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Exemestane





A cosa serve

L'exemestane è un farmaco antitumorale appartenente alla classe degli inibitori dell'aromatasi. L'aromatasi è un enzima implicato nella produzione di estrogeni (ormoni sessuali femminili). Grazie a questa sua attività, l'exemestane può essere impiegato nel trattamento di tumori ormono-sensibili. L'exemestane è disponibile per la somministrazione orale. Si trova sotto forma di compressa. L' exemestane  può essere prescritto dietro presentazione di ricetta medica ripetibile (RR).

Indicazioni

L'utilizzo di exemestane è indicato nel trattamento del carcinoma mammario - in fase sia iniziale che avanzata - in donne in post-menopausa (naturale o indotta).
L'exemestane potrebbe anche essere utilizzato nel carcinoma mammario maschile.

Posologia

L'exemestane è disponibile per la somministrazione orale. Si trova sotto forma di compresse di colore biancastro che devono essere assunte preferibilmente a stomaco pieno e sempre alla stessa ora. L'assorbimento del farmaco, in genere, aumenta se viene assunto subito dopo un pasto ricco di grassi.
La posologia abituale è di una compressa - contenente 25 mg di principio attivo - da assumersi una volta al giorno.
La durata del trattamento deve essere stabilita dal medico.

Medicinali che contengono il Principio Attivo Exemestane


Controindicazioni

La somministrazione di exemestane è controindicata nei seguenti casi:
  • Ipersensibilità nota all'exemestane;
  • In pazienti in pre-menopausa;
  • In bambini e adolescenti;
  • In gravidanza;
  • Durante l'allattamento.

Avvertenze

L'exemestane non deve essere utilizzato in pazienti in stato endocrino di pre-menopausa.
Va prestata attenzione alla somministrazione di exemestane in pazienti affette da preesistenti disfunzioni epatiche e/o renali.
Poiché l'exemestane riduce la densità minerale ossea, le donne affette da osteoporosi - o a rischio di sviluppare osteoporosi - devono essere sottoposte a valutazioni periodiche dello stato di salute delle ossa durante tutto il periodo di trattamento con il farmaco. Nelle pazienti a rischio di osteoporosi potrebbe essere necessario iniziare un trattamento di profilassi.
L'exemestane può causare sonnolenza e capogiri, se questi sintomi compaiono le capacità fisiche e/o mentali necessarie per la guida di veicoli o per l'impiego di macchinari possono essere alterate.

Interazioni

L'efficacia terapeutica dell'exemestane può essere ridotta dalla somministrazione contemporanea di farmaci quali:
  • Rifampicina (un antibiotico);
  • Fenitoina e carbamazepina (farmaci utilizzati per il trattamento dell'epilessia);
  • Preparati a base di Iperico, conosciuto anche come erba di San Giovanni (una pianta dalle proprietà antidepressive).
L'exemestane non deve essere somministrato in concomitanza a farmaci contenenti estrogeni, poiché questi ultimi annullerebbero la sua azione farmacologica.
È comunque necessario informare il medico qualora si stiano assumendo - o siano stati recentemente assunti - medicinali di qualsiasi tipo, compresi i farmaci da banco, i prodotti erboristici e/o omeopatici.

Effetti Indesiderati

L’exemestane è stato generalmente ben tollerato in tutti gli studi clinici condotti con l’exemestane alla dose standard di 25 mg/die e gli effetti indesiderati generalmente sono stati di gravità da lieve a moderata. L’incidenza di interruzione del trattamento a causa di eventi avversi è stata del 7,4% nelle pazienti con carcinoma mammario in fase iniziale sottoposte a trattamento adiuvante con l’exemestane dopo terapia adiuvante iniziale con il tamoxifene. Le reazioni avverse segnalate con maggiore frequenza sono state vampate di calore (22%), artralgia (18%) e stanchezza (16%). L’incidenza di interruzione del trattamento a causa di eventi avversi è stata del 2,8% in tutta la popolazione di pazienti con carcinoma mammario in fase avanzata. Le reazioni avverse più comuni sono state vampate di calore (14%) e nausea (12%). La maggior parte delle reazioni avverse possono essere attribuite alle normali conseguenze farmacologiche da deprivazione estrogenica (p.es. vampate di calore). Le reazioni avverse riportate derivano da studi clinici e dall’esperienza post- marketing e sono elencate sotto in base alla classificazione organo sistemica e  1/10), comune³alla frequenza. Le frequenze sono definite come: molto comune (  1/100 a³(da  < 1/1.000 a³1/10), non comune (da  <1/100), raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (non può essere stimata sulla base dei dati disponibili).
Patologie del sistema emolinfopoietico Non comune: leucopenia(**) Raro: trombocitopenia (**) Non nota: conta dei linfociti ridotta (**)
Disturbi del sistema immunitario
Non comune: ipersensibilità
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Comune: anoressia
Disturbi psichiatrici
Molto comune: insonnia Comune: depressione
Patologie del sistema nervoso
Molto comune: cefalea
Comune: capogiro, sindrome del tunnel carpale, parestesia
Non comune: sonnolenza
Patologie vascolari
Molto comune: vampate di calore
Patologie gastrointestinali
Molto comune: nausea
 Comune: dolore addominale, vomito, costipazione, dispepsia, diarrea
Patologie epatobiliari
Non comune: epatite(†), epatite colestatica(†), aumento degli enzimi epatici(†), aumento alcalina nel sangue(†) della bilirubina nel sangue(†), aumento della fosfatasi
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Molto comune: aumento della sudorazione
Comune: rash, alopecia, orticaria, prurito
Non comune: pustolosi esantematica acuta generalizzata(†)
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Molto comune: dolore muscoloscheletrico e alle articolazioni(*)
Comune: osteoporosi, frattura
Patologie sistemiche e condizioni relative al sito di somministrazione
Molto comune: stanchezza
Comune: dolore, edema periferico
Non comune: astenia
(*) Include: artralgia e, meno frequentemente, dolore alle estremità, osteoartrite, male di schiena, artrite, mialgia e rigidità delle articolazioni
(**) Nelle pazienti con carcinoma mammario in fase avanzata sono state raramente riportate trombocitopenia e leucopenia. È stata osservata una occasionale riduzione dei linfociti in circa il 20% delle pazienti che assumevano exemestane, particolarmente nelle pazienti con linfopenia pre- esistente; tuttavia, la media dei valori dei linfociti in queste pazienti non cambiava in maniera significativa nel tempo e non è stato osservato un corrispondente aumento delle infezioni virali. Questi effetti non sono stati osservati nelle pazienti trattate negli studi sul carcinoma mammario in fase iniziale.
(†) Frequenza calcolata con la regola del 3/X La tabella sottostante mostra la frequenza degli eventi avversi e delle patologie sopra specificati nello studio di carcinoma mammario in fase iniziale (IES), indipendentemente dalla causalità, segnalati nelle pazienti che ricevevano il farmaco in studio e fino a 30 giorni dalla fine della terapia. 
Eventi avversi e patologie Exemestane (N = 2249) Tamoxifene (N = 2279)
Vampate di calore 491 (21,8%) 457 (20,1%)
Stanchezza 367 (16,3%) 344 (15,1%)
Cefalea 305 (13,6%) 255 (11,2%)
Insonnia 290 (12,9%) 204 (9,0%)
Aumento sudorazione 270 (12,0%) 242 (10,6%)
Ginecologici 235 (10,5%) 340 (14,9%)
Capogiri 224 (10,0%) 200 (8,8%)
Nausea 200 (8,9%) 208 (9,1%)
Osteoporosi 116 (5,2%) 66 (2,9%)
Emorragie vaginali 90 (4,0%) 121 (5,3%)
Altro tumore primario 84 (3,6%) 125 (5,3%)
Vomito 50 (2,2%) 54 (2,4%)
Disturbi visivi 45 (2,0%) 53 (2,3%)
Tromboembolismo 16 (0,7%) 42 (1,8%)
Fratture osteoporotiche 14 (0,6%) 12 (0,5%)
Infarto del miocardio 13 (0,6%) 4 (0,2%)
Nello studio IES, la frequenza di eventi ischemici cardiaci è stata del 4,5% vs 4,2% nei pazienti trattati rispettivamente con exemestane e con tamoxifene. Non è stata osservata alcuna differenza significativa per singoli eventi cardiovascolari tra cui ipertensione (9,9% vs 8,4%), infarto del miocardio (0,6% vs 0,2%) e insufficienza cardiaca (1,1% vs 0,7%).
Nello studio IES, è stata riscontrata una maggiore frequenza di ipercolesterolemia rispetto al tamoxifene (3,7% vs <2,1%).
In uno studio randomizzato, in doppio cieco, su donne in post-menopausa con carcinoma mammario in fase iniziale a basso rischio trattate con l’exemestane (N=73) o con placebo (N=73) per 24 mesi, l’exemestane è stato associato ad una riduzione media del colesterolo-HDL plasmatico del 7-9% rispetto ad un aumento dell’1% con il placebo. Si è vista anche una riduzione dell’apolipoproteina A1 del 5-6% nel gruppo exemestane rispetto al 0-2% del placebo. L’effetto sugli altri parametri lipidici valutati (colesterolo totale, colesterolo LDL, trigliceridi, apolipoproteina-B e lipoproteina-a) era molto simile nei due gruppi di trattamento. Il significato clinico di questi risultati non è chiaro.
Nello studio IES, è stata riscontrata una maggiore frequenza di ulcera gastrica nel braccio exemestane rispetto al braccio tamoxifene (0.7% vs <0.1%). La maggior parte delle pazienti nel braccio exemestane con ulcera gastrica era in terapia concomitante con agenti antinfiammatori non steroidei e/o aveva una precedente storia clinica.
Reazioni avverse in base all’esperienza post-marketing Patologie epatobiliari: epatite, epatite colestatica
Poiché le reazioni sono state riportate volontariamente tramite una popolazione di dimensione non definite, non è sempre stato possibile stimare in maniera affidabile la loro frequenza o stabilire una relazione causale con l’esposizione al farmaco.

Sovradosaggio

Gli studi clinici sono stati eseguiti con la somministrazione di exemestane fino alla dose di 800 mg come dose singola a volontari sani di sesso femminile e fino alla dose di 600 mg al giorno a donne in post-menopausa affette da carcinoma mammario in fase avanzata; tali dosaggi sono stati ben tollerati.
Non è nota quale sia la dose singola di exemestane che potrebbe causare sintomi che mettono in pericolo la vita della paziente. Nei ratti e nei cani, la letalità è stata osservata dopo somministrazioni di dosi singole orali equivalenti rispettivamente a 2.000 e 4.000 volte la dose raccomandata nell’uomo, calcolata sulla base di mg/m². Non esiste alcun antidoto specifico al sovradosaggio e il trattamento deve essere sintomatico.
Sono indicate terapie generali di supporto, compreso il monitoraggio frequente dei segni vitali e la stretta osservazione della paziente.

Gravidanza e Allattamento

Gravidanza
Non sono disponibili dati clinici su donne in stato di gravidanza esposte all’exemestane. Studi sugli animali hanno dimostrato effetti tossici sulla riproduzione. Pertanto EXEMESTANE è controindicato in gravidanza.
Allattamento
Non è noto se l’exemestane venga escreto nel latte umano. EXEMESTANE non deve essere somministrato durante l’allattamento.
Donne in stato peri-menopausale o che potrebbero rimanere incinte
Il medico può aver bisogno di discutere la necessità di un adeguato sistema contraccettivo con le donne che possono rimanere incinte, incluse le donne in stato peri-menopausale o che sono recentemente entrate in menopausa, fino a quando il loro stato post-menopausale sia stato completamente definito.

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