Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F.

    Ultimo aggiornamento: 15/04/2024

    Cos'è Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F.?

    Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F. è un farmaco a base del principio attivo Mepivacaina Cloridrato, appartenente alla categoria degli Anestetici locali e nello specifico Amidi. E' commercializzato in Italia dall'azienda Salf S.p.A. Laboratorio Farmacologico.

    Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F. può essere prescritto con Ricetta RNR - medicinali soggetti a prescrizione medica da rinnovare volta per volta.


    Confezioni

    Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F. 10 mg/ml soluzione iniettabile 5 fiale da 10 ml
    Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F. 10 mg/ml soluzione iniettabile 5 fiale da 5 ml
    Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F. 20 mg/ml soluzione iniettabile 5 fiale da 10 ml
    Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F. 20 mg/ml soluzione iniettabile 5 fiale da 5 ml

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: Salf S.p.A. Laboratorio Farmacologico
    Ricetta: RNR - medicinali soggetti a prescrizione medica da rinnovare volta per volta
    Classe: C
    Principio attivo: Mepivacaina Cloridrato
    Gruppo terapeutico: Anestetici locali
    ATC: N01BB03 - Mepivacaina
    Forma farmaceutica: soluzione (uso interno)


    Se sei un professionista, potrai trovare le schede tecniche complete e molto altro nell'area riservata di Codifa.it

    Indicazioni

    Perché si usa Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F.? A cosa serve?
    Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F. è indicata in tutti gli interventi che riguardano:
    • chirurgia generale (piccola chirurgia)
    • ginecologia
    • urologia
    • oculistica (blocco retro-bulbare, ecc.)
    • dermatologia (asportazione verruche, cisti, dermoidi, ecc.)
    • otorinolaringoiatria (tonsillectomia, rinoplastica, interventi sull'orecchio medio, ecc.)
    • ortopedia (riduzione fratture e lussazioni, ecc.)
    • medicina generale (casualgie, nevralgie, ecc.)
    • medicina sportiva (strappi muscolari, meniscopatie, ecc.).

    Posologia

    Come usare Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F.: Posologia
    La dose massima nell'adulto sano (non pretrattato con sedativi) in singola somministrazione o in più somministrazioni ripetute in un tempo inferiore a 90 minuti è di 7 mg/kg senza mai superare i 550 mg. La dose totale nelle 24 ore non deve mai superare i 1000 mg; in pediatria non superare i 5-6 mg/kg.
    Quando viene utilizzato un blocco prolungato, per esempio attraverso somministrazioni ripetute, deve essere valutato il rischio di raggiungere concentrazioni plasmatiche tossiche e l'induzione di lesioni neurali locali.
    Al fine di evitare una somministrazione intravascolare è necessario aspirare ripetutamente prima e durante la somministrazione della dose principale che deve essere iniettata lentamente o a dosi crescenti, osservando attentamente le funzioni vitali del paziente e mantenendo il contatto verbale.
    La somministrazione accidentale intravascolare può essere riconosciuta da un temporaneo aumento della frequenza cardiaca, mentre l'accidentale somministrazione intratecale può essere riconosciuta dai segni di blocco spinale.
    Se si dovessero manifestare segni di tossicità, l'iniezione dovrebbe essere immediatamente interrotta.
    Dosi consigliate:
    Chirurgia
    Blocco peridurale e caudale: fino a 400 mg raggiungibili con 15-30 ml di una soluzione all'1% o con 10-20 ml di una soluzione al 2%.
    Blocco paravertebrale: fino a 400 mg con soluzione all'1% per il blocco del ganglio stellato e per i blocchi vegetativi, all'1-2% per il blocco paravertebrale dei nervi somatici.
    Blocco nervoso periferico cervicale, brachiale, intercostale, paracervicale, pubendo e terminazioni nervose: fino a 400 mg raggiungibili con 5-20 ml di soluzione all'1% o al 2% in relazione all'area ed all'entità del blocco.
    Infiltrazione: fino a 400 mg in relazione all'area dell'intervento, ottenibili con volumi variabili fino a 40 ml di una soluzione allo 0,5-1%.
    Ginecologia
    Blocco paracervicale: fino a 200 mg entro un periodo di 90 minuti ottenibili con 10 ml di una soluzione all'1% per ciascun lato.
    Popolazioni speciali
    Compromissione epatica
    Nei pazienti con funzionalità epatica compromessa non è necessaria una riduzione della dose nell'anestesia chirurgica.
    Nei pazienti con danno epatico di grado C (classificazione di Child-Plugh), quando vengono utilizzati blocchi prolungati, che prevedono ad esempio la somministrazione ripetuta, le dosi ripetute di mepivacaina devono essere ridotte del 50% e la dose totale nelle 24 ore non deve superare i 750 mg di mepivacaina (vedere paragrafo 4.4).
    Danno renale
    Nei pazienti con disfunzione renale, la riduzione della dose nell'anestesia chirurgica fino a 24 h non è necessaria. (Vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
    Neonati
    Per il ridotto metabolismo epatico, mepivacaina non deve essere usata nei neonati.
    Attenzione: le fiale non contenendo eccipienti parasettici vanno utilizzate per una sola somministrazione. Eventuali rimanenze andranno scartate.

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F.
    • Ipersensibilità al principio attivo, ad altri anestetici locali di tipo amidico, ad altre sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
    • Gravi disturbi del sistema di conduzione cardiaco.
    • Insufficienza cardiaca acuta scompensata.
    • Iniezioni intravascolari.
    • Pazienti con epilessia.
    • Miastenia grave.
    • Bassi tassi plasmatici di colinesterasi.
    • Insufficienza epatica grave.
    • Pazienti con disturbi della coagulazione.
    • Controindicato nei neonati.
    • Controindicato in pediatria sotto i 4 anni.
    • Gravidanza accertata o presunta.

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F.
    Prima dell'uso il medico deve accertarsi dello stato fisico e anche delle condizioni circolatorie dei soggetti da trattare. Deve altresì informarsi sulle terapie in corso e su eventuali reazioni allergiche antecedenti.
    Le tecniche di anestesia locale o regionale, ad eccezione di quelle che rivestono carattere di estrema semplicità, devono essere sempre effettuate in aree adeguatamente attrezzate e da personale qualificato. È sempre necessario avere la disponibilità immediata dell'equipaggiamento, dei farmaci e del personale idonei al trattamento di emergenza poiché sono stati riferiti, sia pure raramente, casi di reazioni gravi e talora con esito infausto, dopo impiego di farmaci anestetici locali anche in assenza di ipersensibilità. La soluzione anestetica deve essere iniettata con cautela in piccole dosi dopo 10 secondi circa da una preventiva aspirazione. Specialmente, quando si devono infiltrare zone molto vascolarizzate, è consigliabile lasciare trascorrere circa due minuti prima di procedere al blocco locoregionale vero e proprio.
    Il paziente deve essere mantenuto sotto accurato controllo sospendendo immediatamente la somministrazione al primo segno di allarme (es. modificazione del sensorio).
    La somministrazione di dosi ripetute può determinare significativi aumenti del tasso plasmatico dovuto all'accumulo di mepivacaina o dei suoi metaboliti.
    La sonnolenza rappresenta il primo segno di elevato tasso plasmatico che si può verificare anche in casi di rapido assorbimento o di accidentale iniezione intravenosa.
    Occorre evitare qualsiasi sovradosaggio di anestetico e non somministrare mai due dosi massime di quest'ultimo senza che sia trascorso un intervallo minimo di 24 ore. È necessario comunque usare le dosi e le concentrazioni più basse che possano consentire di ottenere l'effetto ricercato.
    Nei pazienti sottoposti a blocco maggiore o che ricevono dosi elevate di farmaco deve essere inserito, prima della somministrazione dell'anestetico locale, un catetere endovenoso. Il medico deve avere effettuato un training completo e adeguato sul tipo di tecnica da utilizzare e deve essere esperto nella diagnosi e trattamento di effetti indesiderati, tossicità sistemica o altre complicanze (4.9 “Sovradosaggio”).
    Alcune tecniche di anestesia locale possono essere associate a reazioni avverse severe, indipendentemente dall'anestetico locale utilizzato, quali:
    • Blocco nervoso centrale: può provocare depressione cardiovascolare specialmente in presenza di ipovolemia. L'anestesia epidurale deve essere utilizzata con cautela in pazienti con ridotta funzionalità cardiovascolare;
    • Iniezioni retrobulbari: possono, in casi molto rari, raggiungere lo spazio subaracnoideo cerebrale provocando cecità temporanea, collasso cardiovascolare, apnea, convulsioni, ecc. Tali reazioni devono essere diagnosticate e trattate immediatamente;
    • Iniezioni retro e peribulbari di anestetici locali: comportano un basso rischio di disfunzione muscolare persistente a livello oculare. Cause primarie includono traumi e/o effetti tossici locali a carico di muscoli e/o nervi. La gravità di tali reazioni a carico dei tessuti è correlata alla entità del trauma, alla concentrazione di anestetico locale e alla durata di esposizione tissutale all'anestetico locale. Come per tutti gli anestetici locali, è quindi necessario usare le dosi e le concentrazioni più basse che possano consentire di ottenere l'effetto ricercato. I vasocostrittori possono aggravare reazioni a carico dei tessuti e devono essere utilizzati solamente se indicati.
    • Iniezioni intra arteriose accidentali nella regione cranica e cervicale possono provocare gravi sintomi anche a basse dosi.
    • Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F. non è consigliata nel travaglio e nel parto poiché il passaggio placentare di mepivacaina è relativamente elevato mentre il metabolismo neonatale è lento. Ciò aumenta la potenziale tossicità a carico del feto e del neonato.
    • MEPIVACAINA CLORIDRATO S.A.L.F. non è autorizzata per l'infusione intra-articolare continua. Sono stati registrati, esclusivamente in Nord America, casi post-marketing di condrolisi in pazienti che hanno ricevuto infusione intra-articolare continua post-operatoria di anestetici locali (nella maggioranza dei casi era coinvolta l'articolazione della spalla), tuttavia, non è stato stabilito un nesso di causalità.
    Per ridurre il rischio di pericolosi effetti collaterali, va rivolta particolare attenzione a:
    • pazienti con patologie epatiche in stadio avanzato o gravi alterazioni della funzionalità renale;
    • pazienti con blocco cardiaco parziale o completo in quanto gli anestetici locali possono deprimere la conduzione cardiaca;
    • pazienti anziani o in condizioni generali precarie;
    • i pazienti in trattamento con farmaci antiaritmici di classe III (ad es. amiodarone) devono essere sottoposti a stretta sorveglianza e va considerata l'opportunità del monitoraggio ECG in quanto gli effetti a livello cardiaco possono essere additivi;
    • MEPIVACAINA CLORIDRATO S.A.L.F. soluzione iniettabile è probabilmente porfirinogenica e nei pazienti con porfiria acuta deve essere prescritta solo quando non sono disponibili alternative più sicure. Appropriate precauzioni devono essere adottate nei pazienti vulnerabili. (vedere paragrafo 4.3)
    • pazienti con blocco dei vasi sanguigni;
    • pazienti con arteriosclerosi;
    • pazienti con danno ai nervi causato dal diabete mellito;
    • in soggetti in corso di trattamento con farmaci IMAO o antidepressivi triciclici;
    • alcuni pazienti richiedono una particolare attenzione, anche se in questi pazienti è spesso indicata anestesia locale:
    • quando il tessuto o la sede di iniezione presentano segni di infiammazione e/o di infezione;
    • pazienti in condizioni di debolezza generale, a rischio di ridotto flusso sanguigno epatico, quando si effettuano anestesie epidurali, subaracnoidee o caudali e soprattutto in pazienti affetti da malattie neurologiche, deformità spinali, sepsi o ipertensione;
    • in caso di pazienti con ridotta funzionalità cardiovascolare.
    Pazienti con patologia epatica
    I dati ricavati dall'uso della lidocaina suggeriscono che nei pazienti con malattia epatica avanzata (grado C secondo la classificazione di Child-Plugh), la clearance potrebbe risultare ridotta di circa il 50% (vedere paragrafo 4.2).
    Pazienti con patologia renale
    Una riduzione clinicamente rilevante nella clearance della mepivacaina è prevista solo nei pazienti con grave insufficienza renale (CL (cr) <30 mL / min), non sottoposti ad emodialisi.
    Non si prevede che la clearance ridotta influenzi il verificarsi di episodi di tossicità causati da elevate concentrazioni di mepivacaina nel plasma dopo singole dosi nell'anestesia chirurgica. Nell'insufficienza renale cronica, tuttavia, la clearance del metabolita PPX escreto per via renale risulta compromessa e si potrebbe verificare un accumulo a seguito di somministrazioni ripetute (vedere paragrafo 4.2).
    I pazienti in condizioni generali precarie a causa dell'età o di altri fattori compromissori quali blocco parziale o completo della conduzione cardiaca, patologie epatiche in stadio avanzato o gravi alterazioni della funzionalità renale richiedono speciale attenzione nonostante l'anestesia regionale rappresenti frequentemente la tecnica anestetica di elezione in tali pazienti.
    L'anestesia epidurale può provocare ipotensione e bradicardia. Il rischio può essere ridotto con il preriempimento del circolo con soluzioni di cristalloidi o colloidali. L'ipotensione deve essere trattata immediatamente con somministrazione, eventualmente ripetuta, di un simpaticomimetico quale efedrina 5-10 mg per via endovenosa.
    Si deve considerare che una maggiore tendenza al sanguinamento è generalmente attesa durante il trattamento con farmaci che inibiscono la coagulazione del sangue (anticoagulanti, come l'eparina), anti-reumatici non-steroidei o sostituti del plasma. Inoltre, lesioni accidentali ad un vaso sanguigno durante la terapia del dolore possono provocare gravi emorragie. Se necessario, devono essere valutati il tempo di sanguinamento e il tempo di attivazione parziale della tromboplastina (aPTT), deve essere eseguito un Quick Test e un controllo della conta piastrinica nei pazienti che sono a rischio. Queste indagini devono essere effettuate anche in pazienti in trattamento di profilassi con eparina a bassa dose (trattamento preventivo con eparina anticoagulante a basso dosaggio) prima di utilizzare Mepivacaina S.A.L.F..
    Devono essere monitorati la pressione arteriosa, il polso/ECG e la dimensione delle pupille.
    L'utilizzo nella testa e nella regione del collo è più pericoloso, dal momento che il rischio di sintomi di intossicazione del sistema nervoso centrale è maggiore.
    Per un piccolo intervento chirurgico, si preferisce anestesia a più breve termine. 

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F.
    Mepivacaina deve essere usata con cautela nei pazienti in trattamento con:
    • altri anestetici locali o sostanze strutturalmente correlate agli anestetici locali di tipo amidico;
    • antiaritmici come mexiletina, in quanto gli effetti tossici sistemici sono additivi;
    • si consiglia cautela nei pazienti trattati con antiaritmici di classe III (ad es. amiodarone) nonostante l'assenza di studi specifici di interazione con tale classe di farmaci (vedere punto 4.4);
    • farmaci IMAO o antidepressivi triciclici (vedere punto 4.4);
    • vasocostrittori: la somministrazione contemporanea prolunga la durata dell'effetto di Mepivacaina SALF;
    • eparina a basso peso molecolare;
    • analgesici ad azione centrale ed etere: è stata descritta sinergia tossica con mepivacaina;
    • l'effetto dei miorilassanti non depolarizzanti è prolungato da Mepivacaina SALF;
    • la combinazione con altri agenti utilizzati per l'anestesia locale comporta un potenziamento degli effetti indesiderati che coinvolgono il sistema cardiovascolare e il SNC.

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Gravidanza
    Il prodotto è controindicato nei casi di gravidanza accertata o presunta.
    Mepivacaina non è consigliata durante il travaglio e il parto (vedere 4.4).
    Una possibile complicazione dell'utilizzo di mepivacaina nel travaglio e nel parto è l'insorgenza di ipotensione arteriosa nella madre.
    A seguito di blocco paracervicale con mepivacaina durante il parto, sono stati osservati sintomi di intossicazione nei neonati come bradicardia, crisi tonico-cloniche, arresto respiratorio, ipotensione e midriasi; l'uso del blocco paracervicale nel travaglio e nel parto è controindicato.
    Allattamento
    Come altri anestetici locali, mepivacaina può venire escreta nel latte materno.

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Gli anestetici locali, oltre all'effetto anestetico diretto, possono avere un effetto molto lieve sulla funzione mentale e sulla coordinazione, anche in assenza di evidente tossicità del sistema nervoso centrale e possono temporaneamente influire in modo negativo sulla locomozione e sul grado di vigilanza.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F.
    Generali
    Il profilo delle reazioni avverse di Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F. è sovrapponibile a quello degli altri anestetici locali di tipo amidico. Le reazioni avverse da farmaco sono difficilmente distinguibili dagli effetti fisiologici conseguenti al blocco di conduzione nervosa (quali diminuzione della pressione arteriosa, bradicardia) e da eventi provocati dalla iniezione direttamente (ad es. trauma della fibra nervosa) o indirettamente (ad es. ascesso epidurale).
    Si possono avere reazioni tossiche e reazioni allergiche all'anestetico. Fra le prime vengono riferiti fenomeni di stimolazione nervosa centrale con eccitazione, tremori, disorientamento, vertigini, midriasi, aumento del metabolismo e della temperatura corporea e, per dosi molto elevate, trisma e convulsioni; se è interessato il midollo allungato si ha compartecipazione dei centri cardiovascolare, respiratorio ed emetico con sudorazione, aritmie, ipertensione, tachipnea, broncodilatazione, nausea e vomito. Effetti di tipo periferico possono interessare l'apparato cardiovascolare con bradicardia e vasodilatazione. Le reazioni allergiche si verificano per lo più in soggetti ipersensibili, ma vengono riferiti molti casi con assenza di ipersensibilità individuale all'anamnesi. Le manifestazioni a carattere locale comprendono eruzioni cutanee di tipo vario, orticaria, prurito; quelle a carattere generale broncospasmo, edema laringeo fino al collasso cardiorespiratorio da shock anafilattico.
    Tabella delle reazioni avverse da farmaco
    Comuni (>1/100 < 1/10)
    Patologie vascolari: ipotensione*, ipertensione
    Patologie gastrointestinali: nausea*, vomito*
    Patologie del sistema nervoso: parestesie, vertigini
    Patologie cardiache: bradicardia
    Non comuni (>1/1.000 < 1/100)
    Patologie del sistema nervoso: segni e sintomi di tossicità SNC (convulsioni, parestesia nella regione circumorale, insensibilità della lingua, iperacusia, disturbi visivi, perdita di coscienza, tremore, tinnito, disartria, depressione SNC)
    Rari (<1/1.000)
    Patologie cardiache: arresto cardiaco, aritmie cardiache.
    Disturbi del sistema immunitario: eruzioni cutanee, orticaria, prurito, reazioni allergiche, reazioni di tipo anafilattoide, broncospasmo, edema laringeo, collasso cardiorespiratorio, shock anafilattico.
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: depressione respiratoria, tachipnea, arresto respiratorio.
    Patologie del sistema nervoso: neuropatia, lesione nervosa periferica, aracnoidite.
    Patologie dell'occhio: diplopia, midriasi.
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: Sudorazione.
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: Aumento del metabolismo e della temperatura corporea.
    * Effetti collaterali più frequenti dopo blocco epidurale
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse


    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F.
    Sintomi
    L'iniezione intravascolare accidentale di anestetici locali può causare reazioni tossiche sistemiche immediate (a partire da qualche secondo ad alcuni minuti). In caso di sovradosaggio, la tossicità sistemica si manifesta più tardi (15-60 minuti dopo l'iniezione) e ciò è dovuto ad un rallentato aumento delle concentrazioni ematiche di anestetico locale (vedere punto 4.8).
    I sintomi da uso eccessivo di farmaco sono caratterizzati da:
    • manifestazioni neuroeccitatorie con tremori, diplopia, convulsioni seguite da depressione, insufficienza respiratoria e coma;
    • alterazioni cardiovascolari con ipotensione e bradicardia.
    Trattamento
    Avere un'emulsione lipidica disponibile da somministrare in caso di intossicazione con sintomi clinici di neurotossicità o cardiotossicità.
    Tossicità sistemica acuta
    Le reazioni sistemiche tossiche coinvolgono primariamente il sistema nervoso centrale (SNC) ed il sistema cardiovascolare (SCV). Queste reazioni sono causate da un'alta concentrazione ematica di anestetico locale che può essere provocata da un'iniezione intravascolare accidentale, da sovradosaggio o da un assorbimento eccezionalmente rapido da un'area molto vascolarizzata (vedere punto 4.4). Le reazioni del SNC sono simili per tutti gli anestetici locali di tipo amidico, mentre le reazioni cardiache sono maggiormente dipendenti dal farmaco, sia in termini quantitativi, sia in termini qualitativi.
    La tossicità a carico del sistema nervoso centrale si manifesta spesso gradualmente, con sintomi e segni di gravità crescente. I primi sintomi sono usualmente la sensazione di testa vuota, parestesia nella regione circumorale, insensibilità della lingua, tinnito e disturbi visivi. Disartria, contrazioni e tremori muscolari sono manifestazioni più gravi e precedono l'instaurarsi di convulsioni generalizzate. Questi segni non devono essere confusi con comportamenti eretistici. Possono seguire incoscienza e crisi convulsive da grande male che possono durare da alcuni secondi a parecchi minuti. Dopo le convulsioni, a causa dell'aumentata attività muscolare, di una interferenza con la normale respirazione e della mancata pervietà delle vie aeree, si manifestano rapidamente ipossia e ipercapnia. Nei casi gravi si può manifestare apnea. L'acidosi, l'ipercaliemia, l'ipocalcemia e l'ipossia aumentano ed estendono gli effetti tossici degli anestetici locali. Il ritorno del paziente alle condizioni cliniche iniziali è conseguente alla ridistribuzione dell'anestetico locale dal sistema nervoso centrale e al conseguente metabolismo ed escrezione. Il recupero può essere rapido se non sono state somministrate grandi quantità di farmaco.
    Nei casi gravi si possono manifestare effetti a carico del sistema cardiovascolare che sono generalmente preceduti da segni di tossicità del sistema nervoso centrale. Nei pazienti sottoposti ad anestesia generale o profondamente sedati i sintomi prodromici del sistema nervoso centrale possono essere assenti. Come risultato di elevate concentrazioni sistemiche di anestetici locali, si possono generare ipotensione, bradicardia, aritmie e anche arresto cardiaco. L'arresto cardiaco, in rari casi, è avvenuto senza la comparsa di effetti prodromici del sistema nervoso centrale.
    Trattamento della tossicità acuta sistemica
    La somministrazione dell'anestetico locale deve essere sospesa immediatamente se compaiono segni di tossicità sistemica acuta ed i sintomi del SNC (convulsioni, depressione del SNC) devono essere rapidamente trattati con appropriati supporti della ventilazione/respirazione e con la somministrazione di anticolvulsivanti.
    Se dovesse manifestarsi un arresto circolatorio, deve essere effettuata immediatamente la rianimazione cardiopolmonare. È di vitale importanza garantire una ossigenazione ottimale, la ventilazione, supportare la circolazione e trattare l'acidosi.
    In caso di depressione cardiovascolare (ipotensione, bradicardia) deve essere preso in considerazione un trattamento con fluidi endovenosi, vasocostrittori, cronotropi e/o agenti inotropi. Le dosi somministrate ai bambini devono tenere conto dell'età e del peso.
    Deve essere somministrato ossigeno e, se necessario, deve essere effettuata la ventilazione assistita (maschera e pallone di Ambu o intubazione tracheale). Se le convulsioni non cessano spontaneamente dopo 15-20 secondi, deve essere somministrato un anticonvulsivante per via endovenosa per facilitare l'adeguata ventilazione e l'ossigenazione, ad esempio, tiopentale sodico 1-3 mg/kg per via endovenosa. In alternativa si può somministrare diazepam 0,1 mg/kg di peso corporeo per via endovenosa anche se la sua azione è lenta. Convulsioni prolungate possono compromettere la ventilazione e l'ossigenazione del paziente. In tale evenienza, la somministrazione di un miorilassante (quale succinilcolina 1 mg/kg di peso corporeo) facilita la ventilazione e il controllo dell'ossigenazione. In tali situazioni va presa subito in considerazione l'intubazione endotracheale. In caso di evidente depressione cardiovascolare (ipotensione, bradicardia) può essere somministrato un simpaticomimetico, ad esempio, efedrina 5-10 mg. La somministrazione può essere ripetuta, se necessario, dopo 2-3 minuti.
    L'uso di analettici bulbari deve essere evitato per non aggravare la situazione aumentando il consumo di ossigeno. Eventuali convulsioni possono essere controllate con l'uso di diazepam in dose di 10-20 mg per via endovenosa; sono sconsigliabili invece i barbiturici che possono accentuare la depressione bulbare. Il circolo può essere sostenuto con la somministrazione di corticoidi in dosi appropriate per via endovenosa; possono aggiungersi soluzioni diluite di alfa-beta-stimolanti ad azione vasocostrittrice (mefentermina, metaraminolo ed altri) o di solfato di atropina. Come antiacidosico può essere impiegato il bicarbonato di sodio in concentrazione mirata, per via endovenosa.

    Scadenza

    La validità del prodotto a confezionamento integro in tutte le sue presentazioni è di 2 anni.

    Conservazione

    Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F. 10 mg/ml e 20 mg/ml soluzione iniettabile
    Le soluzioni non contengono conservanti e vanno utilizzate immediatamente dopo l'apertura della fiala. Eventuale farmaco residuo deve essere eliminato.
    La risterilizzazione di MEPIVACAINA CLORIDRATO S.A.L.F. non è consigliata.

    Farmaci Equivalenti

    I farmaci equivalenti di Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F. a base di Mepivacaina Cloridrato sono: Carbosen, Mepivacaina Angelini, Mepivacaina Cloridrato S.A.L.F.

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


       © 2022 EDRA S.p.A. - P.iva 08056040960
      DPO - dpo@lswr.it