Perindopril Zentiva

    Ultimo aggiornamento: 13/03/2024

    Cos'è Perindopril Zentiva?

    Perindopril Zentiva è un farmaco a base del principio attivo Perindopril, appartenente alla categoria degli ACE inibitori e nello specifico ACE-inibitori, non associati. E' commercializzato in Italia dall'azienda Zentiva Italia S.r.l..

    Perindopril Zentiva può essere prescritto con Ricetta RR - medicinali soggetti a prescrizione medica.


    Confezioni

    Perindopril Zentiva 10 mg 30 compresse rivestite con film
    Perindopril Zentiva 5 mg 30 compresse rivestite con film

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: Zentiva Italia S.r.l.
    Ricetta: RR - medicinali soggetti a prescrizione medica
    Classe: A
    Principio attivo: Perindopril
    Gruppo terapeutico: ACE inibitori
    ATC: C09AA04 - Perindopril
    Forma farmaceutica: compresse rivestite


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    Indicazioni

    Perché si usa Perindopril Zentiva? A cosa serve?
    Ipertensione:
    Trattamento dell'ipertensione
    Insufficienza cardiaca (solo Perindopril Zentiva 5 mg):
    Trattamento dell'insufficienza cardiaca congestizia.
    Coronaropatia stabile:
    Riduzione del rischio di eventi cardiaci in pazienti con una anamnesi di infarto miocardico e/o rivascolarizzazione.

    Posologia

    Come usare Perindopril Zentiva: Posologia
    Posologia
    La posologia deve essere individualizzata in base al profilo del paziente (vedere paragrafo 4.4) e alla risposta pressoria.
    Ipertensione
    Perindopril Zentiva può essere usato in monoterapia o in associazione con altre classi di antiipertensivi (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).
    La posologia iniziale raccomandata è di 5 mg in un'unica somministrazione al mattino.
    Nei pazienti con forte stimolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone (in particolare ipertensione renovascolare, deplezione idrosalina, scompenso cardiaco o ipertensione grave) si può verificare una diminuzione eccessiva della pressione arteriosa in seguito all'assunzione della dose iniziale. In questi pazienti si raccomanda di iniziare il trattamento alla posologia di 2,5 mg e sotto controllo medico.
    Dopo un mese di trattamento la posologia può essere aumentata fino a 10 mg in un'unica assunzione quotidiana.
    Si può avere ipotensione sintomatica in seguito all'inizio della terapia con perindopril arginina; ciò è più probabile che si verifichi in pazienti che sono al momento trattati con diuretici.
    Dunque, si raccomanda cautela, dato che questi pazienti possono presentare deplezione idrosalina.
    Se possibile, il diuretico deve essere sospeso 2 o 3 giorni prima dell'inizio della terapia con Perindopril Zentiva (vedere paragrafo 4.4). Nei pazienti ipertesi in cui il diuretico non può essere sospeso, il trattamento con perindopril deve essere iniziato alla posologia di 2,5 mg. La funzionalità renale e la potassiemia devono essere tenute sotto controllo. La posologia di Perindopril Zentiva deve essere successivamente adattata in funzione della risposta pressoria. Ove richiesto, il trattamento diuretico può essere reintrodotto.
    Anziani
    Nei pazienti anziani il trattamento deve essere iniziato alla posologia di 2,5 mg che, se necessario, può essere progressivamente aumentata a 5 mg dopo 1 mese di trattamento e quindi a 10 mg in base alla funzionalità renale (vedere la tabella sottostante).
    Insufficienza cardiaca congestizia (solo Perindopril Zentiva 5 mg)
    Si raccomanda che il trattamento con perindopril arginina, generalmente in associazione con un diuretico non risparmiatore di potassio e/o con digossina e/o con un beta-bloccante, sia istituito sotto stretto controllo medico alla posologia iniziale consigliata di 2,5 mg assunti al mattino.
    Tale posologia può essere aumentata, se tollerata, fino a 5 mg in un'unica assunzione giornaliera, dopo 2 settimane. Gli aggiustamenti posologici devono avvenire in base alla risposta clinica individuale del paziente.
    Nell'insufficienza cardiaca grave e in altri pazienti considerati a rischio elevato (pazienti con funzionalità renale compromessa e che presentano una alterazione degli elettroliti, pazienti trattati contemporaneamente con diuretici e/o con vasodilatatori), il trattamento deve essere iniziato sotto attento controllo medico (vedere paragrafo 4.4).
    Nei pazienti a rischio elevato di ipotensione sintomatica p.e. pazienti con deplezione salina con o senza iponatriemia, pazienti ipovolemici o pazienti in trattamento con dosi massive di diuretici si deve procedere, ove possibile, a una correzione di tali fattori prima di iniziare la terapia con Perindopril Zentiva.
    La pressione arteriosa, la funzionalità renale e le concentrazioni plasmatiche di potassio devono essere controllate attentamente sia prima che durante il trattamento con Perindopril Zentiva (vedere paragrafo 4.4).
    Coronaropatia stabile
    Il trattamento con Perindopril Zentiva deve essere iniziato alla posologia di 5 mg in un'unica assunzione giornaliera per 2 settimane, da aumentare fino a 10 mg, in un'unica assunzione quotidiana, in base alla funzionalità renale e a condizione che la dose da 5 mg sia ben tollerata.
    I pazienti anziani devono iniziare il trattamento con 2,5 mg in un'unica assunzione quotidiana per una settimana, da aumentare a 5 mg una volta al giorno nella settimana successiva, prima di passare a 10 mg, in un'unica assunzione quotidiana, in base alla funzionalità renale (vedere Tabella 1“Adattamento della posologia nell'insufficienza renale”). Il dosaggio deve essere aumentato solo se la dose inferiore precedente è ben tollerata.
    Popolazioni Speciali
    Insufficienza renale
    Nei pazienti affetti da insufficienza renale la posologia deve essere adattata in base alla clearance della creatinina come delineato nella sottostante tabella I:
    Tabella 1: aggiustamento della posologia nell'insufficienza renale
    Clearance della creatinina (ml/min)
    Posologia raccomandata
    ClCr ≥ 60
    5 mg al giorno
    30 < ClCr < 60
    2,5 mg al giorno
    15 < ClCr < 30
    2,5 mg a giorni alterni
    Pazienti emodializzati*
    ClCr < 15
    2,5 mg il giorno della dialisi
    * La clearance per la dialisi del perindoprilato è di 70 ml/min. Nei pazienti in emodialisi, la dose deve essere somministrata dopo la dialisi.
    Insufficienza epatica
    Nei pazienti affetti da insufficienza epatica non è richiesto alcun adattamento della posologia (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
    Popolazione pediatrica
    L'efficacia e la sicurezza di perindopril non sono state studiate nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni. I dati attualmente disponibili sono riportati al paragrafo 5.1 ma non è possibile formulare delle raccomandazioni sulla posologia.
    Pertanto, l'uso nei bambini e negli adolescenti è sconsigliato.
    Modo di somministrazione
    Uso orale. È raccomandato assumere Perindopril Zentiva una volta al giorno, al mattino prima di un pasto.

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Perindopril Zentiva
    • Ipersensibilità al principio attivo, a un qualunque altro ACE-inibitore o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
    • Anamnesi di angioedema associato a una precedente terapia con ACE-inibitori (vedere paragrafo 4.4).
    • Angioedema ereditario o idiopatico.
    • Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
    • L'uso concomitante di Perindopril Zentiva con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR <60 ml / min / 1,73 m2) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1)
    • Uso concomitante con sacubitril/valsartan. Perindopril non deve essere iniziato prima di 36 ore dopo l'ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere anche paragrafi 4.4 e 4.5)
    • Trattamenti extracorporei che portano al contatto del sangue con superfici caricate negativamente (vedi sezione 4.5)
    • Stenosi bilaterale significativa dell'arteria renale o stenosi dell'arteria a un singolo rene funzionante (vedere paragrafo 4.4).

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Perindopril Zentiva
    Coronaropatia stabile
    Se durante il primo mese di trattamento con Perindopril si manifesta un episodio di angina pectoris instabile (maggiore o meno), prima di continuare il trattamento deve essere effettuata un'attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio.
    Ipotensione
    Gli ACE-inibitori possono provocare una caduta della pressione arteriosa. Raramente è stata osservata ipotensione sintomatica in pazienti con ipertensione non complicata ed è più probabile che si manifesti in pazienti ipovolemici, per esempio a causa di trattamenti diuretici, diete a basso contenuto di sale, dialisi, diarrea o vomito, oppure in pazienti affetti da grave ipertensione renina-dipendente (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). Nei pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica, associata o meno a insufficienza renale, è stata osservata ipotensione sintomatica, che si manifesta con maggiore probabilità nei pazienti affetti da grave insufficienza cardiaca (come confermato dalla somministrazione di dosi elevate di diuretici dell'ansa), da iponatriemia o da compromissione della funzionalità renale. Nei pazienti a rischio elevato di ipotensione sintomatica l'inizio del trattamento e gli aggiustamenti posologici devono essere accuratamente monitorati (vedere paragrafi 4.2 e 4.8). Analoghe considerazioni si applicano ai pazienti con cardiopatia ischemica o disturbi cerebrovascolari, nei quali un'eccessiva caduta della pressione arteriosa può provocare infarto miocardico o eventi cerebrovascolari.
    Se si dovesse manifestare ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, ricevere un'infusione endovenosa di una soluzione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%). La comparsa di ipotensione transitoria non rappresenta una controindicazione alla somministrazione di ulteriori dosi, che generalmente può avvenire senza difficoltà dopo che la pressione arteriosa è aumentata in seguito all'espansione della volemia.
    In alcuni pazienti affetti da insufficienza cardiaca congestizia e con pressione arteriosa normale o bassa, in seguito alla somministrazione di perindopril arginina si potrebbe verificare un'ulteriore riduzione della pressione arteriosa sistemica. Tale effetto e previsto e generalmente non costituisce una ragione valida per sospendere il trattamento. Se l'ipotensione diventa sintomatica, può rendersi necessario ridurre il dosaggio o interrompere il trattamento con Perindopril Zentiva.
    Stenosi delle valvole aortica e mitrale/cardiomiopatia ipertrofica
    Come per gli altri ACE-inibitori, perindopril arginina deve essere somministrato con cautela nei pazienti affetti da stenosi della valvola mitrale e da un'ostruzione di efflusso del ventricolo sinistro, quali stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica.
    Danno renale
    Nei casi di compromissione renale (clearance della creatinina <60 ml/min) la dose iniziale del perindopril deve essere aggiustata in funzione della clearance della creatinina del paziente (vedere paragrafo 4.2) e successivamente in funzione della risposta del paziente al trattamento. In questi pazienti e necessario controllare regolarmente i livelli di potassio e di creatinina (vedere paragrafo 4.8).
    Nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, l'ipotensione conseguente all'inizio della terapia con ACE-inibitori può determinare un'ulteriore compromissione della funzionalità renale. In tale situazione è stata riportata insufficienza renale acuta, generalmente reversibile.
    In alcuni pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell'arteria di un singolo rene trattati con ACE-inibitori è stato osservato un aumento dell'urea e della creatinina plasmatica, generalmente reversibile all'atto della sospensione del trattamento. Questo si verifica soprattutto nei pazienti affetti da insufficienza renale. La presenza concomitante di ipertensione renovascolare determina un aumento del rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale In questi pazienti il trattamento deve essere iniziato sotto stretto controllo medico e con dosaggi ridotti e accuratamente titolati. Poiché il trattamento con diuretici potrebbe contribuire allo sviluppo delle condizioni sopra descritte, durante le prime settimane di terapia con Perindopril Zentiva la somministrazione di diuretici deve essere interrotta e la funzione renale monitorata.
    In alcuni pazienti ipertesi senza apparente malattia renovascolare pre-esistente, è stato riscontrato un aumento (generalmente lieve e transitorio) dell'urea e della creatinina plasmatica, soprattutto quando perindopril arginina è stato somministrato in concomitanza con un diuretico. Questo avviene con maggiore probabilità nei pazienti con compromissione renale pre-esistente. In questi casi potrebbe essere necessario ridurre la dose e/o sospendere il diuretico e/o Perindopril Zentiva.
    Pazienti in emodialisi
    In pazienti in emodialisi con membrane high-flux e in terapia con ACE inibitori sono state segnalate reazioni anafilattoidi. Per questi pazienti dovrebbe essere preso in considerazione l'impiego di un tipo diverso di membrane per dialisi o di una classe diversa di agenti antiipertensivi.
    Trapianto di rene
    Non vi sono esperienze sulla somministrazione di perindopril arginina in pazienti sottoposti di recente a trapianto di rene.
    Ipertensione renovascolare
    Vi è un aumento del rischio di ipotensione e insufficienza renale quando pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell'arteria di un singolo rene funzionante sono trattati con ACE-inibitori (vedere paragrafo 4.3). Il trattamento con diuretici può essere un fattore che contribuisce. La perdita della funzione renale può verificarsi con solo lievi variazioni della creatinina sierica anche in pazienti con stenosi unilaterale dell'arteria renale.
    Ipersensibilità/angioedema
    È stato raramente riferito angioedema del volto, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe in pazienti trattati con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina, incluso perindopril arginina (vedere paragrafo 4.8).
    Ciò può avvenire in qualsiasi momento nel corso del trattamento.
    In questi casi, Perindopril Zentiva deve essere prontamente interrotto e si deve iniziare un attento monitoraggio del paziente, che deve proseguire fino alla completa risoluzione dei sintomi. Nei casi di edema limitato al volto e alle labbra in genere la complicazione si è risolta senza alcun trattamento, sebbene gli antistaminici siano stati utili nell'alleviare i sintomi.
    Angioedema associato a edema laringeo può essere fatale. Laddove c'è un coinvolgimento di lingua, glottide o laringe, con probabilità di causare ostruzione delle vie aree, deve essere somministrata prontamente una terapia di emergenza. In tal caso si deve prevedere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento della pervietà delle vie aeree. Il paziente deve essere posto sotto stretto controllo fino a completa e prolungata scomparsa dei sintomi.
    Nei pazienti con un'anamnesi di angioedema non collegata alla terapia con ACE inibitori può esserci un aumento del rischio di angioedema durante l'assunzione di un ACE inibitore (vedere paragrafo 4.3).
    Raramente è stato riscontrato angioedema intestinale in pazienti trattati con ACE inibitori. Questi pazienti presentavano dolore addominale (con o senza nausea o vomito); in alcuni casi non c'era precedente edema facciale e i livelli di C-1 esterasi erano normali. L'angioedema era stato diagnosticato tramite procedure che includono TC dell'addome o ultrasuoni, o durante chirurgia, e i sintomi si sono risolti dopo l'interruzione dell'ACE inibitore. L'angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale dei pazienti in terapia con ACE inibitori che presentano dolore addominale.
    L'uso concomitante di ACE inibitori con sacubitril/valsartan è controindicato a causa dell'aumento del rischio di angioedema. Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima di 36 ore dopo l'ultima dose di perindopril. Il trattamento con perindopril non deve essere iniziato prima di 36 ore dopo l'ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
    L'uso concomitante di ACE inibitori e inibitori della neprilisina (NEP) (ad es. racecadotril), inibitori di mTOR (ad esempio sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può aumentare il rischio di angioedema (ad es. gonfiore del tratto respiratorio o della lingua, con o senza insufficienza respiratoria) (vedere paragrafo 4.5). Si deve usare cautela quando si inizia la terapia con inibitori della NEP (ad es. racecadotril), gli inibitori di mTOR (ad es. sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin in un paziente che sta già assumendo un ACE inibitore.
    Reazioni anafilattoidi durante l'aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL)
    Nei pazienti in trattamento con ACE-inibitori sottoposti ad aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato sono stati raramente riportati casi di reazioni anafilattoidi con rischio di vita. Queste reazioni possono essere prevenute sospendendo temporaneamente il trattamento con l'ACE-inibitore prima di ogni aferesi.
    Reazioni anafilattiche durante un trattamento di desensibilizzazione
    Nei pazienti in terapia con ACE-inibitori sottoposti a un trattamento desensibilizzante (per esempio veleno degli imenotteri) sono stati riportati casi di reazioni anafilattoidi. Negli stessi pazienti tali reazioni sono state prevenute sospendendo temporaneamente il trattamento con gli ACE-inibitori, ma sono ricomparse in seguito a riesposizione accidentale del paziente.
    Insufficienza epatica
    II trattamento con ACE-inibitori e stato raramente associato a una sindrome che ha inizio con ittero colestatico e progredisce fino alla necrosi epatica fulminante e (a volte) alla morte. II meccanismo di questa sindrome è sconosciuto. I pazienti in trattamento con ACE-inibitori che sviluppano ittero o un aumento significativo degli enzimi epatici devono sospendere l'ACE-inibitore ed essere posti sotto stretto controllo medico (vedere paragrafo 4.8).
    Neutropenia/Agranulocitosi/Trombocitopenia/Anemia
    Nei pazienti trattati con ACE-inibitori sono stati riscontrati casi di neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia. Nei pazienti con funzionalità renale normale e in assenza di altri fattori di complicazione, la neutropenia si sviluppa raramente. Perindopril deve essere somministrato con estrema cautela ai pazienti con collagenopatie, in terapia con agenti immunosoppressori, con allopurinolo o procainamide, o che manifestano una combinazione di questi fattori di complicazione, specialmente in presenza di un'anamnesi di compromissione renale. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni gravi, che in alcuni casi non hanno risposto a una terapia antibiotica intensiva. Se questi pazienti vengono trattati con perindopril, si raccomanda di eseguire un controllo periodico della conta dei globuli bianchi e di invitarli a segnalare qualunque episodio di infezione (ad es. mal di gola, febbre).
    Etnia
    Gli ACE-inibitori possono provocare la comparsa di angioedema con maggiore frequenza nei pazienti di etnia nera rispetto ai pazienti di altre razze. Come gli altri ACE-inibitori, il perindopril può essere meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa dei pazienti di etnia nera rispetto ai pazienti di altre etnie, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di ridotte concentrazioni di renina nella popolazione ipertesa di etnia nera.
    Tosse
    In seguito alla somministrazione di ACE-inibitori è stata riportata la comparsa di tosse, che in genere si presenta in forma secca (non produttiva), persistente e si risolve alla sospensione del trattamento. La tosse indotta dagli ACE-inibitori deve essere tenuta in considerazione nello stabilire la diagnosi differenziale della tosse.
    Chirurgia/anestesia
    Nei pazienti che devono essere sottoposti a interventi di chirurgia maggiore o in corso di anestesia con agenti che provocano ipotensione, il perindopril può bloccare la formazione di angiotensina II secondaria alla liberazione compensatoria di renina. II trattamento deve essere interrotto un giorno prima dell'intervento. Se si manifesta ipotensione e la si ritiene imputabile al suddetto meccanismo, deve essere corretta mediante espansione della volemia.
    Iperpotassiemia
    Gli ACE inibitori possono causare iperpotassiemia perché inibiscono il rilascio di aldosterone.
    L'effetto è di solito non significativo nei pazienti con una funzionalità renale normale.
    I fattori di rischio per lo sviluppo di iperpotassiemia includono insufficienza renale, aggravamento della funzionalità renale, età (>70 anni), diabete mellito, eventi intercorrenti, in particolare stati di disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica ed uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio (per es. spironolattone, eplerenone, triamterene o amiloride), integratori di potassio o sostituti salini contenenti potassio; oppure pazienti che assumono altri farmaci associati ad un aumento dei livelli di potassio sierico (per es. eparina, trimetoprim o cotrimossazolo noto anche come trimetoprim/sulfametossazolo), e specialmente antagonisti dell'aldosterone o bloccanti del recettore dell'angiotensina.. L'uso di integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o sostituti salini contenenti potassio, specie in pazienti con funzione renale compromessa, può portare ad un significativo incremento del potassio sierico. L'iperpotassiemia può causare aritmia grave, talvolta fatale. Se l'uso concomitante degli agenti sopra riportati viene ritenuto appropriato, è necessario utilizzarli con cautela, monitorando frequentemente i livelli sierici di potassio (vedere paragrafo 4.5).
    Pazienti diabetici
    Nei pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o con insulina, durante il primo mese di terapia con un ACE-inibitore la glicemia deve essere attentamente controllata (vedere paragrafo 4.5).
    Litio
    L'associazione di litio e perindopril è generalmente sconsigliata (vedere paragrafo 4.5).
    Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS)
    Esiste l'evidenza che l'uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l'insufficienza renale acuta). II duplice blocco del RAAS attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
    Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
    Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
    Aldosteronismo primario
    I pazienti con iperaldosteronismo primario generalmente non rispondono ai farmaci antipertensivi che agiscono attraverso l'inibizione del sistema renina-angiotensina. Pertanto, l'uso di questo medicinale non è raccomandato.
    Gravidanza
    La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE-inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
    Eccipienti
    I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
    Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per compressa; cioè essenzialmente “senza sodio”.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Perindopril Zentiva
    I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l'insufficienza renale acuta) rispetto all'uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).
    Farmaci che inducono iperpotassiemia
    Alcuni farmaci o classi terapeutiche possono aumentare l'insorgenza di iperpotassiemia: aliskiren, sali di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, ACE inibitori, antagonisti dei recettori dell'angiotensina II, FANS, eparine, agenti immunosoppressori come ciclosporina o tacrolimus, trimetoprim. L'associazione di questi farmaci aumenta il rischio di iperpotassiemia.
    Uso concomitante controindicato (vedere paragrafo 4.3)
    Aliskiren
    In pazienti diabetici o con insufficienza renale, vi è un aumento del rischio di iperpotassiemia, peggioramento della funzionalità renale e morbilità e mortalità cardiovascolari.
    Trattamenti extracorporei
    I trattamenti extracorporei che portano al contatto del sangue con superfici caricate negativamente come la dialisi o l'emofiltrazione con alcune membrane ad alto flusso (ad es. membrane di poliacrilonitrile) e l'aferesi delle lipoproteine a bassa densità con destrano solfato a causa dell'aumento del rischio di gravi reazioni anafilattoidi (vedere paragrafo 4.3). Se è necessario tale trattamento, si dovrebbe prendere in considerazione l'utilizzo di un diverso tipo di membrana per dialisi o di una diversa classe di agenti antipertensivi.
    Sacubitril/valsartan
    L'uso concomitante di ACE inibitori con sacubitril/valsartan è controindicato poiché ciò aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
    Sacubitril/valsartan non deve essere iniziato fino a 36 ore dopo l'assunzione dell'ultima dose di terapia con perindopril. La terapia con perindopril non deve essere iniziata fino a 36 ore dopo l'ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
    Uso concomitante non raccomandato (vedere paragrafo 4.4)
    Aliskiren
    In pazienti diversi dai pazienti diabetici o con compromissione renale, vi è un aumento del rischio di iperpotassiemia, peggioramento della funzione renale e morbidità e mortalità cardiovascolare.
    Terapia concomitante con ACE inibitore e bloccante del recettore dell'angiotensina
    È stato riportato in letteratura che in pazienti con malattia aterosclerotica accertata, insufficienza cardiaca o diabete con danno d'organo terminale, la terapia concomitante con un ACE inibitore e un bloccante del recettore dell'angiotensina è associata a una maggiore frequenza di ipotensione, sincope, iperpotassiemia e peggioramento della funzione renale (inclusa insufficienza renale acuta) rispetto all'uso di un singolo agente del sistema renina-angiotensina-aldosterone. Il doppio blocco (ad es. combinando un ACE-inibitore con un antagonista del recettore dell'angiotensina II) deve essere limitato a casi definiti individualmente con un attento monitoraggio della funzione renale, dei livelli di potassio e della pressione sanguigna.
    Estramustina
    Rischio di aumento degli effetti avversi come edema angioneurotico (angioedema).
    Cotrimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo)
    I pazienti che assumono in concomitanza cotrimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo) possono essere ad aumentato rischio di iperpotassiemia (vedere paragrafo 4.4).
    Diuretici risparmiatori di potassio (ad es. triamterene, amiloride...), sali di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio
    Sebbene il potassio sierico di solito rimanga entro i limiti normali, in alcuni pazienti trattati con perindopril può verificarsi iperpotassiemia, specialmente in presenza di compromissione renale (effetti aggiuntivi dell'iperpotassiemia).
    Diuretici risparmiatori di potassio (ad es. spironolattone, triamterene o amiloride), integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio possono portare ad aumenti significativi del potassio sierico. Pertanto, l'associazione di perindopril con i farmaci sopra riportati non è raccomandata. Se è indicato l'uso concomitante, devono essere usati con cautela e con un monitoraggio frequente del potassio sierico. Per l'uso dello spironolattone nell'insufficienza cardiaca, vedere di seguito.
    Litio
    Sono stati riportati incrementi reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e tossicità durante la somministrazione concomitante di litio ed ACE inibitori. L'uso dell'associazione perindopril e indapamide con litio non è raccomandata, ma se tale combinazione dovesse rivelarsi necessaria, deve essere effettuato un controllo rigoroso della litiemia (vedere paragrafo 4.4).
    Uso concomitante che richiede particolare cautela
    Agenti antidiabetici (insulina, agenti ipoglicemizzanti orali)
    Studi epidemiologici hanno suggerito che la somministrazione concomitante di ACE-inibitori e farmaci antidiabetici (insulina, agenti ipoglicemizzanti orali) può causare un aumento dell'effetto ipoglicemizzante con rischio di ipoglicemia. Questo fenomeno sembrava essere più probabile che si verificasse durante le prime settimane di trattamento combinato e nei pazienti con compromissione renale.
    Baclofene
    Potenziamento dell'effetto antiipertensivo. Occorre controllare la pressione arteriosa ed adattare la posologia dell'antiipertensivo, se necessario.
    Diuretici non risparmiatori di potassio
    I pazienti in trattamento con diuretici, e specialmente quelli con deplezione di volume e/o di sale, possono manifestare un'eccessiva riduzione della pressione sanguigna dopo l'inizio della terapia con un ACE inibitore. La possibilità di effetti ipotensivi può essere ridotta interrompendo il diuretico, aumentando il volume o l'assunzione di sale prima di iniziare la terapia con dosi basse e progressive di perindopril.
    Nell'ipertensione arteriosa, quando una precedente terapia diuretica può aver causato deplezione di sale/volume, il diuretico deve essere interrotto prima di iniziare l'ACE-inibitore, nel qual caso può essere reintrodotto un diuretico non risparmiatore di potassio oppure l'ACE-inibitore deve essere iniziato con un dosaggio basso e progressivamente aumentato.
    Diuretici risparmiatori di potassio (eplerenone, spironolactone)
    Con eplerenone o spironolattone a dosi comprese tra 12,5 mg e 50 mg al giorno e con basse dosi di ACE inibitori:
    Nel trattamento dell'insufficienza cardiaca di classe II-IV (NYHA) con una frazione di eiezione < 40%, e precedentemente trattati con ACE-inibitori e diuretici dell'ansa, rischio di iperpotassiemia, potenzialmente letale, soprattutto in caso di mancata osservanza delle raccomandazioni di prescrizione su questa associazione. Prima di iniziare il trattamento con l'associazione, controllare l'assenza di iperpotassiemia e compromissione renale. Si raccomanda un attento monitoraggio della potassiemia e della creatininemia nel primo mese di trattamento una volta alla settimana all'inizio e, successivamente, mensilmente.
    Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) inclusa l'aspirina ≥ 3 g/die
    Quando gli ACE inibitori vengono somministrati contemporaneamente a farmaci antinfiammatori non steroidei (ad es. acido acetilsalicilico a regimi di dosaggio antinfiammatorio, inibitori della COX-2 e FANS non selettivi), può verificarsi un'attenuazione dell'effetto antipertensivo. L'uso concomitante di ACE-inibitori e FANS può portare ad un aumento del rischio di peggioramento della funzionalità renale, inclusa una possibile insufficienza renale acuta, e un aumento del potassio sierico, specialmente in pazienti con ridotta funzionalità renale preesistente. L'associazione deve essere somministrata con cautela, specialmente negli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e si deve prendere in considerazione il monitoraggio della funzione renale dopo l'inizio della terapia concomitante e, successivamente, periodicamente
    Racecadotril
    Gli ACE-inibitori (es. perindopril) sono noti per causare angioedema. Questo rischio può essere elevato se usato in concomitanza con racecadotril (un farmaco usato contro la diarrea acuta) (vedere paragrafo 4.4).
    Inibitori di mTOR (ad es. sirolimus, everolimus, temsirolimus)
    I pazienti che assumono una terapia concomitante con inibitori di mTOR possono essere a maggior rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4).
    Ciclosporina
    L'iperpotassiemia può verificarsi durante l'uso concomitante di ACE inibitori con ciclosporina. Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.
    Eparina
    L'iperpotassiemia può verificarsi durante l'uso concomitante di ACE inibitori con eparina. Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.
    Uso concomitante che richiede particolare cautela
    Agenti antipertensivi e vasodilatatori
    L'uso concomitante di questi agenti può aumentare gli effetti ipotensivi del perindopril. L'uso concomitante con nitroglicerina e altri nitrati o altri vasodilatatori può ridurre ulteriormente la pressione sanguigna.
    Gliptina (linagliptin, saxagliptin, sitagliptin, vildagliptin)
    Aumento del rischio di angioedema, dovuto alla diminuzione dell'attività della dipeptidil peptidasi IV (DPP-IV) da parte della gliptina, in pazienti co-trattati con un ACE inibitore.
    Antidepressivi triciclici/antipsicotici/anestetici
    L'uso concomitante di certi medicinali anestetici, antidepressivi triciclici e antipsicotici con gli ACE inibitori possono determinare una ulteriore riduzione della pressione sanguigna (vedere paragrafo 4.4).
    Simpaticomimetici
    I simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antipertensivi degli ACE inibitori.
    Oro
    Reazioni di tipo nitritoide (sintomi che includono arrossamento del volto, nausea, vomito e ipotensione) sono state osservate raramente nei pazienti in terapia con oro iniettabile (sodio aurotiomalato) ed uso concomitante di ACE inibitori, incluso il perindopril.

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Gravidanza
    L'uso di ACE inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L'uso di ACE inibitori è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
    L'evidenza epidemiologica riguardo il rischio di teratogenicità a seguito dell'esposizione agli ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza, non è stata conclusiva; comunque, non si può escludere un piccolo aumento del rischio. Le pazienti che intendono programmare una gravidanza devono passare a trattamenti anti-ipertensivi alternativi, che possiedano un comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che il proseguimento della terapia con ACE inibitori non sia considerata essenziale. Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, deve essere intrapresa una terapia alternativa.
    È noto che negli esseri umani, l'esposizione ad una terapia di ACE inibitori durante il secondo e terzo trimestre induce fetotossicità (diminuita funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nella ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia) (vedere paragrafo 5.3). Se si fosse verificata una esposizione ad ACE inibitori a partire dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
    I neonati di madri che hanno assunto ACE inibitori devono essere posti sotto attenta osservazione per l'ipotensione (vedere i paragrafi 4.3 e 4.4).
    Allattamento
    Non essendovi informazioni disponibili sull'uso di Perindopril arginina durante l'allattamento, Perindopril Zentiva non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con profili di sicurezza più comprovati, specialmente durante l'allattamento di neonati o prematuri.
    Fertilità
    Non ci sono stati effetti sulla capacità riproduttiva o sulla fertilità.

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Perindopril arginina non influenza direttamente la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari, tuttavia in alcuni pazienti si possono verificare delle reazioni individuali correlate ad un calo della pressione arteriosa, soprattutto ad inizio del trattamento o al momento dell'associazione con un altro farmaco antiipertensivo.
    Di conseguenza, la capacità di guidare veicoli o di utilizzare macchinari può risultare ridotta.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Perindopril Zentiva
    Riepilogo del profilo di sicurezza
    II profilo di sicurezza di Perindopril è coerente con il profilo di sicurezza degli ACE inibitori: gli eventi avversi più frequenti riportati negli studi clinici e osservati con perindopril sono: capogiri, cefalea, parestesia, vertigini, disturbi visivi, tinnito, ipotensione, tosse, dispnea, dolore addominale, costipazione, diarrea, disgeusia, dispepsia, nausea, vomito, prurito, eruzione cutanea, crampi muscolari e astenia.
    Tabella riepilogativa delle reazioni avverse
    I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati durante gli studi clinici e/o l'uso post-marketing con perindopril e sono stati classificati con la seguente frequenza: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/1.000); non noto (non può essere definito sulla base dei dati disponibili).
    Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA
    Effetti indesiderati
    Frequenza
    Patologie del sistema emolinfopoietico
    Eosinofilia
    Non comune *
    Agranulocitosi o pancitopenia
    Molto raro
    Riduzione dell'emoglobina e dell'ematocrito
    Molto raro
    Leucopenia/neutropenia
    Molto raro
    Anemia emolitica in pazienti affetti da una deficienza congenita di G-6PDH (vedere paragrafo 4.4)
    Molto raro
    Trombocitopenia
    Molto raro
    Patologie endocrine
    Sindrome da inappropriata secrezione dell'ormone antidiuretico (SIADH)
    Raro
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
    Ipoglicemia (vedere paragrafi 4.4 e 4.5)
    Non comune *
    lperkaliemia, reversibile alla sospensione del trattamento (vedere paragrafo 4.4)
    Non comune*
    Iponatriemia
    Non comune*
    Disturbi psichiatrici
    Disturbi dell'umore
    Non comune
    Disturbi del sonno
    Non comune
    Depressione
    Non comune
    Patologie del sistema nervoso
    Capogiri
    Comune
    Mal di testa
    Comune
    Parestesia
    Comune
    Vertigini
    Comune
    Sonnolenza
    Non comune*
    Sincope
    Non comune*
    Confusione
    Molto raro
    Patologie dell'occhio
    Alterazione della visione
    Comune
    Patologie dell'orecchio e del labirinto
    Tinnito
    Comune
    Patologie cardiache
    Palpitazioni
    Non comune*
    Tachicardia
    Non comune*
    Angina pectoris (vedere paragrafo 4.4)
    Molto raro
    Aritmia
    Molto raro
    lnfarto miocardico possibilmente secondario ad una eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4)
    Molto raro
    Patologie vascolari
    lpotensione (ed effetti correlati all'ipotensione)
    Comune
    Vasculite
    Non comune*
    Rossore
    Raro
    Ictus possibilmente secondario ad una eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4)
    Molto raro
    Fenomeno di Raynaud
    Non noto
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Tosse
    Comune
    Dispnea
    Comune
    Broncospasmo
    Non comune
    Polmonite eosinofila
    Molto raro
    Rinite
    Molto raro
    Patologie gastrointestinali
    Dolore addominale
    Comune
    Constipation
    Comune
    Diarrea
    Comune
    Disgeusia
    Comune
    Dispepsia
    Comune
    Nausea
    Comune
    Vomito
    Comune
    Secchezza della bocca
    Non comune
    Pancreatite
    Molto raro
    Patologie epatobiliari
    Epatite citolitica o colestatica (vedere paragrafo 4.4)
    Molto raro
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Prurito
    Comune
    Eruzione cutanea
    Comune
    Orticaria (vedere paragrafo 4.4)
    Non comune
    Angioedema del volto, delle estremità, delle labbra, delle membrane mucose, della lingua, della glottide e/o della laringe (vedere paragrafo 4.4)
    Non comune
    Reazioni di fotosensibilizzazione
    Non comune*
    Pemfigoide
    Non comune*
    Iperidrosi
    Non comune
    Aggravamento della psoriasi
    Raro*
    Eritema multiforme
    Molto raro
    Patologie del sistema muscoloscheletrico Artralgia e del tessuto connettivo
    Crampi muscolari
    Comune
    Atralgia
    Non comune*
    Mialgia
    Non comune*
    Patologie renali e urinarie
    Insufficienza renale
    Non comune
    Anuria/oliguria
    Raro
    Insufficienza renale acuta
    Raro
    Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
    Disfunzione erettile
    Non comune
    Patologie sistemiche e condizioni relative Malessere alla sede di somministrazione
    Astenia
    Comune
    Dolore al petto
    Non comune*
    Malessere
    Non comune*
    Edema periferico
    Non comune*
    Piressia
    Non comune*
    Esami diagnostici
    Aumento dell'urea ematica
    Non comune*
    Aumento della creatinina ematica
    Non comune*
    Aumento della bilirubina ematica
    Raro
     Aumento degli enzimi epatici
    Raro
    Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura
    Rischio cadute
    Non comune*
    Frequenza calcolata dagli studi clinici per eventi avversi riportati a seguito di segnalazioni spontanee
    Studi clinici
    Durante il periodo di randomizzazione dello studio EUROPA, sono stati raccolti solo gli eventi avversi gravi. Pochi pazienti hanno riportato eventi avversi gravi: 16 dei 6.122 pazienti (0,3%) trattati con perindopril e 12 dei 6.107 pazienti (0,2%) trattati con placebo. Nei pazienti trattati con perindopril, è stata osservata ipotensione in 6 pazienti, angioedema in 3 pazienti e arresto cardiaco improvviso in 1 paziente. Più pazienti hanno sospeso il trattamento per tosse, ipotensione o altra intolleranza nel braccio trattato con perindopril rispetto ai soggetti trattati con placebo, il 6,0% (n=366) verso il 2, 1 % (n= 129) rispettivamente.
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite ii sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Perindopril Zentiva
    Sintomi
    Sono disponibili dati clinici limitati relativi al sovradosaggio nell'uomo.
    I sintomi associati al sovradosaggio con ACE inibitori possono includere ipotensione, shock circolatorio, alterazione degli elettroliti, insufficienza renale, iperventilazione, tachicardia, palpitazioni, bradicardia, capogiri, ansia e tosse.
    Mantenimento
    In caso di sovradosaggio si consiglia il trattamento con una infusione endovenosa di una soluzione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%). Se si manifesta ipotensione il paziente deve essere posizionato come in caso di shock. Ove disponibile, pu6 inoltre essere preso in considerazione il trattamento con un'infusione endovenosa di angiotensina II e/o di catecolamine. II Perindopril può essere rimosso dal circolo generale con l'emodialisi (vedere paragrafo 4.4). L'impiego di un pacemaker è indicato in caso di bradicardia resistente alla terapia. Si devono controllare continuamente i segni vitali, gli elettroliti del siero e le concentrazioni della creatinina.

    Scadenza

    2 anni

    Conservazione

    Conservare a temperatura inferiore ai 25°C nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.

    Farmaci Equivalenti


    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


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