Clindamicina Fosfato Bioindustria L.I.M.

    Ultimo aggiornamento: 22/11/2023

    Cos'è Clindamicina Fosfato Bioindustria L.I.M.?

    Clindamicina Fosfato Bioindustria L.I.M. è un farmaco a base del principio attivo Clindamicina Fosfato, appartenente alla categoria degli Antibatterici lincosamidici e nello specifico Lincosamidi. E' commercializzato in Italia dall'azienda Bioindustria Laboratorio Italiano Medicinali S.p.A..

    Clindamicina Fosfato Bioindustria L.I.M. può essere prescritto con Ricetta OSP - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, utilizzabili esclusivamente in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile.


    Confezioni

    Clindamicina Fosfato Bioindustria L.I.M. 150 mg / ml 5 fiale 4 ml soluzione iniettabile o per infusione

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: Bioindustria Laboratorio Italiano Medicinali S.p.A.
    Ricetta: OSP - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, utilizzabili esclusivamente in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile
    Classe: H
    Principio attivo: Clindamicina Fosfato
    Gruppo terapeutico: Antibatterici lincosamidici
    ATC: J01FF01 - Clindamicina
    Forma farmaceutica: soluzione (uso interno)


    Se sei un professionista, potrai trovare le schede tecniche complete e molto altro nell'area riservata di Codifa.it

    Indicazioni

    Perché si usa Clindamicina Fosfato Bioindustria L.I.M.? A cosa serve?
    La clindamicina è indicata nel trattamento delle gravi infezioni sostenute da germi anaerobi sensibili, nonché nel trattamento delle gravi infezioni sostenute da stafilococchi, streptococchi e pneumococchi.
    Un trattamento con clindamicina, per lo più associata ad un antibiotico aminoglicosidico, può essere preso in considerazione come alternativa nella terapia di infezioni ginecologiche e pelviche acute da Chlamydia trachomatis quando l'impiego dell'antibiotico di scelta, le tetracicline, è controindicato.
    La clindamicina si è dimostrata efficace nel trattamento di infezioni da stafilococchi resistenti ad altri antibiotici; prima dell'impiego è necessario tuttavia eseguire opportuni test microbiologici al fine di stabilire la sensibilità in vitro del germe verso l'antibiotico.
    Trattamento delle infezioni opportunistiche da Toxoplasma gondii e Pneumocystis jiroveci in pazienti immunocompromessi.

    Posologia

    Come usare Clindamicina Fosfato Bioindustria L.I.M.: Posologia
    La posologia e la via di somministrazione devono essere determinate dalla gravità dell'infezione, dalle condizioni del paziente e dalla sensibilità del microrganismo responsabile.
    Posologia
    Adulti: somministrazione per via intramuscolare profonda e per fleboclisi.
    Infezioni gravi da cocchi aerobi Gram-positivi e anaerobi più sensibili (generalmente non sono inclusi il Bacteroides fragilis, i Peptococchi ed i Clostridi diversi dal Clostridium perfringens): 600-1200 mg/die suddivisi in due, tre o quattro somministrazioni.
    Infezioni gravissime, particolarmente quelle dovute ad accertato o sospetto Bacteroides fragilis, Peptococchi o Clostridi diversi dai Clostridium perfringens: 1200-2700 mg/die suddivisi in due, tre o quattro somministrazioni.
    Questi dosaggi, se il caso lo richiede, possono essere aumentati fino a 4800 mg/die da somministrare per flebo in quelle infezioni che possono compromettere la vita del paziente.
    Non somministrare per via intramuscolare dosi singole superiori a 600 mg.
    Clindamicina Fosfato Bioindustria L.I.M. non deve essere iniettato per via endovenosa sotto forma di bolo non diluito, ma deve essere infuso in un periodo di almeno 10-60 minuti.
    Il farmaco può essere somministrato per la prima volta mediante fleboclisi rapida e successivamente mediante fleboclisi lenta secondo lo schema seguente:
    Per mantenere concentrazioni ematiche di clindamicina superiori a:
    Iniziare con fleboclisi rapida di:
    Indi continuare con:
    4 mcg/ml
    10 mg/min per 30'
    0,75 mg/min
    5 mcg/ml
    15 mg/min per 30'
    1,00 mg/min
    6 mcg/ml
    20 mg/min per 30'
    1,25 mg/min
     
    Nella malattia infiammatoria pelvica: 900 mg ogni 8 ore per via endovenosa in associazione ad un appropriato antibiotico attivo sugli aerobi Gram-negativi. Continuare la terapia per almeno 4 giorni e, comunque, per 48 ore dopo che si è osservato un miglioramento nella paziente.
    Continuare la terapia con clindamicina orale al dosaggio di 450 mg ogni 6 ore fino a completare il ciclo di terapia (10-14 giorni).
    Toxoplasmosi cerebrale in pazienti immunodeficienti ad alto rischio: 600-1200 mg di clindamicina fosfato per via endovenosa o di clindamicina cloridrato per via orale ogni 6 ore per due settimane, seguiti da 300-600 mg di clindamicina cloridrato per via orale ogni 6 ore fino a completare il ciclo terapeutico di 8-10 settimane.
    Quando la clindamicina viene associata alla pirimetamina la dose di quest'ultima è di 25-75 mg per via orale per 8-10 settimane. Con le dosi più elevate di pirimetamina si consiglia di somministrare 10-20 mg/die di acido folinico.
    Polmonite da Pneumocystis jiroveci in pazienti immunodeficienti ad alto rischio: clindamicina fosfato per via endovenosa 600 mg ogni 6 ore o 900 mg ogni 8 ore oppure 300-450 mg di clindamicina cloridrato per via orale ogni 6 ore somministrate per 21 giorni e 15-30 mg di primachina somministrata per via orale una volta al giorno per 21 giorni.
    Popolazione pediatrica
    Al di sopra dei due anni di età, somministrazione per via intramuscolare profonda o per fleboclisi.
    Infezioni gravi: 15-25 mg/kg/die suddivisi in 3-4 somministrazioni.
    Infezioni gravissime: 25-40 mg/kg/die suddivisi in 3-4 somministrazioni.
    Il dosaggio da somministrare ai bambini può, in alternativa, essere valutato in base alla superficie corporea: 350 mg/m2/die per le infezioni gravi e 450 mg/m2/die per le infezioni gravissime.
    Se si dovesse manifestare una grave diarrea, sospendere l'antibiotico.
    La terapia per via parenterale può essere sostituita da quella orale (capsule) quando le condizioni migliorano e a discrezione del medico. In caso di infezioni da streptococco beta emolitico, continuare il trattamento per almeno 10 giorni.
    Modo di somministrazione
    Diluizione e velocità di somministrazione
    Non somministrare per via intramuscolare dosi singole superiori a 600 mg. La concentrazione di clindamicina nel diluente per infusione non deve superare 18 mg/ml e la velocità di infusione non deve superare 30 mg al minuto. La somministrazione di Clindamicina fosfato Bioindustria L.I.M. mediante fleboclisi va effettuata secondo lo schema seguente:
    Dose
    Diluire in
    Tempo di somministrazione
    300 mg
    50 ml
    10 minuti
    600 mg
    50 ml
    20 minuti
    900 mg
    50 -100 ml
    30 minuti
    1200 mg
    100 ml
    40 minuti
    Si raccomanda di non somministrare più di 1200 mg in una singola infusione della durata di un'ora.
    Compatibilità
    Clindamicina fosfato Bioindustria L.I.M. è fisicamente e chimicamente compatibile per almeno 24 ore, in soluzioni iniettabili di destrosio al 5% e cloruro di sodio 0,9% contenente i seguenti antibiotici nelle concentrazioni comunemente impiegate: amikacina, aztreonam, cefamandolo, cefazolina, cefotaxima, cefoxitina, ceftazidima, ceftizoxima, gentamicina, netilmicina, piperacillina e tobramicina.
    La compatibilità e la durata di stabilità delle miscele di farmaci variano in funzione della concentrazione e di altre condizioni.
    È invece incompatibile con ampicillina, difenilidantoina, barbiturici, aminofillina, solfato di magnesio e gluconato di calcio (vedere paragrafo 6.2).

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Clindamicina Fosfato Bioindustria L.I.M.
    Il farmaco è controindicato nei pazienti che alla anamnesi dovessero risultare ipersensibili alla clindamicina, alla lincomicina o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
    Il farmaco è controindicato durante l'allattamento (vedere paragrafo 4.6).
    Per il suo contenuto in alcool benzilico, Clindamicina Fosfato soluzione iniettabile non deve essere somministrato ai nati prematuri, ai neonati, ai bambini al di sotto dei 2 anni (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Clindamicina Fosfato Bioindustria L.I.M.
    In pazienti sottoposti a terapia con clindamicina sono state riportate reazioni da ipersensibilità gravi, comprese reazioni cutanee gravi come reazione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), sindrome di Stevens-Johnson (SJS), necrolisi epidermica tossica (NET) e pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP). Qualora si verifichi una reazione da ipersensibilità o una reazione cutanea grave, il trattamento con clindamicina deve essere interrotto e deve essere istituita una terapia adeguata (vedere paragrafi 4.3 e 4.8).
    Questo medicinale contiene alcol benzilico (9,45 mg/ml) come conservante.
    L'impiego dell'alcool benzilico è stato associato a reazioni avverse gravi, inclusa la “gasping sindrome“ e il decesso in pazienti pediatrici, in particolare non deve essere dato ai bambini prematuri o ai neonati.
    Nonostante le normali dosi terapeutiche del prodotto trasportino in genere quantità di alcool benzilico sostanzialmente inferiori a quelle associate alla “gasping sindrome“, non è nota la quantità di alcool benzilico alla quale si può manifestare la tossicità.
    Il rischio di tossicità da alcool benzilico dipende dalla quantità somministrata e dalla capacità epatica di eliminare la sostanza. Nei neonati prematuri e sottopeso può esservi maggiore probabilità di sviluppare tossicità. L'alcool benzilico può causare reazioni tossiche e anafilattiche nei bambini fino a 3 anni di età (vedere paragrafo 4.3).
    L'impiego della clindamicina deve essere riservato ai pazienti allergici alla penicillina o a pazienti per i quali, a giudizio del medico, la penicillina non sia indicata.
    Per la possibilità di coliti, il medico prima di prescrivere la clindamicina, deve valutare la natura dell'infezione e la possibilità di impiego di farmaci meno tossici.
    Il trattamento con gli antibiotici altera la normale flora del colon e porta ad una crescita eccessiva di Clostridium difficile. Ciò è stato riferito con l'uso di quasi tutti gli antibiotici, compresa la clindamicina. Il Clostridium difficile produce le tossine A e B che contribuiscono allo sviluppo della diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD) ed è una causa primaria di “colite da antibiotici“.
    È necessaria un'attenta anamnesi poiché i casi di diarrea associata a C. difficile sono stati segnalati anche oltre due mesi dopo la somministrazione di antibiotici.
    Nei pazienti che presentano diarrea dopo somministrazione di antibiotici è importante prendere in considerazione la diagnosi di CDAD. Essa può evolvere in colite, compresa la colite pseudomembranosa (vedere paragrafo 4.8), la cui gravità può variare da colite lieve a fatale. La colite è usualmente caratterizzata da grave e persistente diarrea con crampi addominali e può esservi presenza di sangue e muco nelle feci. La colite se non è diagnosticata e trattata tempestivamente può evolvere a peritonite, shock e megacolon tossico.
    L'esame endoscopico può rivelare colite pseudomembranosa. Se esiste un sospetto di colite si raccomanda un esame rettosigmoidoscopico. La presenza di colite può essere ulteriormente confermata dall'esame colturale delle feci per il Clostridium difficile in un media selettivo e dal saggio per la tossina del C. difficile. Se si sospetta o viene confermata la presenza di diarrea da antibiotici o di colite da antibiotici, si deve interrompere il trattamento in corso con antibiotici, compresa la clindamicina, e si devono prendere immediatamente provvedimenti terapeutici adeguati. In questa situazione sono controindicati i farmaci che inibiscono la peristalsi.
    Gli antiperistaltici, gli oppiacei e il difenossilato più atropina possono prolungare e/o peggiorare le condizioni.
    La vancomicina è risultata efficace nel trattamento delle coliti pseudomembranose antibiotico-dipendenti prodotte dal Clostridium difficile. Il dosaggio per gli adulti è da 500 mg a 2 g/die di vancomicina per via orale suddivisa in tre-quattro somministrazioni per un periodo di 7-10 giorni.
    La colestiramina si lega alla tossina in vitro: però questa resina si lega anche alla vancomicina. Pertanto nel caso di somministrazione contemporanea di colestiramina e vancomicina è consigliabile somministrare ciascun farmaco ad orari diversi.
    Sono stati descritti alcuni rari casi di ricaduta dopo trattamento con vancomicina.
    I dati finora disponibili mettono in luce che i pazienti anziani e/o gravemente ammalati tollerano meno bene la diarrea; qualora questi pazienti dovessero essere trattati con clindamicina occorre prestare particolare attenzione alle variazioni della frequenza dell'evacuazione.
    Clindamicina Fosfato Bioindustria L.I.M. deve essere prescritto con cautela ad individui con anamnesi positiva per malattie gastro-intestinali, particolarmente coliti ed agli individui atopici.
    Talvolta l'uso di antibiotici può provocare lo sviluppo di germi resistenti, in particolare lieviti. Qualora dovesse manifestarsi una superinfezione intraprendere le misure terapeutiche adeguate.
    Durante una terapia prolungata si devono effettuare esami periodici della funzionalità epatica e renale ed esami emocromocitometrici.
    Compromissione della funzionalità epatica e renale
    L'emivita del farmaco è risultata solo lievemente modificata negli epatonefro-pazienti.
    Pertanto in caso di compromissione della funzionalità epatica e renale di lieve o media gravità non è necessaria di norma una riduzione della dose che può essere richiesta nei casi di grave deterioramento della funzione del fegato e del rene.
    In caso di prolungamento della terapia devono essere eseguiti esami delle funzioni renale ed epatica.
    Sono state riferite non frequentemente lesioni traumatiche renali acute, inclusa insufficienza renale acuta. Nei pazienti affetti da compromissione renale preesistente o che assumono in concomitanza farmaci nefrotossici deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale (vedere paragrafo 4.8).
    Poiché la clindamicina non diffonde adeguatamente nel liquido cefalorachidiano, il farmaco non deve essere impiegato per il trattamento delle meningiti.
    I dati sull'uso di Clindamicina fosfato Bioindustria L.I.M. in donne in gravidanza sono limitati pertanto l'uso deve essere effettuato solo se strettamente necessario (vedere paragrafo 4.6)
    Informazioni importanti su alcuni eccipienti
    Alcol benzilico
    Clindamicina fosfato Bioindustria L.I.M. contiene 9, 45 mg di alcol benzilico per ml (vedere paragrafo 4.3 e 4.6).
    Alcol benzilico può causare reazioni allergiche.
    Alcol benzilico è stato associato al rischio di gravi effetti indesiderati inclusi problemi respiratori (sindrome da respiro agonico) nei bambini piccoli.
    La somministrazione endovenosa di alcol benzilico è stata associata a gravi eventi avversi e morte in neonati (sindrome da respiro agonico).
    Non è nota la minima quantità di alcol benzilico per cui si manifesta la tossicità.
    Rischio aumentato nei bambini piccoli a causa di accumulo.
    Grandi volumi devono essere usati con cautela e solo se necessario, specialmente in pazienti con insufficienza epatica o renale a causa del rischio di accumulo e tossicità (acidosi metabolica).
    Sodio
    Clindamicina fosfato Bioindustria L.I.M. per uso intramuscolare contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, cioè è praticamente “senza sodio“.
    Clindamicina fosfato Bioindustria L.I.M. per uso endovenoso contiene 23,48 mg di sodio (componente principale del sale da cucina) per 8 ml. Questo equivale a 1,17% dell'assunzione massima giornaliera raccomandata con la dieta di un adulto.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Clindamicina Fosfato Bioindustria L.I.M.
    Antagonisti della vitamina K
    Test di coagulazione aumentati (PT/INR) e/o emorragie sono stati riportati in pazienti trattati con clindamicina in associazione con antagonisti della Vitamina K (es. warfarin, acenocumarolo e fluindione). Pertanto, i test di coagulazione nei pazienti in trattamento con antagonisti della vitamina K devono essere frequentemente monitorati.
    La clindamicina somministrata per via iniettabile si è dimostrata in grado di indurre un blocco neuromuscolare che potrebbe potenziare l'attività di altri farmaci bloccanti neuromuscolari (per esempio: etere, tubocurarina, pancuronio). Deve essere quindi utilizzata con cautela nei pazienti che assumono tali farmaci. È stata riportata un'azione sinergica con il metronidazolo nei confronti del Bacteroides fragilis.
    L'associazione con gentamicina può determinare occasionalmente un sinergismo e mai un antagonismo.
    È stata dimostrata una reattività crociata fra clindamicina e lincomicina.
    La clindamicina viene metabolizzata principalmente da CYP3A4 e, in misura minore, da CYP3A5, nel metabolita maggiore clindamicina solfossido e nel metabolita minore N-desmetilclindamicina. Pertanto, gli inibitori di CYP3A4 e CYP3A5 possono ridurre la clearance della clindamicina e gli induttori di questi isoenzimi possono aumentarla. In presenza di forti induttori di CYP3A4 come la rifampicina, monitorare l'eventuale perdita di efficacia.
    Studi in vitro indicano che la clindamicina non inibisce CYP1A2, CYP2C9, CYP2C19, CYP2E1 o CYP2D6 e inibisce solo moderatamente CYP3A4. Pertanto, sono improbabili interazioni clinicamente importanti tra clindamicina e farmaci co-somministrati metabolizzati da questi enzimi CYP.
    La somministrazione di clindamicina e primachina in volontari HIV-positivi non ha influito significativamente sui parametri farmacocinetici della zidovudina.


    Interazioni riportate su letteratura scientifica internazionale
    Prima di prendere "Clindamicina Fosfato Bioindustria L.I.M." insieme ad altri farmaci come “Vaxchora”, etc.., chiedi al tuo al tuo medico o farmacista di fiducia di verificare che sia sicuro e non dannoso per la tua salute ...

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Gravidanza
    Gli studi sulla tossicità riproduttiva condotti su ratti e conigli a seguito di somministrazione per via orale e sottocutanea non hanno mostrato segni di compromissione della fertilità o di danni causati al feto a causa di clindamicina, se non a dosi tali da indurre tossicità nella madre. Non sempre gli studi sulla riproduzione negli animali sono predittivi della risposta nella specie umana.
    Nella specie umana la clindamicina attraversa la placenta. A seguito di dosi multiple, le concentrazioni nel liquido amniotico sono risultate approssimativamente pari al 30% rispetto alle concentrazioni presenti nel sangue materno.
    Negli studi clinici su donne in gravidanza, la somministrazione sistemica di clindamicina durante il secondo ed il terzo trimestre non risultata associato ad un aumento della frequenza di anomalie congenite.
    Non ci sono studi adeguati e ben controllati in donne gravide durante il primo trimestre di gravidanza.
    Clindamicina deve essere usato in gravidanza solo se strettamente necessario (vedere paragrafo 4.4).
    L'alcol benzilico può attraversare la placenta.
    Allattamento
    La clindamicina somministrata per via orale e parenterale è stata rinvenuta nel latte materno in concentrazioni comprese tra 0,7 a 3,8 mcg/ml. A causa delle possibili reazioni avverse serie nei bambini allattati al seno, le donne che allattano non devono assumere la clindamicina.
    Fertilità
    Studi di fertilità in ratti trattati oralmente con clindamicina non hanno rivelato effetti sulla fertilità o capacità riproduttiva.

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Clindamicina non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Clindamicina Fosfato Bioindustria L.I.M.
    La seguente tabella presenta le reazioni avverse segnalate con Clindamicina Fosfato Bioindustria L.I.M. soluzione per infusione nell'ambito delle sperimentazioni cliniche e durante la fase post-marketing sono riportate sotto, classificate per frequenza e per classificazione per sistemi e organi. I gruppi di frequenza sono definiti in base alla seguente convenzione:
    Molto comune: ≥ 1/10; Comune: ≥ 1/100, < 1/10; Non comune: ≥ 1/1000, ≤ 1/100; Raro: ≥ 1/10000, ≤ 1/1000; Molto raro: < 1/10000; Non nota: (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
    All'interno dei diversi gruppi di frequenza, gli effetti indesiderati vengono riportati in ordine di gravità decrescente.
    Classificazione per Sistemi e Organi
    Molto comune
    ≥ 1/10
    Comune
    Da ≥ 1/100 A < 1/10
    Non Comune
    Da ≥ 1/1.000
    A < 1/100
    Raro
    Da ≥1/10.000
    A < 1/1.000
    Molto Raro
    <1/10.000
    Non Nota
    (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
    Infezioni ed Infestazioni
     
    Colite Pseudomembranosa
    * (vedere paragrafo 4.4)
     
     
     
    Colite da Clostridium difficile*,
    Infezione della vagina*
    Patologie del Sistema Emolinfopoietico
     
     
     
     
     
    Agranulocitosi*,
    Netropenia*,
    Trombocitopenia*
    Leucopenia*,
    Eosinofilia
    Disturbi del Sistema immunitario
     
     
     
     
     
    Shock anafilattico*
    Reazione anafilattoide*,
    Reazione anafilattica*,
    Ipersensibilità*
    Patologie del Sistema Nervoso
     
     
    Disgeusia
     
     
     
    Disturbi Cardiaci
     
     
    Arresto cardiorespiratorio §
     
     
     
     
     
    Patologie Vascolari
     
    Tromboflebite
    Ipotensione§
     
     
     
    Patologie Gastrointestinali
     
     
    Diarrea,
    Nausea
     
     
    Dolore addominale,
    Vomito
    Patologie Epatobiliari
     
     
     
     
     
    Ittero*
    Patologie della Cute e del Tessuto Sottocutaneo
     
    Eruzione cutanea maculopapulare
     
    Orticaria
    Eritema multiforme,
    Prurito
     
     
     
     
    Necrolisi epidermica tossica (TEN)*,
    Sindrome di Stevens-Johnson (SJS)*,
    Reazione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS)*
    Pustolosi esantematica generalizzata acuta (AGEP)*,
    Angioedema*
    Dermatite esfoliativa*,
    Dermatite bollosa*
    Esantema morbilliforme*
    Patologie renali e urinarie
     
     
     
     
     
    Lesione traumatica renale acuta#,
    Azotemia,
    Oliguria e/o proteinuria
    Patologie Sistemiche e Condizioni Relative alla
    Sede di Somministrazione
     
     
    Dolore, Ascesso in sede di iniezione
     
     
     
    Irritazione nella sede di iniezione*
    Esami diagnostici
     
     
    Parametri di funzionalità epatica anormali
     
     
     
     
    *Reazioni avverse individuate nell'esperienza post-immissione in commercio
    §Rari casi sono stati segnalati dopo una somministrazione endovenosa troppo rapida (vedere paragrafo 4.2).
    # Vedere paragrafo 4.4.
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo: http://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Clindamicina Fosfato Bioindustria L.I.M.
    Non essendo gli effetti indesiderati dose-correlati, il sovradosaggio è un problema raro, soprattutto se il farmaco viene somministrato secondo quanto indicato.
    Emodialisi e dialisi peritoneale non sono efficaci nel rimuovere clindamicina dal siero.

    Scadenza

    2 anni

    Conservazione

    Conservare ad una temperatura compresa tra 8° e 30°C.

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


       © 2022 EDRA S.p.A. - P.iva 08056040960
      DPO - dpo@lswr.it