Università degli Studi di MilanoFederazione Ordini Farmacisti Italiani
banda blu

Venlafaxina





A cosa serve

La venlafaxina è un inibitore selettivo del reuptake di serotonina e noradrenalina. L'azione inibitoria viene esercitata attraverso l'inibizione dell'attività dei trasportatori deputati alla ricaptazione dei neurotrasmettitori di cui sopra (rispettivamente, SerT e NET). Dal punto di vista chimico è una dibenzotiazepina. La venlafaxina è disponibile in formulazioni farmaceutiche adatte alla somministrazione per via orale, quali compresse, compresse a rilascio prolungato, capsule, capsule rigide a rilascio controllato e soluzione orale.
La
venlafaxina può essere prescritto con ricetta RR.


Indicazioni

La somministrazione della venlafaxina è indicata: Nel trattamento degli episodi di depressione maggiore; Nella prevenzione delle ricorrenze degli episodi di depressione maggiore; Nel trattamento di disturbi d'ansia, quali: Disturbo d'ansia generalizzato; Disturbo d'ansia sociale; Disturbi da panico (attacchi di panico), con o senza agorafobia.


Posologia

Le compresse e le capsule devono essere deglutite intere con l'aiuto di un sorso d'acqua, mentre la soluzione orale deve essere preventivamente diluita in acqua. L'assunzione del farmaco deve avvenire ogni giorno alla stessa ora, preferibilmente al mattino o la sera.
La venlafaxina deve essere assunta a stomaco pieno. Inoltre, si ricorda che durante la terapia con questo principio attivo il consumo di alcol deve essere evitato.
La posologia di venlafaxina da somministrare a ciascun paziente deve essere stabilita dal medico su base strettamente individuale. Ad ogni modo, la dose iniziale abitualmente impiegata è di 37,5-75 mg di principio attivo al giorno. Dopodiché, il medico procederà ad aumentare gradualmente la quantità di farmaco da somministrare fino al raggiungimento del dosaggio ottimale che consente il controllo della sintomatologia di cui soffre il paziente.
Solitamente, il dosaggio massimo raggiungibile per il trattamento dei disturbi depressivi è di 375 mg di venlafaxina al giorno; mentre per il trattamento dei disturbi d'ansia, la dose giornaliera massima è di 225 mg..


Medicinali che contengono il Principio Attivo Venlafaxina


Controindicazioni

L'utilizzo del Venlafaxina è controindicato nei seguenti casi:

  • In pazienti con ipersensibilità nota alla venlafaxina;
  • In pazienti in terapia - o che hanno assunto da meno di 14 giorni - farmaci inibitori delle monoamino ossidasi (utilizzati nel trattamento di disturbi depressivi e del morbo di Parkinson) o altri farmaci in grado di aumentare la trasmissione serotoninergica;

Avvertenze

Prima di assumere medicinali a base di venlafaxina è necessario informare il medico se ci si trova in una o più delle seguenti condizioni:
Si è in terapia con medicinali in grado di incrementare la trasmissione serotoninergica e/o in grado di alterare il ritmo cardiaco (per sapere quali sono, vedi il capitolo seguente "Interazioni Farmacologiche");
Si soffre di patologie cardiache (incluse le alterazioni del ritmo cardiaco), ipertensione o altri disturbi del sistema vascolare;
Si soffre, o si è sofferto in passato, d'iponatriemia;
Si ha una tendenza allo sviluppo di emorragie e/o si è in terapia con medicinali in grado di aumentare il rischio di sanguinamento (quali, ad esempio, i farmaci anticoagulanti);
Si soffre o si ha una storia di crisi convulsive;
Si è affetti da patologie oculari come il glaucoma;
Si ha una storia di comportamenti aggressivi;
Si ha una storia famigliare di mania o disturbo bipolare.
L'assunzione di venlafaxina può determinare alterazioni dei livelli ematici di glucosio, pertanto, nei pazienti diabetici potrebbe essere necessario un aggiustamento dei dosaggi della terapia antidiabetica cui sono sottoposti.
 
Pensieri Suicidi
I pazienti affetti da disturbi psichiatrici, come l'ansia e soprattutto la depressione, sono esposti ad un aumentato rischio di pensieri e/o comportamenti suicidari e ad un aumento del rischio di autolesionismo. Dal momento che l'effetto della venlafaxina non è immediato ma richiede qualche settimana per instaurarsi, può essere utile sorvegliare i pazienti fin quando non si verifica un miglioramento della sintomatologia ansiosa o depressiva. Gli stessi pazienti possono cercare aiuto parlandone con il medico o con i propri famigliari.
Uso nei Bambini e negli Adolescenti.
La venlafaxina non dovrebbe essere somministrata in bambini e adolescenti con meno di 18 anni di età. Tuttavia, la decisione finale spetta sempre e comunque al medico, dopo un'attenta valutazione del paziente.
La venlafaxina è in grado di interferire con la capacità di guidare veicoli e utilizzare macchinari. Pertanto, queste attività non dovrebbero essere effettuate durante la terapia con questo principio attivo.

Interazioni

A causa delle pericolose e talvolta fatali interazioni farmacologiche che possono instaurarsi, la venlafaxina non dovrebbe essere assunta in associazione a farmaci in grado di aumentare la trasmissione serotoninergica, quali: Farmaci inibitori delle monoamino ossidasi (IMAO); Inibitori selettivi del reuptake di serotonina (SSRI); Triptani, farmaci usati per il trattamento dell'emicrania; Antidepressivi triciclici (TCA); Antipsicotici; Tramadolo e altri analgesici oppioidi; Medicinali a base di triptofano; Medicinali a base di destrometorfano; Medicinali a base di metadone; Prodotti a base di blu di metilene ; Preparati a base di Erba di San Giovanni (o Iperico), una pianta dalle proprietà antidepressive.
Inoltre, prima di assumere la venlafaxina è necessario informare il medico se si stanno assumendo farmaci in grado di alterare il ritmo cardiaco, quali sono gli antiaritmici, alcuni tipi di antistaminici, alcuni tipi di antibiotici (come macrolidi e chinoloni) e alcuni tipi di antipsicotici. Infine, ricordiamo che anche l'assunzione di antifungini azolici, di antivirali e di metoprololo può interferire con l'attività della venlafaxina. Qualora si stiano assumendo uno o più dei sopra citati farmaci, è necessario informarne il medico prima di iniziare il trattamento con venlafaxina. Ad ogni modo, il medico deve essere informato anche qualora si stiano assumendo - o siano stati recentemente assunti - farmaci o sostanze di qualsiasi altro tipo, inclusi i medicinali senz'obbligo di prescrizione (SOP), i farmaci da banco (OTC), i prodotti erboristici e fitoterapici e i prodotti omeopatici.


Effetti Indesiderati

Di seguito sono riportati gli effetti indesiderati del Venlafaxina organizzati secondo la classificazione sistemica e organica MedDRA. Non sono disponibili dati sufficienti per stabilire la frequenza dei singoli effetti elencati

Patologie del sistema emolinfopoietico

trombocitopenia, disturbi ematologici (compresa agranulocitosi, anemia aplastica, neutropenia, pancitopenia)

Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammaria

Disturbi mestruali associati a un aumento del sanguinamento o ad un’irregolare sanguinamento (es. menorragia, metrorragia), disturbi dell’ eiaculazione, disfunzione erettile

Disturbi del sistema immunitario

Reazione anafilattica

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Diminuzione dell’appetito, iponatremia

Patologie dell’occhio

Visione offuscata, disturbi dell'accomodazione e midriasi. In rari casi, il principio attivo potrebbe anche favorire la comparsa di glaucoma ad angolo chiuso.

Disturbi dell’udito e del labirinto

Tinnito, vertigine

Disturbi muscolari

Rabdomiolosi

Patologie cardiovascolari

Palpitazioni, tachicardia, vasodilatazione, ipotensione e ipotensione ortostatica

Patologie sistemiche e

condizioni relative alla sede

di somministrazione

Astenia Spossatezza, accessi febbrili con brividi

Patologie del sistema nervoso

Mal di testa, capogiri, sonnolenza, tremori, ipertonia, parestesia, mioclono, irrequietezza psicomotoria, disturbi dell'equilibrio, disgeusia, sincope, convulsioni.

Patologie psichiatriche

Confusione, depersonalizzazione, nervosismo, insonnia, riduzione della libido e anorgasmia, allucinazioni e derealizzazione, mania. In alcuni casi, inoltre, potrebbero manifestarsi anche ideazioni sucide e aggressività.

Disturbi del sistema endocrino

Sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH)

Patologie gastrointestinali

Secchezza delle fauci (questo effetto collaterale aumenta il rischio d'insorgenza di carie dentarie, per tale ragione, si raccomanda il mantenimento di un'accurata igiene orale), nausea e/o vomito, diarrea o stipsi, emorragie gastrointestinali.

Patologie renali e urinarie

Disuria ed incontinenza o ritenzione urinaria

Patologie epatobiliari

Epatiti, Risultati anomali nei test di funzionalità epatica

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Angioedema, eruzioni cutanee e può favorire l'insorgenza della sindrome di Stevens-Johnson (una variante più grave dell'eritema polimorfo).


Sovradosaggio

Sintomi
Nell’esperienza post-marketing, il sovradosaggio con venlafaxina è stato riferito principalmente in associazione ad alcool e/o altri prodotti medicinali. Gli eventi riferiti più comunemente nel sovradosaggio comprendono tachicardia, mutamenti nei livelli di coscienza (da sonnolenza a coma), midriasi, convulsioni e vomito. Altri eventi riferiti comprendono anomalie del tracciato elettrocardiografico (per es. prolungamento dell’intervallo QT, blocco di branca, prolungamento del QRS), tachicardia ventricolare, bradicardia, ipotensione, vertigini e decesso. Gli studi retrospettivi pubblicati riferiscono che il sovradosaggio da venlafaxina può essere associato a un innalzamento del rischio di esiti fatali rispetto a quanto osservato nei farmaci antidepressivi della classe degli SSRI, rischio tuttavia inferiore a quello degli antidepressivi triciclici. Gli studi epidemiologici hanno mostrato che i pazienti trattati con venlafaxina hanno un numero più elevato di fattori di rischio per il suicidio rispetto ai pazienti trattati con SSRI. Non è chiaro quanto questo aumento del rischio di decesso possa essere attribuito alla tossicità di un sovradosaggio di venlafaxina rispetto ad alcune caratteristiche dei pazienti trattati con questo farmaco. Le prescrizioni di venlafaxina devono essere effettuate per la minima quantità possibile di farmaco coerente con una buona gestione del paziente al fine di ridurre il rischio di sovradosaggio.
Trattamento
Sono raccomandate misure sintomatiche e di supporto generale; è necessario monitorare il ritmo cardiaco e i segni vitali. Quando sussiste il rischio di inalazione, non si raccomanda l’induzione del vomito. La lavanda gastrica può essere indicata qualora venga effettuata subito dopo l’ingestione, o nei pazienti sintomatici. Anche la somministrazione di carbone attivo può limitare l’assorbimento del principio attivo. È improbabile che diuresi forzata, dialisi, emoperfusione e la exsanguinotrasfusione apportino alcun beneficio. Non è noto alcun antidoto specifico per la venlafaxina.

Gravidanza e Allattamento

L'uso della venlafaxina durante la gravidanza aumenta il rischio d'insorgenza d'ipertensione polmonare persistente nel neonato, grave condizione che si manifesta nelle 24 ore dopo la nascita del bambino. Pertanto, prima di assumere medicinali contenenti venlafaxina, è necessario informare il medico del proprio stato di gravidanza. Questa figura sanitaria stabilirà - dopo un'attenta valutazione del rapporto fra i possibili rischi per il feto/neonato e i benefici attesi per la madre - se la venlafaxina può essere o meno assunta dalla gestante. Per quel che riguarda le madri che allattano, la venlafaxina viene escreta nel latte materno. Pertanto, prima di assumere questo principio attivo è necessario informare il medico se si sta allattando al seno. Anche in questo caso, sarà quest'ultimo a decidere se la madre può continuare ad allattare al seno, oppure se deve sospendere l'allattamento per assumere la venlafaxina.


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