Università degli Studi di MilanoFederazione Ordini Farmacisti Italiani
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Mirtazapina





A cosa serve

La mirtazapina è un farmaco appartenente alla classe degli antidepressivi serotoninergici e noradrenergici specifici (NaSSA).

Indicazioni

Trattamento di episodi di depressione maggiore

Posologia

Adulti:
La dose giornaliera efficace è generalmente compresa tra 15 e 45 mg; la dose iniziale è di 15 o 30 mg. La mirtazapina comincia a esercitare la sua azione generalmente dopo 1-2 settimane di trattamento. Il trattamento con una dose adeguata dovrebbe determinare una risposta positiva entro 2-4 settimane. In presenza di una risposta insufficiente, si può aumentare la dose fino a raggiungere la dose massima. Se non si osserva alcuna risposta nell’arco di ulteriori 2-4 settimane, si deve interrompere il trattamento.
I pazienti con depressione devono essere trattati per un periodo sufficiente, di almeno 6 mesi per assicurare che siano asintomatici.
Si raccomanda di sospendere il trattamento con mirtazapina in modo graduale per evitare sintomi da sospensione.
Pazienti anziani:
La dose raccomandata è la stessa che per gli adulti. Negli anziani l’aumento della dose deve essere attuato, sotto attenta supervisione per ottenere una risposta sicura e soddisfacente.
Popolazione pediatrica:
Mirtazapina non deve essere utilizzata per i bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età poiché l’efficacia non è stata dimostrata in due studi clinici a breve termine e per problemi di sicurezza.

Medicinali che contengono il Principio Attivo Mirtazapina


Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo.
Uso concomitante di mirtazapina ed inibitori delle monoaminossidasi (MAO).

Avvertenze

Prima dell'assunzione è fondamentale comunicare al medico:
  • la presenza di eventuali allergie al principio attivo, a qualsiasi altro farmaco, alimento o sostanza
  • l'assunzione di altri medicinali, fitoterapici e integratori assunti, soprattutto cimetidina, diazepam, ketoconazolo, iperico, tramadolo, triptofano, psicofarmaci, medicinali contro l'emicrania e anticonvulsivanti
  • se si soffre (o si ha sofferto) di malattie epatiche o renali, glaucoma ad angolo stretto, disturbo bipolare, epilessia o convulsioni, pressione bassa, capogiri, colesterolo o trigliceridi alti, angina o malattie cardiache
  • se si ha subito ictus o infarto
  • la presenza di istinti suicidi
  • l'abuso di stupefacenti
  • se si è incinta o si sta allattando al seno
Il trattamento può necessitare di diverse settimane prima di fare effetto. In qualsiasi caso non deve essere interrotto senza aver prima consultato il medico.

Interazioni

Mirtazapina non deve essere somministrata in concomitanza con inibitori delle MAO o entro due settimane dalla sospensione della terapia con inibitori delle MAO. Allo stesso modo, devono passare circa due settimane prima di trattare con gli inibitori delle MAO i pazienti in terapia con mirtazapina.
Inoltre, come con gli SSRI, la co-somministrazione con altre sostanze attive serotoninergiche (L-triptofano, triptani, tramadolo, linezolide, blu di metilene, SSRI, venlafaxina, litio e preparati a base di erba di S. Giovanni – Hypericum perforatum) può determinare un’incidenza degli effetti associati alla serotonina (sindrome serotoninergica)
Quando queste sostanze attive sono somministrate in combinazione con mirtazapina deve essere raccomandata cautela ed è richiesto un attento monitoraggio clinico.
Mirtazapina può aumentare le proprietà sedative delle benzodiazepine e di altri sedativi (in particolare della maggior parte degli antipsicotici, degli antistaminici H1 antagonisti e degli oppioidi). Bisogna fare attenzione qualora questi medicinali siano prescritti insieme a mirtazapina.
Mirtazapina può aumentare gli effetti depressivi dell’alcool sul sistema nervoso centrale. Pertanto ai pazienti si deve consigliare di evitare l’assunzione di bevande alcoliche durante la terapia con mirtazapina.

Effetti Indesiderati

Tra gli eventuali effetti collaterali della Mirtazapina troviamo anche:
  • sonnolenza
  • sogni inusuali
  • secchezza della bocca
  • capogiri
  • costipazione
È fondamentale avvertire immediatamente il medico in presenza di:
  • rash
  • orticaria
  • problemi respiratori
  • sensazione di oppressione al petto
  • pensieri veloci, diminuzione del bisogno di sonno, comportamenti pericolosi, sensazioni di felicità o tristezza estreme, incremento della loquacità
  • disturbi alla vista, dolore o gonfiore agli occhi
  • sensazione di svenimento
  • gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua
  • alterazioni del peso o dell’appetito
  • repentina debolezza o sensazione di malessere, febbre, brividi, dolore alla gola, piaghe in bocca, gengive gonfie o arrossate, problema di deglutizione
  • rasvesciche, suppurazioni o intenso dolore ai palmi delle mani o alle piante dei piedi
  • bassi livelli di sodio
  • forti reazioni nervose (ad esempio muscoli molto rigidi o febbre elevata)
  • agitazione, allucinazioni, febbre, battito cardiaco accelerato, riflessi iperattivi, nausea, vomito, diarrea, perdita delle capacità di coordinazione, svenimenti

Sovradosaggio

L'esperienza odierna relativa al sovradosaggio di Mirtazapina in monoterapia indica che i sintomi sono di solito lievi. È stata riportata depressione del sistema nervoso centrale con disorientamento e sedazione prolungata, insieme a tachicardia e lieve iper- o ipotensione. A dosi molto superiori alla dose terapeutica, e in particolare a sovradosaggi misti, esiste tuttavia la possibilità che insorgano conseguenze più serie, (inclusi eventi fatali).
I casi di sovradosaggio devono essere trattati con appropriate terapie sintomatiche e di supporto delle funzioni vitali. Si possono prendere in considerazione anche i carboni attivi o la lavanda gastrica.

Gravidanza e Allattamento

Gravidanza
I limitati dati riguardanti l’uso della mirtazapina in donne in gravidanza non indicano un rischio aumentato di malformazioni congenite. Gli studi condotti su animali non hanno evidenziato effetti teratogeni di rilevanza clinica, tuttavia è stata osservata tossicità dello sviluppo. Dati epidemiologici suggeriscono che l’assunzione di SSRI in gravidanza, in particolare nella fase avanzata della gravidanza, può aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente del neonato (PPHN). Sebbene non ci siano studi sulla relazione tra PPHN e trattamento con mirtazapina, non è possibile escludere questo potenziale rischio, considerando il relativo meccanismo d’azione (aumento delle concentrazioni di serotonina). Deve essere prestata attenzione, quando si prescrive mirtazapina a donne in gravidanza. Qualora mirtazapina sia utilizzato sino al parto o sospeso immediatamente prima, è raccomandato un monitoraggio post–natale del neonato per valutare eventuali effetti da sospensione. Allattamento
Gli studi condotti su animali e limitati dati rilevati sull’uomo hanno evidenziato un’escrezione molto contenuta della mirtazapina nel latte materno. La decisione di continuare/interrompere l’allattamento al seno o continuare/interrompere la terapia con mirtazapina deve basarsi sulla valutazione del beneficio dell’allattamento al seno per il bambino e sul beneficio della terapia con mirtazapina per la donna.
Fertilità
Studi non–clinici di tossicità riproduttiva negli animali non hanno evidenziato alcun effetto sulla fertilità.

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