Zejula

    Ultimo aggiornamento: 27/03/2024

    Cos'è Zejula?

    Zejula è un farmaco a base del principio attivo Niraparib, appartenente alla categoria degli Antineoplastici e nello specifico Inibitori della poli (ADP-ribosio) polimerasi (PARP). E' commercializzato in Italia dall'azienda GlaxoSmithKline S.p.A..

    Zejula può essere prescritto con Ricetta RNRL - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti.


    Confezioni

    Zejula 100 mg 56x1 capsule rigide (dose unitaria)
    Zejula 100 mg 84x1 capsule rigide (dose unitaria)

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: GlaxoSmithKline (Ireland) Limited
    Concessionario: GlaxoSmithKline S.p.A.
    Ricetta: RNRL - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti
    Classe: H
    Principio attivo: Niraparib
    Gruppo terapeutico: Antineoplastici
    ATC: L01XK02 - Niraparib
    Forma farmaceutica: capsula


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    Indicazioni

    Perché si usa Zejula? A cosa serve?
    Zejula è indicato:
    • come monoterapia per il trattamento di mantenimento di pazienti adulte con carcinoma ovarico epiteliale avanzato (stadio FIGO III e IV), carcinoma delle tube di Falloppio o carcinoma peritoneale primario, di grado elevato, che stiano rispondendo (risposta completa o parziale) alla chemioterapia di prima linea a base di platino.
    • come monoterapia per il trattamento di mantenimento di pazienti adulte con carcinoma ovarico epiteliale sieroso, carcinoma delle tube di Falloppio o carcinoma peritoneale primario, di grado elevato, recidivato, sensibile al platino, che stiano rispondendo (risposta completa o parziale) alla chemioterapia a base di platino.

    Posologia

    Come usare Zejula: Posologia
    Il trattamento con Zejula deve essere iniziato e supervisionato da un medico esperto nell'uso dei medicinali antitumorali.
    Posologia
    Trattamento di mantenimento di prima linea del carcinoma ovarico
    La dose iniziale raccomandata di Zejula è di 200 mg (due capsule da 100 mg), da assumere una volta al giorno. Tuttavia, per le pazienti di peso ≥ 77 kg e conta piastrinica al basale ≥ 150,000/μL, la dose iniziale raccomandata è di 300 mg (tre capsule da 100 mg), da assumere una volta al giorno (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
    Trattamento di mantenimento del carcinoma ovarico recidivante
    La dose è di tre capsule rigide da 100 mg una volta al giorno, equivalenti a una dose giornaliera totale di 300 mg.
    Si devono incoraggiare le pazienti ad assumere la dose ogni giorno all'incirca alla stessa ora. La somministrazione prima di coricarsi è un possibile metodo per gestire la nausea.
    Si consiglia di proseguire il trattamento fino alla progressione della malattia o a tossicità.
    Dose dimenticata
    Se le pazienti dimenticano una dose, devono assumere regolarmente la dose successiva alla solita ora.
    Aggiustamenti posologici per reazioni avverse
    Le modifiche posologiche per reazioni avverse sono elencate nelle tabelle 1, 2 e 3.
    In generale si raccomanda in primo luogo di interrompere il trattamento (ma per non più di 28 giorni consecutivi) per consentire alla paziente di ristabilirsi dopo la reazione avversa e quindi ricominciare con la stessa dose. Nel caso in cui la reazione avversa si ripresenti, si raccomanda di interrompere il trattamento ed in seguito di riprenderlo alla dose inferiore. Se le reazioni avverse persistono oltre un periodo di interruzione di 28 giorni, si raccomanda di sospendere Zejula. Se non è possibile gestire le reazioni avverse con questa strategia di interruzione e riduzione della dose, si raccomanda di sospendere Zejula.
    Tabella 1: Modifiche posologiche raccomandate per reazioni avverse
    Dose iniziale
    200 mg
    300 mg
    Prima riduzione di dose
    100 mg/die
    200 mg/die (due capsule da 100 mg)
    Seconda riduzione di dose
    Sospendere Zejula
    100 mg/die* (una capsula da 100 mg)
    * In caso sia necessaria un'ulteriore riduzione della dose al di sotto di 100 mg/die, sospendere il trattamento con Zejula.
    Tabella 2: Modifica posologica per le reazioni avverse non ematologiche
    Reazione avversa non ematologica, correlata al trattamento, di grado ≥ 3 secondo i CTCAE* ove la profilassi non sia considerata fattibile o la reazione avversa persista nonostante il trattamento
    Prima comparsa:
    • Interrompere Zejula per un massimo di 28 giorni o fino alla risoluzione della reazione avversa.
    • Riprendere Zejula ad un livello di dose ridotto come da Tabella 1.
    Seconda comparsa:
    • Interrompere Zejula per un massimo di 28 giorni o fino alla risoluzione della reazione avversa.
    • Riprendere Zejula con una dose ridotta o sospendere come da Tabella 1.
    Reazione avversa correlata al trattamento, di grado ≥ 3 secondo i CTCAE* che si protrae per più di 28 giorni mentre alla paziente viene somministrato Zejula alla dose di 100 mg/die
    Sospendere il trattamento.
    * CTCAE = Common Terminology Criteria for Adverse Events (criteri terminologici comuni per gli eventi avversi)
    Tabella 3: Modifica posologica per le reazioni avverse ematologiche
    Reazioni avverse ematologiche sono state osservate durante il trattamento con Zejula, soprattutto nella fase iniziale del trattamento. Si raccomanda quindi di effettuare un monitoraggio settimanale dell'emocromo completo durante il primo mese di trattamento e di modificare la dose secondo necessità. Dopo il primo mese, si raccomanda di effettuare un monitoraggio mensile dell'emocromo completo da ripetere periodicamente in seguito (vedere paragrafo 4.4). In base ai singoli valori di laboratorio, può essere giustificato un monitoraggio settimanale nel secondo mese.
    Reazione avversa ematologica che richieda il supporto di una trasfusione o di un fattore di crescita ematopoietico
    • Per le pazienti con conta piastrinica ≤ 10.000/μL, deve essere presa in considerazione una trasfusione di piastrine. In presenza di altri fattori di rischio di sanguinamento come la somministrazione concomitante di anticoagulanti o di medicinali antipiastrinici, deve essere considerata l'opportunità di interrompere queste sostanze e/o di effettuare una trasfusione con una conta piastrinica più elevata.
    • Riprendere Zejula con una dose ridotta.
    Conta piastrinica < 100.000/µL
    Prima comparsa:
    • Interrompere Zejula per un massimo di 28 giorni ed effettuare un monitoraggio settimanale dell'emocromo fino a quando la conta piastrinica non ritorna ≥ 100.000/µL.
    • Riprendere Zejula con la stessa dose o con una dose ridotta come da Tabella 1 in base alla valutazione clinica.
    • Se in qualunque momento la conta piastrinica è < 75.000/µL, riprendere con una dose ridotta come da Tabella 1.
    Seconda comparsa:
    • Interrompere Zejula per un massimo di 28 giorni ed effettuare un monitoraggio settimanale dell'emocromo fino a quando la conta piastrinica non ritorna ≥ 100.000/µL.
    • Riprendere Zejula con una dose ridotta come da Tabella 1.
    • Sospendere Zejula se la conta piastrinica non è tornata a livelli accettabili entro i 28 giorni del periodo di interruzione della somministrazione, o se la paziente è già stata sottoposta alla riduzione della dose fino a 100 mg/die.
    Neutrofili < 1.000/µL o emoglobina < 8 g/dL
    • Interrompere Zejula per un massimo di 28 giorni ed effettuare un monitoraggio settimanale dell'emocromo fino a quando la conta dei neutrofili non ritorna ≥ 1.500/µL o l'emoglobina ≥ 9 g/dL.
    • Riprendere Zejula con una dose ridotta come da Tabella 1.
    • Sospendere Zejula se i neutrofili e/o l'emoglobina non sono tornati a livelli accettabili entro i 28 giorni del periodo di interruzione della somministrazione, o se la paziente è già stata sottoposta alla riduzione della dose fino a 100 mg/die.
    Diagnosi confermata di sindrome mielodisplastica (SMD) o leucemia mieloide acuta (LMA)
    • Sospendere Zejula definitivamente.
    Pazienti con basso peso corporeo nel trattamento di mantenimento del carcinoma ovarico recidivante
    Il 25% circa delle pazienti nello studio NOVA pesava meno di 58 kg e il 25% circa delle pazienti pesava più di 77 kg. L'incidenza delle reazioni avverse (ADR) di grado 3 o 4 è stata superiore tra le pazienti con basso peso corporeo (78%) rispetto alle pazienti con peso corporeo elevato (53%). Solo il 13% delle pazienti con basso peso corporeo ha mantenuto la dose di 300 mg oltre il ciclo 3. Per le pazienti che pesano meno di 58 kg si può prendere in considerazione una dose iniziale di 200 mg.
    Anziani
    Per le pazienti anziane (≥ 65 anni) non è necessario alcun aggiustamento posologico. I dati clinici sulle pazienti da 75 anni in su sono limitati.
    Compromissione renale
    Per le pazienti con compromissione renale da lieve a moderata non sono necessari aggiustamenti posologici. Non ci sono dati disponibili nelle pazienti con compromissione renale severa o con nefropatia in stadio terminale sottoposte a emodialisi; in queste pazienti, Zejula deve essere utilizzato con cautela (vedere paragrafo 5.2).
    Compromissione epatica
    Nelle pazienti con compromissione epatica lieve (aspartato aminotransferasi (AST) > limite superiore di normalità (ULN) e bilirubina totale (TB) ≤ ULN oppure qualsiasi valore di AST e TB > 1.0 x – 1,5 x ULN) non sono necessari aggiustamenti posologici. Nelle pazienti con compromissione epatica moderata (qualsiasi valore di AST e TB > 1.5 x – 3 x ULN) la dose iniziale raccomandata di Zejula è 200 mg una volta al giorno. Non ci sono dati disponibili nelle pazienti con compromissione epatica severa (qualsiasi valore di AST e TB > 3 x ULN); in queste pazienti, Zejula deve essere utilizzato con cautela (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
    Performance status ECOG da 2 a 4
    Non ci sono dati clinici disponibili nelle pazienti con performance status ECOG da 2 a 4.
    Popolazione pediatrica
    La sicurezza e l'efficacia di Niraparib nei bambini e negli adolescenti al di sotto di 18 anni di età non sono state ancora stabilite. Non ci sono dati disponibili.
    Modo di somministrazione
    Zejula è per uso orale. Le capsule devono essere ingerite intere con un po' d'acqua. Non devono essere masticate né schiacciate.
    Le capsule di Zejula possono essere assunte indipendentemente dai pasti (vedere paragrafo 5.2).

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Zejula
    Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
    Allattamento (vedere paragrafo 4.6).

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Zejula
    Reazioni avverse ematologiche
    Nelle pazienti trattate con Zejula sono state segnalate reazioni avverse ematologiche (trombocitopenia, anemia, neutropenia) (vedere paragrafo 4.8). Le pazienti con peso corporeo più basso o conta piastrinica al basale più bassa possono presentare un rischio maggiore di trombocitopenia di grado 3+ (vedere paragrafo 4.2).
    Per monitorare variazioni clinicamente significative di qualunque parametro ematologico durante il trattamento, si raccomanda l'esame dell'emocromo completo con frequenza settimanale per il primo mese, seguito da un monitoraggio mensile per i successivi 10 mesi di trattamento e a cadenza periodica in seguito (vedere paragrafo 4.2).
    Se una paziente sviluppa una severa tossicità ematologica persistente, inclusa la pancitopenia, che non si risolve entro 28 giorni dall'interruzione, si deve sospendere Zejula.
    A causa del rischio di trombocitopenia, gli anticoagulanti e i medicinali che notoriamente riducono il numero dei trombociti devono essere usati con cautela (vedere paragrafo 4.8).
    Sindrome mielodisplastica/leucemia mieloide acuta
    Sono stati osservati casi di sindrome mielodisplastica/leucemia mieloide acuta (SMD/LMA), inclusi casi con esito fatale, nelle pazienti trattate con Zejula, in monoterapia o in terapia di associazione, negli studi clinici e dopo la commercializzazione (vedere paragrafo 4.8).
    Negli studi clinici, la durata del trattamento con Zejula prima che le pazienti sviluppassero SMD/LMA variava tra 0,5 mesi e > 4,9 anni. Si trattava di tipici casi di SMD/LMA secondaria, correlata alla terapia antitumorale. Tutte le pazienti erano state trattate con regimi chemioterapici a base di platino e molte di loro anche con altri agenti che causano danni al DNA e radioterapia. Dall'anamnesi di alcune pazienti risultava una pregressa soppressione del midollo osseo. Nello studio NOVA, l'incidenza di SMD/LMA è stata più alta nella coorte gBRCAmut (7,4%) che nella coorte non-gBRCAmut (1,7%).
    Nel caso di sospetta SMD/LMA o di tossicità ematologiche prolungate, la paziente deve essere inviata a un ematologo per ulteriore valutazione. Se la SMD/LMA viene confermata, il trattamento con Zejula deve essere sospeso e la paziente trattata adeguatamente.
    Ipertensione, inclusa crisi ipertensiva
    Con l'uso di Zejula è stata segnalata ipertensione, inclusa crisi ipertensiva (vedere paragrafo 4.8). Prima di iniziare il trattamento con Zejula un'eventuale ipertensione pre-esistente deve essere controllata in modo adeguato. Durante il trattamento con Zejula la pressione arteriosa deve essere monitorata almeno una volta a settimana per due mesi, successivamente una volta al mese per il primo anno e in seguito periodicamente. Per le pazienti idonee, può essere preso in considerazione il controllo della pressione arteriosa a domicilio, con l'indicazione di contattare il medico in caso di aumento della pressione arteriosa stessa.
    L'ipertensione deve essere gestita clinicamente con medicinali antipertensivi, oltre che aggiustando la dose di Zejula (vedere paragrafo 4.2), qualora necessario. Nel programma clinico, la pressione arteriosa è stata misurata al giorno 1 di ogni ciclo di 28 giorni mentre la paziente assumeva Zejula.
    Nella maggior parte dei casi, l'ipertensione è stata adeguatamente controllata con un trattamento antipertensivo standard, con o senza aggiustamento della dose di Zejula (vedere paragrafo 4.2). Zejula deve essere sospeso in caso di crisi ipertensiva o qualora un'ipertensione clinicamente significativa non possa essere adeguatamente controllata con la terapia antipertensiva.
    Sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (posterior reversible encephalopathy syndrome -PRES)
    Vi sono state segnalazioni di PRES in pazienti in trattamento con Zejula (vedere paragrafo 4.8). PRES è un disturbo neurologico raro e reversibile, che può manifestarsi con sintomi in rapida evoluzione che includono convulsioni, cefalea, stato mentale alterato, disturbi visivi o cecità corticale, con o senza ipertensione associata. Una diagnosi di PRES ha bisogno di essere confermata tramite imaging cerebrale, preferibilmente risonanza magnetica per immagini (MRI).
    Nel caso di PRES, si raccomanda di sospendere Zejula e di trattare i sintomi specifici, inclusa l'ipertensione. La sicurezza di assumere di nuovo Zejula in pazienti che in precedenza hanno manifestato PRES non è nota.
    Gravidanza/contraccezione
    Zejula non deve essere utilizzato in gravidanza o nelle donne in età fertile che non intendano adottare una contraccezione altamente efficace durante la terapia e per 6 mesi dopo avere assunto l'ultima dose di Zejula (vedere paragrafo 4.6). Deve essere eseguito un test di gravidanza su tutte le donne in età fertile prima dell'inizio del trattamento.
    Compromissione epatica
    Le pazienti con compromissione epatica severa, sulla base dei dati di quelle con compromissione epatica moderata, potrebbero avere una maggiore esposizione a Niraparib e devono essere attentamente monitorate (vedere paragrafo 4.2 e 5.2).
    Lattosio
    Le capsule rigide di Zejula contengono lattosio monoidrato. Le pazienti affette da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
    Tartrazina (E 102)
    Questo medicinale contiene tartrazina (E 102), la quale può provocare reazioni allergiche.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Zejula
    Interazioni farmacodinamiche
    L'associazione di niraparib con vaccini o agenti immunosoppressori non è stata studiata.
    I dati su niraparib in associazione con medicinali citotossici sono limitati. Pertanto, si deve procedere con cautela se si utilizza niraparib in associazione con vaccini, agenti immunosoppressori o altri medicinali citotossici.
    Interazioni farmacocinetiche
    Effetti di altri medicinali su niraparib
    Niraparib in quanto substrato dei CYP (CYP1A2 e CYP3A4)
    Niraparib è un substrato delle carbossilesterasi (CE) e delle UDP-glucuronosiltransferasi (UGT) in vivo. Il metabolismo ossidativo di niraparib in vivo è minimo. Non è necessario alcun aggiustamento posologico di Zejula quando lo si somministra in concomitanza con medicinali noti per inibire (es. itraconazolo, ritonavir e claritromicina) o indurre gli enzimi CYP (es. rifampicina, carbamazepina e fenitoina).
    Niraparib in quanto substrato dei trasportatori di efflusso (P-gp, BCRP, BSEP, MRP2 e MATE1/2)
    Niraparib è un substrato della glicoproteina P (P-gp) e della proteina di resistenza del cancro della mammella (BCRP, breast cancer resistance protein). Tuttavia, grazie alla sua elevata permeabilità e biodisponibilità, il rischio di interazioni clinicamente rilevanti con i medicinali che inibiscono questi trasportatori è improbabile. Non è necessario quindi alcun aggiustamento posologico di Zejula quando lo si somministra in concomitanza con medicinali noti per inibire la P-gp (es. amiodarone, verapamil) o la BCRP (es. osimertinib, velpatasvir ed eltrombopag).
    Niraparib non è un substrato della pompa di esportazione dei sali biliari (BSEP, bile salt export pump) o della proteina di resistenza multifarmaco 2 (MRP2, multidrug resistance-associated protein 2). Il principale metabolita primario M1 non è un substrato di P-gp, BCRP, BSEP o MRP2. Niraparib non è un substrato della proteina di estrusione multifarmaco e di tossine (MATE, Multidrug and toxin extrusion protein) 1 o 2, mentre M1 è un substrato di entrambi.
    Niraparib in quanto substrato dei trasportatori di captazione epatica (OATP1B1, OATP1B3 e OCT1)
    Né niraparib né M1 sono substrati dei polipeptidi di trasporto degli anioni organici (OATP) 1B1, 1B3 o del trasportatore dei cationi organici (OCT) 1. Non è necessario alcun aggiustamento posologico di Zejula quando lo si somministra in concomitanza con medicinali noti per inibire i trasportatori di captazione OATP1B1 o 1B3 (es. gemfibrozil, ritonavir) od OCT1 (es. dolutegravir).
    Niraparib in quanto substrato dei trasportatori di captazione renale (OAT1, OAT3 e OCT2)
    Né niraparib né M1 sono substrati dei trasportatori degli anioni organici (OAT) 1, 3 e del trasportatore dei cationi organici (OCT) 2. Non è necessario alcun aggiustamento posologico di Zejula quando lo si somministra in concomitanza con medicinali noti per inibire i trasportatori di captazione OAT1 (es. probenecid) o OAT3 (es. probenecid, diclofenac) o OCT2 (es. cimetidina, chinidina).
    Effetti di niraparib su altri medicinali
    Inibizione dei CYP (CYP1A2, CYP2B6, CYP2C8, CYP2C9, CYP2C19, CYP2D6 e CYP3A4)
    Né niraparib né M1 sono inibitori di alcuno degli enzimi CYP che metabolizzano principi attivi, specificamente, CYP1A1/2, CYP2B6, CYP2C8, CYP2C9, CYP2C19, CYP2D6 e CYP3A4/5.
    Non si prevede l'inibizione del CYP3A4 nel fegato, ma la possibilità di inibire il CYP3A4 a livello intestinale non è stata stabilita a concentrazioni clinicamente rilevanti di niraparib. Dunque, si raccomanda cautela quando si associa niraparib a principi attivi il cui metabolismo è CYP3A4- dipendente, soprattutto quelli con un intervallo terapeutico ristretto (es. ciclosporina, tacrolimus, alfentanil, ergotamina, pimozide, quetiapina e alofantrina).
    Inibizione delle UDP-glucuronosiltransferasi (UGT)
    Niraparib non ha mostrato un effetto inibitorio verso le isoforme UGT (UGT1A1, UGT1A4, UGT1A9 e UGT2B7) fino a 200 µM in vitro. Pertanto, il potenziale per una inibizione clinicamente rilevante delle UGT da parte di niraparib è minimo.
    Induzione dei CYP (CYP1A2 e CYP3A4)
    Né niraparib né M1 sono induttori del CYP3A4 in vitro. In vitro, niraparib è un induttore debole del CYP1A2 a concentrazioni elevate, e la rilevanza clinica di questo effetto non si può escludere completamente. M1 non è un induttore del CYP1A2. Dunque, si raccomanda cautela quando si associa niraparib a principi attivi il cui metabolismo è CYP1A2-dipendente, soprattutto quelli con un intervallo terapeutico ristretto (es. clozapina, teofillina e ropinirolo).
    Inibizione dei trasportatori di efflusso (P-gp, BCRP, BSEP, MRP2 e MATE1/2)
    Niraparib non è un inibitore della BSEP o MRP2. In vitro, niraparib inibisce molto debolmente la gpP e la BCRP, rispettivamente con una IC50= 161 µM e 5,8 µM. Dunque, un'interazione clinicamente significativa correlata a una inibizione di questi trasportatori di efflusso, benché improbabile, non può essere esclusa. Si raccomanda cautela quindi, quando si associa niraparib a substrati della BCRP (irinotecan, rosuvastatina, simvastatina, atorvastatina e metotrexato).
    Niraparib è un inibitore di MATE1 e 2 con una IC50 rispettivamente di 0,18 µM e ≤ 0,14 µM. Non si possono escludere concentrazioni plasmatiche aumentate di medicinali somministrati contemporaneamente che siano substrati di questi trasportatori (es. metformina).
    Il principale metabolita primario M1 non sembra essere un inibitore di P-gp, BCRP, BSEP, MRP2 o MATE1/2.
    Inibizione dei trasportatori di captazione epatica (OATP1B1, OATP1B3 e OCT1)
    Né niraparib né M1 sono inibitori dei polipeptidi di trasporto degli anioni organici 1B1 (OATP1B1) o 1B3 (OATP1B3).
    In vitro, niraparib inibisce debolmente il trasportatore dei cationi organici 1 (OCT1) con una IC50 = 34,4 µM. Si raccomanda cautela quindi, quando si associa niraparib a principi attivi trasportati per captazione da OCT1, come la metformina.
    Inibizione dei trasportatori di captazione renale (OAT1, OAT3 e OCT2)
    Né niraparib né M1 inibiscono i trasportatori degli anioni organici 1 (OAT1), 3 (OAT3) e il trasportatore dei cationi organici 2 (OCT2).
    Tutti gli studi clinici sono stati effettuati solo negli adulti.

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Donne in età fertile/Contraccezione nelle donne
    Le donne in età fertile non devono iniziare una gravidanza durante il trattamento né deve riscontrarsi uno stato gravidico all'inizio del trattamento stesso. Deve essere eseguito un test di gravidanza su tutte le donne in età fertile prima dell'inizio del trattamento. Le donne in età fertile devono utilizzare una contraccezione altamente efficace durante la terapia e per 6 mesi dopo l'ultima dose di Zejula.
    Gravidanza
    I dati relativi all'uso di Niraparib in donne in gravidanza sono limitati o non disponibili. Non sono stati condotti studi di tossicità della riproduzione e dello sviluppo in specie animali. Tuttavia, in base al suo meccanismo d'azione, niraparib potrebbe causare un danno all'embrione o al feto, inclusi effetti letali per l'embrione ed effetti teratogeni, se somministrato in gravidanza. Zejula non deve essere utilizzato durante la gravidanza.
    Allattamento
    Non è noto se niraparib o i suoi metaboliti siano escreti nel latte materno. L'allattamento è controindicato durante la somministrazione di Zejula e per 1 mese dopo l'ultima dose (vedere paragrafo 4.3).
    Fertilità
    Non vi sono dati clinici dell'impatto sulla fertilità. Una riduzione reversibile della spermatogenesi è stata osservata nel ratto e nel cane (vedere paragrafo 5.3).

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Zejula altera moderatamente la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. Le pazienti che assumono Zejula possono sviluppare astenia, stanchezza, capogiro o difficoltà di concentrazione. Le pazienti che sviluppano questi sintomi devono fare attenzione quando guidano o usano macchinari.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Zejula
    Sintesi del profilo di sicurezza
    Le ADR di qualsiasi grado che si sono verificate in ≥ 10% delle 851 pazienti trattate con Zejula in monoterapia negli studi PRIMA (con dose iniziale sia 200 mg che 300 mg) e NOVA, sono state nausea, anemia, trombocitopenia, stanchezza, stipsi, vomito, cefalea, insonnia, riduzione della conta piastrinica, neutropenia, dolore addominale, appetito ridotto, diarrea, dispnea, ipertensione, astenia, capogiri, riduzione della conta dei neutrofili, tosse, artralgia, dolore dorsale, riduzione della conta dei leucociti e vampate di calore.
    Le ADR gravi più comuni > 1% (frequenze emergenti dal trattamento) sono state trombocitopenia e anemia.
    Classificazione delle reazioni avverse
    Le seguenti ADR sono state identificate sulla base degli studi clinici e della sorveglianza post-marketing in pazienti che assumevano Zejula in monoterapia (vedere la Tabella 4). Le frequenze con cui si sono verificati gli effetti indesiderati si basano sugli eventi avversi aggregati generati dagli studi PRIMA e NOVA (dose iniziale fissa di 300 mg/die), in cui l'esposizione delle pazienti è nota, e sono definite come segue: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000). All'interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
    Tabella 4: Elenco delle reazioni avverse
    Classificazione per sistemi e organi
    Frequenza di tutti i gradi CTCAE*
    Frequenza dei gradi CTCAE* 3 o 4
    Infezioni ed infestazioni
    Molto comune
    Infezione delle vie urinarie
    Comune
    Bronchite, congiuntivite
    Non comune
    Infezione delle vie urinarie, bronchite
    Tumori benigni, maligni e non specificati (inclusi cisti e polipi)
    Comune
    Sindrome mielodisplastica/leucemia mieloide acuta**
    Comune
    Sindrome mielodisplastica/leucemia mieloide acuta**
    Patologie del sistema emolinfopoietico
    Molto comune
    Trombocitopenia, anemia, neutropenia, leucopenia
    Non comune
    Pancitopenia, neutropenia febbrile
    Molto comune
    Trombocitopenia, anemia, neutropenia
    Comune
    Leucopenia
    Non comune
    Pancitopenia, neutropenia febbrile
    Disturbi del sistema immunitario
    Comune
    Ipersensibilità
    Non comune
    Ipersensibilità
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
    Molto comune
    Appetito ridotto
    Comune
    Ipokaliemia
    Comune
    Ipokaliemia
    Non comune
    Appetito ridotto
    Disturbi psichiatrici
    Molto comune
    Insonnia
    Comune
    Ansia, depressione, compromissione cognitiva††
    Non comune
    Stato confusionale
    Non comune
    Insonnia, ansia, depressione, stato confusionale
    Patologie del sistema nervoso
    Molto comune
    Cefalea, capogiro
    Comune
    Disgeusia
    Raro
    Sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (PRES)**
    Non comune
    Cefalea
    Patologie cardiache
    Molto comune
    Palpitazioni
    Comune
    Tachicardia
     
    Patologie vascolari
    Molto comune
    Ipertensione
    Raro
    Crisi ipertensive
    Comune
    Ipertensione
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Molto comune
    Dispnea, tosse, nasofaringite
    Comune
    Epistassi
    Non comune
    Polmonite
    Non comune
    Dispnea, epistassi, polmonite
    Patologie gastrointestinali
    Molto comune
    Nausea, stipsi, vomito, dolore addominale, diarrea, dispepsia
    Comune
    Bocca secca, distensione addominale, infiammazione delle mucose, stomatite
    Comune
    Nausea, vomito, dolore addominale
    Non comune
    Diarrea, stipsi, infiammazione delle mucose, stomatite, bocca secca
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Comune
    Fotosensibilità, eruzione cutanea
    Non comune
    Fotosensibilità, eruzione cutanea
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Molto comune
    Dolore dorsale, artralgia
    Comune
    Mialgia
    Non comune
    Dolore dorsale, artralgia, mialgia
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di
    somministrazione
    Molto comune
    Stanchezza, astenia
    Comune
    Edema periferico
    Comune
    Stanchezza, astenia
    Esami diagnostici
    Comune
    Gamma-glutamiltransferasi aumentata, AST aumentata, creatinina ematica aumentata, ALT aumentata, fosfatasi alcalina ematica aumentata, peso diminuito
    Comune
    Gamma-glutamiltransferasi aumentata, ALT aumentata
    Non comune
    AST aumentata, fosfatasi alcalina ematica aumentata
    * CTCAE = Common Terminology Criteria for Adverse Events versione 4.02
    ** Sulla base dei dati degli studi clinici su Niraparib. Essi non sono limitati allo studio registrativo in monoterapia ENGOT-OV16.
    Include ipersensibilità, ipersensibilità al farmaco, reazione anafilattoide, eruzione cutanea da farmaco, angioedema e orticaria
    †† Include compromissione della memoria e della concentrazione.
    Le reazioni avverse osservate nel gruppo di pazienti alle quali è stata somministrata una dose iniziale di Zejula di 200 mg, sulla base del peso o della conta piastrinica al basale, sono state di frequenza simile o inferiore rispetto al gruppo a cui è stata somministrata una dose iniziale fissa di 300 mg (Tabella 4).
    Per informazioni specifiche riguardanti la frequenza di trombocitopenia, anemia e neutropenia, vedere di seguito.
    Descrizione di una selezione delle reazioni avverse
    Le ADR ematologiche (trombocitopenia, anemia, neutropenia), incluse le diagnosi cliniche e/o i risultati di laboratorio, si sono verificate di solito precocemente durante il trattamento con niraparib e l'incidenza si è ridotta nel tempo.
    Negli studi NOVA e PRIMA, le pazienti eleggibili alla terapia con Zejula avevano al basale i seguenti parametri ematologici: conta assoluta dei neutrofili (ANC, absolute neutrophil count) ≥ 1.500 cellule/µL; piastrine ≥ 100.000 cellule/µL ed emoglobina ≥ 9 g/dL (NOVA) o ≥ 10 g/dL (PRIMA). Nel programma di studi clinici, le reazioni avverse ematologiche sono state gestite mediante monitoraggio di laboratorio e modifiche posologiche (vedere paragrafo 4.2).
    Nello studio PRIMA, nelle pazienti a cui è stata somministrata una dose iniziale di Zejula sulla base del peso o della conta piastrinica al basale, trombocitopenia, anemia e neutropenia di grado ≥3 sono risultate ridotte dal 48% al 21%, dal 36% al 23% e dal 24% al 15%, rispettivamente, rispetto al gruppo a cui è stata somministrata una dose iniziale fissa di 300 mg. La sospensione a causa di trombocitopenia, anemia e neutropenia si è verificata rispettivamente nel 3%, 3% e 2% delle pazienti.
    Trombocitopenia
    Nello studio PRIMA, il 39% delle pazienti trattate con Zejula ha manifestato trombocitopenia di grado 3/4 rispetto allo 0,4% delle pazienti trattate con placebo con un tempo mediano di insorgenza iniziale dalla prima dose di 22 giorni (intervallo: da 15 a 335 giorni) e con una durata mediana di 6 giorni (intervallo: da 1 a 374 giorni). La sospensione a causa di trombocitopenia si è verificata nel 4% delle pazienti in trattamento con niraparib.
    Nello studio NOVA, circa il 60% delle pazienti che assumevano Zejula ha sviluppato trombocitopenia di qualsiasi grado e il 34% delle pazienti ha sviluppato trombocitopenia di grado 3/4. Nelle pazienti con conta piastrinica al basale inferiore a 180 × 109/L, la trombocitopenia di qualsiasi grado e di grado 3/4 si è verificata rispettivamente nel 76% e nel 45% delle pazienti. Il tempo mediano alla comparsa della trombocitopenia indipendentemente dal grado e della trombocitopenia di grado 3/4 è stato rispettivamente di 22 e 23 giorni. In seguito a modifiche intensive della dose effettuate nei primi due mesi di trattamento a partire dal ciclo 4, il tasso di nuove incidenze di trombocitopenia è stato dell'1,2%. La durata mediana degli eventi di trombocitopenia di qualsiasi grado è stata di 23 giorni e quella della trombocitopenia di grado 3/4 è stata di 10 giorni. Le pazienti trattate con Zejula che hanno sviluppato trombocitopenia potrebbero avere un rischio aumentato di emorragia. Nel programma clinico, la trombocitopenia è stata gestita con il monitoraggio di laboratorio, la modificazione della dose e la trasfusione di piastrine ove appropriato (vedere paragrafo 4.2). La sospensione a causa degli eventi trombocitopenici (trombocitopenia e conta delle piastrine diminuita) si è verificata nel 3% circa delle pazienti.
    Nello studio NOVA, 48 su 367 (13%) pazienti hanno manifestato sanguinamento con trombocitopenia concomitante; tutti gli eventi di sanguinamento concomitante a trombocitopenia sono stati di severità di grado 1 o 2, tranne un evento di grado 3 di petecchie ed ematomi osservato concomitantemente ad una reazione avversa grave di pancitopenia. La trombocitopenia si è verificata più comunemente nelle pazienti con conta piastrinica al basale minore di 180 × 109/L. Circa il 76% delle pazienti con valori basali di piastrine più bassi (< 180 × 109/L) che hanno ricevuto Zejula, ha manifestato trombocitopenia di un qualsiasi grado e il 45% delle pazienti ha manifestato trombocitopenia di grado 3/4. È stata osservata pancitopenia in < 1% delle pazienti che ricevevano niraparib.
    Anemia
    Nello studio PRIMA, il 31% delle pazienti trattate con Zejula ha manifestato anemia di grado 3/4 rispetto al 2% delle pazienti trattate con placebo, con un tempo mediano dalla prima dose alla prima insorgenza di 80 giorni (intervallo: da 15 a 533 giorni) e con una durata mediana di 7 giorni (intervallo: da 1 a 119 giorni). La sospensione a causa di anemia si è verificata nel 2% delle pazienti in trattamento con niraparib.
    Nello studio NOVA, il 50% circa delle pazienti ha sviluppato anemia di qualsiasi grado e il 25% delle pazienti ha sviluppato anemia di grado 3/4. Il tempo mediano alla comparsa dell'anemia di qualsiasi grado è stato di 42 giorni, e di 85 giorni per gli eventi di grado 3/4. La durata mediana dell'anemia di qualsiasi grado è stata di 63 giorni, e di 8 giorni per gli eventi di grado 3/4. L'anemia di qualsiasi grado potrebbe persistere durante il trattamento con Zejula. Nel programma clinico, l'anemia è stata gestita con il monitoraggio di laboratorio, la modificazione della dose (vedere paragrafo 4.2) e, dove appropriato, con trasfusioni di globuli rossi. La sospensione a causa dell'anemia si è verificata nell'1% delle pazienti.
    Neutropenia
    Nello studio PRIMA, il 21% delle pazienti trattate con Zejula ha manifestato neutropenia di grado 3/4 rispetto all'1% delle pazienti trattate con placebo, con un tempo mediano di iniziale insorgenza dalla prima dose di 29 giorni (intervallo: da 15 a 421 giorni) e con una durata mediana di 8 giorni (intervallo: da 1 a 42 giorni). La sospensione a causa di neutropenia si è verificata nel 2% delle pazienti in trattamento con niraparib.
    Nello studio NOVA, il 30% circa delle pazienti che assumevano Zejula ha sviluppato neutropenia di qualsiasi grado e il 20% delle pazienti ha sviluppato neutropenia di grado 3/4. Il tempo mediano alla comparsa della neutropenia di qualsiasi grado è stato di 27 giorni, e di 29 giorni per gli eventi di grado 3/4. La durata mediana della neutropenia di qualsiasi grado è stata di 26 giorni, e di 13 giorni per gli eventi di grado 3/4. Inoltre, al 6% circa delle pazienti trattate con niraparib è stato somministrato il fattore stimolante le colonie granulocitarie (G-CSF, Granulocyte-Colony Stimulating Factor) come terapia concomitante per la neutropenia. La sospensione a causa di eventi di neutropenia si è verificata nel 2% delle pazienti.
    Sindrome mielodisplastica/leucemia mieloide acuta
    Negli studi clinici, si è verificata SMD/LMA nell'1% delle pazienti trattate con Zejula, con esito fatale nel 41% dei casi. Dopo un follow-up di sopravvivenza di 75 mesi, l'incidenza era più alta nelle pazienti con carcinoma ovarico recidivato gBRCA mutato che avevano ricevuto due o più precedenti linee di chemioterapia a base di platino. Tutte le pazienti presentavano fattori che potevano contribuire allo sviluppo di SDM/LMA avendo ricevuto precedente chemioterapia con derivati del platino. Molte avevano ricevuto anche altri agenti che causano danni al DNA e radioterapia. La maggior parte degli eventi segnalati riguardava pazienti portatrici di mutazione gBRCA. Alcune delle pazienti avevano avuto una precedente diagnosi di cancro o soppressione del midollo osseo.
    Nello studio PRIMA, l'incidenza di SMD/LMA è stata dello 0,8% nelle pazienti trattate con Zejula e dello 0,4% nelle pazienti trattate con placebo.
    Nello studio NOVA condotto su pazienti con carcinoma ovarico recidivato che avevano ricevuto almeno due precedenti linee di chemioterapia a base di platino, l'incidenza complessiva di SMD/LMA è stata del 3,8% nelle pazienti trattate con Zejula e dell'1,7% nelle pazienti trattate con placebo ad un follow-up di 75 mesi. Nelle coorti gBRCAmut e non-gBRCAmut, l'incidenza di SMD/LMA è stata 7,4% e 1,7% nelle pazienti trattate con Zejula e 3,1% e 0,9% nelle pazienti trattate con placebo, rispettivamente.
    Ipertensione
    Nello studio PRIMA, si è verificata ipertensione di grado 3/4 nel 6% delle pazienti trattate con Zejula rispetto all'1% delle pazienti trattate con placebo, con un tempo mediano di iniziale insorgenza dalla prima dose di 50 giorni (intervallo: da 1 a 589 giorni) e con una durata mediana di 12 giorni (intervallo: da 1 a 61 giorni). La sospensione a causa di ipertensione si è verificata nello 0% delle pazienti.
    Nello studio NOVA, l'ipertensione di qualsiasi grado si è verificata nel 19,3% delle pazienti trattate con Zejula. L'ipertensione di grado 3/4 si è verificata nell'8,2% delle pazienti. L'ipertensione è stata gestita prontamente con medicinali antipertensivi. La sospensione a causa dell'ipertensione si è verificata in < 1% delle pazienti.
    Popolazione pediatrica
    Non sono stati condotti studi nelle pazienti pediatriche.
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sito web dell'Agenzia Italiana del Farmaco, https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Zejula
    Non vi è un trattamento specifico in caso di sovradosaggio di Zejula, e i sintomi del sovradosaggio non sono stabiliti. In caso di sovradosaggio, i medici devono intraprendere misure di supporto generali e attuare un trattamento sintomatico.

    Scadenza

    3 anni.

    Conservazione

    Non conservare a temperatura superiore a 30°C.

    Farmaci Equivalenti

    I farmaci equivalenti di Zejula a base di Niraparib sono: Zejula

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


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