Oxaliplatino SUN

    Ultimo aggiornamento: 18/03/2024

    Cos'è Oxaliplatino SUN?

    Oxaliplatino SUN è un farmaco a base del principio attivo Oxaliplatino, appartenente alla categoria degli Antineoplastici e nello specifico Composti del platino. E' commercializzato in Italia dall'azienda SUN Pharmaceuticals Italia S.r.l..

    Oxaliplatino SUN può essere prescritto con Ricetta OSP - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, utilizzabili esclusivamente in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile.


    Confezioni

    Oxaliplatino SUN 5 mg/ml concentrato per soluzione per infusione 1 flaconcino 100 mg/20 ml
    Oxaliplatino SUN 5 mg/ml concentrato per soluzione per infusione 1 flaconcino 200 mg/40 ml
    Oxaliplatino SUN 5 mg/ml concentrato per soluzione per infusione 1 flaconcino 50 mg/10 ml

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: SUN Pharmaceutical Industries Europe B. V.
    Concessionario: SUN Pharmaceuticals Italia S.r.l.
    Ricetta: OSP - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, utilizzabili esclusivamente in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile
    Classe: H
    Principio attivo: Oxaliplatino
    Gruppo terapeutico: Antineoplastici
    ATC: L01XA03 - Oxaliplatino
    Forma farmaceutica: soluzione (uso interno)


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    Indicazioni

    Perché si usa Oxaliplatino SUN? A cosa serve?
    Oxaliplatino in associazione con 5-fluorouracile (5-FU) e acido folinico (AF) è indicato nei seguenti casi:
    • trattamento adiuvante del cancro al colon di stadio III (Duke C) dopo resezione completa del tumore primario
    • trattamento del cancro metastatico del colon-retto.

    Posologia

    Come usare Oxaliplatino SUN: Posologia
    Posologia
    SOLO PER PAZIENTI ADULTI
    La dose di Oxaliplatino raccomandata nella terapia adiuvante è 85 mg/m2 somministrati per via endovenosa ogni due settimane per 12 cicli (6 mesi).
    La dose di oxaliplatino raccomandata nel trattamento del cancro metastatico del colon-retto è 85 mg/m2 somministrati per via endovenosa ogni 2 settimane fino alla progressione della malattia o al presentarsi di una tossicità non accettabile.
    Il dosaggio dovrà essere aggiustato secondo la tollerabilità (vedere paragrafo 4.4).
    L'oxaliplatino deve essere sempre somministrato prima delle fluoropirimidine, ossia 5-fluorouracile.
    L'oxaliplatino viene somministrato mediante infusione endovenosa di 2-6 ore in 250-500 ml di soluzione di glucosio al 5% per ottenere una concentrazione compresa tra 0,2 mg/ml e 0,70 mg/ml; 0,70 mg/ml è la concentrazione più elevata raggiunta nella pratica clinica per una dose di oxaliplatino di 85 mg/m2 .
    L'oxaliplatino è stato usato principalmente in associazione a regimi di trattamento a base dell'infusione continua di 5-fluorouracile. Nel trattamento bisettimanale, sono stati adottati regimi a base di 5-fluorouracile in bolo e infusione continua.
    Gruppi speciali di pazienti
    Compromissione renale
    L'oxaliplatino non deve essere somministrato ai pazienti con grave compromissione renale (vedere paragrafi 4.3 e 5.2). Nei pazienti con compromissione da lieve a moderata, della funzionalità renale, la dose raccomandata di oxaliplatino è di 85 mg/m2 (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
    Compromissione epatica
    In uno studio di fase I che comprendeva pazienti affetti da vari livelli di compromissione epatica, la frequenza e la gravità dei disturbi epato-biliari è sembrata essere correlata a malattia progressiva e ad esami alterati della funzionalità epatica basale. Nel corso dello studio clinico non è stato effettuato nessun aggiustamento della dose nei pazienti con test anormali della funzionalità epatica.
    Pazienti anziani
    Non è stato osservato nessun aumento di tossicità grave nella somministrazione di oxaliplatino da solo o in associazione con 5-fluorouracile in pazienti di età superiore a 65 anni. Di conseguenza, non è richiesto nessun aggiustamento specifico della dose per i pazienti anziani.
    Pazienti in età pediatrica
    Non esiste nessuna indicazione relativa all'uso di oxaliplatino nei bambini. L'efficacia di oxaliplatino da solo nella popolazione pediatrica con tumori solidi non è stata definita (vedere paragrafo 5.1).
    Modo di somministrazione
    L'oxaliplatino viene somministrato per infusione endovenosa.
    La somministrazione di oxaliplatino non richiede iperidratazione del paziente.
    L'oxaliplatino diluito in 250-500 ml di soluzione di glucosio al 5% per ottenere una concentrazione non inferiore a 0,2 mg/ml deve essere infuso mediante un catetere venoso centrale o attraverso una vena periferica nel corso di 2-6 ore.
    L'infusione di oxaliplatino deve sempre precedere la somministrazione di 5-fluorouracile.
    Istruzioni per l'uso
    L'oxaliplatino deve essere diluito prima dell'uso. Per diluire il concentrato per soluzione per infusione usare come diluente solo glucosio al 5%. Per le istruzioni sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione vedere paragrafo 6.6.
    In caso di stravaso, interrompere immediatamente la somministrazione.

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Oxaliplatino SUN
    L'Oxaliplatino è controindicato nei pazienti:
    • con anamnesi di ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1
    • che allattano al seno
    • con mielosoppressione precedente all'inizio del primo ciclo di trattamento, come evidenziato dalla conta al basale dei neutrofili <2x109/l e/o delle piastrine <100x109/l
    • affetti da neuropatia periferica sensibile con insufficienza funzionale prima del primo ciclo di trattamento
    • con grave compromissione della funzionalità renale (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min) (vedere paragrafo 5.2).

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Oxaliplatino SUN

    L'Oxaliplatino deve essere usato unicamente in reparti specializzati in oncologia e deve essere somministrato sotto la supervisione di un oncologo esperto.

    Compromissione renale
    I pazienti con compromissione della funzionalità renale da lieve a moderata devono essere monitorati attentamente per le reazioni avverse e il dosaggio deve essere modificato in base alla tossicità (vedere paragrafo 5.2).
    Reazioni di ipersensibilità
    Un monitoraggio particolarmente attento deve essere garantito per i pazienti con anamnesi di manifestazioni allergiche ad altri prodotti contenenti derivati del platino. In caso di manifestazioni anafilattiche, l'infusione deve essere immediatamente interrotta e deve essere iniziato un trattamento sintomatico appropiato. Una nuova somministrazione di oxaliplatino è controindicata. Sono state riportate reazioni crociate, talvolta fatali, con tutti i composti del platino.
    In caso di stravaso di oxaliplatino, interrompere immediatamente l'infusione e iniziare un normale trattamento sintomatico locale.
    Sintomi neurologici
    Monitorare attentamente la tossicità neurologica dell'oxaliplatino, specialmente se somministrato insieme ad altri medicinali con tossicità neurologica specifica.
    Effettuare un esame neurologico prima di ogni somministrazione e successivamente periodicamente.
    Per i pazienti che sviluppano disestesia laringo-faringea acuta (vedere paragrafo 4.8), nel corso o entro le ore successive l'infusione della durata di 2 ore, somministrare la successiva infusione di oxaliplatino in 6 ore.
    Neuropatia periferica
    In caso di sintomi neurologici (parestesia, disestesia), i seguenti aggiustamenti della dose raccomandata di oxaliplatino dovranno basarsi sulla durata e la gravità di questi sintomi:
    • se i sintomi durano più a lungo di sette giorni e sono fastidiosi, la successiva dose di oxaliplatino dovrà essere ridotta da 85 a 65 mg/m2 (condizioni di metastasi) oppure 75 mg/m2 (condizioni di terapia adiuvante)
    • se la parestesia senza compromissione funzionale persiste fino al successivo ciclo di trattamento, la dose successiva di oxaliplatino deve essere ridotta da 85 a 65 mg/m2 (condizioni di metastasi) oppure 75 mg/m2 (condizioni di terapia adiuvante)
    • se la parestesia con compromissione funzionale persiste fino al successivo ciclo di trattamento, interrompere la somministrazione di oxaliplatino
    • se questi sintomi migliorano dopo l'interruzione della terapia con oxaliplatino, considerare la ripresa del trattamento.
    I pazienti devono essere informati circa la possibilità di comparsa di sintomi persistenti di neuropatia sensoria periferica dopo la fine del trattamento. Parestesie moderate localizzate o parestesie che possono influire sulle attività funzionali possono persistere fino a 3 anni dopo l'interruzione del trattamento in condizioni di terapia adiuvante.
    Sindrome da leucoencefalopatia posteriore reversibile (RPLS)
    Nei pazienti trattati con chemioterapia di associazione con oxaliplatino sono stati riferiti casi di sindrome da leucoencefalopatia posteriore reversibile (RPLS, nota anche come PRES, sindrome da encefalopatia posteriore reversibile). La RPLS è una condizione neurologica rara, reversibile e a rapida evoluzione che può comprendere convulsioni, ipertensione, cefalea, confusione, cecità e altri disturbi visivi e neurologici (vedere paragrafo 4.8). La diagnosi di RPLS si basa sull'imaging neurologico, preferibilmente con RMI (Risonanza Magnetica per Immagini).
    Nausea, vomito, diarrea, disidratazione e alterazioni ematologiche
    La tossicità gastrointestinale, che si manifesta con nausea e vomito, giustifica una terapia anti-emetica profilattica e/o terapeutica (vedere paragrafo 4.8).
    Disidratazione, ileo paralitico, ostruzione intestinale, ipopotassiemia, acidosi metabolica e insufficienza renale possono essere provocati da grave diarrea/emesi, soprattutto con l'associazione oxaliplatino/5-fluorouracile.
    Durante il trattamento con oxaliplatino sono stati riportati casi di ischemia intestinale, inclusi esiti fatali. In caso di ischemia intestinale, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto e misure opportune devono essere messe in atto (vedere paragrafo 4.8).
    In caso di tossicità ematologica (neutrofili < 1,5x109/l o piastrine < 50x109/l), la somministrazione del successivo ciclo di terapia deve essere rinviata fino a che i valori dei test ematologici abbiano raggiunto nuovamente valori accettabili. Una conta ematica completa, con differenziale dei globuli bianchi, deve essere effettuata prima di iniziare la terapia e prima di ogni ciclo successivo. Gli effetti mielosoppressivi possono essere additivi a quelli di una concomitante chemioterapia. I pazienti con una grave e persistente mielosoppressione sono ad alto rischio di complicanze infettive. Sepsi, sepsi neutropenica e shock settico sono stati osservati in pazienti trattati con oxaliplatino, inclusi esiti fatali (vedere paragrafo 4.8). Se uno di questi eventi si verifica, oxaliplatino deve essere interrotto.
    I pazienti dovranno essere adeguatamente informati sul rischio di diarrea/emesi, mucosite/stomatite e neutropenia dopo somministrazione di oxaliplatino e 5-fluorouracile; in tal modo, essi potranno contattare con urgenza il proprio medico per una cura adeguata.
    In caso di mucosite/stomatite con o senza neutropenia, il trattamento successivo dovrà essere rinviato fino a che la mucosite/stomatite siano tornate di grado 1 o inferiore e/o fino a che la conta dei neutrofili sia >1,5 x 109/l.
    Per l'associazione di oxaliplatino con 5-fluorouracile (con o senza acido folinico), deve essere applicato l'aggiustamento di dose per il 5-fluorouracile in relazione alla tossicità.
    In caso di diarrea di grado 4, neutropenia di grado 3-4 (neutrofili < 1,0x109/l), neutropenia febbrile (febbre di origine sconosciuta senza un'infezione documentata clinicamente o microbiologicamente con una conta assoluta dei neutrofili <1,0 x 109/l, una temperatura > 38,3°C in una singola misurazione o una temperatura sostenuta > 38°C per più di un'ora), o trombocitopenia di grado 3-4 (piastrine < 50x109/l), deve essere ridotta la dose di oxaliplatino da 85 a 65 mg/m2 (condizioni di metastasi) oppure 75 mg/m2 (in terapia adiuvante), oltre a ridurre la dose di 5-fluorouracile.
    Reazioni polmonari
    In caso di inspiegabili sintomi respiratori, quali tosse secca, dispnea, crepitii o infiltrati polmonari definiti radiologicamente, interrompere l'oxaliplatino finché ulteriori indagini a livello polmonare non escludano una malattia polmonare interstiziale (vedere paragrafo 4.8).
    Patologie del sangue
    La sindrome emolitica-uremica (SEU) è un effetto indesiderato che può causare la morte (frequenza non nota). Il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto ai primi segni di anemia emolitica microangiopatica, come una rapida diminuzione dell'emoglobina in concomitanza a trombocitopenia, innalzamento della bilirubina sierica, della creatinina sierica, dell'urea del sangue, o della LDH.
    L'insufficienza renale può non essere reversibile con la sospensione della terapia e può essere necessaria la dialisi. In associazione al trattamento con oxaliplatino è stata riportata coagulazione intravascolare disseminata (DIC), inclusi esiti fatali. Se diagnosticata la DIC, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto, e deve essere somministrato un adeguato trattamento (vedere paragrafo 4.8).
    Prolungamento QT
    Il prolungamento QT può indurre un aumentato rischio di sviluppare aritmie ventricolari, comprese le Torsioni di Punta, che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.8). L'intervallo QT deve essere attentamente monitorato su base regolare prima e dopo la somministrazione di oxaliplatino. Si deve prestare cautela in pazienti con storia o predisposizione per il prolungamento del QT, in quei pazienti che stanno assumendo medicinali noti per prolungare l'intervallo QT, e in quelli con alterazioni elettrolitiche come ipokalemia, ipocalcemia o ipomagnesiemia. In caso di prolungamento del QT, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto (vedere paragrafo 4.5 e 4.8).
    Rabdomiolisi
    È stata riportata rabdomiolisi, inclusi esiti fatali, in pazienti trattati con oxaliplatino. In caso di dolore muscolare e gonfiore, in associazione a debolezza, febbre o urine scure, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto. Se viene confermata la diagnosi di rabdomiolisi, devono essere messe in atto misure opportune. Si raccomanda cautela se medicinali associati a rabdomiolisi sono somministrati in concomitanza con l'oxaliplatino (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).
    Ulcera gastrointestinale/ulcera gastrointestinale con emorragia e con perforazione
    Il trattamento con oxaliplatino può causare ulcera gastrointestinale e potenziali complicanze, come emorragia e perforazione gastrointestinali, che possono essere fatali. In caso di ulcera gastrointestinale il trattamento con oxaliplatino deve essere sospeso e devono essere messe in atto opportune misure (vedere paragrafo 4.8).
    Reazioni epatiche
    In caso di risultati anormali dei test di funzionalità epatica o di ipertensione portale che non derivano chiaramente da metastasi epatiche, valutare la possibilità di casi molto rari di disturbi vascolari epatici indotti dal farmaco.
    Gravidanza
    Per l'uso del farmaco in gravidanza, vedere paragrafo 4.6.
    Fertilità
    Negli studi preclinici con l'oxaliplatino sono stati osservati effetti genotossici. Di conseguenza, si consiglia ai pazienti maschi trattati con oxaliplatino di non generare un figlio nel corso del trattamento e fino a 6 mesi dopo la fine dello stesso e di cercare consigli sulla conservazione dello sperma prima del trattamento, poiché l'oxaliplatino può avere un effetto negativo irreversibile sulla fertilità.
    Pazienti donne non devono iniziare una gravidanza nel corso del trattamento con oxaliplatino e devono usare un efficace metodo contraccettivo (vedere paragrafo 4.6).
    Effetti immunosoppressori/Aumento della suscettibilità alle infezioni:
    La somministrazione di vaccini vivi o vivi attenuati nei pazienti immunocompromessi con agenti chemioterapici tra cui oxaliplatino, può provocare infezioni gravi o fatali. La vaccinazione con un vaccino vivo deve essere evitato nei pazienti trattati con oxaliplatino. Vaccini uccisi o inattivati possono essere somministrati, ma la risposta a tali vaccini può essere ridotta.

    Quando oxaliplatino è somministrato per via intraperitoneale (via di somministrazione off label) può verificarsi emorragia peritoneale.


    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Oxaliplatino SUN
    Nei pazienti trattati con una singola dose da 85 mg/m² di oxaliplatino, immediatamente prima della somministrazione di 5-fluorouracile, non è stata osservata alcuna alterazione nel livello di esposizione a 5-fluorouracile. Con i seguenti agenti, non è stato osservato in vitro alcuno spostamento del legame dell'oxaliplatino con le proteine plasmatiche: eritromicina, salicilati, granisetron, paclitaxel e sodio valproato.
    Si raccomanda cautela quando il trattamento con oxaliplatino viene somministrato in concomitanza con altri medicinali noti per causare il prolungamento dell'intervallo QT. In caso di associazione con questi medicinali, l'intervallo QT deve essere attentamente monitorato (vedere paragrafo 4.4).
    Si raccomanda cautela quando il trattamento con oxaliplatino è somministrato in concomitanza con altri medicinali noti per essere associati a rabdomiolisi (vedere paragrafo 4.4).

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Gravidanza
    Non sono disponibili informazioni sull'uso di Oxaliplatino in gravidanza. Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
    Oxaliplatino non è raccomandato durante la gravidanza e in donne in età fertile che non usano misure contraccettive.
    L'uso dell'oxaliplatino deve essere preso in considerazione solo dopo attenta valutazione con il paziente del rischio per il feto e dopo aver ottenuto il consenso del paziente stesso.
    Devono essere utilizzati metodi contraccettivi appropriati durante e dopo la fine della terapia, per le donne fino a 4 mesi e per gli uomini fino a 6 mesi dopo la fine della terapia.
    Allattamento
    Non è noto se oxaliplatino sia escreto nel latte materno.
    Oxaliplatino SUN è controindicato durante l'allattamento (vedere paragrafo 4.3).
    Fertilità
    L'oxaliplatino può avere un effetto negativo sulla fertilità (vedere paragrafo 4.4).
    Contraccezione maschile e femminile
    A causa di dei potenziali effetti genotossici di oxaliplatino, idonee misure contraccettive devono essere prese durante e dopo la fine del trattamento, fino a 4 mesi nelle donne e fino a 6 mesi negli uomini.

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Non sono stati effettuati studi sugli effetti del farmaco sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari. Tuttavia, il trattamento con Oxaliplatino provoca un maggior rischio di capogiri, nausea e vomito, nonché di altri sintomi neurologici che influiscono sull'andatura e sull'equilibrio e che possono influire in modo lieve o moderato sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari.
    Anomalie della vista, in particolare la perdita transitoria della vista (reversibile dopo interruzione della terapia), può pregiudicare la capacità dei pazienti di guidare veicoli e usare macchinari. Pertanto, i pazienti devono essere avvertiti dei potenziali effetti di questi eventi sulla capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Oxaliplatino SUN
    Sintesi del profilo di sicurezza
    Gli eventi avversi più frequenti dell'Oxaliplatino in associazione con 5-fluorouracile/acido folinico (5-FU/FA) sono stati di tipo gastrointestinale (diarrea, nausea, vomito e mucosite), ematologico (neutropenia, trombocitopenia) e neurologico (neuropatia sensoria periferica acuta e dose cumulativa). Complessivamente, questi eventi avversi sono stati più frequenti e gravi con l'associazione di oxaliplatino e 5-FU/FA rispetto al solo 5-FU/FA.
    Tabelle delle reazioni avverse
    I livelli di frequenza riportati nella tabella seguente traggono origine da studi clinici in condizioni di metastasi e di trattamento adiuvante (con 416 e 1108 pazienti rispettivamente nei bracci di trattamento con oxaliplatino + 5-FU/FA) e dall'esperienza successiva alla commercializzazione.
    I livelli di frequenza degli effetti indesiderati sono definiti in base alla seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1000, ≤ 1/100), raro (≥ 1/10.000, ≤ 1/1000), molto raro (≤ 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
    Ulteriori dettagli sono riportati dopo la tabella. 
    Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA
    Molto comune
     
    Comune
    Non comune
    Raro
    Non nota
    Infezioni ed infestazioni*
     
    Infezione
    Rinite
    Infezioni del tratto respiratorio superiore
    Sepsi neneutropenica+
    Sepsi+
     
     
    Patologie del sistema emolinfopoietico*
    Anemia
    Neutropenia
    Trombocitopenia
    Leucopenia
    Linfopenia
    Neutropenia febbrile
     
    Trombocitopenia immuno allergica
    Anemia emolitica
     
    Disturbi del sistema immunitario*
    Allergia/reazione allergica++
     
     
     
     
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
    Anoressia
    Iperglicemia
    Ipopotassiemia
    Iposodiemia
    Disidratazione
    Ipocalcemia
     
    Acidosi metabolica
     
     
     
    Disturbi psichiatrici
     
    Depressione
    Insonnia
     
    Nervosismo
     
     
    Patologie del sistema nervoso*
    Neuropatia sensoria periferica
    Disturbi del sensorio
    Disgeusia
    Cefalea
    Capogiri
    Neurite motoria
    Meningite
     
    Disartria
    Sindrome da Leucoencefalopatia Posteriore Reversibile (RPLS o PRES) (vedere paragrafo 4.4)
     
    Patologie dell'occhio
     
    Congiuntivite
    Disturbi della vista
     
    Riduzione transitoria dell'acutezza visiva
    Disturbi del campo visivo
    Neurite ottica
    Perdita transitoria della vista, reversibile dopo interruzione della terapia
     
    Patologie dell'orecchio e del labirinto
     
     
    Ototossicità
    Sordità
     
    Patologie cardiache
     
     
     
     
    Sindrome coronarica acuta, inclusi infarto del miocardio e arteriospasmo coronarico e angina pectoris in pazienti trattati con oxaliplatino in combinazione con 5-FU e bevacizumab
    Patologie vascolari
     
    Emorragia
    Vampate
    Trombosi venosa profonda
    Ipertensione
     
     
     
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Dispnea
    Tosse
    Epistassi
    Singhiozzo
    Embolia polmonare
     
    Malattia polmonare interstiziale, talvolta fatale
    Fibrosi polmonare**
     
    Patologie gastrointestinali*
    Nausea
    Diarrea
    Vomito
    Stomatite/Mucosite
    Dolore addominale
    Stipsi
     
    Dispepsia
    Reflusso gastroesofageo
    Emorragia gastrointestinale
    Emorragia rettale
    Ileo
    Ostruzione intestinale
    Colite, inclusa diarrea da clostridium difficile
    Pancreatite
    Esofagite
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Disturbi della pelle
    Alopecia
    Esfoliazione della pelle (cioè sindrome mano e piede)
    Eruzione cutanea eritematosa
    Eruzione cutanea
    Iperidrosi
    Alterazioni delle unghie
     
     
     
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Dolore alla schiena
    Artralgia
    Dolore osseo
     
     
     
    Patologie renali e urinarie
     
    Ematuria
    Disuria
    Anomalie nella frequenza della minzione
     
     
     
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
    Stanchezza
    Febbre+++
    Astenia
    Dolore
    Reazione al sito di iniezione++++
     
     
     
     
    Esami diagnostici
    Aumento degli enzimi epatici
    Aumento della fosfatasi alcalina ematica
    Aumento della bilirubina ematica
    Aumento della lattato-deidrogenasi ematica
    Aumento di peso (nella terapia adiuvante)
    Aumenti della creatinina ematica
    Perdita di peso (in condizioni di metastasi)
     
     
     
     
    Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura
     
    Caduta
     
     
     
    * Vedere i dettagli di seguito riportati
    ** Vedere paragrafo 4.4.
    + incluso esito fatale
    ++ Allergie/reazioni allergiche molto comuni, talvolta fatali, che si presentano principalmente durante l'infusione. Le reazioni allergiche comuni comprendono eruzione cutane, in particolare orticaria, congiuntivite e rinite. Le reazioni anafilattiche o anafilattoidi comuni, comprendono broncospasmo, angioedema, ipotensione, sensazione di dolore toracico e shock anafilattico. È stata anche riportata ipersensibilità ritardata con oxaliplatino ore o addirittura giorni dopo l'infusione.
    +++ Molto comune febbre, brividi febbrili (tremori), derivanti dal meccanismo infettivo (con o senza neutropenia febbrile) o dal meccanismo immunologico.
    ++++ sono state segnalate reazioni al sito d'iniezione, tra cui dolore locale, arrossamento, gonfiore e trombosi. Uno stravaso può provocare dolore e infiammazione locale che possono essere gravi e condurre a complicanze, tra cui necrosi, soprattutto se l'oxaliplatino viene infuso attraverso una vena periferica (vedere paragrafo 4.4).
    Descrizione di reazioni avverse selezionate
    Patologie del sistema emolinfopoietico
    Incidenza per paziente (%), per grado
    Oxaliplatino e 5-FU/FA
    85 mg/m2 ogni 2 settimane
    Condizione di metastasi
    Condizione di terapia
    adiuvante
     
    Tutti i gradi
    Gr 3
    Gr 4
    Tutti i gradi
    Gr 3
    Gr 4
    Anemia
    82,2
    3
    <1
    75,6
    0,7
    0,1
    Neutropenia
    71,4
    28
    14
    78,9
    28,8
    12,3
    Trombocitopenia
    71,6
    4
    <1
    77,4
    1,5
    0,2
    Neutropenia febbrile
    5,0
    3,6
    1,4
    0,7
    0,7
    0,0
    Rari (> 1/10.000, <1/1000)
    Coagulazione intravascolare disseminata (DIC), inclusi esiti fatali (vedere paragrafo 4.4).
    Esperienza post-marketing con frequenza non nota
    Sindrome uremica emolitica, pancitopenia autoimmune, pancitopenia, leucemia secondaria.
    Infezioni e infestazioni
    Incidenza per paziente (%) per grado)
    Oxaliplatino e 5-FU/FA
    85 mg/m2 ogni 2 settimane
    Setting Metastatico
    Setting
    Adiuvante
    Tutti i gradi
    Tutti i gradi
    Sepsi (inclusa sepsi e sepsi neutropenica)
    1,5
    1,7
    Esperienza post-marketing con frequenza non nota
    Shock settico, incluso esito fatale.
    Disturbi del sistema immunitario
    Incidenza di reazioni allergiche per paziente (%), per grado
    Oxaliplatino e 5-FU/FA
    85 mg/m2 ogni 2 settimane
    Setting Metastatico
    Setting Adiuvante
     
    Tutti i gradi
    Gr 3
    Gr 4
    Tutti i gradi
    Gr 3
    Gr 4
    Reazioni allergiche/Allergia
    9,1
    1
    <1
    10,3
    2,3
    0,6
    Patologie del sistema nervoso
    La tossicità dose-limitante dell'oxaliplatino è neurologica. Essa comporta una neuropatia periferica sensoria, caratterizzata da disestesia e/o parestesia delle estremità con o senza crampi, spesso scatenati dal freddo.
    Questi sintomi compaiono in fino al 95% dei pazienti trattati. La durata di questi sintomi, che regrediscono solitamente nel corso del trattamento, si allunga con il numero dei cicli di trattamento.
    La comparsa di dolore e/o disturbi funzionali sono indicazioni, a seconda della durata dei sintomi, per un aggiustamento della dose o interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.4).
    Questi disturbi funzionali comprendono difficoltà nell'effettuare movimenti delicati e sono una possibile conseguenza di un danno del sensorio. Il rischio di comparsa di sintomi persistenti per una dose cumulativa di 850 mg/m2 (10 cicli) è circa pari al 10% e 20% di una dose cumulativa di 1020 mg/m2 (12 cicli).
    Nella maggior parte dei casi, i segni e sintomi neurologici migliorano o si risolvono completamente all'interruzione del trattamento. Nelle condizioni di terapia adiuvante del cancro del colon, 6 mesi dopo l'interruzione della terapia, l'87% dei pazienti presentava lievi sintomi o nessun sintomo. Dopo fino a 3 anni di follow-up, circa il 3% dei pazienti presentava parestesie localizzate persistenti di intensità moderata (2,3%) oppure parestesie che potevano interferire con le attività funzionali (0,5%).
    Sono state segnalate gravi manifestazioni neurosensoriali (vedere paragrafo 5.3). Iniziano entro alcune ore dalla somministrazione del farmaco e spesso si manifestano dopo esposizione al freddo. Si manifestano di solito come parestesia transitoria, disestesia e ipoestesia. Nell'1%-2% dei pazienti compare una sindrome acuta di disestesia faringo-laringea, caratterizzata da sensazioni soggettive di disfagia o dispnea/sensazione di soffocamento, senza evidenza oggettiva di insufficienza respiratoria (assenza di cianosi o ipossia) o di laringospasmo o broncospasmo (assenza di stridore o sibilo). Sebbene in questi casi siano stati somministrati antistaminici e broncodilatatori, i sintomi sono rapidamente reversibili anche in assenza di trattamento. Il prolungamento dell'infusione aiuta a ridurre l'incidenza di questa sindrome (vedere paragrafo 4.4). Altri sintomi osservati occasionalmente comprendono spasmo delle mascelle/spasmi muscolari/contrazioni muscolari involontarie/contrazioni muscolari/mioclono, disturbi della coordinazione/ andatura anomala/ atassia/ disturbi dell'equilibrio, senso di oppressione della gola o al torace/ pressione/ fastidio/dolore. Agli eventi summenzionati possono associarsi inoltre disfunzioni dei nervi cranici, che possono altresì comparire come eventi isolati, come ptosi, diplopia, afonia/disfonia/raucedine, talvolta descritti come paralisi delle corde vocali, sensazioni anormali a carico della lingua o disartria, talvolta descritta come afasia, nevralgia del trigemino/dolore al volto/dolore agli occhi, riduzione dell'acuità visita, disturbi del campo visivo.
    Nel corso del trattamento con oxaliplatino, sono stati riferiti altri sintomi neurologici, quali disartria, perdita del riflesso profondo del tendine e segni di Lhermitte. Sono stati segnalati casi isolati di neurite ottica.
    Esperienza postmarketing con frequenza non nota
    Convulsioni, disturbo cerebrovascolare ischemico o emorragico
    Patologie cardiache
    Esperienza post-marketing con frequenza non nota
    Prolungamento QT, che può portare ad aritmia ventricolare incluse Torsioni di Punta, che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.4).
    Sindrome coronarica acuta, inclusi infarto del miocardio e arteriospasmo coronarico e angina pectoris in pazienti trattati con oxaliplatino in combinazione con 5-FU e bevacizumab.
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Esperienza post-marketing con frequenza non nota
    Laringospasmo, polmonite e broncopolmonite, anche con esito fatale
    Patologie gastrointestinali
    Incidenza per paziente (%), per grado
    Oxaliplatino e 5-FU/FA
    85 mg/m2 ogni 2 settimane
    Condizione di metastasi
    Condizione di terapia
    adiuvante
     
    Tutti i gradi
    Gr 3
    Gr 4
    Tutti i gradi
    Gr 3
    Gr 4
    Nausea
    69,9
    8
    <1
    73,7
    4,8
    0,3
    Diarrea
    60,8
    9
    2
    56,3
    8,3
    2,5
    Vomito
    49,0
    6
    1
    47,2
    5,3
    0,5
    Mucosite/Stomatite
    39,9
    4
    <1
    42,1
    2,8
    0,1
    Sono indicati la profilassi e/o il trattamento con forti agenti antiemetici.
    Disidratazione, ileo paralitico, ostruzione intestinale, ipopotassiemia, acidosi metabolica e insufficienza renale possono essere provocati da grave diarrea/emesi, soprattutto con l'associazione di oxaliplatino e 5-fluorouracile (5FU) (vedere paragrafo 4.4).
    Esperienza post-marketing con frequenza non nota
    Ischemia intestinale, inclusi esiti fatali (vedere paragrafo 4.4).
    Ulcere e perforazioni gastrointestinali che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.4).
    Patologie epatobiliari
    Molto raro (≤ 1/10.000)
    Sindrome da ostruzione sinusoidale epatica, nota anche come malattia veno-occlusiva del fegato, o manifestazioni patologiche correlate a tale alterazione epatica, tra cui, peliosi epatica, iperplasia rigenerativa nodulare, fibrosi perisinusoidale. Le manifestazioni cliniche possono essere ipertensione portale e/o aumento delle transaminasi.
    Patologie del sistema muscoloschelettrico e del tessuto connettivo
    Esperienza post-marketing con frequenza non nota
    Rabdomiolisi, inclusi esiti fatali (vedere paragrafo 4.4).
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Esperienza post-marketing con frequenza non nota
    Vasculite da ipersensibilità
    Patologie renali e urinarie
    Molto raro (≤ 1/10.000):
    Necrosi tubulare acuta, nefrite interstiziale acuta e insufficienza renale cauta.
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa.

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Oxaliplatino SUN
    Per l'Oxaliplatino non è noto alcun antidoto. In caso di sovradosaggio, è possibile prevedere un peggioramento degli eventi avversi. Si deve iniziare il monitoraggio dei parametri ematologici e si deve somministrare un trattamento sintomatico.

    Scadenza

    18 mesi
    Dopo diluizione in glucosio al 5%, la stabilità chimica e fisica durante l'uso è stata dimostrata per 24 ore a temperatura ambiente ( 15-25°C) o per 48 ore in frigorifero (2°C-8ºC).
    Dal punto di vista microbiologico, la preparazione per infusione deve essere usata immediatamente.
    Se non viene usata immediatamente, il tempo di conservazione del prodotto durante l'uso e le condizioni di conservazione prima dell'uso sono responsabilità dell'utilizzatore; non conservare la soluzione più di 24 ore a 2-8°C, a condizione che la diluizione sia stata effettuata in condizioni di asepsi controllate e convalidate.

    Conservazione

    Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.
    Per le condizioni di conservazione dopo la diluizione vedere paragrafo 6.3.

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


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