Treatment Emergent Adverse Events, TEAE) (55%) rispetto ai pazienti di età ≤ 65 anni (44%).
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo:

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Minjuvi
    In caso di sovradosaggio, i pazienti devono essere attentamente osservati per l'eventuale comparsa di segni o sintomi di reazioni avverse e devono essere somministrate terapie di supporto come appropriato.

    Scadenza

    Flaconcino non aperto
    4 anni
    Soluzione ricostituita (prima della diluizione)
    La stabilità chimica e fisica durante l'utilizzo è stata dimostrata fino a 24 ore a una temperatura compresa tra 2 °C e 25 °C.
    Dal punto di vista microbiologico, la soluzione ricostituita deve essere utilizzata immediatamente, salvo che il metodo di ricostituzione precluda il rischio di contaminazione microbica. Nel caso in cui non venga utilizzato immediatamente, i tempi e le condizioni di conservazione sono responsabilità dell'utilizzatore. Non congelare o agitare.
    Soluzione diluita (per infusione)
    La stabilità chimica e fisica durante l'utilizzo è stata dimostrata per un massimo di 36 ore a una temperatura compresa tra 2 °C e 8 °C seguite da un massimo di 24 ore a 25 °C.
    Da un punto di vista microbiologico, la soluzione diluita deve essere utilizzata immediatamente. Nel caso in cui non venga utilizzato immediatamente, i tempi e le condizioni di conservazione del prodotto prima del suo utilizzo sono responsabilità dell'utilizzatore e normalmente non dovrebbero superare le 24 ore a temperature comprese tra 2 °C e 8 °C, a meno che la diluizione non sia stata effettuata in condizioni asettiche controllate e convalidate. Non congelare o agitare.

    Conservazione

    Conservare in frigorifero (2 °C – 8 °C).
    Tenere il flaconcino nell'imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
    Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione e la diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


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