Perindopril Krka - Compressa

    Ultimo aggiornamento: 16/10/2023

    Cos'è Perindopril Krka - Compressa?

    Perindopril Krka - Compressa è un farmaco a base del principio attivo Perindopril Tert-butilammina, appartenente alla categoria degli ACE inibitori e nello specifico ACE-inibitori, non associati. E' commercializzato in Italia dall'azienda KRKA Farmaceutici Milano S.r.l..

    Perindopril Krka - Compressa può essere prescritto con Ricetta RR - medicinali soggetti a prescrizione medica.


    Confezioni

    Perindopril Krka 4 mg 30 compresse

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: Krka d.d. Novo Mesto
    Concessionario: KRKA Farmaceutici Milano S.r.l.
    Ricetta: RR - medicinali soggetti a prescrizione medica
    Classe: A
    Principio attivo: Perindopril Tert-butilammina
    Gruppo terapeutico: ACE inibitori
    ATC: C09AA04 - Perindopril
    Forma farmaceutica: compressa


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    Indicazioni

    Perché si usa Perindopril Krka? A cosa serve?
    Ipertensione
    Trattamento dell'ipertensione.
    Insufficienza cardiaca
    Trattamento dell'insufficienza cardiaca sintomatica.
    Coronaropatia stabile
    Riduzione del rischio di eventi cardiaci in pazienti con un'anamnesi di infarto miocardico e/o rivascolarizzazione.

    Posologia

    Come usare Perindopril Krka: Posologia
    Posologia
    La dose deve essere individualizzata in base al profilo del paziente (vedere paragrafo 4.4) e alla risposta pressoria.
    Ipertensione
    Perindopril Krka può essere usato in monoterapia o in associazione con altre classi di antipertensivi (vedere sezioni 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).
    La dose iniziale raccomandata è di 4 mg in un'unica somministrazione al mattino.
    Nei pazienti con sistema renina-angiotensina-aldosterone fortemente attivato (in particolare ipertensione renovascolare, deplezione idrosalina, scompenso cardiaco o ipertensione grave) si può verificare una diminuzione eccessiva della pressione arteriosa in seguito all'assunzione della dose iniziale. In questi pazienti si raccomanda una dose iniziale di 2 mg e di iniziare il trattamento sotto controllo medico.
    Dopo un mese di trattamento la dose giornaliera può essere aumentata fino a 8 mg in monosomministrazione giornaliera.
    In seguito all'inizio della terapia con perindopril, si può avere ipotensione sintomatica: ciò è più probabile che si verifichi in pazienti che sono in trattamento concomitante con diuretici.
    Di conseguenza si raccomanda cautela dato che questi pazienti possono presentare deplezione idrosalina.
    Se possibile, il diuretico deve essere interrotto 2 o 3 giorni prima di iniziare il trattamento con il perindopril (vedere paragrafo 4.4).
    Nei pazienti ipertesi in cui il diuretico non può essere sospeso, il trattamento con perindopril deve essere iniziato con una dose di 2 mg. La funzionalità renale e la potassiemia devono essere tenute sotto controllo. Il dosaggio del perindopril deve essere successivamente adattato in funzione della risposta pressoria. Se necessario, il trattamento diuretico può essere reintrodotto.
    Nei pazienti anziani il trattamento deve essere iniziato alla dose di 2 mg che, se necessario, può essere progressivamente aumentata a 4 mg dopo un mese di trattamento e quindi a 8 mg in base alla funzionalità renale (vedere la tabella 1 sottostante).
    Insufficienza cardiaca sintomatica
    Si raccomanda che il trattamento con il perindopril, generalmente in associazione con un diuretico non risparmiatore di potassio e/o con digossina e/o con un beta-bloccante, sia istituito sotto stretto controllo medico alla dose iniziale raccomandata di 2 mg da assumere al mattino.
    Tale dose può essere aumentata, se tollerata, fino a 4 mg in un'unica assunzione giornaliera, con incrementi posologici di 2 mg ad intervalli non inferiori a 2 settimane.
    Gli aggiustamenti di dose devono avvenire in base alla risposta clinica individuale del paziente.
    Nell'insufficienza cardiaca grave e in altri pazienti considerati a rischio elevato (pazienti con funzionalità renale compromessa e che presentano un'alterazione degli elettroliti, pazienti trattati contemporaneamente con diuretici e/o con vasodilatatori), il trattamento deve essere iniziato sotto stretto controllo medico (vedere paragrafo 4.4).
    Nei pazienti a rischio elevato di ipotensione sintomatica ad es. pazienti con deplezione salina con o senza iponatriemia, pazienti ipovolemici o pazienti in trattamento con dosi massive di diuretici, si deve procedere, ove possibile, a una correzione di tali fattori prima di iniziare la terapia con il perindopril. La pressione arteriosa, la funzione renale e le concentrazioni plasmatiche di potassio devono essere controllate attentamente sia prima che durante il trattamento con il perindopril (vedere paragrafo 4.4).
    Coronaropatia stabile
    Si deve iniziare il trattamento con perindopril ad una dose di 4 mg una volta al giorno per due settimane, poi aumentare a 8 mg una volta al giorno, in modo dipendente dalla funzionalità renale e a condizione che la dose da 4 mg sia ben tollerata.
    I pazienti anziani devono assumere 2 mg una volta al giorno per una settimana, poi 4 mg al giorno la settimana successiva prima di aumentare la dose a 8 mg una volta al giorno, in base alla funzionalità renale (vedere tabella 1 “aggiustamento della posologia nella compromissione renale“). La dose deve essere aumentata solo se la dose più bassa precedentemente assunta è ben tollerata.
    Pazienti con compromissione renale
    Nei pazienti affetti da compromissione renale il dosaggio deve essere adattato in base alla clearance della creatinina come indicato nella Tabella 1 sottostante:
    Tabella 1: aggiustamento del dosaggio nella compromissione renale
    Clearance della creatinina (ml/min)
    Dose raccomandata
    ClCR ≥ 60
    4 mg/die
    30 < ClCR < 60
    2 mg/die
    15 < ClCR < 30
    2 mg a giorni alterni
    Pazienti emodializzati* ClCR < 15
    2 mg il giorno della dialisi
    * La clearance di dialisi del perindoprilato è di 70 ml/min. Nei pazienti in emodialisi, la dose deve essere somministrata dopo la dialisi
    Pazienti con compromissione epatica
    Nei pazienti affetti da compromissione epatica non è richiesto alcun adattamento del dosaggio (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
    Popolazione pediatrica
    La sicurezza e l'efficacia di Perindopril Krka non sono state ancora studiate nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni.
    I dati attualmente disponibili sono descritti nel paragrafo 5.1 ma non può essere fatta nessuna raccomandazione alla posologia. Pertanto non è raccomandato l'uso in bambini e adolescenti.
    Modo di somministrazione
    Uso orale.
    Si raccomanda di assumere il perindopril una volta al giorno al mattino prima di un pasto.
    La dose deve essere individuata in base al profilo del paziente (vedere paragrafo 4.4) ed alla risposta pressoria.

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Perindopril Krka
    • Ipersensibilità al principio attivo, ad un qualunque altro ACE inibitore o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1;
    • anamnesi di angioedema correlato a precedente terapia con un altro ACE inibitore (vedere paragrafo 4.4);
    • angioedema ereditario o idiopatico;
    • secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
    • Uso concomitante di Perindopril Krka con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR < 60 ml/min/1.73 m2) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
    • Uso concomitante con terapia a base di sacubitril/valsartan. Perindopril Krka non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall'ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere anche paragrafi 4.4- e 4.5).
    • Trattamenti extracorporei che portano al contatto del sangue con superfici cariche negativamente (vedere paragrafo 4.5).
    • Stenosi bilaterale significativa dell'arteria renale o stenosi dell'arteria a un singolo rene (vedere paragrafo 4.4).

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Perindopril Krka
    Coronaropatia stabile
    Se durante il primo mese di trattamento con il perindopril si manifesta un episodio di angina pectoris instabile (grave o non grave), deve essere effettuata un'attenta valutazione del rischio/beneficio prima di continuare il trattamento.
    Ipotensione
    Gli ACE inibitori possono provocare una caduta della pressione arteriosa. Raramente è stata osservata ipotensione sintomatica in pazienti con ipertensione non complicata, e ciò è più probabile che si manifesti in pazienti ipovolemici, ad es. in seguito a un trattamento diuretico, a una dieta povera di sale, a dialisi, a diarrea o vomito, o in soggetti affetti da grave ipertensione renino-dipendente (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). È stata osservata ipotensione sintomatica in pazienti con insufficienza cardiaca congestizia sintomatica, associata o meno a insufficienza renale. Ciò è più probabile che avvenga in pazienti affetti da un'insufficienza cardiaca più grave, come reso evidente dalla somministrazione di dosi elevate di diuretici dell'ansa, dall'iponatriemia o dalla compromissione della funzionalità renale. L'inizio del trattamento e gli adattamenti posologici devono essere accuratamente controllati nei pazienti ad elevato rischio di ipotensione sintomatica (vedere paragrafi 4.2 e 4.8). Analoghe considerazioni valgono per i pazienti con cardiopatia ischemica o disturbi cerebrovascolari nei quali un'eccessiva caduta della pressione arteriosa può portare a un infarto miocardico o a un evento cerebrovascolare.
    Se dovesse manifestarsi ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, deve essere somministrata un'infusione endovenosa di soluzione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%). La comparsa di un'ipotensione transitoria non rappresenta una controindicazione alla somministrazione di ulteriori dosi, che generalmente può avvenire senza difficoltà dopo aumento della pressione arteriosa per espansione della volemia.
    In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca congestizia e con pressione arteriosa normale o bassa, si può verificare un'ulteriore riduzione della pressione arteriosa sistemica in seguito alla somministrazione del perindopril. Tale effetto è previsto e generalmente non costituisce motivo di sospensione del trattamento. Se l'ipotensione diviene sintomatica, può rendersi necessaria una riduzione della posologia o l'interruzione del trattamento con il perindopril.
    Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS)
    Esiste l'evidenza che l'uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l'insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
    Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
    Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
    Stenosi delle valvole aortica e mitrale/cardiomiopatia ipertrofica
    Al pari degli altri ACE inibitori, il perindopril deve essere somministrato con cautela in pazienti con stenosi della valvola mitrale e ostruzione del tratto d'efflusso del ventricolo sinistro (quali la stenosi aortica o la cardiomiopatia ipertrofica).
    Insufficienza renale
    Nei casi di insufficienza renale (clearance della creatinina < 60 ml/min) la dose iniziale di perindopril deve essere adattata in funzione della clearance della creatinina del paziente (vedere paragrafo 4.2) e successivamente in funzione della risposta del paziente al trattamento. In questi pazienti un regolare controllo del potassio e della creatinina deve far parte della pratica medica corrente (vedere paragrafo 4.8).
    Nei pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica, l'ipotensione conseguente all'inizio della terapia con ACE inibitori può determinare un'ulteriore compromissione della funzione renale. In tale situazione, è stata riferita insufficienza renale acuta generalmente reversibile.
    In alcuni pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell'arteria a un singolo rene, trattati con ACE inibitori, è stato osservato un aumento dell'azotemia e della creatinina plasmatica, generalmente reversibile all'arresto del trattamento. Ciò è probabile soprattutto in pazienti con insufficienza renale. La contemporanea presenza di ipertensione renovascolare aumenta il rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale. In questi pazienti il trattamento deve essere iniziato sotto stretto controllo medico con posologie ridotte e accuratamente titolate. Poiché il trattamento con diuretici può contribuire all'instaurarsi di quanto sopra descritto, durante le prime settimane di terapia con perindopril la somministrazione di diuretici deve essere interrotta e la funzione renale deve essere monitorata.
    In alcuni pazienti ipertesi senza apparente malattia renovascolare pregressa, è stato riscontrato un aumento generalmente lieve e transitorio dell'azotemia e della creatinina sierica, soprattutto quando il perindopril è stato somministrato in concomitanza con un diuretico. Ciò è più probabile che si verifichi in pazienti con preesistente compromissione renale. Possono rendersi necessarie una riduzione della posologia e/o una sospensione del diuretico e/o del perindopril.
    Pazienti in emodialisi
    In pazienti in emodialisi con membrane ad alto flusso e in terapia concomitante con ACE inibitori sono state segnalate reazioni anafilattoidi. Per questi pazienti dovrebbe essere preso in considerazione l'impiego di un tipo diverso di membrane per dialisi o di una classe diversa di agenti antiipertensivi.
    Trapianto di rene
    Non c'è esperienza sulla somministrazione del perindopril in pazienti sottoposti di recente a trapianto di rene.
    Ipersensibilità/angioedema
    Sono stati raramente riscontrati angioedema del volto, delle estremità, delle labbra, delle mucose, della lingua, della glottide e/o della laringe in pazienti trattati con ACE inibitori, incluso il perindopril (vedere paragrafo 4.8). Ciò può verificarsi in qualunque momento durante la terapia. In questi casi il perindopril deve essere immediatamente sospeso e il paziente tenuto sotto osservazione fino a completa risoluzione dei sintomi. Nel caso di edema limitato al volto e alle labbra, l'evoluzione è stata generalmente regressiva in assenza di trattamento, sebbene gli antistaminici siano stati utili nell'alleviare i sintomi.
    L'angioedema associato ad edema laringeo può essere fatale. Qualora vi sia un interessamento della lingua, della glottide o della laringe che possa provocare un'ostruzione delle vie aeree deve essere rapidamente adottata una terapia di emergenza. In tal caso si deve prevedere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento della pervietà delle vie aeree. Il paziente deve essere posto sotto stretto controllo fino a completa e durevole risoluzione dei sintomi.
    I pazienti con storia di angioedema non correlato al trattamento con ACE inibitori possono presentare un rischio maggiore di sviluppare angioedema quando trattati con un ACE inibitore (vedere paragrafo 4.3).
    Raramente è stato segnalato angioedema intestinale in pazienti trattati con ACE inibitori. Questi pazienti presentavano dolore addominale (con o senza nausea o vomito); in alcuni casi non c'era un precedente edema facciale e i livelli di esterasi C1 erano normali. L'angioedema è stato diagnosticato tramite delle procedure che includevano TAC addominale, o ultrasuoni o chirurgia e i sintomi si risolvevano dopo l'interruzione dell'ACE inibitore. L'angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale di pazienti in trattamento con ACE inibitore che si presentano con dolore addominale.
    L'uso concomitante degli ACE-inibitori e di sacubitril/valsartan è controindicato in considerazione dell'aumento del rischio di angioedema. Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall'ultima dose di perindopril. Il trattamento con perindopril non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall'ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
    L'uso concomitante di ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (rigonfiamento delle vie aeree o della lingua, associato o meno a difficoltà respiratorie) (vedere paragrafo 4.5). Occorre cautela nell'iniziare la terapia con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin in un paziente che sta già assumendo un ACE-inibitore.

    Reazioni anafilattoidi durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL)

    Raramente in pazienti in trattamento con ACE inibitori sottoposti ad aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato sono stati riportati casi di reazioni anafilattoidi potenzialmente rischiose per la vita. Queste reazioni possono essere prevenute sospendendo temporaneamente il trattamento con l'ACE inibitore prima di ogni aferesi.
    Reazioni anafilattoidi durante trattamento di desensibilizzazione
    In pazienti in terapia con ACE inibitori sottoposti a un trattamento desensibilizzante (p.e. veleno di imenotteri) sono stati riportati casi di reazioni anafilattoidi. Negli stessi pazienti, tali reazioni sono state prevenute sospendendo temporaneamente il trattamento con ACE inibitori, ma sono ricomparse in seguito a riesposizione accidentale del paziente.
    Insufficienza epatica
    Raramente, il trattamento con ACE inibitori è stato associato ad una sindrome che ha inizio con ittero colestatico e progredisce fino alla necrosi epatica fulminante e (talora) alla morte. Il meccanismo di questa sindrome è sconosciuto. I pazienti in trattamento con ACE inibitori nei quali compaia ittero o un aumento elevato degli enzimi epatici devono sospendere l'ACE inibitore ed essere posti sotto stretto controllo medico (vedere paragrafo 4.8).
    Neutropenia/agranulocitosi/trombocitopenia/anemia
    In pazienti trattati con ACE inibitori sono stati riscontrati casi di neutropenia/agranulocitosi/ trombocitopenia e anemia. Nei pazienti con funzione renale normale e in assenza di altri fattori di complicazione, raramente compare neutropenia. Il perindopril deve essere somministrato con estrema cautela a pazienti con collagenopatie, trattati con agenti immunosoppressori, con allopurinolo o procainamide, o che presentano una combinazione di questi fattori di complicazione, specialmente in presenza di precedente compromissione renale. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni gravi, che in pochi casi non hanno risposto a una terapia antibiotica intensiva. Se questi pazienti vengono trattati con il perindopril, si raccomanda di eseguire un controllo periodico della conta dei globuli bianchi e di invitarli a segnalare qualunque episodio di infezione (es. mal di gola, febbre).
    Etnia
    Gli ACE inibitori possono provocare la comparsa di angioedema con maggiore frequenza nei pazienti neri rispetto ai pazienti non neri.
    Come altri ACE inibitori, il perindopril può essere meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa in pazienti neri rispetto ai pazienti non neri, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di ridotte concentrazioni di renina nella popolazione ipertesa nera.
    Tosse
    A seguito della somministrazione di ACE inibitori, è stata riportata la comparsa di tosse. Questa tosse è tipicamente secca, persistente e si risolve alla sospensione del trattamento. La tosse indotta dagli ACE inibitori deve essere tenuta in considerazione nel fare una diagnosi differenziale della tosse.
    Chirurgia/anestesia
    In pazienti sottoposti a interventi di chirurgia maggiore o in corso di anestesia con agenti che provocano ipotensione, il perindopril può bloccare la formazione dell'angiotensina II, secondaria alla liberazione compensatoria di renina. Il trattamento deve essere interrotto un giorno prima dell'intervento. Se si manifesta ipotensione e la si ritiene correlata al suddetto meccanismo, deve essere corretta mediante espansione della volemia.
    Potassio sierico
    Gli ACE-inibitori possono provocare iperpotassiemia poiché inibiscono il rilascio di aldosterone.
    Tale effetto non è solitamente significativo nei pazienti con una funzione renale nella norma I pazienti a più alto rischio di sviluppare iperpotassiemia sono quelli affetti da insufficienza renale, con peggioramento della funzione renale, età (>70 anni), diabete mellito non controllato, eventi concorrenti, in particolare disidratazione, scompenso cardiaco acuto e acidosi metabolica; o quelli trattati contemporaneamente con diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio; o pazienti in trattamento con altri farmaci che provocano un aumento del potassio plasmatico (per es. eparina, trimetoprim o co-trimossazolo anche noto come trimetoprim/sulfametossazolo e soprattutto antagonisti dell'aldosterone o bloccanti del recettore dell'angiotensina.).
    L'iperpotassiemia può causare aritmie gravi, talvolta fatali.
    I diuretici risparmiatori del potassio e i bloccanti del recettore dell'angiotensina e gli agenti sopramenzionati devono essere usati con cautela nei pazienti in terapia con ACE-inibitori e si devono contestualmente monitorare il potassio sierico e la funzione renale (vedere
    paragrafo 4.5).
    Pazienti diabetici
    In pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o insulina, la glicemia deve essere attentamente controllata durante il primo mese di terapia con un ACE inibitore (vedere paragrafo 4.5).
    Litio
    L'associazione di litio e perindopril è generalmente non raccomandata (vedere paragrafo 4.5).
    Diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio
    L'associazione di perindopril con diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio è generalmente non raccomandata (vedere paragrafo 4.5).
    Aldosteronismo primario:
    I pazienti con aldosteronismo primario generalmente non rispondono ai farmaci anti-ipertensivi che agiscono tramite inibizione del sistema renina-angiotensina. Pertanto l'uso di questo prodotto non è raccomandato.
    Lattosio
    Perindopril Krka compresse contiene lattosio (come lattosio monoidrato). I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit della lattasi totale o da malassorbimento del glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
    Gravidanza
    La terapia con ACE-inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza. A meno che la prosecuzione della terapia con un ACE-inibitore venga considerata essenziale, per le pazienti che pianificano una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza. Se viene accertata la gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere sospeso immediatamente e, se necessario, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Perindopril Krka
    Dati degli studi clinici hanno dimostrato che l'azione bloccante doppia del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, bloccanti del recettore angiotensina II o aliskiren è associata ad una maggiore frequenza di reazioni avverse quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa insufficienza renale acuta) rispetto all'uso di un singolo agente RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).
    Farmaci che inducono iperpotassiemia
    Alcuni farmaci o classi terapeutiche possono aumentare i fenomeni di iperpotassiemia: aliskiren, sali di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, ACE inibitori, recettori antagonisti dell'angiotensina tipo II, FANS, eparine, agenti immunosoppressivi come ciclosporina o tacrolimus, trimetoprim, co-trimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo). La combinazione di questi farmaci aumenta il rischio di iperpotassiemia.
    Uso concomitante controindicato (vedere paragrafo 4.3)
    Aliskiren
    In pazienti diabetici o con insufficienza renale, rischio di iperpotassiemia, peggioramento della funzionalità renale e morbilità cardiovascolare e aumento della mortalità.
    Trattamenti extracorporei:
    I trattamenti extracorporei che portano al contatto del sangue con superfici cariche negativamente come dialisi o emofiltrazione con alcune membrane ad alto flusso (ad es. membrane in poliacrilonitrile) e aferesi delle lipoproteine a bassa densità con destrano solfato per via del rischio di gravi reazioni anafilattoidi (vedere paragrafo 4.3). Se il trattamento è necessario, si deve considerare l'utilizzo di un diverso tipo di membrana per dialisi o di una diversa classe di agenti anti-ipertensivi.
    Sacubitril/valsartan:
    L'uso concomitante di ACE inibitori con sacubitril/valsartan è controindicato perché aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
    Uso concomitante non raccomandato (vedere paragrafo 4.4)
    Aliskiren
    Nei pazienti non diabetici o con compromissione renale, aumenta il rischio di iperpotassiemia, peggioramento della funzione renale, morbilità e mortalità cardiovascolare.
    Terapia concomitante con ACE-inibitori e bloccanti del recettore dell'angiotensina
    È stato riportato in letteratura che in pazienti con malattia aterosclerotica, insufficienza cardiaca, o con diabete con danno di fine organo, la terapia concomitante con ACE-inibitori e bloccanti del recettore dell'angiotensina è associata ad una maggiore frequenza di ipotensione, sincope, iperpotassemia e peggioramento della funzione renale (inclusa insufficienza renale acuta) rispetto all'uso di un singolo agente sistema renina-angiotensina-aldosterone. Il doppio blocco (per es. mediante la combinazione di un ACE inibitore con un antagonista del recettore dell'angiotensina II) dovrebbe essere limitata a casi individualmente definiti con uno stretto monitoraggio della funzione renale, dei livelli di potassio e della pressione sanguigna.
    Estramustina
    Rischio di aumento delle reazioni avverse come edema angioneurotico (angioedema).
    Co-trimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo)
    I pazienti che assumono in contemporanea co-trimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo) possono avere un aumentato rischio di iperpotassiemia (vedere paragrafo 4.4).
    Diuretici risparmiatori di potassio,sali di potassio o sostituti del sale contenenti potassio
    Sebbene il potassio sierico si mantenga generalmente nei limiti della norma, in alcuni pazienti trattati con perindopril si può sviluppare iperpotassiemia (potenzialmente letale), specialmente in associazione con compromissione renale (effetti additivi iperpotassici). I diuretici risparmiatori del potassio (come spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio possono determinare aumenti significativi del potassio sierico. Occorre esercitare la debita cautela anche nel somministrare perindopril in concomitanza con altri agenti che aumentano il potassio sierico, come trimetoprim e cotrimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo), in quanto è noto che trimetoprim agisce da diuretico risparmiatore del potassio come l'amiloride. L'associazione di perindopril con i farmaci sopra citati non è pertanto raccomandata. Se è indicato l'uso concomitante, occorre esercitare la debita cautela e monitorare frequentemente il potassio sierico. Per l'utilizzo di spironolattone nell'insufficienza cardiaca, vedere di seguito.
    Litio
    Aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e tossicità sono stati riportati durante la somministrazione concomitante di litio con ACE-inibitori. L'utilizzo di perindopril con il litio non è raccomandato, ma se la terapia di combinazione risulta necessaria, deve essere eseguito un attento monitoraggio dei livelli sierici di litio (vedere paragrafo 4.4).
    Uso concomitante che richiede speciale attenzione
    Agenti antidiabetici (insulina, agenti ipoglicemizzanti orali)
    Studi epidemiologici hanno suggerito che la somministrazione concomitante di ACE-inibitori e farmaci anti-diabetici (insulina, agenti ipoglicemizzanti orali) può causare un aumento dell'effetto riducente del glucosio nel sangue con il rischio di ipoglicemia. Questo fenomeno sembra che si verifichi con più probabilità durante le prima settimane di trattamento combinato ed in pazienti con insufficienza renale.
    Baclofen
    Maggiore effetto anti-ipertensivo. Se necessario monitorare la pressione sanguigna ed adattare il dosaggio anti-ipertensivo.
    Diuretici non risparmiatori di potassio
    I pazienti in trattamento con diuretici e specialmente quelli con deplezione idrosalina, possono manifestare una riduzione eccessiva della pressione arteriosa dopo l'inizio di una terapia con ACE inibitori. La comparsa di effetti ipotensivi può essere diminuita sospendendo il diuretico, espandendo la volemia o aumentando l'assunzione di sale prima di iniziare il trattamento con il perindopril, a dosi basse e gradualmente crescenti.
    Nei casi di ipertensione arteriosa, quando la precedente terapia diuretica può aver causato diminuzione di sale/volume, o il diuretico deve essere interrotto prima di assumere l'ACE-inibitore, in questo caso un risparmiatore di potassio non diuretico può essere reintrodotto successivamente o l'ACE-inibitore deve essere assunto con un dosaggio basso e progressivamente aumentato.
    Nei casi di insufficienza cardiaca, l'ACE-inibitore può essere assunto ad un dosaggio molto basso, possibilmente dopo aver ridotto il dosaggio del risparmiatore di potassio non diuretico associato.
    In tutti i casi, deve essere monitorata la funzionalità renale (livelli di creatinina) nelle prime settimane di trattamento con ACE-inibitore.
    Diuretici risparmiatori di potassio (eplerenone, spironolattone)
    Con eplerenone e spironolattone a dosaggi compresi tra 12,5 mg o 50 mg al giorno con bassi dosaggi di ACE inibitori:
    nel trattamento di insufficienza cardiaca di classe II-IV (NYHA), con una frazione di iniezione < 40%, precedentemente trattati con ACE inibitori e diuretici, il rischio di iperpotassiemia, potenzialmente letale, soprattutto in caso di non osservanza delle raccomandazioni di prescrizione di questa combinazione.
    Prima di iniziare il trattamento in combinazione, verificare l'assenza di iperpotassiemia ed insufficienza renale.
    È raccomandato un attento monitoraggio del potassio e della creatinina nel primo mese di trattamento, inizialmente una volta a settimana e di seguito una volta al mese.
    Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) inclusa l'acido acetilsalicilico ≥ 3 g al giorno
    La somministrazione contemporanea di farmaci antiinfiammatori non steroidei (es. acido acetilsalicilico a regime di dosaggio antiinfiammatorio, inibitori della COX-2 e FANS non selettivi) può ridurre l'efficacia antiipertensiva degli ACE inibitori. Inoltre, l'uso concomitante di FANS e ACE inibitori possono portare ad un aumento del rischio di peggioramento della funzione renale, inclusa possibile insufficienza renale acuta e un aumento del potassio sierico, specialmente nei pazienti con funzionalità renale compromessa pregressa. L'associazione deve essere somministrata con cautela, soprattutto negli anziani. I pazienti devono essere idratati adeguatamente e deve essere preso in considerazione il controllo della funzione renale dopo l'inizio della terapia concomitante, e dopo ad intervalli regolari.
    Medicinali che aumentano il rischio di angioedema
    L'uso concomitante di ACE inibitori con racecadotril, inibitori mTOR e vildagliptin può portare ad un aumento del rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4).
    Uso concomitante che richiede attenzione
    Agenti antiipertensivi e vasodilatatori
    La somministrazione concomitante di questi farmaci può aumentare l'effetto ipotensivo del perindopril. La somministrazione contemporanea di nitroglicerina e altri nitrati o altri vasodilatatori può ridurre ulteriormente la pressione arteriosa.
    Gliptine (linagliptin, saxagliptin, sitagliptin, vildagliptin):
    Aumento del rischio di angioedema, a causa della dipeptidil peptidasi IV (DPP-IV) ha ridotto l'attività di gliptine, in pazienti co-trattati con un ACE-inibitore.
    Antidepressivi triciclici/antipsicotici/anestetici:
    La somministrazione concomitante di alcuni anestetici, antidepressivi triciclici e antipsicotici con ACE inibitori può provocare una ulteriore diminuzione della pressione arteriosa (vedere paragrafo 4.4).
    Simpaticomimetici
    Gli agenti simpaticomimetici possono ridurre l'efficacia antiipertensiva degli ACE inibitori.
    Oro
    Sono state segnalate raramente reazioni nitritoidi (i sintomi includono arrossamento del viso, nausea, vomito e ipotensione) in pazienti in terapia con oro iniettabile (sodio aurotiomalato) e terapia concomitante con ACE inibitori, incluso il perindopril.
    Ciclosporina
    Durante l'uso concomitante di ACE-inibitori e ciclosporina si può manifestare iperpotassiemia. Si
    raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.

    Eparina
    Durante l'uso concomitante di ACE-inibitori ed eparina si può manifestare iperpoassiemia. Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.



    Interazioni riportate su letteratura scientifica internazionale
    Prima di prendere "Perindopril Krka - Compressa" insieme ad altri farmaci come “Artiss”, etc.., chiedi al tuo al tuo medico o farmacista di fiducia di verificare che sia sicuro e non dannoso per la tua salute ...

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Gravidanza

    L'uso degli ACE inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L'uso degli ACE inibitori è controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    L'evidenza epidemiologica relativa al rischio di teratogenesi a seguito di esposizione agli ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non è conclusiva; tuttavia un piccolo aumento del rischio non può essere escluso. A meno che la prosecuzione della terapia con un ACE-inibitore non sia considerata essenziale, le pazienti che pianificano una gravidanza devono essere trasferite a trattamenti antiipertensivi alternativi che abbiano un comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza. Se viene accertata la gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere sospeso immediatamente e, se necessario, deve essere iniziata una terapia alternativa.
    È noto che l'esposizione alla terapia con ACE inibitori durante il secondo e terzo trimestre può indurre tossicità fetale (diminuzione della funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo dell'ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia) (vedere paragrafo 5.3). Se l'esposizione all'ACE inibitore è avvenuta a partire dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un'ecografia della funzione renale e del cranio. I neonati le cui madri hanno preso ACE inibitori devono essere attentamente monitorati per la possibilità di ipotensione (vedere anche paragrafi 4.3 e 4.4).
    Allattamento
    Poiché non sono disponibili informazioni riguardo l'uso di perindopril durante l'allattamento, l'uso del perindopril non è raccomandato ed è preferibile ricorrere a trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l'uso durante l'allattamento, soprattutto quando si allatta un neonato o un prematuro.

    Fertilità
    Non si sono verificati effetti sulla performance riproduttiva o sulla fertilità.


    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Perindopril Krka ha un'influenza trascurabile sulla capacità di guidare veicoli e di usare macchinari ma si possono verificare in alcuni pazienti reazioni individuali correlate alla pressione sanguigna bassa, soprattutto all'inizio del trattamento o in associazione con altri medicinali antipertensivi.
    Come risultato la capacità di guidare o utilizzare macchinari può essere compromessa.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Perindopril Krka
    a. Riassunto del profilo di sicurezza
    Il profilo di sicurezza di perindopril è coerente con il profilo di sicurezza degli ACE inibitori:
    Gli eventi avversi più frequenti segnalati negli studi clinici e osservati con perindopril sono: capogiro, cefalea, parestesia, vertigini, disturbi visivi, tinnito, ipotensione, tosse, dispnea, dolore addominale, stipsi, diarrea, disgeusia, dispepsia, nausea, vomito, prurito, eruzione cutanea, crampi muscolari ed astenia.
    b. Elenco delle reazioni avverse
    Nel sistema di classificazione sistemica organica, gli effetti indesiderati sono riportati in base alla frequenza (numero di pazienti rispetto all'esperienza della reazione), usando le seguenti categorie:
    • Molto comune (≥ 1/10);
    • Comune (≥ 1/100, < 1/10);
    • Non comune (≥ 1/1000, < 1/100);
    • Raro (≥ 1/10.000, <1/1000);
    • Molto raro (< 1/10.000);
    • Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
    All'interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine di gravità decrescente.
    Patologie del sistema emolinfopoietico:
    Non comune: eosinofilia
    Molto raro: diminuzione dell'emoglobina e dell'ematocrito, trombocitopenia, leucopenia/neutropenia, e casi di agranulocitosi o pancitopenia, anemia emolitica in pazienti con un deficit congenito di G-6PDH (vedere paragrafo 4.4).
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
    Non comune*:ipoglicemia (vedere paragrafi 4.4 e 4.5), iperpotassiemia, reversibile mediante interruzione (vedere paragrafo 4.4), iponatriemia.
    Disturbi psichiatrici
    Non comune: disturbi dell'umore, disturbi del sonno
    Patologie del sistema nervoso
    Comune: cefalea, capogiri, vertigini, e parestesia
    Non comune*: sonnolenza, sincope
    Molto raro: confusione
    Patologie dell'occhio
    Comune: disturbi della vista
    Patologie dell'orecchio e del labirinto
    Comune: tinnito
    Patologie cardiache:
    Non comune*: palpitazione, tachicardia
    Molto raro: aritmia, angina pectoris (vedere paragrafo 4.4), e infarto del miocardio, probabilmente secondario ad un'eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4)
    Patologie vascolari
    Comune: ipotensione e effetti correlati all'ipotensione
    Non comune*: vasculite
    Molto raro: ictus probabilmente secondario ad eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4)
    Non nota: fenomeno di Raynaud
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Comune: Tosse, dispnea
    Non comune: broncospasmo
    Molto raro: polmonite eosinofila, rinite
    Patologie gastrointestinali
    Comune: Nausea, vomito, dolore addominale, disgeusia, dispepsia, diarrea, e stipsi
    Non comune: secchezza della fauci
    Molto raro: pancreatite
    Patologie epatobiliari
    Molto raro: epatite citolitica o colestatica (vedere paragrafo 4.4)
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Comune: Eruzione cutanea, prurito
    Non comune: angioedema del viso, delle estremità, delle labbra, delle membrane mucose, della lingua, della glottide e/o della laringe, orticaria (vedere paragrafo 4.4)
    Raro: peggioramento della psoriasi
    Non comune*: reazioni di fotosensibilità, pemfigoide
    Molto raro: eritema multiforme
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Comune: crampi muscolari
    Non comune*: artralgia, mialgia
    Patologie renali e urinarie
    Non comune: insufficienza renale
    Molto raro: insufficienza renale acuta
    Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
    Non comune: disfunzione erettile
    Patologie sistemiche e condizioni nel sito di somministrazione
    Comune: astenia
    Non comune*: dolore al petto, malessere, edema periferico, piressia.
    Esami diagnostici
    Non comuni*: aumento dell'urea nel sangue, aumento della creatinina nel sangue
    Rari: aumento della bilirubina nel sangue, aumento degli enzimi epatici.
    Lesioni, avvelenamento e complicazioni da procedura
    Non comune*: caduta.
    * Frequenza calcolata dagli studi clinici per eventi avversi rilevati da report spontanei.
    Con altri ACE inibitori sono stati segnalati casi di Sindrome da Inappropriata Secrezione di Ormone Antidiuretico (SIADH). La SIADH può essere considerata come una complicanza rara ma possibile associata alla terapia con ACE inibitori incluso perindopril.
    Studi clinici:
    Durante il periodo di randomizzazione dello studio EUROPA, sono stati raccolti solo gli eventi avversi gravi. Pochi pazienti hanno riportato eventi avversi gravi: 16 (0,3%) dei 6122 pazienti trattati con il perindopril e 12 (0,2%) dei 6107 pazienti trattati con placebo. Nei pazienti trattati con il perindopril, è stata osservata ipotensione in 6 pazienti, angioedema in 3 e arresto cardiaco improvviso in 1 paziente. Un numero maggiore di pazienti ha sospeso il trattamento per tosse, ipotensione o altra intolleranza al perindopril, rispetto al placebo, rispettivamente 6,0% (n=366) verso 2,1% (n=129).
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Perindopril Krka
    Sintomi
    Sono disponibili dati clinici limitati relativi al sovradosaggio nell'uomo. I sintomi associati al sovradosaggio con ACE inibitori possono includere: ipotensione, shock circolatorio, alterazione degli elettroliti, insufficienza renale, iperventilazione, tachicardia, palpitazioni, bradicardia, capogiri, ansia e tosse.
    Trattamento
    In caso di sovradosaggio, si raccomanda il trattamento con un'infusione endovenosa di soluzione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%). Se si manifesta ipotensione, il paziente deve essere posizionato come in caso di shock. Ove disponibile, può inoltre essere preso in considerazione il trattamento con un'infusione endovenosa di angiotensina II e/o di catecolamine. Il perindopril può essere rimosso dalla circolazione sistemica mediante emodialisi (vedere paragrafo 4.4). L'impiego di un pacemaker è indicato in caso di bradicardia resistente alla terapia. I segni vitali, gli elettroliti del siero e le concentrazioni della creatinina devono essere controllate continuamente.

    Scadenza

    3 anni

    Conservazione

    Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidità e dalla luce.
    Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.

    Farmaci Equivalenti


    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


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