Crysvita

    Ultimo aggiornamento: 27/03/2024

    Cos'è Crysvita?

    Crysvita è un farmaco a base del principio attivo Burosumab, appartenente alla categoria degli Farmaci che agiscono sulla struttura e sulla mineralizzazione ossee e nello specifico Altri farmaci che agiscono sulla struttura e mineralizzazione ossee. E' commercializzato in Italia dall'azienda Kyowa Kirin S.r.l..

    Crysvita può essere prescritto con Ricetta RRL - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti.


    Confezioni

    Crysvita 10 mg/ml 1 flaconcino
    Crysvita 20 mg/ml 1 flaconcino
    Crysvita 30 mg/ml 1 flaconcino

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: Kyowa Kirin Holdings B.V
    Concessionario: Kyowa Kirin S.r.l.
    Ricetta: RRL - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti
    Classe: H
    Principio attivo: Burosumab
    Gruppo terapeutico: Farmaci che agiscono sulla struttura e sulla mineralizzazione ossee
    ATC: M05BX05 - Burosumab
    Forma farmaceutica: soluzione


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    Indicazioni

    Perché si usa Crysvita? A cosa serve?
    CRYSVITA è indicato per il trattamento dell'ipofosfatemia X-linked (XLH) nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 1 e 17 anni con evidenza radiografica di malattia ossea, e negli adulti.
    CRYSVITA è indicato per il trattamento dell'ipofosfatemia FGF23-correlata nell'osteomalacia oncogenica associata a tumori mesenchimali fosfaturici non resecabili con intenti curativi o non localizzabili, nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 1 e 17 anni e negli adulti.

    Posologia

    Come usare Crysvita: Posologia
    Il trattamento deve essere iniziato da un medico esperto nella gestione dei pazienti con malattie metaboliche dell'osso.
    Posologia
    L'assunzione di fosfato e analoghi della vitamina D attiva (ad es. calcitriolo) per via orale deve essere interrotta 1 settimana prima dell'inizio del trattamento. La sostituzione o integrazione di vitamina D con forme inattive può essere iniziata o continuata secondo le linee guida locali, con monitoraggio dei livelli sierici di calcio e fosfato. All'inizio, la concentrazione sierica di fosfato a digiuno deve essere al di sotto dell'intervallo di riferimento per l'età (vedere paragrafo 4.3).
    Ipofosfatemia X-linked (XLH)
    Dosaggio nei bambini e negli adolescenti affetti da XLH di età compresa tra 1 e 17 anni
    La dose iniziale raccomandata nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 1 e 17 anni è 0,8 mg/kg di peso corporeo, somministrati ogni due settimane. Le dosi devono essere arrotondate ai 10 mg più vicini. La dose massima è 90 mg.
    Dopo l'inizio del trattamento con Burosumab, il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato ogni 2 settimane per il primo mese di trattamento, ogni 4 settimane per i 2 mesi seguenti e successivamente come appropriato. Il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato anche 2 settimane dopo un eventuale aggiustamento della dose. Se il fosfato sierico a digiuno rientra nell'intervallo di riferimento per l'età, deve essere mantenuta la stessa dose.
    Aumento della dose
    Se il fosfato sierico a digiuno è al di sotto dell'intervallo di riferimento per l'età, la dose può essere aumentata gradualmente di 0,4 mg/kg fino a una dose massima di 2,0 mg/kg (dose massima di 90 mg). Il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato 2 settimane dopo l'aggiustamento della dose. La dose di burosumab non deve essere aggiustata con una frequenza superiore a una volta ogni 4 settimane.
    Riduzione della dose
    Se il livello di fosfato sierico a digiuno è al di sopra dell'intervallo di riferimento per l'età, la dose successiva deve essere sospesa e tale livello deve essere nuovamente valutato entro 2 settimane. Il paziente deve avere un livello di fosfato sierico a digiuno inferiore all'intervallo di riferimento per l'età perché il trattamento con burosumab possa essere ripreso a metà della dose precedente, arrotondando la quantità come descritto in precedenza.
    Conversione della dose all'età di 18 anni
    Bambini e adolescenti di età compresa tra 1 e 17 anni devono essere trattati secondo le istruzioni per il dosaggio di cui sopra. All'età di 18 anni, il paziente deve passare alla dose per adulti e al regime posologico riportati nel seguito.
    Dosaggio negli adulti affetti da XLH
    La dose iniziale raccomandata negli adulti è 1,0 mg/kg di peso corporeo, arrotondata ai 10 mg più vicini fino a una dose massima di 90 mg, somministrati ogni 4 settimane.
    Dopo l'inizio del trattamento con burosumab, il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato ogni 2 settimane per il primo mese di trattamento, ogni 4 settimane per i 2 mesi seguenti e successivamente come appropriato. Il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato 2 settimane dopo la precedente dose di burosumab. Se il fosfato sierico rientra nell'intervallo di normalità, si deve continuare con la stessa dose.
    Riduzione della dose
    Se il livello di fosfato sierico è al di sopra del limite superiore dell'intervallo di normalità, la dose successiva deve essere sospesa e tale livello deve essere rivalutato entro 2 settimane. Il paziente deve avere un livello di fosfato sierico inferiore all'intervallo di normalità prima di riprendere il trattamento con burosumab. Non appena il livello di fosfato sierico scende al di sotto dell'intervallo di normalità, il trattamento può essere ripreso a metà della dose iniziale fino a una dose massima di 40 mg ogni 4 settimane. Il livello di fosfato sierico deve essere nuovamente valutato 2 settimane dopo un cambio di dose.
    Osteomalacia oncogenica (Tumour-Induced Osteomalacia, TIO)
    La posologia nei bambini e negli adolescenti affetti da TIO di età compresa tra 1 e 17 anni è stata determinata sulla base di modellazioni e simulazioni farmacocinetiche (vedere paragrafo 5.2).
    Dosaggio nei bambini affetti da TIO di età compresa tra 1 e 12 anni
    La dose iniziale raccomandata nei bambini di età compresa tra 1 e 12 anni è 0,4 mg/kg di peso corporeo, somministrati ogni 2 settimane. Le dosi devono essere arrotondate ai 10 mg più vicini. La dose massima è 90 mg.
    Aumento della dose
    Se il fosfato sierico è al di sotto dell'intervallo di riferimento per l'età, la dose può essere aumentata gradualmente. Le dosi devono essere aumentate di un incremento iniziale di 0,6 mg/kg con successivi incrementi, in base alla risposta del paziente al trattamento, di 0,5 mg/kg (fino a una dose massima di 2,0 mg/kg), arrotondando la quantità come descritto in precedenza, fino a una dose massima di 90 mg somministrata ogni 2 settimane. Il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato 2 settimane dopo l'aggiustamento della dose. La dose di burosumab non deve essere aggiustata con una frequenza superiore a una volta ogni 4 settimane.
    Dosaggio negli adolescenti affetti da TIO di età compresa tra 13 e 17 anni
    La dose iniziale raccomandata negli adolescenti di età compresa tra 13 e 17 anni è 0,3 mg/kg di peso corporeo, somministrati ogni 2 settimane. Le dosi devono essere arrotondate ai 10 mg più vicini. La dose massima è 180 mg.
    Aumento della dose
    Se il fosfato sierico è al di sotto dell'intervallo di riferimento per l'età, la dose può essere aumentata gradualmente. Le dosi devono essere aumentate di un incremento iniziale di 0,3 mg/kg con successivi incrementi compresi tra 0,2 mg/kg e 0,5 mg/kg (incremento della dose in base alla risposta del fosfato sierico del paziente al trattamento), arrotondando la quantità come descritto in precedenza, fino a una dose massima di 2,0 mg/kg (dose massima 180 mg) somministrata ogni 2 settimane. Il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato 2 settimane dopo l'aggiustamento della dose. La dose di burosumab non deve essere aggiustata con una frequenza superiore a una volta ogni 4 settimane.
    Dosaggio nei bambini e negli adolescenti affetti da TIO di età compresa tra 1 e 17 anni
    Per tutti i pazienti pediatrici, dopo l'inizio del trattamento con burosumab, il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato ogni 2 settimane per il primo mese di trattamento, ogni 4 settimane per i 2 mesi seguenti e successivamente come appropriato. Il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato anche 2 settimane dopo un eventuale aggiustamento della dose. Se il fosfato sierico a digiuno rientra nell'intervallo di riferimento per l'età, deve essere mantenuta la stessa dose.
    Riduzione della dose
    Se il livello di fosfato sierico è al di sopra dell'intervallo di riferimento per l'età, la dose successiva deve essere sospesa e il livello di fosfato sierico a digiuno deve essere nuovamente valutato dopo 2 settimane. Quando il livello di fosfato sierico scende al di sotto dell'intervallo di riferimento per l'età, il trattamento può essere ripreso a metà della dose precedente, arrotondando la quantità come descritto in precedenza. Il livello di fosfato sierico a digiuno deve essere misurato 2 settimane dopo l'aggiustamento della dose. Se il livello rimane al di sotto dell'intervallo di riferimento per l'età dopo la ripresa della somministrazione, la dose può essere ulteriormente aggiustata.
    Conversione della dose all'età di 18 anni
    All'età di 18 anni, il paziente deve passare alla dose per adulti e al regime posologico riportati di seguito.
    Dosaggio negli adulti affetti da TIO
    La dose iniziale raccomandata negli adulti è 0,3 mg/kg di peso corporeo, arrotondati ai 10 mg più vicini, somministrati ogni 4 settimane.
    Dopo l'inizio del trattamento con burosumab, il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato 2 settimane dopo ciascuna dose per i primi 3 mesi di trattamento e successivamente come appropriato. Se il fosfato sierico rientra nell'intervallo di riferimento, deve essere mantenuta la stessa dose.
    Aumento della dose
    Se il fosfato sierico è al di sotto dell'intervallo di riferimento, la dose può essere aumentata gradualmente. Le dosi devono essere aumentate di un incremento iniziale di 0,3 mg/kg, con successivi incrementi compresi tra 0,2 mg/kg e 0,5 mg/kg (dose dipendente dalla risposta del paziente al trattamento), fino a una dose massima di 2,0 mg/kg (dose massima 180 mg) somministrata ogni 4 settimane. Il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato 2 settimane dopo l'aggiustamento della dose.
    Per i pazienti nei quali il livello di fosfato sierico continua a rimanere al di sotto dell'intervallo di riferimento, nonostante la somministrazione della dose massima ogni 4 settimane, la dose precedentepuò essere suddivisa e somministrata ogni 2 settimane, con aumenti incrementali se richiesto, come sopra descritto, fino a una dose massima di 2,0 mg/kg ogni 2 settimane (dose massima 180 mg).
    Riduzione della dose
    Se il livello di fosfato sierico è al di sopra dell'intervallo di riferimento, la dose successiva deve essere sospesa e il livello di fosfato sierico a digiuno deve essere nuovamente valutato dopo 2 settimane. Il paziente deve avere un livello di fosfato sierico inferiore all'intervallo di riferimento prima di riprendere burosumab. Quando il livello di fosfato sierico scende al di sotto dell'intervallo di riferimento, il trattamento può essere ripreso a circa metà della dose precedente, somministrata ogni 4 settimane. Il livello di fosfato sierico deve essere nuovamente valutato 2 settimane dopo qualsiasi modifica della dose.
    Se il livello rimane al di sotto dell'intervallo di riferimento dopo la ripresa della somministrazione, la dose può essere ulteriormente aggiustata.
    Sospensione della dose nei pazienti pediatrici e adulti affetti da TIO
    Se un paziente è sottoposto a trattamento per il tumore sottostante (ad esempio, exeresi chirurgica o radioterapia), il trattamento con burosumab deve essere sospeso.
    Una volta completato il trattamento del tumore sottostante, il livello di fosfato sierico deve essere nuovamente valutato prima di riprendere il trattamento con burosumab. Il trattamento con burosumab deve essere ripreso alla dose iniziale originaria del paziente se il livello di fosfato sierico rimane al di sotto del limite inferiore dell'intervallo di riferimento normale. Seguire l'aggiustamento della dose raccomandata sopra descritto per mantenere il livello di fosfato sierico entro l'intervallo di riferimento normale per l'età.
    Per tutti i pazienti affetti da TIO, il trattamento deve essere interrotto se il medico curante ritiene che non si osservi un miglioramento significativo dei marcatori di risposta biochimici o clinici, nonostante la somministrazione della dose massima.
    Tutti i pazienti
    Per ridurre il rischio di mineralizzazione ectopica, si raccomanda di perseguire un livello di fosfato sierico a digiuno entro l'estremità inferiore dell'intervallo di riferimento per l'età (vedere paragrafo 4.4).
    Dose saltata
    Se necessario per ragioni pratiche, i trattamenti possono essere somministrati 3 giorni prima o dopo rispetto alla data di trattamento programmata. Se il paziente salta una dose, il trattamento con burosumab deve essere ripreso non appena possibile alla dose prescritta.
    Popolazioni speciali
    Compromissione renale
    Burosumab non è stato studiato in pazienti con compromissione renale. Burosumab non deve essere somministrato a pazienti con malattia renale di grado severo o in fase terminale (vedere paragrafo 4.3).
    Popolazione pediatrica
    Ipofosfatemia X-linked (XLH)
    La sicurezza e l'efficacia di burosumab nei pazienti pediatrici affetti da XLH di età inferiore a un anno non sono state stabilite in studi clinici.
    Osteomalacia oncogenica (TIO)
    La sicurezza e l'efficacia di burosumab nei pazienti pediatrici affetti da TIO non sono state stabilite in studi clinici.
    Anziani
    I dati disponibili sui pazienti di età superiore a 65 anni sono limitati.
    Modo di somministrazione
    Per uso sottocutaneo.
    Burosumab deve essere iniettato nella parte superiore del braccio, nell'addome, nei glutei o nella coscia.
    Il volume massimo di medicinale per sede di iniezione è 1,5 mL. Se si richiede più di 1,5 mL in un dato giorno di somministrazione, il volume totale di medicinale deve essere diviso e somministrato in due o più diverse sedi di iniezione. Le sedi di iniezione devono essere alternate e attentamente monitorate per rilevare segni di potenziali reazioni (vedere paragrafo 4.4).
    Per le istruzioni sulla manipolazione di burosumab prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
    Per alcuni pazienti può essere idonea l'autosomministrazione o la somministrazione da parte della persona che li assiste con il flaconcino e/o la siringa preriempita. Quando non si prevedono immediate modifiche della dose, la somministrazione può essere eseguita da una persona che abbia ricevuto adeguate istruzioni sulle tecniche di iniezione. La prima dose autosomministrata dopo l'inizio del farmaco o una modifica della dose richiede la supervisione di un operatore sanitario. Il monitoraggio clinico del paziente, incluso il monitoraggio dei livelli di fosfato, deve proseguire come necessario e come indicato di seguito. Una sezione di “Istruzioni per l'Uso” dettagliate destinate al paziente è riportata alla fine del foglio illustrativo.

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Crysvita
    Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
    Somministrazione concomitante con fosfato, analoghi della vitamina D attiva per via orale (vedere paragrafo 4.5).
    Fosfato sierico a digiuno superiore all'intervallo di normalità per l'età, a causa del rischio di iperfosfatemia (vedere paragrafo 4.4).
    Pazienti con compromissione renale severa o malattia renale in fase terminale.

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Crysvita
    Tracciabilità
    Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati nella cartella clinica del paziente.
    Mineralizzazione ectopica
    Mineralizzazione ectopica, che si manifesta con nefrocalcinosi, è stata osservata in pazienti con XLH trattati con fosfato e analoghi della vitamina D attiva per via orale; l'assunzione di questi medicinali deve essere interrotta almeno 1 settimana prima di iniziare il trattamento con Burosumab (vedere paragrafo 4.2).
    Si raccomanda il monitoraggio dei segni e sintomi di nefrocalcinosi, ad esempio mediante ecografia renale, all'inizio del trattamento e ogni 6 mesi per i primi 12 mesi di trattamento e successivamente una volta all'anno. Si raccomanda il monitoraggio dei livelli plasmatici di fosfatasi alcaline, calcio, ormone paratiroideo (PTH) e creatinina ogni 6 mesi (ogni 3 mesi per i bambini di 1-2 anni di età), o come indicato.
    Viene suggerito il monitoraggio dei livelli urinari di calcio e fosfato ogni 3 mesi.
    Iperfosfatemia
    I livelli sierici di fosfato a digiuno devono essere monitorati a causa del rischio di iperfosfatemia. Per ridurre il rischio di mineralizzazione ectopica, si raccomanda di perseguire un livello-target di fosfato sierico a digiuno alla parte inferiore dell'intervallo di riferimento normale per l'età. Può essere necessario sospendere il trattamento e/o ridurre la dose (vedere paragrafo 4.2). È consigliata la misurazione periodica dei livelli di fosfato sierico post-prandiali.
    Per prevenire l'iperfosfatemia, il trattamento con burosumab deve essere sospeso nei pazienti con osteomalacia oncogenica che si sottopongono a trattamento del tumore sottostante. Il trattamento con burosumab deve essere ripreso solo se il livello di fosfato sierico del paziente rimane al di sotto del limite inferiore dell'intervallo di riferimento normale (vedere paragrafo 4.2).
    Ormone paratiroideo sierico
    Aumenti dei livelli sierici di ormone paratiroideo sono stati osservati in alcuni pazienti affetti da XLH durante il trattamento con burosumab. Si consiglia la misurazione periodica dell'ormone paratiroideo sierico.
    Reazioni in sede di iniezione
    La somministrazione di burosumab può provocare reazioni locali in sede di iniezione. La somministrazione deve essere interrotta nel caso in cui il paziente manifesti reazioni in sede di iniezione severe (vedere paragrafo 4.8) e deve essere istituita una terapia medica appropriata.
    Ipersensibilità
    Il trattamento con burosumab deve essere interrotto se si verificano gravi reazioni da ipersensibilità e deve essere istituito un trattamento medico appropriato.
    Eccipiente con effetti noti
    CRYSVITA soluzione iniettabile in flaconcini
    Questo medicinale contiene 45,91 mg di sorbitolo per flaconcino equivalente a 45,91 mg/mL.
    CRYSVITA 10 mg soluzione iniettabile in siringa preriempita
    Questo medicinale contiene 15,30 mg di sorbitolo per siringa preriempita equivalente a 45,91 mg/mL.
    CRYSVITA 20 mg soluzione iniettabile in siringa preriempita
    Questo medicinale contiene 30,61 mg di sorbitolo per siringa preriempita equivalente a 45,91 mg/mL.
    CRYSVITA 30 mg soluzione iniettabile in siringa preriempita
    Questo medicinale contiene 45,91 mg di sorbitolo per siringa preriempita equivalente a 45,91 mg/mL.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Crysvita
    La somministrazione concomitante di burosumab con fosfato e analoghi della vitamina D attiva per via orale è controindicata, perché può causare un aumento del rischio di iperfosfatemia e ipercalcemia (vedere paragrafo 4.3).
    Si deve usare cautela nell'associare burosumab a medicinali calciomimetici (ossia agenti che simulano l'effetto del calcio sui tessuti attivando il recettore del calcio). La somministrazione concomitante di questi medicinali non è stata studiata nelle sperimentazioni cliniche e può esacerbare l'ipocalcemia.

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Gravidanza
    I dati relativi all'uso di Burosumab in donne in gravidanza non esistono o sono limitati.
    Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
    Burosumab non è raccomandato durante la gravidanza e in donne in età fertile che non usano misure contraccettive.
    Allattamento
    Non è noto se burosumab/metaboliti siano escreti nel latte materno.
    Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso.
    Deve essere presa la decisione se interrompere l'allattamento o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con burosumab tenendo in considerazione il beneficio dell'allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.
    Fertilità
    Gli studi sugli animali hanno mostrato effetti sugli organi riproduttivi maschili (vedere paragrafo 5.3). Non sono disponibili dati clinici relativi agli effetti di burosumab sulla fertilità umana. Non sono stati condotti studi di fertilità specifici negli animali con burosumab.

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Burosumab altera lievemente la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. Dopo la somministrazione di burosumab può verificarsi capogiro.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Crysvita
    Riassunto del profilo di sicurezza
    Le reazioni avverse al farmaco più comunemente segnalate (> 10%) nei pazienti pediatrici affetti da XLH durante gli studi clinici, sulla base degli studi a lungo termine completati, fino a un'esposizione massima a Burosumab di 214 settimane (con periodo di esposizione variabile nella popolazione valutabile per la sicurezza), sono state: tosse (55%), reazioni in sede di iniezione (54%), piressia (50%), cefalea (48%), vomito (46%), dolore a un arto (42%), ascesso del dente (40%), vitamina D diminuita (28%), diarrea (27%), nausea (21%), eruzione cutanea (20%), stipsi (12%) e carie dentaria (11%).
    Le reazioni avverse al farmaco più comunemente segnalate (> 10%) durante gli studi clinici nei pazienti adulti affetti da XLH o nei pazienti adulti affetti da TIO, sulla base degli studi a lungo termine completati, fino a un'esposizione massima a burosumab di 300 settimane (con periodo di esposizione variabile nella popolazione valutabile per la sicurezza), sono state: dolore dorsale (30%), reazione in sede di iniezione (29%), cefalea (28%), infezione dentaria (28%), vitamina D diminuita (28%), spasmi muscolari (18%), sindrome delle gambe senza riposo (16%), capogiro (16%) e stipsi (13%) (vedere paragrafo 4.4 e “Descrizione di reazioni avverse selezionate” di seguito).
    Tabelle delle reazioni avverse
    La frequenza delle reazioni avverse è riportata nella Tabella 1 (pazienti pediatrici affetti da XLH) e nella Tabella 2 (pazienti adulti affetti da XLH e TIO).
    Le reazioni avverse sono presentate in base alla classificazione per sistemi e organi e per categorie di frequenza, definite con la seguente convenzione: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1 000, <1/100); raro (≥1/10 000, <1/1 000); molto raro (<1/10 000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All'interno di ciascuna categoria di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine decrescente di gravità.
    Tabella 1: Reazioni avverse segnalate nei pazienti pediatrici da 1 a 17 anni di età affetti da XLH, osservate negli studi clinici (N = 120) e nell'esperienza successiva all'immissione in commercio
    Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA
    Categoria di frequenza
    Reazione avversa
    Infezioni ed infestazioni
    Molto comune
    Ascesso del dente1
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Molto comune
    Tosse2
    Patologie del sistema nervoso
    Molto comune
    Cefalea
    Molto comune
    Capogiro3
    Patologie gastrointestinali
    Molto comune
    Vomito
    Nausea
    Diarrea
    Stipsi
    Carie dentaria
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Molto comune
    Eruzione cutanea4
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Molto comune
    Mialgia
    Dolore a un arto
    Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione
    Molto comune
    Reazione in sede di iniezione5
    Piressia
    Esami diagnostici
    Molto comune
    Vitamina D diminuita6
    Non nota
    Fosforo ematico aumentato7
    1Ascesso del dente comprende: ascesso del dente, infezione dentaria e mal di denti
    2Tosse comprende: tosse e tosse produttiva
    3Capogiro comprende: capogiro e capogiro da sforzo
    4Eruzione cutanea comprende: eruzione cutanea, esantema eritematoso, eruzione cutanea generalizzata, eruzione cutanea pruriginosa, eruzione maculo-papulare ed esantema pustoloso
    5Reazione in sede di iniezione comprende: reazione in sede di iniezione, eritema in sede di iniezione, prurito in sede di iniezione, tumefazione in sede di iniezione, dolore in sede di iniezione, eruzione cutanea in sede di iniezione, lividura in sede di iniezione, alterazione del colore in sede di iniezione, fastidio in sede di iniezione, ematoma in sede di iniezione, emorragia in sede di iniezione, indurimento in sede di iniezione, macula in sede di iniezione e orticaria in sede di iniezione
    6Vitamina D diminuita comprende: carenza di vitamina D, 25-idrossicolecalciferolo ematico diminuito e vitamina D diminuita
    7Fosforo ematico aumentato comprende: fosforo ematico aumentato e iperfosfatemia
    Tabella 2: Reazioni avverse osservate negli studi clinici negli adulti (N = 203) affetti da XLH (N = 176) e TIO (N = 27)
    Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA
    Categoria di frequenza
    Reazione avversa
    Infezioni ed infestazioni
    Molto comune
    Infezione dentaria1
    Patologie del sistema nervoso
    Molto comune
    Cefalea2
    Molto comune
    Capogiro
    Molto comune
    Sindrome delle gambe senza riposo
    Patologie gastrointestinali
    Molto comune
    Stipsi
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Comune
    Eruzione cutanea3
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Molto comune
    Dolore dorsale
    Molto comune
    Spasmi muscolari
    Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione
    Molto comune
    Reazione in sede di iniezione4
    Esami diagnostici
    Molto comune
    Vitamina D diminuita5
    Comune
    Fosforo ematico aumentato6
    1Infezione dentaria comprende: ascesso del dente, infezione dentaria e mal di denti
    2 Cefalea comprende: cefalea e fastidio al capo
    3Eruzione cutanea comprende: eruzione cutanea, eruzione cutanea papulare ed esantema eritematoso
    4Reazione in sede di iniezione comprende: reazione in sede di iniezione, eritema in sede di iniezione, prurito in sede di iniezione, tumefazione in sede di iniezione, dolore in sede di iniezione, eruzione cutanea in sede di iniezione, lividura in sede di iniezione, alterazione del colore in sede di iniezione, fastidio in sede di iniezione, ematoma in sede di iniezione, emorragia in sede di iniezione, indurimento in sede di iniezione, macula in sede di iniezione, orticaria in sede di iniezione, ipersensibilità in sede di iniezione e infiammazione in sede di iniezione
    5Vitamina D diminuita comprende: carenza di vitamina D, 25-idrossicolecalciferolo ematico diminuito e vitamina D diminuita
    6Fosforo ematico aumentato comprende:fosforo ematico aumentato e iperfosfatemia
    Descrizione di reazioni avverse selezionate
    Reazioni in sede di iniezione
    Pazienti pediatrici affetti da XLH:
    Reazioni locali (ad es. orticaria in sede di iniezione, eritema, eruzione cutanea, tumefazione, ecchimosi, dolore, prurito ed ematoma) si sono verificate nella sede di iniezione. Negli studi pediatrici, circa il 54% dei pazienti ha avuto una reazione nella sede di iniezione, sulla base degli studi clinici. Le reazioni in sede di iniezione sono state in genere di severità lieve, si sono verificate entro 1 giorno dalla somministrazione del medicinale, hanno avuto una durata per lo più compresa tra 1 e 3 giorni, non hanno richiesto trattamento e si sono risolte in quasi tutti i casi.
    Pazienti adulti affetti da XLH o TIO:
    Le reazioni in sede di iniezione sono state in genere di severità lieve, non hanno richiesto trattamento e si sono risolte in quasi tutti i casi.
    Nei pazienti affetti da XLH, nel periodo di trattamento controllato verso placebo dello Studio UX023-CL303, la frequenza delle reazioni in sede di iniezione è stata del 12% nel gruppo trattato con burosumab e anche in quello trattato con placebo (reazione in sede di iniezione, eritema, reazione cutanea, ecchimosi, dolore, prurito ed ematoma).
    Nei pazienti affetti da TIO, la frequenza delle reazioni in sede di iniezione sulla base dei dati derivati dagli studi clinici a lungo termine completati è stata del 22% (reazione in sede di iniezione, dolore in sede di iniezione e tumefazione in sede di iniezione).
    Ipersensibilità
    Pazienti pediatrici affetti da XLH:
    Reazioni di ipersensibilità (ad esempio, reazioni in sede di iniezione, eruzione cutanea, orticaria, tumefazione del viso, dermatite, ecc.) sono state segnalate nel 39% dei pazienti pediatrici, sulla base degli studi clinici. Tutte le reazioni segnalate sono state di lieve o moderata severità.
    Pazienti adulti affetti da XLH o TIO:
    Le reazioni da ipersensibilità sono state di severità lieve o moderata.
    Nei pazienti affetti da XLH, nel periodo di trattamento controllato verso placebo dello Studio UX023-CL303, l'incidenza delle reazioni da ipersensibilità potenziali è stata simile (6%) negli adulti trattati con burosumab e in quelli trattati con placebo.
    Nei pazienti affetti da TIO, la frequenza delle reazioni da ipersensibilità (eruzione cutanea, eruzione da farmaci e ipersensibilità) sulla base dei dati derivati dagli studi clinici a lungo termine completati è stata del 30%.
    Vitamina D diminuita
    Pazienti pediatrici affetti da XLH:
    Una riduzione dei livelli sierici di 25-idrossivitamina D è stata osservata dopo l'inizio del trattamento con burosumab in circa l'8% dei pazienti pediatrici, probabilmente a causa di un aumento della conversione in 1,25 diidrossivitamina D. L'integrazione con vitamina D inattiva è riuscita a riportare i livelli plasmatici nella norma.
    Iperfosfatemia
    Pazienti adulti affetti da XLH o TIO:
    Nei pazienti affetti da XLH, nel periodo di trattamento controllato verso placebo dello Studio UX023-CL303, 9 soggetti (13,2%) nel gruppo trattato con burosumab hanno avuto elevati livelli di fosfato sierico almeno una volta: 5 di questi hanno richiesto una o più riduzioni della dose sulla base dei criteri specificati nel protocollo. Dopo aver iniziato ad assumere burosumab nel periodo di continuazione del trattamento in aperto, 8 soggetti (12,1%) nel gruppo placebo→burosumab hanno avuto elevati livelli di fosfato sierico. Quattro di questi 8 soggetti hanno richiesto una o più riduzioni della dose sulla base dei criteri specificati nel protocollo. La dose per tutti i pazienti che soddisfacevano i criteri specificati nel protocollo è stata ridotta del 50%. Un singolo paziente (1%) ha richiesto una seconda riduzione della dose per iperfosfatemia continua.
    Nei pazienti affetti da TIO, sulla base dei dati derivati dagli studi clinici a lungo termine completati, l'11% ha manifestato eventi di iperfosfatemia, che sono stati gestiti con la riduzione della dose.
    Sindrome delle gambe senza riposo
    Pazienti adulti affetti da XLH o TIO:
    Nei pazienti affetti da XLH, nel periodo di trattamento controllato verso placebo dello Studio UX023-CL303, circa il 12% del gruppo trattato con burosumab e l'8% del gruppo trattato con placebo hanno avuto un peggioramento della sindrome delle gambe senza riposo al basale o l'esordio di tale sindrome con severità da lieve a moderata.
    Nei pazienti affetti da TIO, sulla base dei dati derivati dagli studi clinici a lungo termine completati, l'11% ha manifestato eventi di sindrome delle gambe senza riposo con severità da lieve a moderata.
    Immunogenicità
    Pazienti pediatrici affetti da XLH:
    Nel complesso, l'incidenza degli anticorpi anti-farmaco (ADA) su burosumab nei pazienti pediatrici trattati con burosumab, sulla base degli studi clinici, è stata del 10%. L'incidenza degli ADA neutralizzanti nei pazienti pediatrici è stata del 3%. A questi risultati non sono stati associati eventi avversi, perdita di efficacia o variazioni del profilo farmacocinetico di burosumab.
    Pazienti adulti affetti da XLH e TIO:
    Sulla base dei dati derivati dagli studi clinici a lungo termine completati, l'incidenza di pazienti risultati positivi ai test per gli ADA a burosumab negli studi clinici condotti in adulti affetti da XLH o TIO è stata del 15%. Nessuno di questi pazienti ha sviluppato ADA neutralizzanti. A questi risultati non sono stati associati eventi avversi, perdita di efficacia o variazioni del profilo farmacocinetico di burosumab.
    Reazioni avverse nei pazienti pediatrici affetti da TIO
    Non sono disponibili dati in pazienti pediatrici affetti da TIO (vedere paragrafo 5.1).
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite
    Agenzia Italiana del Farmaco

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Crysvita
    Non vi è esperienza di sovradosaggio con Burosumab. Burosumab è stato somministrato in sperimentazioni cliniche pediatriche sull'XLH senza tossicità limitante il dosaggio, utilizzando dosi fino a 2,0 mg/kg di peso corporeo, con una dose massima di 90 mg ogni due settimane. Nelle sperimentazioni cliniche condotte negli adulti affetti da XLH non è stata osservata tossicità limitante il dosaggio, utilizzando dosi fino a 1,0 mg/kg o una dose massima totale di 128 mg ogni 4 settimane. Nelle sperimentazioni cliniche condotte negli adulti affetti da TIO non è stata osservata tossicità limitante il dosaggio, utilizzando dosi fino a 2,0 mg/kg o una dose massima totale di 184 mg ogni 4 settimane.
    Gestione
    In caso di sovradosaggio, si raccomanda di interrompere il trattamento con burosumab e di monitorare la risposta biochimica.

    Scadenza

    3 anni.
    CRYSVITA soluzione iniettabile in siringa preriempita
    La stabilità chimica e fisica durante l'utilizzo è stata dimostrata per 48 ore a una temperatura di 25°C, se il medicinale è protetto dalla luce.
    Da un punto di vista microbiologico, il medicinale deve essere utilizzato immediatamente. Se il medicinale non viene utilizzato immediatamente, i tempi e le condizioni di conservazione durante l'utilizzo sono di responsabilità dell'utilizzatore

    Conservazione

    Conservare in frigorifero (2°C – 8°C). Non congelare.
    Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


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